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Autore: mikka    03/01/2011    5 recensioni
Stava correndo con tutto se stesso, i piedi bruciavano incredibilmente perchè ormai stanchi e provati, così come le gambe che ad ogni passo sembravano sul punto di cedere inesorabilmente sotto il suo esiguo peso mentre il petto vibrava in cerca d’aria, quell’aria così necessaria per continuare a correre, così essenziale per arrivare in tempo, per riuscire a fermarlo, quell’aria che significava vittoria.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo è la più infelice e la più fragile fra tutte le creature, e nello stesso tempo la più orgogliosa.

(Michel Foucault)

 

Stava correndo con tutto se stesso, i piedi bruciavano incredibilmente perchè ormai stanchi e provati, così come le gambe che ad ogni passo sembravano sul punto di cedere inesorabilmente sotto il suo esiguo peso mentre il petto vibrava in cerca d’aria, quell’aria così necessaria per continuare a correre, così essenziale per arrivare in tempo, per riuscire a fermarlo, quell’aria che significava vittoria.

Sapeva fin troppo bene che la colpa dell’accaduto era da ritenere unicamente sua, come sempre del resto, anche se alla fine detestava ammetterlo eppure dalla realtà non poteva fuggire, l’aveva già fatto per troppo tempo, provando così tanto l’altro, finendo inevitabilmente con il perderlo. Ed era per quello che stava correndo, stava cercando di dimostrare sì a se stesso ma soprattutto a lui che meritava di avere un’altra possibilità, per quanto fosse la milionesima che chiedeva si sentiva ancora degno di averne un’altra, quella giusta e definitiva perché aveva capito: non voleva più scappare da niente e nessuno, non dai suoi sentimenti, non da lui e dalla sua strana ed assurda psicologia completamente imprevedibile, desiderava finalmente raggiungere e ottenere quella felicità e sensazione di perfezione che aveva sempre anelato e che solo poco prima aveva capito essere dettata dalla  sua presenza.

Voleva e doveva farcela, non poteva assolutamente sprecare tempo, quel tempo così infame e disonesto che lo stava allontanando dal suo obiettivo, dal suo unico rimpianto, voleva farcela, doveva farcela perchè glielo doveva a tutti i costi, perché lui era sempre stato lì ed aveva sofferto in silenzio mentre lui non capiva che doveva abbracciarlo e tenerselo stretto, no invece aveva sempre cercato di allontanarlo, ripescandolo dopo averlo gettato perché aveva ancora voglia di giocare e di giocarci ignorando però i suoi sentimenti ed i suoi veri comportamenti. E poi, alla fine a forza di usarlo si era ritrovato da solo e stava soffrendo, conscio che se lo meritava ma non riusciva a non desiderare di riafferrarlo, sapeva infondo di essere egoista ed orgoglioso, tanto da incolparlo per non sentirsi davvero la merda che era, eppure alla fine la verità che tanto sopprimeva stava tornando a galla, come un mare in tempesta, travolgendolo e scuotendolo tanto da farlo finalmente ragionare e reagire, combattendo contro il tempo.

Il sole gli accecava gli occhi scarlatti ma non poteva permettersi di fermarsi, nemmeno per cercare l’ombra, doveva continuare ad avanzare per cercare la sua figura, la sua sicurezza, voleva e aveva bisogno di lui, come mai nella vita e sperava che non fosse troppo tardi per dirglielo, non se lo sarebbe perdonato, non poteva. Eppure mentre correva il destino s’intromise ancora, facendolo cadere, sbrattare contro l’asfalto, mentre rialzando il viso vedeva la sua figura finalmente, così vicina ma anche così lontana dato che continuava ad avanzare, mentre lui non si muoveva, ferito e provato al suolo, osservando l’altro allontanarsi, lasciandolo solo, solo come non voleva essere, come non riusciva ad essere, doveva afferrarlo, voleva prenderlo eppure cominciava a non vederlo più, la sua figura slanciata era sparita ed anche il sole, il calore stava svanendo lasciandolo solo al buio ed al freddo, meritevole di quel dolore che aveva sempre e solo arrecato ad altri, sentendoselo adesso dentro, contro, addosso ma molto più intenso e gelido.

E poi ci fu quella semplice traccia umida, fastidiosa ed umiliante ad inumidirgli il viso, portandolo a scuotere la testa, deluso e ferito da se stesso per aver fallito.

 

Si svegliò di scatto, sudato ed agitato, la tensione viva e pulsante, la sensazione di disagio e solitudine addosso ed il cuore martellante da far male, il silenzio ed il buio della propria stanza poi non aiutavano di certo, non in quel momento che si sentiva solo e perso.

Un flash nella sua mente: il suo viso, arrabbiato e deluso, i suoi occhi dorati che lo guardavano, giudicandolo e reputandolo un fallito, così come si sentiva in quel momento; fu però una mano calda, incredibilmente confortante a farlo irrigidire e girare di scatto verso sinistra, dove ancora mezzo addormentato c’era Shizuo che lo guardava preoccupato, mentre lui cercava di calmare il proprio cuore che aveva preso a battere più veloce di prima, emozionato ed incredibilmente sollevato dal fatto che il biondo fosse ancora lì, che ci fosse sempre stato e che voleva ci rimanesse per sempre.

- Shizu-chan…-

- Torna a dormire, e piantala di agitarti o finisci a dormire per terra! -

E quel sentimento tanto connotativo di lui tornò prepotente a farsi sentire, quel dannato orgoglio che gli stava facendo venire voglia di rispondergli, di punzecchiare come sempre Shizu-chan, ma poi l’incubo di prima tornò a farsi vivido nella sua mente, facendolo rabbrividire ed incupire appena, mentre le mani stringevano forti le lenzuola candide, facendo addirittura sbiancare le nocche.

- Izaya. -

Al tono serio del biondo tornò a prestargli attenzione, ritrovandosi però contro la propria la sua bocca, in un bacio lento e rassicurante, quasi cullante, come se Shizuo alla fine avesse inteso, anche se lo dubitava visto che era uno scemo…anche se la verità era che tra i due il biondo era davvero il migliore della coppia, quello sempre certo delle sue azioni, mentre lui invece…

- Shizu-chan…tu mi odi? -

L’espressione seria del biondo lo colpì particolarmente, tanto da farlo tramare appena, spaventato di aver nuovamente sbagliato rischiando di far davvero allontanare l’altro.

- Sì. - E quell’affermazione fu molto più dolorosa e violenta dell’incubo che aveva vissuto, tanto da lasciarlo interdetto, senza davvero nulla da dire o da fare.

- Perché sei sempre così insicuro su di me e sui miei sentimenti. Piantala, sono qui e ho sonno, non ho voglia di ribadire ciò che già sai. - Ed il suo bacio, leggermente più intenso e decisamente significativo gli bastò, sapeva che Shizuo non mentiva, soprattutto però sapeva che aveva ragione, ma alla fine lui era quello orgoglioso ed aveva capito che per quanto lo fosse al biondo andava bene così, non lo avrebbe lasciato nonostante il suo caratteraccio e la cosa lo fece sorridere nel buio, mentre Shizuo si risistemava sotto le coperte, dandogli la schiena, schiena sulla quale nascose il viso arrossato d’imbarazzo e felicità dopo aver stretto il compagno….

 

…E non gli avrebbe detto che aveva ragione, perché Shizu-chan lo sapeva già…così come lui sapeva che l’altro non l’avrebbe lasciato perché l’amava…

Alla fine nessuno avrebbe detto niente, perché la realtà era ben palese e consapevole, ma l’orgoglio di entrambi era semplicemente troppo forte per farli dichiarare apertamente.

 

 

 

 

 

 

 

.Dedicata ad athenachan;

perché ti adoro, perché sei davvero una delle poche certezze della mia vita, e perdonami se fa schifo, ma è la prima storia sulla coppia che scrivo e so che ami sti due alla follia,  perdonami ma volevo farti un regalo, perché te lo meriti, perché nonostante il mio caratteraccio sei sempre al mio fianco,rendendo la mia vita decisamente migliore, grazie.

  
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