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Autore: Sognatrice85    03/01/2011    4 recensioni
Una specie di one shot fiabesca nata in un momento di assoluta follia.
Una lei che crede ancora nell'amore e che spera arrivi.
Un attesa che vale una vita intera.
Sarà ricompensata?
L'assenza di nomi è una mia libera scelta, cosìcchè tutti possano leggervi qualcosa della propria vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un miracolo chiamato amore

“Un miracolo chiamato amore”

 

Dedicato a te che forse esisti e forse no.

Io questo ancora non lo so.

 

 

 

L’amore…qualcosa di troppo grande per degli esseri così piccoli come gli umani.

Ma questo non la fermava. Infatti lei se ne stava lì ferma ad aspettare.

Giorno, notte.

Estate, inverno.

L’attesa non le costava niente, se non il trascorrere del tempo, il rintoccare continuo dell’orologio biologico che annunciava che gli anni passavano senza che nessuno arrivasse.

Ma lei non perdeva la fede.

Ci credeva davvero. Specie quando giungevano quei giorni in cui avrebbe voluto sbattere la testa contro il muro.

E piangeva. Piangeva quelle lacrime salate da quella solitudine così profonda da spaccarla in più pezzi. Erano i giorni delle domande, dei dubbi, di quelle atroce sensazioni che la rendevano inerme e ancora più invisibile agli occhi degli altri.

Aveva letto di quell’amore nei libri.

Lo decantavano le poesie.

Lo celebravano nei film.

Lo suonavano nelle canzoni.

E il suo spirito s’animava di nuova luce. Inorgoglita da quel credere che anno dopo anno, si spegneva nella gente, mentre in lei, al contrario, accresceva sempre più.

Un’energia così potente da farla brillare.

Stella solitaria tra tante.

Così lei regalava sorrisi a tutti coloro che passavano di là, sperando di infondere loro un po’ di quel sentimento.

Peccato che nessuno la vedesse.

Peccato che tutti si stessero dimenticando di credere.

I loro occhi violacei per mancanza di sonno, divenivano sempre più cinici.

Le loro parole assumevano, giorno dopo giorno, sfumature dure e sprezzanti.

I loro comportamenti si adattavano alla violenza di un mondo continuamente in guerra.

Poi un giorno qualcosa cambiò.

Lei se ne stava seduta su quel ramo, facendo dondolare le sue gambe avanti e indietro. Un movimento continuo che scandiva gli attimi che passavano. Un gesto talmente automatico che lei non ne avvertiva più la fatica.

Alzò il viso e lo vide.

Lui, dagli occhi dal colore indefinito, avanzava a passo deciso verso di lei, avvolto da una nebbia di indubbia provenienza. Si dirigeva verso quell’albero all’angolo di una strada super affollata.

Per la prima volta lei sentì lo stomaco contorcersi e il cuore battere all’impazzata. E il suo viso assunse tinte diverse dal solito bianco candore.

E fu calore.

Qualcosa le si incendiò nel petto.

Per la prima volta scese dall’albero. Leggiadra come una farfalla, poggiò i piedi nudi a terra, senza far rumore.

Lui si fermò dinnanzi a lei.

Guardarsi fu così naturale da non destare scalpore in nessuno dei due.

Seppur fosse la prima volta che qualcuno la vedeva. Soprattutto era la prima volta che si sentiva pervadere l’anima da uno sguardo.

Attratti da una forza sconosciuta, alzarono in contemporanea le mani e le avvicinarono, sfiorandosi.

“Chi sei, oh tu dannato angelo biondo?” domandò lui con voce celestiale.

“Sono colei che crede” rispose lei con una naturalezza disarmante.

La bocca del giovane s’increspò, formando una buffa ruga ai lati delle labbra.

La ragazza lo scrutò, sentendosi attratta da ogni suo movimento.

“E perché mi tormenti?” continuò lui con insistenza.

Lei storse il naso e scosse il capo “Io non tormento nessuno” ribatté sicura, senza cattiveria.

Il ragazzo sollevò gli occhi verso il cielo e i suoi contorni divennero azzurri.

“Si, invece. Tu…e l’amore!” nessun tono sprezzante, solo…arrendevolezza.

“Perché ci credi? Perché…perché entri nei miei sogni e mi…” si fermò in evidente difficoltà, abbassò le braccia e le rilasciò lungo il corpo.

Tutto questo sotto lo sguardo vigile della ragazza.

Gli occhi di lui bruciarono di una determinazione nuova che li scurì.

Un grigio tempesta divampò nelle sue iridi che si specchiarono in quelle castane di lei.

“Mi ossessioni. Ti vedo ovunque vada, ti sento parlare ogni volta che resto in silenzio. E non basta fuggire, tapparsi le orecchie, chiudere gli occhi. Tu sei qui” e si indicò la testa con le dita della mano destra.

“E…qui” quella stessa mano scese sul lato sinistro del corpo. All’altezza del petto.

Il cuore.

La ragazza spalancò gli occhi, rivelandone, per la prima volta, la profondità.

Lui le prese una mano e la strattonò con poca delicatezza, spingendola verso il proprio corpo.

La testa di lei cozzò contro il petto di lui e lei poté udire il cuore mettersi in moto.

Un unisono battito d’ali.

Un solo unico sentimento.

Lui la strinse tra le braccia, incurante di tutto.

“Mi hai convinto a crederci. Mi hai aiutato ad uscire fuori dalla mia cieca convinzione di poter vivere senza l’amore. Tanti amici e solo divertimento. Averti nella mia vita è stato il regalo più bello che Dio potesse farmi” la stretta attorno alla vita di lei, aumentò.

“Resta con me. Ti prego. Ti prego” una supplica che la condusse a chiudere gli occhi sotto la pressione del torpore piacevole che l’avvolgeva.

“Amami!” fu come un soffio la voce di lui. Una sola ed unica parola dal significato inequivocabile.

E quando le lacrime di lui le bagnarono il viso, lei si scostò di poco e lo fissò.

Gli occhi di lui chiusi con violenza, i denti che premevano sul labbro inferiore, per trattenere gemiti di sofferenza e l’insistenza di quel cuore che continuava a battere furioso.

Con la punta delle dita, carezzò le gote di quel viso trafitto dal dolore.

Ne seguì i lineamenti contratti, affascinata da quanto fossero perfetti e giusti sotto i suoi polpastrelli. E quando con il pollice disegnò le sue labbra, fece leva sulle sue gambe per alzarsi e arrivare alla sua altezza.

Fu luce ovunque quando la sua bocca si poggiò su quella di lui.

E i colori esplosero riempiendo l’aria attorno di coriandoli e musica, quando quelle stesse labbra si mossero all’unisono, una sull’altra, saggiando un sapore nuovo, ma antico quanto l’umanità.

Quello di un miracolo.

Un miracolo chiamato amore.

***



Sentire una canzone può suscitare diverse emozioni.

A me ha fatto partorire questa one shot, dal senso oscuro anche a me, quindi non preoccupatevi se non l’avete compresa.

Vi faccio compagnia -.-‘.

Però mi ha fatto bene scriverla. Ha fatto bene al mio cuore e se vi piacerà ben venga, sennò pazienza.

Lascio un’altra piccola traccia di me.

Non so creare frasi poetiche, né usare parole complesse.

Semplicemente scrivo ciò che il cuore mi detta. Prendetevela con lui.

Io sono un semplice tramite.

Con affetto.

 

Marghe

   
 
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