Era la sera del 31 Agosto: un’aria calda e soffocante non le faceva chiudere occhio, così si alzò dal suo letto a baldacchino e scese in cucina con l’intenzione di prepararsi un bel tea ghiacciato… era quell’atmosfera così afosa che non la faceva dormire? O era agitata per l’inizio del suo sesto anno ad Hogwarts? Eppure gli anni passati era sempre stata più che tranquilla… cos’era quell’ansia? Per i corsi nuovi che avrebbe sostenuto? No, era un’ottima studentessa e non si preoccupava della scuola. Decise di non indagare ulteriormente su quelle sensazioni, dopo tutto erano le 23 e 45 e solo poche ore dopo avrebbe preso l’espresso per la scuola, rivisto tutti i suoi compagni e quella sensazione se ne sarebbe sicuramente andata via…
Uscì
nel giardino di casa sentendo con vero
piacere la frescura dell’erbetta sui piedi nudi. Si avvicinò al dondolo, ci si
accoccolò sopra sorseggiando la sua
bevanda fresca e si perse a guardare l’esterno della sua casa… Era una vecchia
tenuta appena fuori Londra, molto grande ma si sviluppava in lunghezza e non in
altezza , infatti era su solo due piani ma erano presenti tantissime stanze. La
facciata, nonostante fosse molto essenziale imponeva un senso di maestosità
fortissimo.. forse a causa dei marmi chiari e scuri che la componevano. Intorno
alla casa correva un ampio giardino (dotato di piscina, due tavoli in vimini
con le sedie posti sotto un gazebo e un
magnifico dondolo) delimitato da diversi alberi sotto cui, d’estate, era molto
rilassarsi e stendersi a leggere.
-Mh,
quest’anno mi mancherà un po’ tutta questa pace…- pensò tra sé la ragazza prima di chiudere
gli occhi e addormentarsi.
“Piccola!!!
Ma che ci fai lì fuori?! Sei forse impazzita?! Muoviti!!!” Sylvia, la madre
della ragazza, come ogni anno, stava dando di matto per paura che tutto non
fosse pronto per la partenza della figlia.
“mamma
non urlare… avevo troppo caldo e così sono venuta qui fuori” biascicò ancora
intorpidita dal sonno osservando la madre, già del tutto preparata, fissarla
con un leggero disappunto. Quel giorno indossava una gonna fin sotto il
ginocchio azzurra, una canotta con strani disegni neri e azzurri, e dei sandali
neri. Nonostante avesse già una figlia di 17 anni era abbastanza giovane, i
capelli nero corvino le ricadevano in dolci boccoli sulle spalle , facendo
risaltare la sua pelle candida ; i suoi occhi grandi e neri si erano socchiusi
in uno sguardo “cattivo” rivolto alla figlia.
“Ti
devo ripetere che dobbiamo sbrigarci? Sono le 9 e 45! E ti devo ancora
preparare”
Brenda sbiancò, non che si notasse un granché,
infatti il colore della sua abbronzatura camuffava benissimo il suo attimo di
panico. Senza dire nulla si mise a correre per andare in camera a vestirsi e
sistemare nel baule le sue ultime cose.