Autore: jaybree88
Titolo: Piume
Pairing: Harry/Luna
Personaggio aggiuntivo: Hagrid
Citazione: "Scrivere
poesie non è difficile; è difficile viverle." Charles
Bukowski
Genere: Romantico, Slice of
life, Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: Forse un
po’ d’angst
Note dell'autore: Scrivere su
qualcosa che si conosce poco è terribilmente complicato.
Spero di non aver
fatto troppi danni. Ho usato il pdV di Harry, perché
(sarò sincera) era forse
più facile da gestire rispetto alla complicata
personalità di Luna Lovegood.
Siamo al settimo anno bis, ovvero dopo la guerra, Harry torna a scuola
e inizia
una storia con Luna, poi, come spesso accade, si lasciano. In questo
momento
Harry ripercorre i loro momenti insieme e si pone domande sulla natura
del loro
amore, e del dolore che prova. Incontra Hagrid e tra i due nasce una
conversazione illuminante.
Piume
Una corsetta era
esattamente quello che gli serviva in quel
momento. Scaricare, scaricare, scaricare si ripeteva. Scaricare e
dimenticare.
Tirò fuori un paio di scarpe da jogging da sotto il letto. E
le indossò il più
rapidamente possibile, sempre tenendo fisso lo sguardo, fuori dalla
finestra, verso
il Lago Nero. L’avrebbe percorso lungo tutta la riva se fosse
servito ad
aiutarlo a scaricare quel peso che sentiva dentro al petto.
Si sentiva
decisamente stupido. Tutto. Nella sua vita aveva
sopportato e superato tutto – aveva perso i genitori a un
anno, aveva vissuto
con i suoi zii, tanto simili alla matrigna e alle sorellastre di
Cenerentola,
aveva affrontato il male e la morte migliaia di volte, e aveva battuto
Voldemort.
Aveva battuto il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi, un
anno prima, nella Sala
Grande che stava a quattro passi da lui. E adesso si sentiva vuoto.
Si sentiva
stupido e vuoto, appunto. Stupido perché chi ha
affrontato tutte quelle prove non dovrebbe farsi abbattere da una
semplice,
strana, folle ragazza. E vuoto perché quella semplice,
strana, folle ragazza
gli mancava da morire.
Lo aveva
lasciato. Solo. Di nuovo. Lo aveva lasciato nel suo
modo pacato e incomprensibile per gli altri; ma non per lui. Sembrava
distante,
e invece stava piangendo le stesse lacrime non versate, insieme a lui.
“Non
è così che deve essere. Capisci,
Harry?” E lui no, non
voleva capire. Non avrebbe voluto capire. Non così, non in
quel momento.
Correre.
Correre. Correre. Dimenticare quelle parole, il suo
sguardo nero e sofferente. Correre, sempre più rapido,
sempre più al limite.
Prendere la scopa e volare lo avrebbe liberato. Ma lui no: voleva
sudare,
voleva soffrire. Voleva correre.
Gli
tornò in mente il loro primo incontro.
Sull’Espresso per
Hogwarts tre anni prima. A quel tempo era invaghito di Cho Chang, e non avrebbe mai pensato
che quella tocca di
Luna Lovegood, con la bacchetta dietro l’orecchio sinistro e
la collana di
tappi di Burrobirra, avrebbe potuto rubare le sue attenzioni e la sua
anima.
Così inspiegabilmente.
Luna era strana,
dotata di un’intelligenza enigmatica,
gentile, e allegra. Sembrava sempre venir fuori da un mondo tutto suo,
in cui
le regole della logica erano sue, e sue soltanto. Con i Nargilli che le
rubavano tutto. Harry non ci mise molto a capire: lei andava oltre.
Anche
prima, prima di innamorarsi di lei, Luna lo aiutava a alleggerire tutte
le sue
ansie, e le sue paranoie. Perché lei era leggera.
E poi dopo la
guerra. Dopo le morti di così tanta gente, dei
loro compagni di scuola, dei loro amici, si erano alleggeriti ansie e
paure
vicendevolmente. Era stato naturale.
Una sera,
nemmeno poi così lontana, stavano cercando insieme,
l’ennesimo paio di scarpe che i Nargilli (o i loro compagni)
le avevano nascosto.
I mostriciattoli invisibili (o i burloni di turno) le avevano appese
sul ramo
più alto del Faggio Gigante nel giardino ovest del
castello*, e avevano anche
avuto la brillante idea di incantarle, cosicché recuperarle
non fu affatto
impresa semplice: ogni volta che cercavano di tirarle giù
con la bacchetta
tornavano al loro posto. Harry allora richiamò la sua scopa
dalla sua camera da
letto sulla torre dei Grifondoro, e si apprestò a riportarle
in salvo. In
bilico sulla scopa cercava di acchiapparle con le mani, ma queste si
spostavano
come fossero state un boccino dispettoso, e i lacci tornavano ad
attorcigliarsi
sul ramo.
Luna lo guardava
con i suoi occhi enormi e sembrò colpita da
qualcosa.
“Harry?”
“Sì”
“Credo
di essere innamorata di te.” Schietta, come sempre. Lo
aveva appena capito, e glielo diceva come se si fosse appena accorta
che Harry aveva
una foglia tra i capelli. Il ragazzo era quasi riuscito ad agguantare
quelle
complicate scarpe, ma appena sentì le parole di Luna, cadde
in maniera
scomposta dalla scopa.
“Harry,
stai bene?” Quando riaprì gli occhi, era
saldamente
coricato sull’erba, e ritrovò di fronte a
sé il viso preoccupato di Luna.
“Sì.”
Annuì, ancora non del tutto consapevole di quanto in
realtà stesse bene.
Con lei stava
bene. Era sereno, dopo tanto tempo. Era
contento di appisolarsi sul divano, con libro in testa, e la mano di
lei tra le
sue, o di saltellare come un ragazzino nella neve. Contento.
Senza
sapere ancora di
essere felice.**
Questi ricordi
suonavano troppo simili a rimpianti per non
bruciare sui suoi occhi. Bruciavano come il sudore sulle sue labbra.
Bruciava.
Bruciava troppo.
Era amore,
Harry? Era il vero amore? Quello delle favole?
Quello delle poesie? Diversa da Cho, diversa da Ginny, diversa. E
speciale.
Talmente
speciale che ogni volta
la cosa più difficile era cercare di sorprenderla. E Harry
non la spuntava mai.
Ricordava bene quante ore di un’ Hermione sapientina e di un
Ron annoiato –
continuava a tirargli addosso palline di carta! – aveva
dovuto sopportare pur
di trovare un verso, un solo ineguagliabile verso come degno regalo di
compleanno per la sua Luna.
E quando
finalmente era riuscito a
consegnarle il libro, in una cornice da favola, lei aveva sorriso, lo
aveva
baciato, e poi aveva risposto, tutta seria. “Scrivere
poesie non è
difficile; è difficile viverle.”
In quei versi
aveva solo
riconosciuto quello già sapeva, quello che lei stava
cercando di mostrargli
ogni momento della loro vita. Quello che stava cercando di dirgli in
quell’
istante. Amore è poesia.
Amore. Il motivo
essenziale per
cui era ancora vivo. La magia più potente. Ma forse no. No,
no, no, si diceva.
No! Urlava. L’amore non può fare così
male. Amore è antitesi del male.
E Luna gli aveva
fatto bene. Si
erano fatti bene a vicenda, e poi si erano lasciati andare.
È così che doveva
essere: così funziona l’amore. Farsi del bene, e
quando si inizia a farsi del
male, lasciarsi andare.
Eppure si
sentiva perso.
La sua corsa
forsennata si placò
un poco mentre ripercorreva i suoi momenti di felicità. Si
ritrovò nei pressi
della Foresta Proibita, un’ombra familiare era appoggiata a
un albero con
l’aria quasi pensierosa.
Hagrid con quel
viso serio era
qualcosa che lo avrebbe riscosso da ogni dramma esistenziale. Si
accostò all’amico
mezzo gigante, e vide che trafficava con piuma e pergamena. Doveva
forse fare
qualche richiesta scritta al Ministero? Che si fosse deciso a chiedere
il
permesso per poter tenere uno dei suoi tanti ‘animali
domestici’?
Quando si
accorse della sua
presenza Hagrid lo chiamò col suo vocione e lo
invitò a prendere posto accanto
a lui.
“Harry,
in giro per i boschi, eh?”
Harry si limitò a scrollare le spalle, cercando di
dimenticare il motivo che lo
aveva condotto lì.
“Che
fai con la piuma in mano?” chiese
invece all’amico spiegazioni sulla sua attività,
strana per lui.
“Eh,
Harry sapessi che ci devo
fare …” Il mezzo gigante sembrava leggermente
imbarazzato dal fatto che il
ragazzo avesse notato la piuma.
“Se me
lo dici …” insisté Harry.
“Devo
scrivere … unalttrad’amr”
“Una
cosa?”
“Mmh,
ti ricordi Olimpe?” La preside di Beauxbatons? La mezza
gigantessa per cui Hagrid aveva una cotta, mica tanto nascosta? Il
visone
imbarazzato e sognante del suo vecchio amico guardiacaccia gli
portò un moto di
allegria nel cuore, e un sorriso sulle labbra. Aveva capito. E gli
parve in un
istante che il cosiddetto amore non
poteva fare così male se riusciva a trasfigurare
così tanto il faccione di
Hagrid, senza bisogno di alcuna magia. “Devo risponderci a
una lettera, ma non
ci riesco.”
“Scrivere
poesie non è difficile, è difficile
viverle,” disse
Harry quasi sovrappensiero, ricordando la serenità
compiaciuta di Luna mentre
glielo diceva.
“E che
vuol dire?” domandò Hagrid, estremamente perplesso
di
fronte alle stravaganze di Harry, che parlava a lui, con lo sguardo
fisso oltre
il Lago Nero.
“Vuol
dire che non devi stare a perdere tempo a trovare le
parole giuste da dire, devi gettare la penna e correre a perdifiato
finché non
la raggiungi, e non fate l’amore fino a stare
male.”*** Il volto del mezzo
gigante si colorò di un rosso acceso, mentre scuoteva la
testa. “Vuol dire che
devi cogliere la poesia che ti viene offerta. Adesso, senza lasciarla
scorrere
via, senza pensare a quanto più si merita, o quando poco sei
degno di lei, o a
come fare per impressionarla.” La piovra gigante fece
capolino nel Lago,
scuotendo leggermente l’acqua altrimenti placida. Harry ci
aveva messo un po’,
ma alla fine aveva capito.
“Ama e
basta.”
--
*Non so se
esista, me lo sono inventato perché non mi veniva in mente
un luogo, nei
dintorni Hogwarts, abbastanza neutro.
** E’
un
verso di ‘Mi dispiace’ di Laura Pausini,
dall’album ‘Le cose che vivi’.
***Credo che
sia una leggera parafrasi di un verso di ‘Certe
Notti’ di Ligabue – ‘Quelle
notti da farci l’amore, fin quando fa male, fin quando ce
n’è’. Non era una
citazione voluta, ma mi sono accorta della somiglianza e non potevo
lasciarla
passare. Ci tengo alla mia precisione filologica!
--
Giudizio di
Erica Weasley
Piume di
jaybree88
Totale punti: 64.50/65
Originalità:
15/15 punti
Allora, come
dire:
WOW! Ecco questa è l’unica cosa che mi esce
spontanea dalla bocca, sul serio!
Quando ho visto che pairing, personaggio e citazione ti erano capitati
pensavo
che ne sarebbe saltato fuori qualcosa di puramente demenziale,
cioè, non
riuscivo a collegarli in una storia nella mia testa. Niente paura, ci
hai
pensato tu, lasciandomi a dir poco senza parole!
L’originalità di questa fanfic
mi ha colpito molto, sul serio. Perciò, ho solo una cosa da
dirti, complimenti,
sei stata bravissima!
Grammatica e forma: 15/15 punti
Nulla da dire nemmeno qui, lo stile è
scorrevolissimo, non ho trovato
errori, e mi piace anche l’utilizzo delle frasi brevi e
concise: fanno
risaltare meglio l’idea del dolore e rendono il ritmo a dir
poco ideale per una
persona che sta correndo. Non ho altro da aggiungere!
Caratterizzazione personaggi: 9.5/10 punti
Ti ho tolto quel misero mezzo punto per questa
frase “Ama e basta. E
vivrai di questo amore in eterno.” Harry non mi sembra il
tipo che direbbe una
cosa del genere, proprio non mi convince purtroppo. Per il resto Hagrid
è reso
alla grande, Luna è fantasticamente se stessa e Harry
incredibilmente Harry.
Ok, mi sembra di star diventando davvero monotona, meglio che chiudo e
che ti
rinnovo i miei complimenti!
Attinenza al tema: 10/10 punti
Ma serve anche scriverlo?I sentimenti sono belli, descritti
in modo
esauriente, né troppo né troppo poco, seppur la
storia non sia lunghissima. La
traccia è fedelissima, non ho nulla da dire in proposito.
Gradimento personale: 10/10 punti
Ho pensato a tante parole che potessero descrivere questa
meraviglia, ma
alla fine mi sembrano degli eufemismi. E’ una delle storie
migliori che abbia
mai letto e ne sono rimasta molto affascinata. Diciamo che
l’ho letta giusto UN
PO’ di volte, sì! Mi piace. Appena la pubblichi su
EFP te la aggiungo alle
preferite, ricordate, seguite, ti faccio una recensione pari alla
lunghezza dei
poemi omerici e ti farò un tempio nel mio giardino vicino a
quello del Dio
Bacco e Minerva (ok, deliro, scappa!). Scherzo, ovviamente, ma mi
è piaciuta
tantissimo. Tantissimissimo. Troppo.
Eventuali punti bonus: 5/5 punti
Beh, complimenti, mi hai stupito e hai combinato una
bellissima storia con
una citazione che io non avrei saputo dove ficcare
all’interno di pairing e
personaggi. I miei più sentiti complimenti, sei bravissima.
--
EDIT –
Ormai la
modifica nel mio test di Word era effettiva da qualche giorno. La frase
finale
era una stonatura inutile, in un testo altrimenti piuttosto coerente
nel resto,
quindi, zac!, taglio netto e non ci pensiamo più.
‘Ama e basta’ ha molto più
senso, ed è molto più da Harry. Per la serie, non
si finisce mai di im …
correggere. XD