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Autore: nausicaaa    06/01/2011    6 recensioni
Piccola one- shot sulla nostra coppia preferita... per una volta il narratore è il nostro Jane... le festività natalizie portano belle sorprese per la nostra Tess... che finalmente riesce a conquistare il suo Patrick... è venuta un po' una cavolata ma spero vi piaccia comunque!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente anche questo Natale è passato. Ogni volta che arriva il 27 dicembre, da quel giorno, tiro un sospiro di sollievo. Le festività natalizie sono bellissime solo per chi è felice, a me servono solo a ricordare i momenti passati con mia moglie e la mia bambina. Momenti che non torneranno mai più. Anche quest’anno ho passato le festività da solo, in una casa vuota, a letto. La notte si confondeva con il giorno e l’unico mio desiderio era che le ore passassero in fretta, che arrivasse il 27. È bello poter tornare al lavoro. Credo di essere l’unico al mondo a pensare questo. Ma per me è così, il CBI è l’unico posto che mi fa sentire meglio e la squadra sono le uniche persone per cui provo un po’ di affetto. Ma giustamente loro hanno le loro vite, le loro famiglie. E poi c’è Lisbon. Teresa. La mia più cara amica, la persona più leale che abbia mai conosciuto. Se c’era qualcuno che avrei voluto con me il giorno di Natale bè questa persona era lei.
Parcheggio la macchina e entro negli uffici del CBI, è molto presto ma non mi andava più di stare a casa. Mi sdraio sul mio personale divano e chiudo gli occhi in attesa che l’ufficio si animi. Ma un forte odore di thè invade le mie narici, apro gli occhi e vedo una bellissima Teresa Lisbon porgermi una fumante tazza della mia bevanda preferita.
“Anche tu mattiniero oggi eh?” il suo sorriso illumina l’intera stanza.
“Sì Lisbon. Non mi andava di stare a casa. E tu come mai così raggiante?”
“Perché oggi è il 27. Ogni anno quando arriva il 27 tiro un sospiro di sollievo perché il Natale è passato”
Non posso fare a meno di sorriderle di rimando.
“Credevo fossi con i tuoi fratelli.”
“già. Un Natale all’insegna dei litigi. Ho tentato di farli riappacificare ma credo di aver solo peggiorato le cose.”
“Natale stressante direi…”
“Direi di sì! E tu invece? Comelo hai passato?” la vedo mordersi le labbra come se non avesse mai voluto farmi questa domanda. Sa già la risposta.
“Oh come se non fosse mai arrivato. L’ho ignorato.” Le sorrido per farle capire che non si deve preoccupare per la domanda “scomoda”.
“Ottima idea. Avrei dovuto farlo anche io. Però non l’ho fatto. E ho qui una cosa per te!” la vedo dirigersi verso la sua scrivania e prendere una grosso pacchetto regalo. Carta rossa e fiocco argento come il più classico dei doni natalizi. Si dirige verso di me con un espressione un po’ imbarazzata che la rende dolcissima. Sembra una bambina.
“Lisbon non dovevi! Che figura io non ti ho preso niente! Credevo che odiassi il Natale!”
“Tranquillo non è un regalo di Natale il mio. È un regalo e basta. Cioè te lo avrei fatto comunque. Ero a Chicago dai miei fratelli e l’ho visto … è una cosa che so che cercavi da tempo e così l’ho preso. Diciamo che è il regalo che ha trovato me! Dai vediamo se indovini!”
Devo ammettere che questa volta le mie abilità non mi aiutano. Non riesco a immaginare nemmeno lontanamente cosa possa essere. Dopo qualche inutile tentativo decido di arrendermi a favore di una trionfante Lisbon!
“Ah Jane me lo hai fatto sì un regalo! Per la prima volta non sei riuscito a prevedere le mie mosse! L’allieva che supera il maestro! Dai però adesso aprilo!”
Scarto con impazienza la scatola, di dimensioni abbastanza grandi. Si tratta di un volante d’auto. Non un volante qualunque. Il volante originale corrispondente al modello della mia Citroen. Rimango sbalordito. La mia Citroen ha tutti pezzi originali tranne il volante, non sono mai riuscito a trovarlo l’ho cercato ovunque.
“Allora ti piace?”
“Se mi piace? Sono anni che lo sto cercando! Chiunque mi diceva che un pezzo del genere non lo avrei mai più trovato! È una macchina d’epoca ed è difficilissimo recuperare un volante originale! Chi lo possiede se lo tiene ben stretto! Come hai fatto? Ti sarà costato una fortuna!”
“Questo rimarrà un segreto Patrick Jane. E no non mi è costato una fortuna. Ho le mie conoscenze.”
“Io… bè io sono senza parole.” Per la prima volta in tanti anni qualcosa anzi, qualcuno riesce a stupirmi veramente e un senso di calore invade il mio corpo, è un piccolo attimo di felicità vera, profonda non superficiale, e capisco che non è per il regalo in sé ma per il fatto che me lo ha regalato Lisbon.
“Bè allora cosa si dice in questi casi… buon natale Jane!” si avvicina e mi da un piccolo bacio sulla guancia sinistra. Sento che è imbarazzatissima, i suoi muscoli sono tutti in tensione, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato. Non riesco a fare a meno di ridere divertito.
“Adesso perché ridi?”
“oh niente. Pensavo…”
“a cosa?”
“Al fatto che mi trovi irresistibile.” Ora diventerà rossa come un peperone. Lo ammetto a volte sono un vero bastardo.
“Ok. Volevo solo farti un regalo Jane, pensavo che ti avrebbe fatto piacere riceverlo ma come al solito riesci sempre a rovinare tutto. Sei uno stupido. Anzi io sono stata una stupida a regalarti quel coso pensando che ti saresti comportato in maniera gentile ogni tanto.” La sua voce è leggermente alterata, i suoi occhi non riescono a nascondermi un’anima ferita. Mi sento un verme. Un verme e un codardo. Lei ci tiene veramente a me e me lo dimostra ogni giorno, quando mi difende, quando mi sostiene nei momenti di sconforto anche solo con un gesto o con una parola. Io tengo a lei allo stesso modo ma non glielo dimostro mai. Non veramente. E ora se ne è andata arrabbiata, ferita e umiliata. Guardo il suo regalo sul tavolo. È il momento di agire.
A fine giornata mi fermo davanti a casa sua, vedo le luci accese. Sento uno strano peso allo stomaco e le mani mi sudano leggermente. Ma devo farmi coraggio e per una volta devo togliere la mia solita maschera da buffone. Mi avvio verso la porta di ingresso e suono il campanello. Dopo pochi secondi Lisbon mi apre la porta vestita solo di una larga maglietta di un qualche gruppo rock credo, ha i capelli bagnati segno che era in doccia. La maglietta aderisce al suo corpo ancora umido e mi permette di intravederne le forme. È terribilmente sexy e devo avere un ‘espressione ebete stampata in faccia visto che il mio “capo” cerca di richiamare la mia attenzione.
“Jane? Allora si può sapere cosa vuoi?”
“Oh scusa. Ho… ho montato il volante.” Stupido idiota! Non è assolutamente quello che ti eri programmato di dirle.
“E hai sentito l’urgenza di venire fin qui per dirmi questo?”
Mi sento con le spalle al muro. Cavolo adesso capisco cosa provano le mie “vittime” quando le metto alle strette. 
“No… no no.”
“Quindi?”
“Cioè voglio dire volevo dirtelo perché volevo ringraziarti e scusarmi per oggi però in ufficio insomma abbiamo avuto tanto da fare, non volevo affrontare il discorso però ecco ci ho pensato tutto il giorno e sono molto dispiaciuto così ho pensato di venir qui di persona perché voglio ringraziarti e per chiederti scusa insomma grazie ecco. E scusa. Ciao.”
Mi avvio verso la mia Citroen più veloce che posso sperando che un improvviso cratere si apra sotto i miei piedi e mi faccia sprofondare fino al centro della terra. Credo di aver appena fatto quella che si dice essere “una figura di merda”. Ma stranamente sento la voce di una divertita Lisbon che mi chiama.
“Jane? Jane? Ma dove vai? Dai entra sei perdonato. Sono le scuse più orribili che abbia mai ricevuto in tutta la mia vita ma le accetto.”
Mi giro verso di lei. È davanti all’ingresso con un grande sorriso stampato sulle labbra, i suoi occhi verdi riflettono la luce della luna e i  lunghi capelli neri le incorniciano il volto. È davvero bellissima. E quella maglietta è un attentato alle mie coronarie. Non so cosa mi prende ma decido di seguire l’istinto o il cuore chiamatelo come volete. Mi dirigo verso di lei in maniera decisa e la afferro tra le mie braccia. Senza pensare appoggio le mie labbra alle sue. Inizialmente sembra sorpresa e cerca di allontanarsi da me ma decido di non lasciare la presa e così abbandona subito le sue difese e si lascia andare con me in un lungo meraviglioso bacio. Ci stacchiamo senza dire una parola. I suoi occhi sono ancora più verdi e il suo sorriso ancora più bello.
“Dai entra.” Mi trascina in casa e ricominciamo a baciarci. In pochi minuti ci ritroviamo nel suo letto e finalmente mi decido a sfilarle quella maledetta maglietta.
Un sottile raggio di sole attraversa le persiane e mi illumina il viso. Guardo l’orologio sul comodino. Le nove. Ho dormito. Ho dormito per otto ore filate. Da quanto non mi succedeva? Bè da quel giorno… e ormai sono passati otto anni… mi giro verso Teresa, ma non è accanto a me. Al suo posto c’è un piccolo post-it:
dormivi così bene che non ho voluto svegliarti… ci sono tè e biscotti nella credenza in cucina… cerca di non fare troppo tardi al CBI! Ah…è stato un bel modo di fare pace, dovremmo litigare più spesso se questi sono i risultati non credi?”
Un lungo disteso,rilassato sorriso si stampa involontariamente sul mio viso. Non so cosa succederà ora ma so che oggi mi sembra tutto più luminoso, come se avessi spazzato via uno spesso strato di polvere e non ho nessuna intenzione di rinunciare a questa sensazione. Teresa Lisbon preparati perché credo di essere entrato definitivamente nella tua vita.



Angolo autrice: lo so è brutta ecco :( l'idea era molto meglio!! Però almeno Tess si prende la sua rivincita! Lo so lo so, dovrei continuare red truth... ci sto lavorando spero di riuscire a postare il capitolo entro la settimana!! Un bacione ragazze e buona befana hihi!! 
 
  
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