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Autore: LineGirl    07/01/2011    2 recensioni
Vite legate da un filo sottile, antico come lo stesso ordine delle cose.
Questa storia parla di un legame profondo e potente, che travalica i secoli e le generazioni riportando al presente ricordi lontani centinaia di anni..
Se vorrete seguirne le vicende, potrete entrare nella mente di un personaggio, Piccolo, che per la prima volta scoprirà di avere alcune affinità con la razza umana che non pensava di avere, di vedere attraverso i suoi occhi la sua vita che cambia, che si arricchisce della presenza di una persona che non vorrà poi più far uscire.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*La mia storia è ambientata subito dopo la sconfitta definitiva di Cell, anche se da quel punto, gli avvenimenti originali della trama subiranno dei mutamenti all'interno della mia fic ^_^*

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“Ciao”
“.. chi sei?”
“Non mi conosci ancora”

Lunghi fili che mi carezzano la pelle. Sembrano seta bianca, ma osservando meglio si riesce a distinguere una piccola testa alla base di quelli che, evidentemente, sono dei lunghissimi e sottilissimi capelli.
Stranamente sono senza vestiti, non mi era mai capitato di rimanere così. Anche il fatto che riesca a sentire i miei pensieri è strano.
Questa bambina vicino a me sembra umana, ma non riesco a vederla in faccia.. i suoi capelli e i vestiti si confondono con il pavimento. E il cielo. Siamo nella stanza dello spirito e del tempo?
Si sta girando!
“Adesso devo andare, ci vedremo tra un po'.”
“Dove vai? Dimmi chi sei!”
“.. ci vedremo tra un po'.”

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Gli occhi neri del giovane namecciano si spalancarono nuovamente sul mondo, dopo quelle che erano sembrate ore ed ore di.. trance?
Si strofinò gli occhi per un paio di secondi con un aria un po' sconvolta, prima di accorgersi che davanti a se il piccolo Dende se ne stava in piedi in silenzio, osservandolo preoccupato.
-Che c'è, Dende? - Piccolo aveva già ripreso completamente il controllo di se stesso, assumendo la sua classica aria distaccata e leggermente severa.
-Beh, facevi una strana faccia, e poi non riuscivi a sentirmi..-
Non rispose.
Si limitò ad alzarsi dalla sua abituale posa di meditazione con le gambe incrociate levitando a qualche centimetro da terra, per avviarsi con aria pensierosa verso il limitare del palazzo.
Camminava lentamente, e pensava a ciò che gli era appena successo, ciò che aveva visto in quello strano sogno. Era raro che gli capitasse di addormentarsi e sognare nelle sue sedute di meditazione, ma ormai era già la terza volta che gli succedeva negli ultimi giorni.
Aveva bisogno di parlarne con qualcuno. Doveva andare da Gohan.

Come al solito il ragazzino se ne stava nella sua stanza, lo sguardo perso nel ritaglio di cielo rinchiuso nella finestra davanti a se ed un quaderno di matematica abbandonato sotto di sè.
I suoi occhi, spenti e annoiati, ebbero improvvisamente un lampo di luce e subito le sue mani guizzarono verso la maniglia della finestra: -Signor Piccolo!-
Un sorriso quasi malinconico affiorò sul volto del namecciano mentre la sua mano carezzava dolcemente la testa del fanciullo.
-Come stai Piccolo?-
Quel ragazzino rappresentava qualcosa di più che un semplice allievo, era ormai da tempo il suo unico amico, un vero e proprio confidente. Certo, non che Piccolo avesse poi niente di che da confidare, ma per lui era sufficiente la consapevolezza di avere qualcuno che, in caso di bisogno, ci fosse stato.
E, come volevasi dimostrare in quel momento, Gohan era lì.
-Io ho.. ho bisogno di parlarti.-
Sgattaiolando come uno scolaretto che marina la scuola, il ragazzo uscì dalla finestra avendo cura di richiuderla delicatamente dietro di sè: insieme i due percorsero volando qualche chilometro verso la vicina foresta, in una delle radure della quale infine discesero senza far rumore. Gohan si sistemò al suo solito su quel tronco disteso che così tante volte lo aveva accolto, mentre il suo amico si sistemava comodo sul prato vicino a lui.
L'espressione del namecciano era visibilmente turbata, e Gohan decise di evitare discorsi inutili ed andare subito al punto.
-E' successo qualcosa?-
Piccolo non lo guardava in faccia, si sentiva a disagio a dover chiedere aiuto al suo allievo, ma non poteva di certo fare altro, in quel momento.
-Mi è capitato, per ben tre volte, di sognare durante la mia meditazione quotidiana.-
-Uhm, non sapevo che fosse possibile. Non sapevo neppure che voi namecciani dormiste, a dirla tutta..-
-Beh si dormiamo, anche se ne abbiamo bisogno meno di voi umani. E comunque non c'entra il dormire, questi sogni sono avvenuti.. in momenti in cui solitamente, sebbene assorto o concentrato, sono pienamente sveglio, e sembravano molto più concreti di semplici sogni, come se fossero delle visioni, o qualcosa del genere.-
-E cosa succede in questi sogni, te li ricordi?-

Il namecciano allargò le braccia in segno di smarrimento, fissando intensamente il ragazzino negli occhi: -Mi succede una cosa assurda! sono in un luogo molto simile alla stanza dello spirito e del tempo, senza vestiti, e assieme a me c'è solo una bambina umana: ha i capelli bianchissimi, la pelle chiara, sembra abbastanza piccola.. io provo a parlarle, a chiederle chi è, e le prime volte se ne stava in silenzio, dandomi le spalle. Solo che..- Si interruppe, ricomponendosi: incrociò nuovamente le braccia sul petto, ma ancora i suoi occhi rimasero fissi in quelli del ragazzo. -.. oggi l'ho sognata di nuovo, e stavolta si è voltata verso di me, e mi ha detto che doveva andare, ma che presto ci saremmo incontrati. Ti giuro, non so più cosa pensare, non mi è mai capitata una cosa così.. strana.-
Gohan rimase in silenzio per qualche minuto, ricambiando accigliato in un espressione contemplativa lo sguardo dell'amico.
Il suo viso si era fatto più adulto, e i lineamenti avevano un pò abbandonato quei tratti rotondi e fanciulleschi del passato: aveva dovuto sopportare molto nell'ultimo periodo, dall'intenso scontro contro Cell, alla morte del padre.. si vedeva che era scresciuto.
-In effetti, è una faccenda strana. Mi pare strano si tratti solo di semplici visioni o allucinazioni, ma non posso neanche azzardarmi a pensare a qualcosa di più, come un qualche strano sogno premonitore, o robe simili. Non saprei, forse dovresti parlarne con qualcuno di più esperto di me, magari col Genio, o..-
-No, scordatelo.-
La risposta di Piccolo fu talmente categorica da far rettificare immediatamente il ragazzino, divertito dalla reazione dell'amico all'idea di parlare di queste cose con l'arzillo vecchietto. -..oppure a Balzar, o a Re Kaioh.. Non posso consigliarti niente di meglio che, magari aspettare che la cosa si veridichi di nuovo, e cercare di interagire maggiormente con questa bambina.. non saprei proprio.-
I due si abbandonarono ad un sospiro ed una scrollata di spalle, e la conversazione si spostò su argomenti più frivoli, tentando di lasciar scorrere via dalla mente quella preoccupazione..


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In un luogo molto, molto lontano da quella piccola radura, quattro strani esseri parlottavano tra loro sottovoce: se ne stavano in piedi formando un piccolo cerchio attorno ad una sfera di cristallo che, silenziosa, galleggiava nell'aria riproducendo immagini vivide e luminose del mondo terrestre.
-Cosa possiamo fare? Ormai è chiaro che di tempo ne abbiamo poco.. Si sono già verificati dei segnali!-
-So bene che siamo agli sgoccioli, ma non possiamo ancora fare niente. Nessuno dei due è pronto, non possiamo affrettare i tempi.-
-Si, ma non possiamo neanche far passare il momento! Sai bene che se perdiamo questa occasione, la cosa si ripeterà tra non meno di mille anni. E poi è la prima volta dall'inizio dei tempi che la sorte ha fatto in modo che i due soggetti si trovino non solo in galassie vicine, ma addirittura sullo stesso pianeta! Io dico di fare qualcosa.-
-...-
-Re Kaioh del nord, tu cosa hai da dire? In fondo la Terra è sotto la tua giurisdizione.-

L'anziano se ne stava in silenzio, osservando con aria crucciata la sfera sospesa in aria davanti a sè. Cadde il silenziio sul quartetto di sovrani, che adesso sembravano attendere la sua presa di posizione.
-Non possiamo decidere noi, dobbiamo chiedere al Grande Re Kaioh. Dobbiamo metterlo al corrente della situazione,  lui saprà come comportarsi.. -

-Ti sbagli Re Kaioh del Nord, anche io sono molto indeciso sul da farsi.-
Una voce squillante ma autoritaria fece trasalire i quattro che, spaventati, si volserò all'unisono verso quella voce: un vecchietto dall'aspetto ancora arzillo se ne stava dietro di loro, cn le braccia conserti dietro la schiena.
Il suo volto tradiva la stessa loro preoccupazione.
-G-grande Re Kaioh! Allora conoscete già la situazione..-
-Certo che si, per chi mi avete preso? E' da quando sono nati quei due che li tengo d'occhio.-
-E quindi? cosa possiamo fare? -

L'anziano re dei re si diresse lentamente verso la sfera di cristallo, facendosi spazio tra gli ingombranti Re Kaioh del Sud e dell'Est.
Alzò le sue mani rugose sul luminoso globo sospeso, e come se fosse stat azionato da un telecomando subito l'oggetto cambiò scena: dalla visuale panoramica del pianeta Terra, l'inquadratura si restrinse prima ad una regione precisa del continente, poi ad una certa macchia verde dentro di essa, ed infine ad una piccola radura immersa nella foresta, quella stessa radura in cui Gohan e Piccolo ancora erano intenti a discorrere. Un grugnito del sovrano accompagnò l'ultima zoomata di quella che sembrava essere una telecamera invisibile, inquadrando nell'intera superficie della sfera il volto adesso rilassato del namecciano.
-Sono preoccupato, anche io sono restio ad accelerare i tempi. Però c'è anche da dire che la saggezza e la maturità del namecciano possono essere utili a compensare il loro incontro prematuro.. Re kaioh del Nord.- Concluse infine il vecchietto, voltandosi serio verso il sovrano del Nord dalla pelle blu e gli scuri occhialetti neri. -Mi affido totalmente alla tua conoscenza dei terrestri e del soggetto: è tuo compito riuscire a trovare al più presto possibile un modo per far avvicinare quei due senza sospetti, e soprattutto senza creare danni. La loro inesperienza e mancanza di preparazione, dobbiamo essere cauti.-
Con un *zipp* ed un breve guizzo di luce il Grande Re Kaioh sparì nel nulla, lasciando dietro di se quattro sovrani dell'universo più angosciati che mai.


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Gli occhi di Piccolo si sgranarono nell'oscurità della notte: stava sudando, e diversamente da come era convinto si fosse sistemato prima di meditare, era disteso sul pavimento lastricato dell'enorme piazzale del palazzo.
Aveva di nuovo fatto quel sogno.
Pensava che fosse finita ormai, era passata più di una settimana dall'ultima volta, ed invece eccola ancora lì, nella sua testa.
Stavolta la storia sembrava essere andata un pò avanti rispetto alla sua ultima apparizione: la bambina aveva interagito con lui, lo aveva addirittura preso per mano sorridendogli, e stavolta il namecciano era riuscito ad osservare bene il suo volto prima che, come al solito, il sogno si dissolvesse nel nulla.
Aveva notato un bel paio di fanciulleschi occhi dall'iride stranamente rosata, le guance pallide avevano rivelato delle lentiggini anch'esse molto chiare, quasi trasparenti, ed un piccolo paio di orecchini a forma di stella adornavano le minuscole orecchie di bambina.

Quella notte però sembrava avere ancora delle sorprese per lui.
Non fece infatti in tempo a ricapitolare i pensieri che subito, come se fosse stata una conseguenza del sogno, la voce scricchiolante ma bonaria di Re Kaioh si fece sentire nella sua testa.
-Piccolo! Sto per convocarti qua al cospetto mio e degli altri re Kaioh, ricomponiti!-
Ancora un pò stordito il namecciano si rimise in piedi, scrollandosi frettolosamente la polvere dalla tunica viola: istantaneamente il suo corpo si smaterializzò dal palazzo del Supremo, finendo in un millesimo di secondo in un luogo totalmente diverso.
Sembrava anch'esso una specie di palazzo, ma il paesaggio familiare che si poteva scorgere dalle enormi firenze faceva intendere che il luogo in cui si trovava era nell'al di là.
Pochi istanti dopo, altri corpi subirono lo stesso viaggio di quello di Piccolo, e in poco tempo un gruppetto di persone si venne a creare attorno a lui: erano infatti appena comparsi Gohan, Vegeta, Crillin e Tenshinhan, e.. Goku!
La sorpresa di tutti fu immensa nel vedere di nuovo il saiyan, , nonostante una punta di amarezza fosse comparsa nei loro animi nel vederlo ancora provvisto di una luminosa e bianca aureola, e Gohan non seppe resistere dal correre a riabbracciare il padre.
-Papà!!-
-Ehi, Gohan! La mamma ti ha di nuovo fatto tagliare i capelli eh?-

Il sorriso di Goku era sempre genuino ed amichevole, e mentre abbracciava il figlio i suoi occhi erano irradiati di un'orgogliosa felicità.
Anche gli altri, compreso Piccolo, andarono a salutare l'amico: solo Vegeta, ancora visibilmente irritato dalla chiamata in piena notte, pareva non essere interessato alla comparsa del defunto rivale, e fu lui il primo a rompere il silenzio verso colui che li aveva così bruscamente convocati.
-SI può sapere cosa diamine vuoi da noi, vecchio?-
Il rumoroso gruppetto alle sue spalle si zittì nel sentire il modo decisamente poco rispettoso con il quel il principe dei Saiyan di era rivolto a Re Kaioh, ma era effettivamente chiaro a tutti che il dubbio suscitato da Vegeta era decisamente lecito.
-Non importa che ti rivolgi a me così, Vegeta. Volevo solo lasciarvi il tempo di salutare Goku, ma adesso passo subito a parlarvi del motivo per il quale siete qui.-
La figura di Re Kaioh si ergeva su una specie di palco in pietra, e dalle sue spalle emersero alla luce anche gli altri tre rappresentanti dell'ordine universale.
-Piccolo, puoi venire qua vicino, per favore?-
La voce acida dell'unica donna presente tra i quattro Kaioh fece rabbrividire il namecciano che, riluttante ed un pò preoccupato fece alcuni passi avanti: camminò fino a poco prima degli scalini in pietra che portavano alla pedana su cui stavano i re, e si fermò.
Automaticamente gli altri presenti gli si fecero dietro, curiosi e preoccupati per l'aria grave che avevano coloro che li avevano richiamati alla loro presenza.
-Molto bene, *CouffCouff*- Re Kaioh del Nord si schiarì la voce, prima di iniziare a parlare. -Vi ho tutti convocati qui per parlarvi di una cosa molto importante. Ci siamo resi conto, puramente per caso, che sul pianeta Terra è nata una creatura molto particolare: è nata come un'essere umano, e anche i suoi ricordi ed il suo aspetto non potrebbero far pensare ad altro che a questo, ma noi sappiamo bene che dietro quella figura apparentemente debole si nasconde uno spirito incredibilmente forte.-
Qualche goccia di sudore aveva iniziato a scendere dalla fronte dell'oratore, che con nonchalance aveva iniziato a tamponarsi la faccia con un fazzoletto scarlatto: i guerrieri erano troppo intenti ad ascoltare le sue parole per notarle, e fortunatamente non emerse alcun dubbio alle loro menti.
-Questo potente spirito, come vi dicevo, è nascosto, celato dentro questo essere umano, ed è molto importante.. ma che dico, di VITALE importanza per il futuro e la sopravvivenza dell'intero universo che esso diventi un elemento nella nostra schiera di guerrieri!-
-Non ti sembra di esagerare un pò. vecchio? -
Quella parola alla fine di ogni frase pronunciata da Vegeta sembrava trafiggere il cuore di re Kaioh come una freccia ogni volta, ma la sua saggezza gli permise di ignorarla e rispondere educatamente.
-Beh forse si, magari ho un pò calcato un pò la mano ma.. abbiamo davvero bisogno che questo spirito vdormiente venga risvegliato, è per il bene di tutti. Questo è l'essere umano in questione..-
Le mani dei quattro Kaioh si alzazrono, facendo comparire dal nulla una grossa sfera sopra le teste dei presenti: una strana nebbia all'interno di essa iniziò a diradarsi, e piano piano una figura iniziò a delinearsi ai loro occhi.
-Non.. non è possibile..- La voce sconcertata del namecciano spezzò il silenzio quando, nella sfera, il viso di quella che sembrava la versione cresciuta della bambina nel suo sogno comparve nitida e luminosa. -Com'è possibile? Questa è.. è la bambina che mi appare in sogno, è.. è identica! Gli stessi capelli, gli stessi occhi! E' solo più grande, ma sono sicuro che è lei!-
IL namecciano era visibilmente agitato, e Re Kaioh dovette aspettare qualche secondo prima che si calmasse per poter inziare nuovamente a parlare.
-Beh vedi Piccolo, il fatto è che il tuo spirito, sebbene non potente come quello di un Saiyan, è di molto più.. diciamo sensibile: ultimamente la forza interna di questa ragazza si è fatta sentire, è lo stesso motivo per il quale anche noi ci siamo accorti di lei, ed è per questo che tu hai fatto quegli strani sogni: semplicemente il suo spirito ha interferito con il tuo, come delle onde, capisci?-
Nonostante la voce di re Kaioh non sembrasse troppo convinta, il namecciano non potè che annuire: era il primo che da due settimana sembrava avergli dato una spiegazione decente, e per adesso gli bastava.
-Bene, adesso che è tutto chiaro vi spiego cosa ci fate voi tutti qui: il vostro compito è quello di proteggere questa ragazza, di vegliare su di lei, di permetterle di crescere spiritualmente e fisicamente per diventare una guerriera al vostro pari. E tu, Piccolo..- Il namecciano sentì un brivido lungo la schiena a sentire il suo nome pronunciato così solennemente, e le parole che seguirono lo lasciarono completamente sconvolto.

-.. tuo sarà il compito principale, il più arduo, quello di addestrarla in prima persona, di tenerla sotto la tua ala protettiva ed insegnarle tutto cio che sai. Tu, sarai il suo maestro.-






  
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