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Autore: sailormoon81    06/01/2011    4 recensioni
Vegeta è strano più del solito: è distratto, e non vede l'ora di lasciare la casa di Kakarot per incontrare lei...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una Notte Tutta Per Noi

 
Vegeta era strano. Il nervosismo di quella mattina non sfuggì al suo amico e rivale, Goku, già in‘azione’ da un paio d’ore, che gli fece notare il ritardo con cui si era presentato agli allenamenti, cosa per lui molto insolita…
“Non mi seccare, donna!” fu la secca risposta quando Chichi gli chiese spiegazioni.
La donna, più che preoccuparsi per Vegeta, era in pensiero per il marito, che avrebbe dovuto sorbirsi un allenamento extra a causa del ritardo del principe dei saiyan.
Chichi divenne scarlatta. “Ma chi si crede di essere quel pallone gonfiato” sbraitò mentre si avviava in casa a preparare il pranzo per i due guerrieri, “meriterebbe di morire di fame! Non ci si comporta così con una signora!”
Goku, dal canto suo, non sapeva cosa fare: Vegeta era sempre stato, per dirla con un eufemismo, un tipo molto irascibile, ma quella mattina sembrava molto più furioso del solito. E cosa ancora più strana, prima di iniziare l’allenamento, Vegeta si era allontanato per fare una telefonata.
“Se vuoi puoi andare in casa a telefonare” aveva proposto Goku, “basta che non ti fai vedere da Chichi: sembra che diventi una belva quando ci sei tu in circolazione” scherzò il giovane saiyan.
“Bah, non mi va neanche un po’ di entrare in casa tua” rispose Vegeta, “se mi dovesse capitare tua moglie ancora davanti non so se potrei resistere dal farla fuori!”
 
Quando reputò di essere lontano da orecchie indiscrete, compose un numero al cellulare. Non gli erano mai piaciuti quegli aggeggi terrestri, ma per quel giorno avrebbe fatto un’eccezione.
 “Tutto a posto, vero? Nessun pentimento?”
“Pentita non direi” si sentì rispondere, “un po’ inquieta, forse. Sai, è la prima volta che…”
“Anche per me è la prima volta. E ti prometto che non accadrà nulla che tu non voglia.”
“D’accordo, allora”, bisbigliò la donna, “ci vediamo stasera alle nove, al motel‘Tre stelle’.”
“Sii puntuale” le raccomandò.
Vegeta riattaccò di buon umore. Quella sera avrebbe incontrato una donna speciale e speciale doveva essere ogni dettaglio. Pensò che forse avrebbe dovuto portarle dei fiori, ma chissà se davvero era il caso…
No, decise.
Lui, il grande principe dei saiyan non si sarebbe mai comportato come un terrestre da quattro soldi, o peggio ancora come quel deficiente di saiyan di infimo livello contro cui stava per combattere…
Stava per tornare dal guerriero quando, di nuovo, lo afferrò l’ansia: e se lei non fosse venuta all’appuntamento? Se qualcosa fosse andato storto? Forse non avrebbe avuto un’altra opportunità.
Maperché lasciarsi prendere dal pessimismo? C’erano tutte le premesse per una serata indimenticabile. Ah, se le ore fossero volate via e la donna fosse già con lui! Invece mancava ancora parecchio al momento fatidico… e ad attenderlo c’era solo un guerriero di terza classe…
 
Ormai era pomeriggio, ma le ore trascorrevano con una lentezza esasperante. Mentre cresceva il desiderio di essere lontano da lì. Forse, quel mattino, avrebbe fatto meglio a restarsene a casa. Almeno si sarebbe evitato il nervosismo. Ma poi come avrebbe spiegato il suo rifiuto di allenarsi a Kakarot? Non aveva mai rinunciato a confrontarsi con lui, e ora che ne aveva l’occasione non si sarebbe tirato certo indietro.
 
Finalmente venne sera, e senza molti preamboli, dopo aver approfittato della gentilezza di Kakarot a fermarsi almeno per cambiarsi, salutò la famiglia Son e volò verso il motel.
 
Il motel “Tre stelle” distava meno di mezz’ora in volo, e qualcuno gli aveva detto che l’ambiente era molto riservato e chic. Tra poco l’avrebbe incontrata. Chissà se anche lei aveva atteso con ansia quel momento.
Giunto a destinazione, Vegeta percorse l’ampio parcheggio e controllò le poche auto in sosta. La sua macchina non c’era. Tuttavia non doveva preoccuparsi perché era lui in anticipo. Scese dalla macchina e ancora si guardò intorno. Di lei nessuna traccia. L’accordo era, comunque, di incontrarsi all’interno del motel. Così spinse la porta d’ingresso a vetri e si trovò in un elegante e silenzioso atrio, tappezzato di bianco. Si avvicinò al giovane che stava dietro il banco e domandò una stanza.
“Ecco a lei” disse il giovanotto porgendogli la chiave, “secondo piano, stanza numero ventisei.”
Vegeta salì le scale e percorse il lungo corridoio, con le pareti rivestite di stoffa bianca. Arrivò davanti alla camera, aprì la porta e premette l’interruttore. Non c’era il lampadario centrale, ma dei piccoli abat-jour sistemati nei quattro angoli, un grande letto rotondo con cuscini dalle frange dorate. Di fronte, c’era uno specchio e lui vide la propria immagine riflessa.
Aveva una faccia pallida, tesa.
Il nervosismo era sicuramente dovuto alla sensazione di fare qualcosa di sbagliato… doveva assolutamente calmarsi: lei, la sua donna… la sua amante, sarebbe arrivata a momenti…
Forse un po’ di liquore gli avrebbe fatto bene: non che gli piacesse, ma aveva sentito dire che era un toccasana per i nervi. Aprì il frigo-bar e ne trasse una bottiglietta; ne versò il liquido nel bicchiere e lo bevve tutto d’un fiato. Ora si sentiva meglio.
Maperché lei non arrivava?
Forse aveva cambiato idea, oppure aveva avuto un contrattempo. Avrebbe voluto chiamarla sul cellulare. Ma, in fondo, era eccitante l’attesa.
Si sedette sul letto, accarezzò la coperta di raso bianco; pensò che sarebbe stato molto deluso se lei non si fosse presentata.
Aveva puntato molto su quella serata, da essa sembrava dipendere il futuro.
Mai minuti passavano e lei non arrivava. Sicuramente ci aveva ripensato. Avrebbe dovuto saperlo che non era il tipo da incontrarsi con un uomo in un motel. Proprio in quel momento udì un rumore.
Balzò in piedi, restando in attesa che la porta si aprisse. Ma questa restò chiusa e forse quel fruscio se l’era soltanto immaginato.
“Sono qui”, disse una voce alle sue spalle.
Stupito, Vegeta si voltò. “Chi sei?” domandò alla giovane donna appoggiata alla parete del bagno.
“Sono io, non mi riconosci?”
Incredulo, Vegeta guardava la figura in controluce e si sentì le mani sudate. La sottoveste trasparente rivelava un corpo splendido: la vita sottile, le gambe lunghe e ben tornite, il seno florido e un po’ ansante. Sulle spalle candide, piovevano capelli di seta.
“Eri già qui” balbettò, “e non mi sono accorto di te.”
“Mi sono nascosta dietro la porta del bagno. Mi è piaciuto osservarti. Ti ho anticipato. Ho chiesto al giovane della hall di assegnarmi la camera più bella e non dirti nulla.”
“Sei bellissima, e oggi non ho fatto altro che pensare a te” Vegeta le riavvicinò e avvertì il suo profumo, un profumo leggero che tuttavia lo stordiva. “Profumi di buono” bisbigliò senza osare toccarla.
“Vieni” lo invitò lei tendendogli le braccia, “non restare lì, come se avessi paura.”
“È perché assomigli a una visione: non voglio vederti svanire.”
“Sono qui per te” lo invitò prendendolo per mano.
“Hai la pelle morbidissima, calda.”
“Tu invece hai le mani gelate.”
“Credo per l’emozione. È come se fosse la prima volta che incontro una donna.”
“Siediti accanto a me.”
Vegeta ubbidì e la donna cominciò a sfiorargli il volto, i capelli. Lui rabbrividì ovunque. “Ti voglio” mormorò con voce rauca, “ti desidero da morire.”
“Anch’io” sorrise lei, “questa è una notte magica, questa stanza è magica…”
 
Adesso giacevano esausti sul grande letto dalle lenzuola bianche. Lei era stretta a Vegeta, gli sorrideva. “È stato molto bello”.
“Anche per me è stato bello.”
“Pensare che fino all’ultimo sono stata indecisa se venire o meno. Mi sembrava…”
“Sconveniente” suggerì lui, “ma l’amore vince ogni remora.”
Era strano sentirlo parlare di amore… lui, che nella sua vita non aveva conosciuto altro che odio e distruzione… “Ci rivedremo ancora, vero? Intendo in questa stanza.”
“Certo. C’è un’atmosfera così particolare tra queste mura. Non vorrei più andarmene.”
“Neanche io. Però temo che non ci ritroveremo tanto presto.”
“Sono sempre piena d’impegniinfatti: il lavoro, i figli, la casa…”
“Come hai fatto a sfuggire ai tuoi impegni? Non ho visto la tua auto, fra l’altro…”
“Ho tirato in ballo un’amica: ho detto a tutti che sarei andata al cinema con lei, invece le ho solo chiesto in prestito l’auto. L’ho fatto per non dare nell’occhio, capisci?”
“Mossa astuta, complimenti! Degna di un vero saiyan” scherzò lui; “anch’io ho dovuto muovermi con circospezione” continuò, “con Kakarot che continuava a fare domande durante l’allenamento… immagina cosa direbbero tutti se sapessero che sei la mia amante… forse riuscirei a far diventare anche Bra una Ssj3… o addirittura Ssj4…”
Risero entrambi all’idea di Bra tutta coperta di pelliccia e con una lunga coda…
“Sei bellissima” riprese Vegeta, serio, “la donna più sensuale che mi sia mai capitato di incontrare.”
“Anche il giovanotto che mi ha consegnato la chiave della stanza me l’ha detto.”
“Bugiarda. Quel tipo è così asettico e mai si permetterebbe una battuta del genere.”
“Però ti garantisco che il suo sguardo era molto eloquente.”
“Vanitosa!”
“Ha parlato il santarellino! So che tu sei un tipo…”
“Che tipo sarei?”
“Audace, tenebroso… intrigante… però mi vai a genio. Per questo ti ho sposato.”
“Anche tu mi piaci, Bulma. E sono felice che tu sia mia moglie e anche la mia amante. Lo so che non te lo dico mai, ma ti amo come il primo giorno. Forse anche di più.”
“Perché allora hai voluto che ci incontrassimo in questo motel? Quando me l’hai proposto ho temuto che non mi desiderassi più come un tempo. Succede a molte coppie, purtroppo… dopo un po’ di anni, abitudini e routine innescano la crisi. Noi siano sposati da più di vent’anni e io ho sempre avuto la certezza che il nostro matrimonio fosse solido e felice. Tra noi c’è amore, complicità, passione. Dunque la tua proposta mi ha colto un po’ di sorpresa…”
“Però l’hai accettata” ribadì lui.
“La curiosità e la voglia di assecondarti sono venuti in seguito. All’inizio ero solo sconcertata. Ho pensato di non piacerti più come prima, che tu ti fossi in qualche modo stancato e avessi bisogno di nuovo stimoli…”
“Ma non è affatto così. Volevo solo giocare un po’.”
Vegeta non poteva dire a sua moglie che,in parte, aveva ragione: un velo di ruggine si stava depositando sul loro rapporto…colpa degli infiniti doveri, delle responsabilità a cui non era abituato… nonostante tutti quegli anni trascorsi su quel pianeta, non aveva ancora fatto l’abitudine alla vita terrestre, e tutti quei nemici affrontati finora l’avevano reso, sì, più forte fisicamente, ma anche più vulnerabile a livello emotivo, e questo lo spaventava molto…
Così le aveva proposto quel gioco: fingere di essere due amanti clandestini, godersi la loro intimità lontano dalle pareti domestiche…
“È stato davvero bello” disse ancora Bulma, “ora però è meglio rientrare. È tardissimo. Tu domani devi alzarti all’alba per i tuoi allenamenti con Goku: immagino che oggi non avrai combinato un granché…”
“Restiamo ancora” mormorò stringendola a sé, e nascondendo il volto tra i suoi capelli di cielo, “dopo una notte così mi sento pieno di energie. Mi piacerebbe ricominciare tutto daccapo…”
“Anche a me piacerebbe restare ancora qui con te, ma dobbiamo andare: i ragazzi si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto” rispose Bulma, abbracciandolo, “forse a fine settimana sarò di nuovo tutta per te.”
“Manca ancora tantissimo alla fine della settimana: oggi è solo lunedì!”
“Cinque giorni fileranno via in fretta, e ti prometto che avrai un’altra notte come questa.”
 
Uscirono insieme, mano nella mano, sorrisero al giovane dietro il banco; il portiere li guardò varcare la porta a vetri, abbracciarsi e poi ognuno dirigersi per la sua strada. “Un’altra coppia di amanti clandestini” pensò, “una delle tante.”
Dopotutto a lui non interessava che entrava e usciva da quel motel: lo pagavano solo per assegnare le camere. Ma quei due, chissà perché, gli erano simpatici, e si augurava di vederli tornare.

 
 
The One Hundred Prompt Project
 
Okay, credo di aver decisamente toccato il fondo con questa storia XD
L’ho ripescata nei meandri del pc e mi è dispiaciuto lasciarla sola soletta… anche perché mi sono resa conto che è da tanto che latito dalla sezione, quindi… befana col botto!
Ora, lo so che Vegeta è un filino (ma neanche tanto poco) OoC, ma ho pensato che dopo vent’anni di matrimonio si possa essere ammorbidito, che dite?
Ringrazio di cuore chi ha letto fin qua e chi continuerà a seguire i parti della mia mente malata.
Bax, Kla
 
   
 
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