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Autore: PeaceLove    06/01/2011    4 recensioni
Un'altra one-shot sull'origine di un'altra canzone :) Divento sempre più ripetitiva ;)
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24 agosto 1965 ore 5.28 del pomeriggio

Paul tirò le tende dell’appartamento, mentre John prendeva una scatola di zollette imbevute d’acido da sotto il letto. “Tra poco arriveranno gli altri, Paul. Sei sicuro di non voler far baldoria questa sera?” gli chiese Lennon, dandogli una gomitata. McCartney ribatté: “No, John. L’ho promesso a Jane, e non lo farò!” “Lo sai che sei proprio un bastardo?” disse John accendendosi una sigaretta. “Che farai mentre noi ce la spassiamo, eh? Ci starai a guardare? Credi a me, dannazione: quella pollastrella ti prende troppo!” “Meglio lei che quella roba, John!” disse Paul indicando con un cenno del capo la scatola. “Di certo la droga non te la scopi, di questo hai ragione tu.” ribatté Lennon. “Lascialo stare, John!” disse George entrando di colpo nella stanza. “Se non vuole non vuole. Sta arrivando Peter!” “E chi l’ha invitato quel fetente! Non sa farsi di acido quello. E’ già tanto se si allaccia le scarpe da solo!” disse John. “E’ stato Ringo.” dichiarò George andando ad aprire la porta. “Ciao a tutti!” gridò Fonda. “Ciao Peter!” (George) “Ciao Peter!” (Paul) “Cazzo, Peter! Non serve che urli, siamo qui!” (Quest’ultimo era John). “I Byrds sono già qui?” chiese Fonda, ignorando Lennon. “Al completo. Di sopra. Con Rings.” Disse in tono piatto Paul. “Sei felice oggi, vero McCartney?” replicò sarcastico Peter. “E la roba?” aggiunse poi. John indico con il capo la scatola grigia sul tavolino. “Eccoci qui!” urlò Ringo, scendendo le scale con gli altri. John lo guardò come se volesse ucciderlo. “Ti ci metti anche tu, Richard? Che avete tutti da urlare?”

24 agosto 1965 ore 7.00 del pomeriggio

“Io so che cosa vuol dire essere morto!” gridò Peter avvinghiandosi al braccio di John. “Toglietemelo di dosso!” ringhiò lui di rimando. Paul, l’unico cosciente, prese Fonda per il colletto della camicia, trascinandolo verso il bagno. Peter, di riamando, gli tirò un cazzotto sul naso. “’Fanculo!” gli gridò Paul, salendo le scale e chiudendosi in bagno. “Io so che cosa vuol dire essere morto!” continuò Peter. John inizio a strimpellare la chitarra. Fonda riprese il racconto “Da bambino mi sparai nello stomaco con il fucile da caccia di mio nonno. Ne avevo visto uno uguale al luna park, e volevo scoprire se anche quel vecchio cimelio di famiglia poteva sparare coriandoli.” George scuotè la testa guardando Peter con pena. Fonda continuò “Lo sapete, stavo quasi per morire. Ero morto. Ma poi il mio cuore ha ricominciato a battere. L’Onnipotente ha avuto clemenza. L’Onnipotente mi ha salvato! Capite, io so cosa vuol dire essere morto.” “Senti amico,” sbottò John “sta’ zitto e smettila con questi discorsi! Mi fai sentire come… come se non fossi mai nato!” Peter lo scrutò con rabbia. “Sei solo invidioso Lennon! Sì, invidioso, perché tu non sai cosa si prova! Ero così indolenzito, vidi un vortice di stelle e colori attorno a me, vidi l’immagine di mia madre che mi partoriva, vidi…” Ringo lo interruppe: “Non vogliamo stare a sentire queste cose! Siamo in acido, il sole splende, le ragazze ballano” e si incantò a guardare Eleanor Bron, Peggy Lipton e Joan Baez, che si erano unite all’ultimo minuto. “Ed è tutto molto bello.” continuò al posto suo John. “Ma tu continui a starci addosso, dicendoci "So cosa vuol dire essere morti" e sei davvero inquietante!” Poi disse rivolto a George e a Ringo: “Dai ragazzi, andiamocene di qui, se questo non vuole smetterla!” “E Paul?” domandò Ringo “Che problema c’è? Verrà Jane a salvarlo!” rispose John con stizza.
Quando furono in strada John disse agli altri: “Peter Fonda è così noioso e… spaventoso! Sentirsi dire tutte quelle cose mentre sei in trip non è il massimo.” George replicò: “Ammettilo, però, era divertente vederlo in delirio!” “Divertente un corno, Harrison! Io non voglio sapere niente! Non voglio sapere come ci si sente ad essere morti! Mi fa sentire come se non fossi mai nato!” E lì gli occhi di Lennon si illuminarono. “And he’s making me feel like I’ve never be born!” ripetè estasiato. “Che sta facendo?” chiese Ringo a George. “Non ne ho idea” rispose George di rimando. “E’ una canzone, amici. Una canzone! E’ una canzone!” urlò di nuovo John, saltellando come un bambino per la strada. Al che George capì che la frase che John aveva appena pronunciato sarebbe diventata parte integrante del testo. “Non andrebbe meglio “lei” come soggetto?” e vedendo John confuso disse “And she’s making me feel like I’ve never be born!” Lennon si illuminò nuovamente “Sì! Sì! E’ tutto così perfetto!” E rimasero lì, in mezzo alla strada, a saltellare, mentre Ringo li guardava con riluttanza dal marciapiede.
  
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