05/01/2011
2 recensioni
Ecco a voi una Panda x Gilbird! Beh, confesso che è la mia OTP e sinceramente non ho mai visto fan fiction su questa coppia, benchè io conosca varie persone che la shippano e la supportano. Quindi... spero vi piaccia, anche se non è nulla di che.
There's a place for us
Piume gialle - soffici, piccole - si disperdevano per il terreno, fra quell'infinito prato formato da sottili ed alti fili d'erba, dove più avanti, verso lo steccato, vi si arrampicava un rigoglioso e bianco gelsomino.
Era buio pesto lì intorno, le luci della zhài erano tutte spente, visto che era notte fonda ci si aspettava che tutti stessero a dormire. E di fatti era così, ad eccezione di un tenero pulcino rotondeggiante, aventi minuscoli occhi neri ed un becco color arancio. Si trovava sopra lo steccato, il suo piumaggio era in risalto d'innanzi a quella distesa di bianco sotto le sue zampine. Fissava il cielo, luminoso più che mai, visto che era buio le stelle erano le uniche luci che illuminavano quella serata, non riusciva più a staccare lo sguardo da loro, pensieroso.
Si sentì il rumore di una delle ante della porta scorrevole, aprirsi e chiudersi immediatamente, ma era lieve, come se colui che era appena uscito da quella casa non volesse far accorgere a nessuno di ciò.
I leggeri passi si avvicinavano sempre più al giallo pulcino, fino a che quella figura non fosse dietro di lui.
Il pennuto si voltò appena e vide semplicemente un grosso animale, a chiazze bianche e nere, alle sue spalle; si girò di nuovo, ritornando a guardare il cielo sopra di lui. Il panda si avvicinò ancor più, standogli quasi di fianco ed incominciando anch'esso ad osservare quella tela blu costellata.
Non si aspettava di trovare 'l'amico col becco' a quell'ora di notte, per giunta fuori casa. Era un ospite, lui ed il suo padrone, nella villa cinese, oramai da giorni; inoltre lui non gli era affatto indifferente, si sentiva libero con la sua dolce compagnia, divertendosi ogni volta a vederlo esaltarsi, convinto di essere migliore di molti. Forse, per il panda, quel pulcino lo era veramente, aveva una forza d'animo grandissima e forse era più utile lui che il suo stesso padrone. Ma, comunque, fu sorpreso di vederlo lì fuori, in quella nottata.
Eppure doveva essere felice, no? Non c'era motivo di essere così tristi e pensierori, in fondo il giorno dopo sarebbe dovuto ritornare nella sua terra, la sua mangifica ed adorata Prussia. Quindi... cos'era che non andava?
Gli occhi si sgranarono e la bocca si spalancò, nel vedere quella piccola lacrima bagnare il piumaggio giallo. Lo sguardo andava oltre l'orizzonte, non aveva proprio il coraggio di guardare quella persona che avrebbe dovuto abbandonare quel mattino che sarebbe dovuto arrivare. Puntava verso il punto in cui il sole sarebbe dovuto sorgere, sperando che la forza dei suoi occhi impedissero ciò e facessero prolungare il tempo in cui la Luna sarebbe stata alta nel cielo.
Il piccolo pulcino, in fondo, era fragile.
Non importava. Quell'animale bicolore gli avrebbe voluto bene anche se di lì a poche ore si sarebbero dovuti lasciare.
Con le sue grandi zampe avvolse quella piccola palla gialla, infondendogli calose, posò la testa vicino al suo corpo, mentre delle calde lacrime percorrevano la sua pelliccia, finendo col bagnare quei poveri gelsomini, in modo che solo loro sapessero dei suoi veri sentimenti verso il suo amore, che in quel momento era così vicino a lui. Quegli attimi, così veloci e sfuggenti, sarebbero durati poco, troppo poco per esprimere tutto l'amore che si portavano dentro, non potendolo liberare dalla loro anima, perchè sennò non sarebbero riusciti ad andare avanti lontani l'uno dall'altra.
Quindi ora potevano solo continuare a credere che un giorno avrebbero trovato un posto unicamente adatto a loro.
Si sentì il rumore di una delle ante della porta scorrevole, aprirsi e chiudersi immediatamente, ma era lieve, come se colui che era appena uscito da quella casa non volesse far accorgere a nessuno di ciò.
I leggeri passi si avvicinavano sempre più al giallo pulcino, fino a che quella figura non fosse dietro di lui.
Il pennuto si voltò appena e vide semplicemente un grosso animale, a chiazze bianche e nere, alle sue spalle; si girò di nuovo, ritornando a guardare il cielo sopra di lui. Il panda si avvicinò ancor più, standogli quasi di fianco ed incominciando anch'esso ad osservare quella tela blu costellata.
Non si aspettava di trovare 'l'amico col becco' a quell'ora di notte, per giunta fuori casa. Era un ospite, lui ed il suo padrone, nella villa cinese, oramai da giorni; inoltre lui non gli era affatto indifferente, si sentiva libero con la sua dolce compagnia, divertendosi ogni volta a vederlo esaltarsi, convinto di essere migliore di molti. Forse, per il panda, quel pulcino lo era veramente, aveva una forza d'animo grandissima e forse era più utile lui che il suo stesso padrone. Ma, comunque, fu sorpreso di vederlo lì fuori, in quella nottata.
Eppure doveva essere felice, no? Non c'era motivo di essere così tristi e pensierori, in fondo il giorno dopo sarebbe dovuto ritornare nella sua terra, la sua mangifica ed adorata Prussia. Quindi... cos'era che non andava?
Gli occhi si sgranarono e la bocca si spalancò, nel vedere quella piccola lacrima bagnare il piumaggio giallo. Lo sguardo andava oltre l'orizzonte, non aveva proprio il coraggio di guardare quella persona che avrebbe dovuto abbandonare quel mattino che sarebbe dovuto arrivare. Puntava verso il punto in cui il sole sarebbe dovuto sorgere, sperando che la forza dei suoi occhi impedissero ciò e facessero prolungare il tempo in cui la Luna sarebbe stata alta nel cielo.
Il piccolo pulcino, in fondo, era fragile.
Non importava. Quell'animale bicolore gli avrebbe voluto bene anche se di lì a poche ore si sarebbero dovuti lasciare.
Con le sue grandi zampe avvolse quella piccola palla gialla, infondendogli calose, posò la testa vicino al suo corpo, mentre delle calde lacrime percorrevano la sua pelliccia, finendo col bagnare quei poveri gelsomini, in modo che solo loro sapessero dei suoi veri sentimenti verso il suo amore, che in quel momento era così vicino a lui. Quegli attimi, così veloci e sfuggenti, sarebbero durati poco, troppo poco per esprimere tutto l'amore che si portavano dentro, non potendolo liberare dalla loro anima, perchè sennò non sarebbero riusciti ad andare avanti lontani l'uno dall'altra.
Quindi ora potevano solo continuare a credere che un giorno avrebbero trovato un posto unicamente adatto a loro.