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Autore: smartys ayane    06/01/2011    3 recensioni
One-shot su Vaan e Reks.
Sono passati tre anni dalla morte di Reks, ma Vaan non riesce ancora a dimenticare il fratello. E così, una mattina, mentre con la sua aeronave solca il cielo di Rabanastre, Vaan dedica i suoi pensieri solo a lui, suo fratello Reks.
Genere: Guerra, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reks, Vaan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ per te
questo bacio nel vento,
te lo manderò lì
con almeno altri cento.
E’ per te,
forse non sarà molto,
la tua storia, lo so,
meritava più ascolto
e magari, chissà,
se io avessi saputo,
t’avrei dato un aiuto.

Vaan posò una mano sull'acceleratore, e si godette il panorama. Rabanastre dall'alto era una delle cose che lo facevano riflettere meglio. Amava starsene solo sulla sua bella aeronave quando aveva bisogno di pensare. E quella mattina i suoi pensieri erano diretti verso suo fratello. Erano già tre anni che lui era scomparso, ma Vaan non riusciva a dimenticarlo. Reks era stato un esempio per lui, e più cresceva più si rendeva conto di somigliargli. Ma in quei diciotto anni, forse ancora troppo pochi, Vaan aveva vissuto più di suo fratello, che se n'era andato troppo presto. Il neo-aviopirata alzò lo sguardo dai tetti di Rabanastre al cielo, dove le nuvole sembravano spiarlo curiose. Chissà se c'era davvero una vita dopo la morte. Chissà se Reks adesso lo stava guardando, se era fiero di lui. Chissà se sapeva quanto dannatamente gli mancava.
Vaan si sistemò meglio sul sedile della sua aeronave, e chiuse gli occhi. Una lacrima solcò il suo angelico viso.
Lo stava a poco a poco dimenticato. La cosa gli faceva male, ma purtroppo era così: non riusciva più a ricordarlo alla perfezione, e quella era la cosa che lo feriva di più. La fantasia e l'immaginazione erano gli unici modi per stare vicino a lui, anche adesso che non c'era più. Ma se lui dimenticava il suo volto, come poteva immaginarlo?


 

Ma che importa oramai,
ora che…
Puoi prendere per la coda una cometa
e girando per l’universo te ne vai,
puoi raggiungere, forse adesso, la tua meta,
quel mondo diverso che non trovavi mai.

 

Eppure, adesso, Reks poteva essere più felice. Lui odiava la guerra, l'aveva odiata da sempre. Ma se adesso era una spirito che vagava in un posto lontano da Ivalice, forse sarebbe stato più felice. Reks aveva sempre sognato un mondo fatto di pace, un mondo che purtroppo sembrava così lontano. Vaan sorrise amaramente. Da quando Ivalice era nelle mani di Larsa il mondo sembrava andare per il verso giusto. Questo era il mondo che Reks aveva sempre desiderato. Ma purtroppo la guerra non gli aveva permesso di farlo vivere abbastanza da poter godere di un'Ivalice pacifica, nemmeno per un solo giorno.

Solo che
non doveva andar così,
solo che
tutti ora siamo un po’ più soli qui.

Vaan ripensò a quando gli diedero la terribile notizia. Per un attimo desiderò morire. Poi i suoi sentimenti cambiarono, in un battito di ciglia. La tristezza si tramutò in odio, e tutto ciò che Vaan voleva era distruggere con le proprie mani l'assassino di Reks.
Forse era stato stupido a fare pensieri del genere. Forse no. Ma la morte di Gabranth non lo rese così felice come aveva creduto.
In quell'anno pieno d'avventure che era appena finito, Vaan aveva imparato molte cose. La scoperta più importante, però, è stata una sola: la vendetta non porta a niente.
Penelo aveva tentato di dirglielo più volte, ma lui non voleva darle ascolto. Non poteva. Era troppo accecato dall'odio.
Di certo non aveva pianto di fronte al corpo in fin di vita del giudice, ma ormai il passato è passato, ciò che è stato perso non può tornare indietro.
E chi distrugge qualcosa, prima o poi ne paga le conseguenze. Proprio come Gabranth.
Aveva distrutto non una vita, ma migliaia. E alla fine ha perso tutto, compresa la vita stessa.
Forse era quello che si meritava, forse no. Ma Gabranth non faceva parte della vita di Vaan. Era Reks quello che faceva parte della sua vita, ma il giudice glielo ha portato via.

 

E’ per te
questo fiore che ho scelto,
te lo lascerò lì
sotto un cielo coperto.
Mentre guardo lassù,
sta passando novembre
e tu hai vent’anni per sempre.

 

Vaan si asciugò con l'indice l'ultima lacrima che gli era scivolata dai suoi occhi color del cielo, e mosse la sua aeronave verso il basso.
E già, il passato è passato, non c'è nient'altro da fare. Reks è andato via, è morto, ma lui era ancora vivo. E non lo avrebbe dimenticato. Non nel senso vero della parola.
Qualche lacrima per lui Vaan l'avrebbe pianta sempre. Di nascosto, certo, perchè era troppo orgoglioso per mostrarsi debole davanti a tutti.
Ma lui avrebbe continuato ad andare avanti. Come il resto, d'altronde. Perchè alla fine è questa la cosa che fa più male quando si perde una persona importante: sai che lei non tornerà più, che la sua vita è finita, che non potrà mai più vedere il sole, la pioggia, le stelle. Ma tu si. E anche tutti gli altri possono farlo. E questo ti sembra maledettamente ingiusto. Si, ti sembra ingiusto il fatto che il tuo cuore ti batte caldo nel petto, mentre il suo è già diventato cenere.
Ma questa è la vita. O meglio, questa è la morte. E prima o poi arriva per tutti. Quindi è meglio godercela, questa vita, fin quando ne abbiamo la possibilità.
Perchè forse la vita è l'unica cosa che quando la perdi non te la ridanno più.

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Ecco a voi un'altra fan fiction. Forse fa schifo, ma dovevo scriverla. In questo ultimo periodo mi sono fissata con Vaan e Reks, non potevo farcela, era più forte di me, dovevo pubblicarla. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. Vi ringrazio se recensirete!
Credo mi risentirete presto, per vostra sfortuna! Un bacio a tutti!

 

 

   
 
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