Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: _Abbey    04/01/2011    1 recensioni
E se le dolci note di un pianoforte si scontrassero con il suono rude di una chitarra? Questa storia prende il nome da una canzone di Joan Jett che stravolgerà la vita di una pianista diciottenne facendole incontrare il Rock di un diciottenne ribelle.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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«Mamma oggi c’è il saggio di Frankie il ragazzino a cui do lezioni di piano!»
Scese le scale in fretta e furia raccogliendosi i capelli in una coda di cavallo. Trovò un bigliettino sul pianoforte bianco al centra dell’immensa sala del loro attico di Manhattan : ‘Mi spiace Rachel è tempo di partire di nuovo, mi hanno chiamata per andare in Francia. Ti voglio bene, mamma’.
«Wow tanto per cambiare, se ne va anche questa volta
Intanto a casa Jonas
«Frankie sei bellissimo fatti aggiustare un po’ quel cravattino». Disse Denise andando verso camera di Frankie, ma si soffermò sulla porta della camera di Nick:«Nicholas Jerry Jonas sei sicuro che vuoi venire al saggio di musica di tuo fratello in mutande e camicia? Metti giù quella chitarra e vestiti». Detto questo andò da Frankie. Dopo 10 minuti Paul, Denise e Frankie erano di sotto infuriati ad aspettare Nick. «È l’ultima volta che lo ripeto signorino o scendi queste scale tra 10 secondi o ti mando all’accademia militare 10… 9…»  Arrivati a 1 ecco che dalle scale scese un ragazzo assolutamente mozzafiato, indossava uno smoking nero la cui giacca riusciva perfettamente a mettere in risalto i suoi ricci perfettamente in ordine. «Che tu sia bellissimo, non ti da il permesso di farci tardare, Nicholas». «Ma mamma io non voglio venire a quello stupido saggio,andiamo non sarebbe meglio se vi lasciassi in pace anche oggi, avevo un appuntamento questa sera ed è un bella figa!». «Nicholas non ti permetto di parlare in questo modo, in questa casa e ora tutti in macchina». Sui sedili posteriori: «Piccolo Frankie, tu sei capace di rovinare sempre tutto, fin da quando sei arrivato». A questo punto lo fulminò con lo sguardo. Frankie non riuscì a rispondere si limitò solo ad abbassare la testa e guardare fuori dal finestrino.
Arrivati al teatro Nick rimase stupito da quei colori così lucenti ma il suo stupore fu interrotto dal grido di Frankie:«Recheeeeeeeeeeel!». Ed ecco che una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro con indosso un vestitino nero che metteva in risalto la sua carnagione chiara si avvicinò alla famiglia Jonas. «Hey piccolo Frankie! Sai che sei bellissimo stasera? Oh e salve signori Jonas, è un piacere rivedervi disse tendendo loro la mano «E vedo che avete anche portato un altro figlio! Salve io sono Rachel, tu devi essere emmh… Nicholas, giusto?» «Mi chiamano Nick» disse lui ancora stupito dalla bellezza della ragazza che le stava di fronte«Sai pensavo fossi una vecchiaccia». «Nicholas?!» Paul lo riprese. «Si, insomma quanti anni puoi avere? 20?» « Emmh veramente ne ho 18!». «Anche Nick ne ha 18 intervenne Frankie»  «Oh» Fu quello che Rachel riuscì a dire.«Rachel è ora di iniziare» disse una voce cupa alle spalle della ragazza. «Oh, si grazie Josh. Andiamo Frankie?  Signori Jonas quelli sono i vostri posti, ma non sapevo sarebbe venuto anche Nicholas quindi i posti sono due, ma ecco potresti occupare il posto di mia madre, è proprio lì vicino, lei non è potuta venire. Buona serata». Detto questo Rachel e Frankie si diressero verso il palco mentre la famiglia Jonas e tutte le altre famiglie presero posto. La sala piombò nel silenzio totale. Dopo molte performance di altri ragazzini presentati da una voce fuori campo, arrivò il turno di Frankie. La voce disse: «Il signor Frankie Jonas con una melodia composta dalla signorina Rachel Levery e dal signor Jonas stesso». Arrivato al pianoforte Frankie fu preso dal panico. Ripensava alle parole di Nick in macchina, poi incrociò lo sguardo di Rachel e si ricordò di quello che gli aveva appena detto: ‘Le note non sono un ostacolo piccolo Frankie, sono solo parole per esprimere quello che il tuo cuore vuole dire’. Dopo un respiro profondo Frankie cominciò a muovere le dita sulla tastiera del pianoforte. Era una melodia dolce inizialmente e man mano aumentava la sua velocità, a Nick dava l’impressione che stesse accadendo una tempesta poi finì di colpo, bruscamente, per poi riprendere con la dolce melodia iniziale, e tutto finì con un applauso più che meritato per quel bambino prodigio. Anche Nick applaudì si disse che era davvero bravo! Alla fine degli applausi Frankie cedette il posto al pianoforte per Rachel. Cominciò a suonare così velocemente che a nessuno parve stesse toccando i tasti. Quella melodia nascondeva tristezza per questo alla fine quando decise di rallentare le si vide cadere una lacrima poi tutto finì. L’intero teatro scoppiò in un applauso che non ebbe mai fine. Rachel si limitò ad un piccolo sorriso, un cenno con la testa e sparì dietro il grande tendone rosso. Frankie tornò dalla sua famiglia. Denise con le lacrime agli occhi lo abbracciò così forte che gli fece uscire la camicia dai pantaloni, Paul gli diede un bacio sulla testa e Nick, distratto dal guardarsi intorno si limitò ad una pacca sulla spalla e un: «Sei stato bravo. Fuori dal teatro si decise a chiederlo a Frankie:« E la tua maestrina dov’è andata?» Dopo che il bambino ebbe alzato le spalle Rachel spuntò dietro di loro. «Salve signori Jonas volevo informarvi che da domani io e Frankie dovremmo cominciare a comporre la melodia per il saggio di Natale, quindi se non vi dispiace gradirei che venisse da me. Questo è il mio indirizzo» E lasciò loro un bigliettino bianco con un indirizzo scritto con una calligrafia tonda e piena di fronzoli, ma tuttavia leggibile.« Bene, buona serata signori Jonas, Frankie ci vediamo domani, e arrivederci Nicholas». «Sono Nick!» «Haha salve!» Si girò respirò profondamente e cercò di andarsene ma si accorse che un qualcosa le stringeva la gamba sinistra. Era Frankie! «Ti prego Rachel vieni a cena da noi». «Oh, Frankie, non saprei, non mi va di darvi fastidio. «Ma hai detto che a casa tua non c’è nessuno e ceni da sola». «Beh si, ma… «Avanti Rachel saremmo felici se tu accettassi». Intervenne Denise. «Beh, allora… si! Grazie! «Bene tutti in macchina!» Esordì Paul.
   
 
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