NdA - Ho da
poco visto il film "Toy Story 3", e ne sono rimasta affascinata, così
come mi avevano colpita già i primi due capitoli della serie. Questo terzo
capitolo, in particolare, mi ha commossa nel finale: vedere Andy allontanarsi
così, lasciando indietro quelli che sono stati i primi amici che ha avuto, mi
ha lasciato uno strano senso di vuoto nel cuore. Poi ho guardato Bonnie, così
felice di avere tanti nuovi giocattoli, e... improvvisamente ho avuto
un'illuminazione, e una domanda ha iniziato ad attraversarmi la mente: e se la
storia di Woody & Co. non si esaurisse qui? E se l'ultimo passo per loro
fosse... tornare da Andy?
I.
On My Way
"Sei sicura di aver preso
tutto, tesoro?"
La ragazza sbuffa, apparentemente
contrariata. In realtà, sorride. "Sì, mamma, ho preso tutto. Stai
tranquilla. E poi, non sto certo andando in guerra." Chiude l'ultimo
scatolone, non senza fatica, e si toglie una ciocca di capelli dagli occhi. Fa
correre lo sguardo lungo la stanza, suo rifugio negli ultimi diciassette anni,
e improvvisamente le tornano in mente i suoi cinque anni, fatti di capelli
tagliati cortissimi, gonne dai colori sgargianti e fantasmi nascosti in
pasticceria. Sorride, pensando che tutto questo le mancherà, quando sarà al
college.
"Il college" sospira,
estasiata. Ha aspettato per anni questo momento. Le elementari, le medie, il
liceo: è sopravvissuta a tutto questo soltanto per poter arrivare al college. E
ora che questo momento è finalmente arrivato, non è più sicura di essere così
pronta ad affrontarlo.
"Vuoi che ti prepari un panino
per il viaggio, tesoro?"
"No, mamma, ti ringrazio.
Prenderò qualcosa per strada."
"Sicura che non vuoi che ti
accompagniamo, BonBon?"
"Oh, mamma, non ho più cinque
anni! Non chiamarmi BonBon!" ribatte immediatamente lei, stizzita. Poi
riprende, con tono più dolce: "E' ora che l'uccellino dispieghi le ali e
lasci il nido, no? E poi, in caso di bisogno, posso sempre telefonare."
"Sì, forse hai ragione" si
arrende la donna. Poi indica uno scatolone abbandonato in un angolo. "E
questi vecchi giocattoli? Intendi buttarli?"
*
La vecchia utilitaria parte
sbuffando. E' stato il primo acquisto importante di Bonnie, frutto di anni di
lavoro come animatrice all'asilo locale e come babysitter per i bambini del
vicinato. Anni di lavoro in compagnia dei suoi vecchi amici giocattoli. Mentre
attraversa a passo d'uomo il quartiere, cercando di imprimere nella propria
mente ogni dettaglio, la ragazza getta un'occhiata nello scatolone: cowboy,
cavalli, bambole di pezza, alieni e clown... le mancheranno, al college. Ma in
fondo, sa che questa missione è la più importante, per loro.
Prima di imboccare la statale che la porterà verso il proprio futuro, Bonnie fa
un'ultima tappa. E' una bella villetta con giardino, e ci abita un bambino. Lo
ha capito vedendo i giocattoli ingombrare il giardino, e sentendo le risate
argentine che si sprigionavano dalla veranda. I giocattoli in giardino hanno
fatto la loro comparsa da circa tre mesi, e da circa tre mesi lei sa che Andy è
tornato in città. Tuttavia, ancora non è passata a fargli visita.
Rimane ferma all'imboccatura del
vialetto per almeno due minuti, poi si decide a raggiungere la porta
d'ingresso. Suona il campanello, e attende ancora. E' cresciuta parecchio,
Bonnie, e con lei è cresciuta anche la sua timidezza. Sta ancora pensando ad
una frase di apertura, quando la porta improvvisamente si apre.
"Salve, che cosa posso fare per
lei?"
L'uomo sorride. Ha un sorriso
gentile e contagioso, e gli occhi più azzurri che Bonnie abbia mai visto.
"Ciao, Andy."
"Salve, lei... ehi,
Bonnie?" domanda lui, incredulo.
"Sì, sono io" risponde
lei, con un timido sorriso dipinto sul volto, sentendo le guance farsi a poco a
poco color porpora e incandescenti. "Sono Bonnie."
"Mio Dio, non è possibile. La
piccola Bonnie?"
Non si sono visti per almeno cinque
anni, è comprensibile che lui stenti a crederci. E' in questo periodo che
Bonnie è cambiata di più: è diventata più alta, i capelli si sono allungati e
si sono fatti più docili, e il suo corpo ha iniziato ad assomigliare sempre più
al corpo di una donna. Anche i suoi interessi si sono diversificati: dai
pennarelli è passata all'arte, dai tricicli alle automobili, e dalle bambole è
passata ai ragazzi.
Non che abbia mai avuto storie
serie, la piccola Bonnie. Ha modellato il suo ideale di fidanzato su quello che
è stato - e che ancora è - suo padre per lei: un uomo buono, gentile, un gran
lavoratore che ha sempre avuto una parola gentile, anche se stanco e stremato.
Nonostante gli anni, però, nei suoi pensieri c'è sempre stato posto per un paio
di grandi occhi azzurri.
Gli stessi che ancora non hanno smesso di osservarla.
"Che cosa posso fare per
te?"
"Beh, io sto... sto partendo
per il college, e ho pensato di passare a lasciare questi" risponde lei,
porgendogli lo scatolone.
Andy prende in consegna il peso e
solleva una delle alette. La sagoma del suo primo, grande amico gli sorride
dalla cima del mucchio, da sotto un cappello da cowboy decisamente più curato
dell'ultima volta che lo ha visto.
"Ma questi sono..."
"I tuoi giocattoli. Te l'ho
detto, io sto partendo per il college, e non posso portarli con me. Ho visto i
giocattoli in giardino, e ho pensato... ho pensato che a tuo figlio avrebbero
potuto fare piacere." Conclude in un sussurro, una vaga nota di dispiacere
nella voce. In fondo, la cotta per Andy non le è mai passata.
"Come? No, Bonnie,
aspetta..."
"No, davvero. Tienili. Scusa,
ma devo proprio andare." Abbozza un ultimo sorriso, percorre a ritroso il
vialetto e si chiude in macchina.
La strada scorre veloce, e Bonnie non
può fare a meno di guardare nello specchietto retrovisore le sue ultime
speranze allontanarsi da lei. Ma davvero ha creduto che Andy l'avrebbe
aspettata? Sono passati dodici anni, da quando le ha regalato quei giocattoli e
ha giocato con lei, nel giardino di casa, aiutandola a sventare i perfidi
attacchi del malvagio Dottor Prosciutto e le rapine di Bart Il Guercio. Lui ha
ventinove anni, ormai, lei soltanto diciassette. Davvero Bonnie si era illusa
che ci potesse essere qualcosa?
Si asciuga una lacrima e continua a
guidare. Arriva al college quando ormai è pomeriggio inoltrato. Non ha più
tempo di pensare a Andy e a quello che non è successo: al college è tutto così
frenetico!
La sua compagna di stanza sembra una ragazza simpatica: le stringe la mano e la
aiuta a scaricare gli scatoloni dall'auto. E' lì già da un paio di giorni, e
inizia a darle qualche dritta su come muoversi all'interno del campus.
Arriva la sera, e Bonnie è stanca.
Attacca al muro un'ultima fotografia, poi si getta a corpo morto sul letto e
rimane ferma a contemplarla.
"Wow, sei tu?" le domanda
Jennifer, la compagna di stanza.
Bonnie annuisce. "Avevo cinque
anni."
"Eri carina anche da piccola. E
lui chi è, tuo fratello maggiore?"
Bonnie scuote la testa. "Si
chiama Andy. Abitava a un paio di isolati da casa mia. Era un amico."