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Autore: Elibì    02/01/2011    13 recensioni
(...)"Infine, Bradley" iniziò Joe, appena ebbi finito di parlare, "Cosa pensi che sia più forte: la Romance con Gwen, o la Bromance con Merlin?".
(...) "Brad.. sono solo dicerie. Bromance..." sembrava quasi si sforzasse mentre mi parlava "E' un termine per indicare amicizia fraterna, non... amore".
(...) "Per un attimo ho semplicemente pensato che l'idea che... insomma, Arthur fosse innamorato di Merlin, non ti dispiacesse".
"Non mi dispiace affatto" dissi, sincero.
Un Bradley confuso, che odia le interviste, cosa è capace di combinare? Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley James, Colin Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Spazio dell'Autrice:
"Bromance with Merlin".
Premetto che quando ho sentito queste tre parole pronunciate da Brad, ho pensato seriamente di svenire. Certo, non è stata proprio quella che si dice una dichiarazione d'amore, ma è già un passo avanti. In ogni caso non ho potuto fare a meno di ricamarci su qualcosa.
Beh, che dire? Dopo che avrete letto questa reale cagata ehm, one-shot, fatemi capire cosa ne pensate!
Una recensioncina, piccina picciò!

Buona Lettura, La Evans.

Romance or Bromance?

Mi stavo divertendo.
Non pensavo che sarebbe stato così, ma alla fine mi ero stranamente rilassato. Ero seduto davanti ad un tizio calvo, sulla quarantina, da un'aria simpatica che, da circa mezz'ora, mi stava intervistando.
Ed io, fino a mezz'ora prima, odiavo le interviste.
Quando Katie, con aria euforica, mi aveva detto che saremmo stati intervistati - per la precisione da un'azienda chiamata "digital spy" - entrai seriamente in panico.
Io detestavo dal profondo parlare in pubblico. Ero fatto per recitare, calarmi in un'altra parte, ma se si trattava di parlare di me era tutta un'altra cosa.
Mi sudavano le mani, iniziavo a balbettare.
Non sembravo quasi più il baldo e borioso Bradley James.
O almeno, così mi definiva la gente. Mi voltai senza accorgermene verso Colin, che non era inquadrato dalla telecamera, seduto affianco a me con uno Starbucks in mano.
Fu un attimo, e ritrassi la testa.
Stava ancora ridendo per l'ultima domanda di Joe, il giornalista. Gli avevo - giustamente - fatto il verso, mentre parlavo di com'era cresciuto il mio personaggio - Arthur Pendragon - nel corso delle serie.
E con Colin affianco - tornando al discorso delle interviste - era stata tutta un'altra storia. Mi ero sciolto, all'improvviso mi sentivo straordinariamente a mio agio.
Solo domande semplici, lineari, sul mio personaggio, non certo pettegolezzi - come temevo - sulla mia vita privata.
Mentre rispondevo a Joe, Colin mi osservava con aria assorta trangugiando di tanto in tanto un sorso di caffè. Non rideva più, il suo sguardo era serio, come se trovasse interessante quello che avevo da dire e ciò mi rendeva più sicuro perchè mi fidavo molto di lui e del suo parere.
"Infine, Bradley" iniziò Joe, appena ebbi finito di parlare, "Cosa pensi che sia più forte: la Romance con Gwen, o la Bromance con Merlin?".
"Bromance con Merlin" risposi velocemente, senza pensare.
Ci fu inseguito un silenzio di sasso, che mi fece maledire per la risposta data. Joe aveva strabuzzato gli occhi, con aria quasi maliziosa, mentre potevo giurare di sentire Colin trattenere il respiro.
"Ehm," continuai, teso come la corda di un violino "Voglio dire, Arthur ha passato solo una cena con Gwen, e passa tutto il suo tempo con Merlin. Non c'è confronto..".
"Bene, abbiamo finito" m'interruppe Joe, con voce acuta.
"Oh, grazie Joe" borbottai.
"Arrivederci Brad, e... ciao Cole!" rispose lui, lanciando uno sguardo eloquente al mio collega.
Ecco, bravo, togliti dalle palle, hai già fatto abbastanza.
Feci un lungo sospiro, che smorzò il silenzio di piombo della stanza.
Colin era immobile, affianco a me. Non avevo il coraggio di guardarlo neglio occhi, ma potevo sentirlo distintamente continuare a bere il caffè. Aveva un'aria tranquilla, come al solito.
Sapeva - di questo ne ero certo - che ero in imbarazzo.
Beh, come avrei potuto non esserlo?
Bromance.
Avevo praticamente dato ad Arthur e a Merlin dei finocchi. Anche se non sta nel significato stesso della parola - ossia amicizia "intima" tra due persone dello stesso sesso - io e Joe abbiamo inteso quello.
Bene, almeno con quell'intervista avevo fatto felici tutte le fans della coppia Arthur/Merlin o, come le chiamavano loro, delle Merthur.
Ma cosa cavolo mi era saltato in mente?
Arthur preferiva Gwen. Lei era dolce, coraggiosa. E sopratutto era una donna.
Perchè mai avrebbe dovuto preferire quel servo inutile, logorroico e dalle orecchie a sventola? Insomma, non era mica stupido lui.
"Beh, Brad, direi che è meglio andare" disse Cole, affianco a me.
Sussultai.
"Certo" dissi, sfoderando il mio sorriso più falso, "Ho proprio bisogno di tornare a casa".
Colin si alzò, silenzioso, aprì la porta e uscì con me a ruota.
"Ehi, bei ragazzi!" cinguettò una voce fin troppo conosciuta, "Che fine avete fatto?".
"Eravamo con..".
Come al solito Katie lo interruppe. "Si, si con Joe. L'abbiamo incontrato prima. Ma vi ha lasciato almeno un quarto d'ora fa, cos'avete fatto per tutto questo tempo lì in quella stanza?".
Ovviamente il doppio senso l'avevo notato solo io.
"Niente" disse Colin, con aria ingenua, "A voi com'è andata?".
Non avevo notato che ci fosse anche Angel con lei. Ovviamente delle due era quella che si notava meno. Katie, non solo esteticamente ma anche caratterialmente, era vivace, brillante, spiccava dal gruppo.
Angel era una gran brava persona, un pezzo di pane, ma era fin troppo timida e, da questo punto di vista, Katie la compensava ampiamente.
"Bene" rispose, "A me è piaciuto molto".
"E' stato fantastico!" continuò Katie, "Adoro Joe! E sopratutto adoro..":
"Rompere le palle" conclusi, con aria scocciata, "E menomale che quello preso da se stesso dovrei essere io!".
"Lo sei infatti, James, tranquillo. Non ti rubo il piedistallo" rispose Katie, indifferente.
"Piedistallo?!".
"Avete da fare stasera?" Katie non mi degnò di un minimo sguardo, "Noi andiamo nel pub giù a Pierrefond. E' l'unico nelle vicinanze".
"Quale?" il mio senso dell'orientamento era peggio di quello di una talpa.
"Quello dove andiamo a fare colazione tutti i giorni Brad" precisò Cole, dandomi una pacca sulla spalla.
"Oh, ora è tutto più chiaro! Non potevate dirlo prima?". Ci fu una risata generale e la discussione si concluse là. Decisi di tornare in albergo, e magari di dormire e non svegliarmi più.
La giornata non si prospettava delle migliori. Avevo fatto una colossale figura di merda con Colin - e tutto youtube - e adesso mi aspettava pure una serata in cui avrei dovuto fare finta di niente con lui.
Ma insomma! Era Colin! Solo Colin. Colin l'imbranato, Colin la femminuccia.
Colin.
Feci un respiro profondo, mentre le mie labbra si incurvavano in un sorriso forzato.
Era tutto sotto controllo.

*


Mentre uscivo dalla doccia, mi sentivo già meglio.
Mi misi un asciugamano in vita, mi rasai quel poco di barba bionda che avevo e, con nuovo coraggio, decisi di dimenticare la storia della Bromance.
Ma si. Lui era- in un certo senso - Arthur Pendragon. Era virile, valoroso, un cavaliere, così...
"Colin!" urlai peggio di una donnicciola quando vidi Colin di fronte a me con un'espressione a dir poco imbarazzata in volto.
Ok. Colin era in camera mia. Non morire Bradley, non...
"Brad, ehm, scusami!" disse, "Ero solo venuto a vedere come stavi".
Potei notare una nota d'imbarazzo nella sua voce. Ah, si, forse per il fatto che fossi seminudo.
Ah, ma che importava? Aveva avuto l'onore di vedermi in quello stato più e più volte, perchè sarebbe dovuto essere imbarazzato?
In realtà non sapevo che rispondere.
Il mio più recente incubo era venuto a trovarmi nella mia camera.
Aspetta, Colin era il mio incubo?
Devo aver sbagliato. Colin, il mio amico Colin..
"Beh forse ho sbagliato momento" disse, "Ci vediamo stasera Brad".
"No!" esclamai, mentre stava per chiudere la porta, "Vieni pure dentro".
Colin fece un mezzo sorriso, alzando le spalle e sedendosi sul mio letto.
Visto così mi fece tenerezza. In realtà Colin era sempre tenero, ma mai l'avrei ammesso in pubblico.
Ero rimasto sulla porta. Forse era proprio il caso di cambiare posizione.
"Che dicevi?" domandai, cercando di sembrare disinvolto, avvicinandomi - ma non osando sedere affianco a lui.
"Stamattina ho visto che stavi poco bene" rispose sincero lui, "Volevo sapere che succede".
Bingo.
"Sai che odio le interviste" dissi secco.
"Pensavo ti piacesse Joe" obbiettò lui.
Non risposi, pensando che ormai fosse una battaglia persa. Non mi avrebbe mai creduto, mi conosceva troppo bene.
"E' per l'ultima domanda" disse, e non e non me lo stava chiedendo.
Il mio cuore fece un balzo. Mi girai a guardarlo e nei miei occhi lesse probabilmente la risposta.
"Brad.. sono solo dicerie. Bromance..." sembrava quasi si sforzasse mentre mi parlava "E' un termine per indicare amicizia fraterna, non... amore".
Ancora rimasi in silenzio. Lui non mi guardava, il suo sguardo era basso, rivolto ai suoi piedi.
"Beh, hai qualcosa da dire? Ti senti meglio ora?" chiese, con sarcasmo.
Mi girai a guardarlo, rendendomi conto di quanto fosse amareggiato.
"Colin, che..?".
"Che mi prende? Nulla, Brad, figurati. Sono solo uno stupido!" sbottò, battendo un pugno sul letto.
"Mi dovrei sentire meglio, Cole?" domandai, non seguendolo.
"Ora che la tua...virilità, mascolinità, è stata chiarita dovresti essere più tranquillo".
Sembrava quasi addolorato. E la cosa mi fece male, davvero.
"Non centra nulla quello. Cole!".
"Brad, nessuno mette in dubbio il fatto che tu sia etero. Lo sanno tutti no? Ti piacciono le donne!".
"Cole!" lo chiamai.
"E se anche per un attimo..." borbottò poi, piano. Così piano che mi chiesi come feci a sentirlo.
Ma non importava. Mi sentivo strano. Il cuore batteva forte, come un martello pneumatico.
E se forse...?
"Per un attimo ho semplicemente pensato che l'idea che... insomma, Arthur fosse innamorato di Merlin, non ti dispiacesse".
"Non mi dispiace affatto" dissi, sincero.
Finalmente, dopo quella che sembrava essere stata un'eternità, Colin alzò lo sguardo verso di me.
Gli potei leggere una nota di curiosità e, magari, felicità nello sguardo.
"Anzi, io penso proprio che lo fosse" continuai, con chissà quale coraggio.
Il suo sguardo era attento, mi studiava da capo a piedi, quasi pensasse che lo volessi prendere in giro.
Mi inginocchiai di fronte a lui, seduto nel letto, così da poter essere alla sua altezza.
"Dici?" chiese, con aria di sfida.
"Penso proprio di si. A quanto ne so, il mio Arthur non poteva essere innamorato sul serio di Gwen...".
"In effetti hai ragione" osservò Colin, avvicinandosi sempre di più, "Gwen è troppo buona per quell'asino di Arthur. Lui ha bisogno di una persona simpatica..".
"Imbranata" continuai io, "Insomma dev'essere proprio un Santo!".
"O un mago" fece lui, sorridendo.
"Magari con le orecchie a sventole" dissi, osservando la sua espressione scocciata - stranamente si sentiva toccato.
"E se Arthur era veramente innamorato di Merlin" sussurrai, "Allora, io mi sto proprio calando nel personaggio".
E lo baciai.
Finalmente, lo baciai.
Le sue labbra erano proprio come le avevo immaginate: morbide, quasi fossero un frutto succoso.
Baciarlo era la cosa più giusta - e bella - che avesse mai fatto.
Avrei continuato a baciarlo per ore, se quel guastafeste non si fosse staccato per primo.
"Credo che dovremmo andare, Sire" esclamò, le labbra rosse per via dei troppi baci.
"Non mi dai un altro bacio, idiota?" domandai io, con aria adorante.
"Dopo, se non farai troppo l'Asino, come tuo solito" sbuffò lui, fingendosi infastidito.
Quando uscimmo dalla stanza, mi resi conto di non poter più fare a meno di Colin. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, mi sentivo come un drogato in astinenza.
E alla fine capii che prima o poi avrei ringraziato di cuore Joe che, qualche ora prima, avevo odiato di cuore.
Avremmo dovuto fare più interviste con lui. Magari in un'altra avrei dichiarato di essere fidanzato con Colin Morgan, e magari l'avrei afferrato e baciato in modo osceno in pubblico.
Fidanzato. Si erano appena baciati e lui già pensava a queste cose.
E intanto Colin mi lanciava di tanto in tanto occhiate eloquenti, come a volermi provocare.
"Tanto ti acchiappo" mormorai a me stesso, sentendomi felice e completo come non mai.

Fine (?)
  
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