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Autore: UnicaRaptor    16/12/2005    7 recensioni
Draco scrive la sua vita, come il violino suona la sua melodia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Il Violinista*
.:°Compositore Di Vita°:.



Posò leggermente il propio violino nella custodia, sospirando, sfiorandone la fredda e liscia superficie, mentre il suo cuore veniva scosso da un fremito. Prese
lasciugamano che aveva li accanto, asciugandosi la fronte, imperlata di sudore.
Suonare con tanta passione richiedeva uno sforzo notevole, sia mentale che fisico.Ricadde pesantemente sul divano, pregando di non addormentarsi., se lo avesse fatto non avrebbe potuto mangiare.
Guardò l'orologio, segnava le 19.56. Se per le nove voleva mettere qualcosa sotto i denti avrebbe fatto meglio a cominciare a prepararsi la cena, adesso.
Ma la voglia, era poca, davvero molto poca. Era stanco, provato dal violino.Provava da un intero mese lo stesso pezzo, continuando a trovarsi degli errori.
Sentiva che quella melodia non veniva eseguita con la passione adeguata, e se avesse continuato così, per il concerto di Martedì non sarebbe stato pronto.Scosse la testa, sperando che per quel giorno tutto si sarebbe sitemato.
Si rialzò lentamente e si incamminò a piccoli passi verso la cucina, sperando che il forno si accendesse da solo e la tavola si apparecchiasse senza il suo aiuto.


***


Quella mattina Harry Potter si alzò con un gran mal di testa. Aprì i verdi occhi, mettendosi a sedere sul letto, massaggiandosi leggermente le tempie.
Si guardò in torno, cercando di ricordarsi dove diamine fossero andati a finire i suoi vestiti la sera prima, dopo averli scaraventati a terra con violanza, troppo stanco per ripiegarli e posarli sulla sedia.
Con la coda dell'occhio intravide un gufo che volava distratto difronte alla finestra di camera sua. Maleddisse chiunque fosse stato il mittente, per il semplice
motivo che tutti quelli che lo conoscevano dovevano sapere che abitava nel mondo babbano, e non era molto normale che la gente ricevesse i messaggi via gufo.
Andò ad aprire alla povera bestia, ricevendosi una bella beccata sualla mano. Imprecò leggermente, non facendoci neppure caso.Chiuse la finestra distrattamente e si sedette nuovamente sul letto, aprendo con forza la lettera.
Sorrise maliziosamente, una volta che ebbe individuato il mittente, e si diede un nocchino per averlo maledetto.

Salve sfregiato, spero che il gufo non ti abbia morso troppo forte.


Harry alzò gli occhi al cielo in segno di arresa. Sfregiato... Il lupo perde il pelo, ma non di certo il vizio.

Questa lettera, è il mio invito al concerto del 24 Dicembre che si terrà al Teatro del Fringuello, nel quale mi esibirò come solista.
Naturalmente è sottointeso che suonerò il violino.
Quindi, SanPotter, ti pregherei di non mancare. Rimmarei molto deluso, sapendo che il mio rivale numero uno, nonchè mio migliore amico, non fosse presente. Liberati dai tuoi impegni dunque,anche se è la vigilia di un altro noiosissimo Natale, perchè sennò mi riterrei costretto a venire a casa tua a prenderti con la forza.
Con sinceri auguri, in fede


Draco Malfoy.



Harry si ritrovò a ridere come uno stupido, cercando di trattenersi, ma invano. Come sempre, come immaginalbile naturalmente, Draco era stato leggermente strafottente e delicatamente bastardo.Ma, dopo svariati anni passati a maledirlo mentalmente, ci si faceva l'abitudine, talmente tanto, da potere arrivare a anticipare ogni singola parola.
Poteva guasi immaginarlo mentre scriveva, intingendo la sua penna d'oca nella china sospirando leggermente, fermandosi di tanto in tanto per vedere se tutto il mondo in torno a lui si fosse fermato o no. Ogni tanto forse si sarà passato una mano tra i capelli biondi, scostandoseli dalla fronte con un tocco leggero della mano. Tocco leggero della mano. Harry rabbrividì, anche se si era imposto di non farlo. Lo sfiorò leggermente con la mano destra, accarezzandogli accuratamente le labbra con l'indice. Si sdraiò sul letto. Una fitta al cuore lo colpì in pieno, facendogli mancare il respiro per qualche istante. Chise gli occhi, cercando di farsi passare quel dannato mal di testa, pregando che le immagini che si stavano velocemente formando nella sua mente scomparissero.
Riaprì gli occhi di scatto, osservando bene l'orologio. Le 9.25. In mezzora avrebbe dovuto lavarsi, vestirsi, fare colazione, smaterializzarsi e andare a lavoro al Ministero. Un impresa impossibile...? No, non se rinunciava alla colazione.

***



-Papà, cosa è quello?-. Il bambino spalancò i glaciali occhi azzurri e indicò un oggetto, al dilà del vetro del negozio.
-Quello Draco? Quello è un violino. Ti piace?-. Disse l'uomo mentre gli scompigliava i capelli con fare paterno.
-Oh si! Ma si suona?-. Lucius storse il naso, cercando di sembrare il più serio possibile.
-No Dray...Si mangia!-.
Draco lo guardò male, facendo una smorfia. -Non è vero! Si suona!-. Disse mettendo il broncio.
-Si, è vero, si suona. Ti piacerebbe averlo per te e riuscire a farlo suonare come si deve Draco?-.
Il bimbo sorrisse, con gli occhi che gli luccicavano. -SI!-. Strillò acutamente.
Malfoy senor annuì compiaciuto e divertito. -Va bene, allora per il tuo quinto compleanno te ne regalerò uno. Ma mi devi fare una promessa: eccellere nel suonarlo-.
Draco ci pensò un pò su. Non sapeva bene cosa volesse dire eccellere, ma immaginasse che fosse un modo per dire di suonarlo bene.
Annuì energicamente, mentre Lucius lo prendeva per mano, allontantanandosi dal vecchio negozio di musica.


***


Ora mai Draco Malfoy non era più un bambino di quasi cinque anni, che si aspettava di vedere un Unicorno dietro l'angolo.
Era cresciuto, e lo aveva fatto da solo. Era diventato un uomo di 23 anni, con una grande passione per gli scherzi, il cioccolato, il Quidditch...e tante altre cose.
Ma, in cima alla sua lista, c'èra il violino. Quel magnifico strumento che aveva tanto desiderato, e che rispettava come se fosse una persona. A pari merito con quello strumento però c'èra qualcuno. Non era certo difficile immaginarsi chi, ma di certo non era semplice accettarlo.
Sorrise a se stesso, mentre si versava del vino rosso in un calice, e ne assaporava l'aroma.
Era il 23 Dicembre, e tra meno di ventiquattro ore sarebbe stato su un palco, applaudito da tutti, osannato soprattuto. Lodato, forse. Ma, mai nessuno avrebbe potuto renderlo felice almeno quanto vedere seduto tra il pubblico SanPotter.
Draco si sedette con fare allegro sul divano. Un bacio, IL BACIO. Sentì le sue morbide labbra sotto le sue, sapevano sangue. Gli passò una mano fra i folti capelli, pregando il Signore di non fare finire quel momento. Scosse la testa, imponendosi di non pensare a quella notte. Era meglio non fare risorgere dalle viscere della mente quei ricordi lontani, lontani e forse pure pure piantati in aria.
Tirò su con il naso. I primi cenni dell'influenza invernale cominciavano a farsi vivi. Ma, avrebbe solo dovuto reggere per un'altro giorno...magari due, ma poi avrebbe chiuso il mondo fuori dal portone di casa sua, passando tutte le vacanze di Natale a letto, bevendo cioccolata calda.
Cissà come sarebbe stata la sua vita se non si fosse contrapposto al volere di suo padre. No, forse era meglio non pensarci...Non voleva angosciarsi per cose ormai passate.
Adesso doveva viversi il futuro. E lo avrebbe fatto, che il mondo lo volesse o meno.

***

Benvenuti al concerto di Natale, organizzato dalla scuola di mucica più prestigiosa del mondo: M&M
Questa sera, siamo onorati di avere tra i nostri ospiti di eccezzione Draco Malfoy, uno dei migliori ex studenti di violino della scuola.
Preghiamo i gentili spettatori di sedersi alle proprie postazioni, aspettando l'inizio del concerto.
Buon ascolto,il direttore d'orchesta

Alexis Amstrong



-E questo che diamine è?-. Hermione sbuffò spazientita e gli tolse di mano il volantino.
-Secondo te Ronald?-. Il rosso scosse la testa facendo una smorfia.
I due entrarono nella grande sala a passo lento, osservando bene l'ambiente. Caldo, confortevole, rosso, allegro. Hermione cercò con lo sguardo Harry, e lo vide seduto in seconda fila, mentre parlava animatamente con Pansy Parkinson, mentre Zabini gli faceva le linguaccie da dietro.
-Ma tu guarda...Si comporta come un bambino-. Sospirò Ronald, mentre Hermione lo fissava domandandosi cosa fosse lui allora.
Non appena Harry li vide sorrise, facendo loro l'occhiolino. -Siete venuti allora-.
-Ma certo che si! Non mi volevo di certo perdere Draco che suona!-.
Ron roteò gli occhi. -No...E chi ci pensa...-. Hermione lo fulminò con lo sguardo.
Mentre Blaise stava per dire qualcosa le luci in sala si spensero, e tra il battito di mani euforico della gente, e i sorrisi nervosi del direttore d'orchestra, il sipario si alzò, facendo intravedere nell'oscurità un tavolino di vetro con sopra un violino, contronato da dei petali di rose rosse e bianche.
Harry sorrise, finalmente lo avrebbe nuovamente sentito suonare.
Si udirono dei passi leggeri, e dal lato sinistro del palco comparve un ragazzo alto e biondo. Finalmente Draco Malfoy aveva fatto il suo ingresso.
Indossava una camicia bianca sotto una giacca nera. Pantaloni di velluto sempre neri e stivali scuri. Persino il nastro che legava i suoi biondi capelli era nero.
Harry fu propio colpito dai suoi capelli infatti. Gli erano cresciuti molto dall'ultima volta che si erano visti. Splendevano lucenti come sempre (o era l'aria natalizia forse?). Ma, nonostante dei cuffi gli cadessero sulla fronte, poteva scorgere i suoi occhi glaciali velati di malinconia.
Draco lo fissò per un istante, sorridendo per l'effetto che ancora tutt'oggi riusciva a provocare a Harry.
Si sistemò un panno color crema sulla spalla sinistra, prendendo il violino con delicatezza, iniziò a pizzicarlo con la stecca. Finse un colpo di tosse e guardò Alexis che annuì con la testa. Le mani avevano smesso di battere e nella stanza si potevano udire solo i respiri eccitati della gente e i battiti accelerrati dei cuori.Alexis alzò la bacchetta e poi giù!
Draco iniziò a suonare, facendo muovere la sua testa energicamente, a tempo di musica, mentre tutta la gente pendeva dalle sue note.I ciuffi biondi cominciavano ad inumidirsi di sudore, mentre il ragazzo osservava lo spartito con aria di sfida, cercando di sembrare il più calmo possibile. Ogni tanto lanciava qualche sguardo in direzione del pubblico, per guardare se veniva ascoltato o no.
Non appena la fine del brano fu vicina staccò gli occhi dallo spartito e li puntò su Harry, che era immobile, incapace di interrompere quel gioco malizioso, fatto di sguardi.
Draco lo guardava, e una volta che ebbe finito il brano aprì le braccia e si inchinò a pubblico, sorridendo compiaciuto: il brano era riuscito con la giusta dose di passione.
Il sipario si chiuse, mentre la gente batteva le mani con gli occhi che luccicavano di felicità. Era incredibile l'effetto che poteva provocare uno strumento se suonato bene, ma soprattuto se compreso: il violinista era frustrato, ma il violino trasmetteva allegria natalizia.
Harry si alzò, avviandosi verso le quinte in fretta. Non gli interessavano le esibizioni degli altri, era andato lì solo per Draco, solo per elemosinare ancora un'altra emozione, solo per sentirlo ancora in se.
Sapeva dove erano i camerini e non ci mise molto a raggiungerli, ma una volta difronte alla porta di Draco si domandò se stesse facendo la cosa giusta. Si disse di si, infondo era stato lui ad invitarlo, o no?
Bussò alla porta, dando un paio di colpetti veloci con le nocche della mano destra. Dall'altra parte si sentirono dei passi e la porta si aprì, facendo intravedere un Draco Malfoy senza giacca e con i primi bottoni della camicia sbottonati.
-Aloa sfregiato. Entra pure-.
Harry scosse la testa ed entrò all'interno della stanza, meravigliandosi nel vedere che era stata arredata davvero molto bene, nonostante le piccole dimenzioni...Ma in fondo era sempre stato il buon gusto di Draco ad avere la meglio su gli squallori comuni.
Si sedette su una poltrona posizionata accanto alla parete opposta a quella della porta. Draco chiuse quest'ultima a chiave e si voltò verso di lui con aria stanca.
-Piaciuto?-. Domandò sedendosi a gambe accavallate sulla sedia accanto alla porta. Adesso stavano dalla parte opposta della stanza.
-Bello, come sempre. Sei tu che non hai un bell'aspetto Draco...ti sei reso conto che hai le occhiaie enormi e ti si chiudono gli occhi?-.
Il biondo sbuffò. -Il violino mi ha tenuto sveglio, ma mi riprenderò stai tranquillo. Domani si dorme-.
-Ma è Natale! Non hai niente di meglio da fare che startene tutto la giornata a dormire... e bere cioccolata calda?-.
Draco sbarrò gli occhi. Come diamine faceva a saperlo lui che avrebbe bevuto cioccolata calda?! -Io non bevo la cioccolata!-. Ribattè strizzito.
-Oh si che lo fai invece...me le ricordo le tue abitudini, anche se sono passati diversi anni-. Le ultime parole le sussurrò, come se si fosse pentito solo di averle pensate.
-E' già passato tanto?-. Draco trovò il coraggio di domandarlo, mentre fissava il pavimento.
-Si Dray...Quattro anni, quasi cinque ormai-. Harry si alzò e si avvicinò al biondo. -Perchè domani non vieni a casa mia a festeggiare?-.
Draco scosse la testa. -Non voglio stare in mezzo ai tuoi adorbili amici-.
Harry rise mentre si sedeva a gambe incrociate per terra, accanto all'amico. -Non c'è nessuno...Solo io e i miei ricordi domani-.
Draco lo guadò, e per una frazione di secondo potè giurare di avere visto Harry con gli occhi lucidi. Si domandò perchè il salvatore del mondo aveva deciso di passare il Natale da solo. -Perchè?-.
-Non voglio fare il terzo incomodo a nessuna delle due coppie. Preferisco starmene da solo.-.
Draco annuì. -Si, ok, facciamo il Club dei poveri disgraziati che non possono condividere con nessuno la gioia del fare la lavatrice in due!-. Disse ridendo.
Harry lo colpì leggermente su una gamba. -Ma vai a ....-. Non finì la frase che Draco gli era addosso, immobillizandogli le mani.
Draco si inginocchiò di fronte a lui, tenendogli le mani e avvicinandosi al suo volto con il proprio. Guardò i verdi occhi del moro, prima di chiudere i suoi e baciarlo delicatamente, mentre gli lasciva stare le mani. Harry rispose al bacio abbracciando Draco, e anche se la posizione era un tantino scomoda, nessuno aveva la benchè minima voglia di interrompere quel contatto fisico.
Alla fine, per evitare di battere il primato di apnea, Draco dovette staccarsi per riprendere fiato.
-Pazzo-. Disse Harry passandogli una mano tra i capelli. -Sei un pazzo Draco Malfoy-.
L'altro lo baciò all'angolo della bocca, accarezzandogli la guancia. -Si si, lo sono amore, e ne vado fiero-.
Harry catturò le labbra del violinista, mordendole avidamente. Draco, tutto sommato, non chiedeva niente di meglio, che giocare con il propio carnefice.

***



Voldemort era morto solo da una settimana, e ancora nessuno si era abituato all'idea di potere vivere in pace.
Harry era steso sul lettino del SanMungo e osservava il vetro della finestra, che rifletteva la propia immagine.
-No Draco, non posso restare, non posso viverci. Posso venirci ogni tanto per lavoro, ma non respirare la stessa aria tutti i giorni-.
Draco era seduto su una sedia, posta accanto al letto. -Perciò te ne vai!-.
-Non m ne vado definitivamente. Vivrò nella Londra babbana, tutto qui.Ma mi sarà impossibile evitare di venire qui, io lavoro al Ministero!-.
Draco scosse la testa. -Fai come vuoi...Vuol dire che mi sono solo sognato di essere amato!-.
-Non dire così Dray, è solo che odio vivere in un mondo dove tutto deve ricominciare da capo. Non ho voglia di vedere una nuova catastrove incombere sul mondo della magia-.
-Ma di cosa parli!? Lui è morto!-.
-Lui si, ma ne verranno tanti altri, prima o poi-.


***


Draco scalciò via le coperte e mugulò qualcosa di davvero poco raffinato.
Si voltò per vedere se steso accanto a lui c'èra ancora quello stamaledetto di SanPotter. E c'èra. Sorrise ebetamente e gli baciò la spalla, mordendogliela un pochetto. -Harry...-. Sussurrò. -Harry sono le 11.00 del 25 Dicembre e noi siamo ancora a letto!-. Disse in tono di finta preoccupazione.
-Mmm...-. Rispose l'altro.
Mmm? -NON MMM!!!! Ma ciao Draco buon giorno ti amo tanto!!!-. Urlò pizzicandogli un capezzolo.
Harry aprì un occhio, e dopo anche l'altro, mostrando le sue bellissime iridi verdi speranza. Baciò Draco a fior di labbra. -Ciao Draco, buon giorno. Lo sai che ti amo tanto?-.
Draco alzò un ciglio e con aria filosofica fece finta di pensarci. -Forse-. Disse mentre posava la testa sopra il petto del moro.
-Forse? Come sarebbe a dire forse?-.
Draco sorrise. -Tu mi ami?-.
Harry lo strinse a se. -Certo, anche se sei un grandissimo bastardo. Si può dire vero?-.
Il biondo sospirò. -Te ne andrai anche stavolta?-. Aveva iniziato a giocare con l'ombellico del ragazzo.
-Vuoi che me ne vada?-.
-No. Resta con me-.
-Solo per Natale?-.
Draco si alzò e lo baciò senza preavviso. -Sempre Harry, sempre-.
Il moro sorrise e gli poggiò la fronte sulla spalla. -Ho paura di rivivere un incubo...-. Draco lo strinse forte a se, come se lo volesse proteggere.
-No Harry, è finita. Davvero amore, non c'è più nessuno che ti farà del male-. Draco piangeva. Versava lacrime salate.
Harry alzò il capo e lo fissò, prendendo con l'indice della sua mano sinistra una lacrima. -Non piangere per qualcosa che non vale-.
-Ma tu vali Harry, vali per me!-. Draco lo strinse ancora più forte, sussurrandogli all'orecchio che lo amava.
Harry deglutì. -Draco-. Sussurò.Il biondo lo gurdò intensamente negli occhi. -Resto solo se fai un paio di cose-.
Il violinista aveva gli occhi sgranati, fissi sull'altro. -Cosa???-.
-Uno: devi insegnarmi a suonar il violino. Due: vai a far la cioccolata calda. Tre: oggi il Natale lo passiamo come cavolo va a noi. Quattro: domani mi aiuti a traslocare la mia roba qui da te-.
-Io non posso aiutarti a traslocare! Mi rovinerei le mani!-. Disse Draco in preda a un attacco di euforia.
-Va bene, vuol dire che..-.
-...Che pagherò dei traslocatori per farlo al posto mio. Ok?-.
Harry gli accarezzò una guancia, divertito. -Promesso?-.
-Promesso-. Rispose l'altro, mentre riscriveva mentalmente lo spartito della sua vita.


***


"E poi che è successo???" Chiese la bambina al bimbo dalle iridi glaciali.
"Molly non puoi pretendere che tutte le favole abbiano una fine!"
La piccola dai capelli rossi mise il broncio. "Se non me lo dici chiedo a mio fratello di togliere punti a Serpeverde!".
"Ma non può!" Protestò l'altro.
"Si che può. E' prefetto!"
James sbuffò. "E va bene...Poi vissero felici e contenti!"
Molly lo guardò storto. "Non è vero!"
"Si che lo è! Hanno persino avuto un bambino!"
"E chi è?"
James sorrise con aria furba. "Io, naturalmente" E, passandosi una mano fra i disordinati capelli mori, si incamminò verso la sala comune di Serpeverde a prendere le valige.
Tra poco le carrozze che riportavano i ragazzi a casa per le vacanze Natalizie sarebbero arrivate, e lui non voleva di certo fare tardi.
A casa l'aspettava la cioccolata calda di Draco e le partite alla Play con Harry. Non se le sarebbe dicerto perso per nulla al mondo, e non avrebbe cambiato mai con nessuno, i suoi due papà.


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