Tears

Nonostante fosse notte fonda, gli incantesimi che scaturivano dalle bacchette illuminavano il cielo nero, coperto dalle nuvole. Lampi di luce verde e rossa volavano da ogni angolo. Ninfadora Tonks correva con il fiatone, per tutto il giardino. Gli occhi spalancati, alla ricerca del marito.

-“Remus! Remus! Lupin!”-

Le gambe ormai non ascoltavano più gli ordini che impartiva il cervello. A qualche metro di distanza un uomo dai capelli ambrati, striati di grigio combatteva contro un uomo, con la faccia contorta da un ghigno perfido e i capelli neri.

-“Remus!”- L’uomo tese le orecchie per ascoltare meglio. La voce disperata della moglie lo chiamava. L’uomo fece appena in tempo a voltarsi per vedere sua moglie, ancora convalescente dal parto, correre verso di lui.

-“Avada Kedavra!”- Un lampo di luce verde lo colpì al petto. Ricadde all’indietro, sull’erba bagnata. L’espressione di stupore ancora dipinta sul viso e la bacchetta stretta tra le dita. L’anello nuziale scintillava sull’anulare. La giovane donna dai capelli rosa si bloccò in mezzo al giardino. Gli occhi spalancati e pieni di lacrime. Fece qualche passo verso il corpo del marito e cadde in ginocchio. Strinse la sua giacca tra le mani e affondò il viso nella camicia. Era scossa da violenti tremori e tutto intorno a lei sembrò svanire. C’era solo il corpo di Remus in mezzo a i duellanti. Le lacrime rigavano quel giovane viso. Nel frattempo una donna dai lunghi capelli neri ricci si avvicinava alla donna, ancora stesa sul corpo del marito.

Una scintilla le comparì negli occhi, avendo trovato finalmente il modo di vendicarsi. Tirò fuori la bacchetta dal mantello, ne scaturì un lampo di luce verde che andò a colpire la schiena della giovane. Ninfadora ricadde in avanti, sul corpo del marito, stringendogli la mano. Le guancie ancora solcate da quelle lacrime di dolore che non sarebbero più scese.

In una casetta nel centro di Londra, nello stesso momento, un bambino paffutello dai capelli azzurri strillò nella sua culla, scoppiando in lacrime. Andromeda Tonks corse a prenderlo nella sua stanza. Mentre lo cullava dolcemente gli sussurrava che andava tutto bene, per cercare di farlo calmare.

-“Non ti preoccupare, non c’è motivo di piangere così, sono sicura che la mamma e papà stanno benissimo e domani mattina quando ti sveglierai li troverai di sotto, seduti a fare colazione, come sempre.”-

La verità era che anche Andromeda aveva un brutto presentimento, proprio come quando era morto suo marito, Ted…

Fin.

Nota dell'autrice: Nooo. Non sono morta. Sono tornata con questa storia, l'ennesima, su Lupin e Tonk. Ammetto che, alle 03.47 di notte, rimurginare sulla morte di Dora e Remus non sia il moglior modo per addormentarsi. Confesso che ho gli occhietti che luccicano in questo momneto... Come sempre mi auguro di non aver pubblicato una schifezza, e, che almeno qualcuno l'apprezzi un po'.

Un bacio,

Sally.