Ho scritto questa one-shot tutta d’un fiato ed è molto lunga proprio
perché è un “colpo solo”! E’ un po’ triste, ma non troppo. Il tempo in cui si
svolge è alla fine della prima, mitica, serie, quando i digiprescelti stanno
lottando contro il malvagio Myiotismon, che durante la ff farà un gran bel
colpo di scena…buona lettura, commentate!
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FOREVER BROTHERS :.
Tai- Scusami Kari, non sono stato un buon fratello, eh? No…
Quella mattina si era svegliato di umore cattivo, ma doveva avere il
morale allegro per riuscire ad infondere un po’ di ottimismo nella squadra dei
digiprescelti. Avevano dormito tutti pochissimo, ma lui meno di tutti, era
rimasto a fare il turno di guardia per più ore del previsto, non se la sentiva
di svegliare Matt per fare il cambio, lui e Garurumon avevano lottato molto
quel giorno…
Era in corso la grande battaglia contro Myotismon, era in gioco il
futuro di Digiworld e della Terra stessa, erano sul campo di battaglia da ormai
tre giorni. Le merendine della borsa di sopravvivenza di Joe stavano
scarseggiando sempre più e massimo il giorno dopo avrebbero dovuto far ritorno
nella loro dimensione per rifocillarsi. E ricominciare la battaglia.
Chissà che stava succedendo a casa, pensò Tai, chissà come stanno mamma,
papà e…Kari. Sono stato ingiusto con lei, non dovevo lasciarla da sola, non
doveva abbassare la guardia: Myiotismon l’ha presa, catturata, giusto perché è
mia sorella e perché io sono il leader dei digiprescelti, già…che bello…
Nella sua mente scorrevano come lampi quegli ultimi sguardi alla
sorella, nascosti dal grande mantello nero del digimon nemico…lei gridava
aiuto, il suo Gatomon era a terra esausto e non riusciva a muoversi, WarGreymon
stava combattendo contro i nemici senza fermarsi mai e non appena ne
distruggeva uno passava subito ad un altro, così come anche gli altri suoi
compagni.
Molti digiprescelti erano svenuti sotto la furia del nemico, Tk era in
bilico tra la vita e la morte fra le braccia del fratello che, esasperato,
cercava di farlo rinvenire tra un ordine d’attacco per MetalGarurumon e
l’altro. Tai invece era riuscito, non fortunosamente, a raggiungere una
postazione più vicina alla sorella, più vicina al nemico: la vedeva scalciare e
invocare aiuto mentre il digimon malvagio la teneva saldamente in braccio, il
cielo si faceva sempre più nero e il terrore entrò nelle ossa del ragazzo.
Li seguì correndo affannosamente fino ad una montagna dove il vampiro,
scomparve.
Tai- Ma … dove…
Cercò da tutte le parti, ma niente: Kari era sparita. Non sentiva più
nemmeno le sue grida disperate, gli unici rumori erano quelli della battaglia
una decina di metri più in la, ma tutt’ad un tratto scomparvero pure quelli:
quando si voltò, vide solo i digimon dei suoi amici e tutti i suoi compagni.
Ma quella mattina si svegliò presto con l’intenzione di cercare e
salvare la sorella: come prima cosa cambiò le bende di Mimi, Tk, Izzy e Joe;
gli altri se l’erano cavata abbastanza bene tutto sommato.
Matt aveva il viso rigato dalle lacrime anche se la notte era già
finita, la sera prima era davvero frastornato per il fratellino…ma si può, si
chiese Tai mentalmente, è possibile che a sette anni due bambini debbano
affrontare dolori così atroci? Tk potrebbe essere conciato peggio di quanto
crediamo e Kari…
Non continuò la frase, non sapeva se fare l’ottimista o il realista:
prigioniera o morta?
Quando si svegliarono tutti quanti, Tk escluso, raccolse in fretta e
furia le sue cose e lasciò il gruppo assieme ad Agumon alla volta della parete
rocciosa dove aveva visto l’ultima volta la sorellina. Si sentiva un verme, se
solo avesse fatto più attenzione a lei, se solo non l’avesse riempita di più
fiducia di quanta si dovrebbe dare ad una bimba della sua età, se solo non
l’avesse mandata all’attacco come un semplice digiprescelto…
Matt- Taichi, dove stai andando?
Tai- A salvare mia sorella.
Sora- Ma tu non sai dov’è!
Tai- Allora prima la cercherò.- rispose semplicemente – Di certo non la
posso lasciare dov’è, ovunque sia.
Sora- …
Matt- Non vuoi che venga con te? Credo di potercela fare, sai?
Tai- Tk ha bisogno di te, resta qui con lui.
Si avviò lasciandoli lì di stucco, ma dopo pochi passi sentì che qualcun
altro lo stava seguendo: si fermò e con lui anche la persona dietro. Pensava
che fosse Gatomon, il digimon della sorella, ma poi scartò quell’ipotesi
ripensando al volto moribondo del gatto. Non si voltò, ma chiese una cosa
normale per non far vedere la paura che celava negli occhi.
Tai- Cosa c’è, ancora.
Sora- Fa attenzione, Taichi…
Alzò la testa, era colpito. La sua voce era così sommossa e piena di
lacrime! Sentì che Sora stava tornando sui suoi passi e quando quella si fermò
disse con tono fermo:
Tai- Tranquilla, tornerò. Ma solo quando avrò ritrovato Kari!
E poi corse via, fra il vuoto di quella landa desolata e piena di
tristezza.
Raggiunse il luogo dove la sera prima aveva fermato la sua corsa di
salvataggio e ci trovò una crepa nel muro abbastanza profonda da permettere
alla roccia di frantumarsi al primo scossone. Lui ed Agumon cominciarono a
tirar calci e pugni, fino a quando non scoprirono una piccola grotta, una
rientranza abbastanza grande da passarci a gattoni, si, ma era pur sempre
un’enrtata. Non sapevano che appena entrati l’uscita si chiuse dietro di loro…
E proprio a gattoni percorsero una decina di metri fra quelle rocce, a
volte a spunzoni, che li circondavano. Non dicevano una parola, entrambi erano
decisi a compiere il prima possibile quella maledetta missione: erano nella
tana del lupo. Dopo una mezz’oretta sbucarono in un grande salone rivestito
interamente di metallo illuminato da una strana luce fioca che si rifletteva
tetramente su tutto ciò che era presente. Era uno stanzone rotondo, non c’era
nulla di particolare se non per una piccola porta posta nel punto più lontano
da dove si trovavano i due. Si scambiarono un paio di occhiate e poi vi ci si
diressero, ma appena usciti dalla grotta vennero scoperti ed attaccati da due
digimon al servizio di Myiotismon.
Agumon- A loro ci penso io, Tai! Tu vai da lei!
Tai- Grazie Agumon…anzi, WarGreymon! Sicuro di farcela? – chiese
titubante mentre l’amico virtuale si digievolveva nei suoi livelli superiori –
Non hai bisogno che io…
WarGreymon- VAI!
Il ragazzo lo guardò con profonda gratitudine e poi corse verso la porta
lasciando il suo digimon a combattere per proteggergli le spalle. Quella porta
celava solo una stanza, la cella di Kari. Lei era lì, distesa sul pavimento, i
vestiti la cerati probabilmente dai grandi artigli del nemico e intinti di
sangue. La chiamò più volte, ma quella rispose solo alla terza: quando si voltò
verso di lui pareva la gioia e la paura fatte persone, ma la stessa persona…
Tai- Kari, cosa ti è successo? Stai bene?
Ma lei non disse nulla, lo guardava dapprima meravigliata per averlo
rivisto così presto, poi il suo volto si tramutò nella paura più totale.
Kari- SCAPPA!- gridò – VAI VIA!
Tai- Ma…Kari, che succ…
Poi un boato alle sue spalle lo fece trasalire e gli stroncò in gola le
parole: si voltò. Agumon era stato battuto assieme ai suoi nemici, stava in
piedi imbambolato in mezzo alla stanza dopo aver concluso lo scontro alla pari.
Riuscì a malapena a pronunciare alcune parole che Tai comprese solo una
manciata di secondi più tardi alla sua caduta a terra.
“Mi dispiace, Tai…”
Non gridò, non fece nulla. Tanto era lo scombussolamento ricevuto alla
notizia di aver perso il suo fidato amico digitale che non riuscì a far altro
che fissare il punto dove pochi istanti prima Agumon si era dissolto in mille
pezzettini virtuali.
Kari- Tai…
Improvvisamente tornò alla realtà: doveva salvare Kari, doveva salvare
almeno Kari. Tentò di rendere meno inutile il sacrificio del suo digimon
dandosi da fare per liberare la sorellina che lo guardava ansiosa al di là
delle sbarre.
Tai- Ma non c’è una serratura, un bottone, qualcosa!
Kari- Dovresti usare il digi-bite, io lo avrei già fatto se non me lo
avesse sottratto…
Non aveva pronunciato il nome di Myiotismon, quando uno fa così comincia
a temere sempre di più la cosa stessa…Kari, ti sta forse arrendendo?, pensò il
moro, Perché la tua voce è sempre più malinconica e vuota?
Tai- Allora userò il mio!
Myiotismon- Gesto molto nobile, ma inutile.- tuonò alle sue spalle- Non
credi anche tu, mia piccola Kari?
Tai- Tu! Lasciaci stare, hai capito? Si può sapere che cosa vuoi da
me?!?
Kari- Taichi…
Il digimon malvagio si spostò attraverso le sbarre dietro alla bambina,
che però non fece nulla per contrastarlo, abbassò solamente lo sguardo sempre
più cupo.
Il sorriso sorridente, l’umore sempre allegro, la voglia di scherzare e
divertirsi…erano scomparsi dai volti di entrambi i fratelli.
Myiotismon- Beh, che cosa ti succede giovane Tai? Non vuoi più salvare
la tua sorellina?
Tai- Ma certo! E te lo dimostro subito!
Kari- No, Tai!
Taichi rimase con il braccio a mezz’aria e il digi-bite a due centimetri
dall’apposita fessura accanto alle sbarre. Il grido di Kari l’aveva bloccato,
ma ora la guardava esterrefatto con un dubbio stampato in fronte: perché non
voleva essere liberata? Non era giusto come stava facendo?
Kari- No…
Tai- PERCHE’!
Kari- Ha…ha legato la vita del possessore del digi-bite al digi-bite
stesso…e se lo metti lì verrà distrutto…
Myiotismon- Allora? Non la liberi più? Guarda che io mi sto annoiando,
eh?
Prese la bimba per il collo e lei cominciò a gemere per il dolore che le
provocava. Tai cominciò a cambiare carattere, modo di agire, persona: i suo
gesti divennero più freddi, il suo sguardo non era più lo sguardo innocente e
abbastanza ingenuo di un semplice ragazzino di undici anni.
Tai- E così, vuoi che io muoia, giusto? Hai rapito mia sorella solo per
farmi cadere in quest’assurda trappola, non è così!?
I capelli si rizzarono all’indietro, il suo sguardo diventò infiammato
dalla rabbia e nella mano sinistra stringeva il digi-bite con tutta la sua
forza. Il digimon nemico invece assumeva un’aria da bambino sotto Natale mentre
scarta i regali.
Kari- Tai…che cosa…?
Tai- Mi dispiace avertelo tenuto nascosto tanto, sorellina…MA IO E LUI
SIAMO SEGNATI DALLO STESSO DESTINO E SE UNO DEI DUE MUORE, L’ALTRO LO SEGUE!
Solo che…
Myiotismon- Solo che tu sei la chiave di salvezza per entrambi, mia
cara. Standoti a contatto io sono salvo.
Kari- Ma Tai…tu non puoi essere legato a lui! Voi due siete totalmente
diversi! Come potete…
Tai- Kari…le sue spoglie di digimon sono solo una maschera: è mio
fratello gemello e come si sa, i gemelli sono uniti per tutta la vita.
Non pensava che gliel’avrebbe mai detto, ma sicuramente non in quel
modo. Lei prigioniera di quello che adesso scopre era anche suo fratello…Kari
era sconvolta. E fra due fuochi.
Tai- C’è una sol cosa da fare per liberarsi di lui una volta per tutte…e
liberare tutti noi e anche l’intero mondo di Digiworld!
Myiotismon- Si, certo: darsi al suicidio o duellare uno contro l’altro.
Kari- CHE COSA!
Ma venne ignorata.
Tai- Io pensavo alla seconda opportunità, tu che ne dici? Accetti?
Ghennai, il vecchio saggio che aveva aiutato più volte i digiprescelti
nella loro missione, lo aveva avvisato: “Un giorno ti ritroverai di fronte ad
una situazione del genere, e magari sarà coinvolta anche tua sorella. Non
perderla mai di vista, ma nel caso
dovessi ritrovarti col nemico dalla parte del manico, proponi il duello:
salverai tutti quanti.”
Non ho i suoi poteri da digimon, pensò Tai, ma ho ancora il mio
digi-bite: chissà che non riesco a combinarci qualcosa di utile…
Il ‘digimon’ nemico gettò a terra la sorella, la quale respirava
affannosamente, e attraversò di nuovo le sbarre fino ad arrivare proprio di
fronte a Taichi. Allora si levò la maschera da vampiro e le spoglie da virtuale
e mostrò il suo vero volto: in quel maledetto corridoio adesso c’erano due
Taichi, uno con la maglietta solita blu a stelle e l’altro con una maglietta
nera con lo stesso sopra.
Kari intanto si stava riprendendo e si avvicinò alle sbarre per cercare
di fermarli almeno a voce, ma nessuno dei due fratelli l’ascoltò.
Si fondarono l’uno sull’altro in una battaglia fatta di calci , pugni e
zampilli di luce che ogni tanto fuoriuscivano da uno dei due: la rissa continuò
per più di un’ora, col contorno delle grida esasperate della bambina tenuta
prigioniera.
Poi tutt’ad un tratto, Taichi, quello vero e fidato fratellone della
piccola, fece capolino accanto a lei approfittando di un momento di fuga dalla
lotta, resa più facile dal ritorno all’umanità del nemico.
Per un paio di secondi i due fratelli si fissarono l’un l’altro: lei
guardava i tagli che lui aveva sul viso e tutti i lividi che lo riempivano; lui
contemplava il suo bel faccino mentre la memoria gli giocava brutti scherzi,
quali il ricordo dei bei momenti passati con lei e con gli altri, ma meno con
lei. Il suo volto si fece triste, abbassò lo sguardo e, appena udì il respiro
sempre più vicino del gemello malvagio, Tai pronunciò una frase molto
significativa alla sorella, era la prima volta che riusciva a dire una cosa
importante senza far pasticci o gaffe.
Tai- Scusami Kari, non sono stato un buon fratello, eh? Ti voglio bene…
Kari non ebbe il tempo di rispondere, lui la spinse più all’interno
della cella e poi scivolò a terra poco dopo: aveva inserito il digi-bite nella
fessura apposita e, considerando il fatto che nessuno dei due era in contatto
con la bambina, erano entrambi fuori combattimento. Le sbarre si aprirono e
Kari corse dal fratellone prendendolo per le braccia: non c’era più nulla da
fare.
Solo non capiva perché non si fosse salvato almeno lui, perché, invece
di allontanarla, non se l’era avvicinata.
Lo tirò più in su per tenerlo meglio, le lacrime cominciavano a
scorrergli su tutto il volto e i suoi singhiozzi erano così forti da udirsi
persino fuori dalla grotta, quasi fino all’accampamento dei suoi compagni. Poi
un particolare attirò la sua attenzione: le mani di Tai erano bollenti, e anche
il suo corpo. In un primo momento non ci aveva fatto caso tanto era sconvolta,
ma poi si rese conto che il fratello era davvero surriscaldato. Istintivamente
guardò il digi-bite nel muro: si era fuso.
Ecco perché l’ha allontanata e non avvicinata, non voleva ustionarla,
rischio che invece avrebbe corso Myiotismon pur di salvarsi. Il corpo del
fratello si raffreddò dopo pochi minuti e Kari riuscì ad andarsene via,
lasciando il corpo del Tai malvagio là, diteso, senza una cura od uno sguardo.
“Finchè c’è lui in circolazione, io ho la metà dei miei poteri attuali.
Finchè uno dei due vive, l’altro non corre rischi. Ma presto lo ucciderò.”
Queste erano le parole che aveva pronunciato il gemello malvagio la sera prima,
quando l’aveva rinchiusa nella cella.
Quando Matt si alzò in piedi come vedetta per guardare se Tai era di
ritorno, il ragazzo vide in lontananza la piccola Kari che si trascinava una
cosa più grande di lei: il tempo di mettere a fuoco l’immagine, il filo di
connessione e capì al volo che era successo qualcosa a Tai, ma che era riuscito
a salvare la sorella senza troppi problemi.
Corse verso di lei tutto contento, ma quando la raggiunse non trovò il
suo amico solamente svenuto: lo trovò esanime.
Il biondo non aveva parole, reagì solamente quando Kari gli chiese di
aiutarla a trasportarlo.
Matt- Cos’è successo…-farfugliò, ma la bimba sommersa di lacrime non fu
in grado di rispondere ne a lui ne agli altri durante tutto il giorno.
Mimi- Mi chiedo come mai oggi non ci abbiano attaccati!
Matt- Meglio così, no?
Joe- Kari, mi…mi dispiace davvero molto…
Sora- Tai…
Kari- Non attaccano più perché…perché Tai ha …distrutto Myiotismon!
I digiprescelti si guardarono perplessi, Tai era morto, ormai lo davano
per certo. Come poteva aver battuto il capo dei nemici? WarGreymon era riuscito
ad essere così tanto forte?
Izzy- WarGreymon è riuscito a battere Myiotismon?
Che situazione, pensò Kari, come fare per spiegarlo a tutti quei volti
increduli e stupiti?
Ma si fece coraggio e raccontò, anche se in maniera molto spezzata dai
singhiozzi, tutto ciò che era successo, dalla scomparsa di Agumon a quella di Taichi.
Alla fine del racconto tutti quanti erano terribilmente spossati, non avrebbero
immaginato mai e poi mai che il loro grande amico era in realtà il fratello del
loro grande nemico…