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Autore: Viki_chan    07/01/2011    5 recensioni
Dopo l'attacco di Voldemort a Godric's Hollow, Harry non è più così sicuro di se stesso e delle sue capacità. Riuscirà Hermione a mantenere un po' di serenità nella tenda e a convincerlo di non essere solo?
La mia prima Fanfction è una One-shoot molto tenera che racchiude un po' quello che per me sono Harry ed Hermione.
La storia è raccontata dal punto di vista di Hermione.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Un paio di giorni dopo il terribile incontro ravvicinato con Voldemort a Godric’s Hollow, Harry e Hermione stavano trascorrendo uno dei soliti pomeriggi in silenzio, seduti su due poltrone vicine.
Lei sfogliava svogliatamente “Vita e menzogne di Albus Silente”, più per fare qualcosa che per vero interesse. Di tanto in tanto lanciava un’occhiata furtiva al compagno di viaggio, intento a guardare l’album di foto dei suoi genitori.
“Hermione?” la chiamò riportandola alla realtà. “Stavo pensando a mia madre e mi chiedevo se…” si interruppe e una ruga gli solcò la fronte.
“Se?” chiese lei dopo qualche minuto di silenzio. Le sembrava che Harry stesse cercando le parole giuste per provocare il minimo dei danni, premura che voleva dire l’introduzione di un argomento spiacevole: Ron, la bacchetta spezzata o l’ennesimo tentativo proseguire il viaggio da solo?
“Se Tu-sai-chi ci trovasse e io sacrificassi la mia vita per te, tu saresti protetta? Funzionerebbe?” disse senza guardarla negli occhi, concentrandosi su uno dei tanti buchi del vecchio tappeto della tenda.
“Oh, Harry.” Furono le uniche parole che vennero in mente. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, cercando di chiarirsi le idee. “Harry tu eri solo un bambino, e tua madre… Era amore Harry. Io non credo che funzioni…”. Sentiva le lacrime riaffiorare di nuovo, guardava l’amico e rivedeva il bambino magro e pallido che si arrampicava sull’espresso per Hogwarts sette anni prima, si sentiva in dovere di proteggerlo dalla realtà.
“Ma io ti amo, certo non in quel senso… come.. come una sorella. Potrebbe funzionare, si. Forse i mangiamorte ti troverebbero comunque, ma avresti tempo di scappare. No?” Harry sembrava convinto di quello che diceva, gli occhi verdi erano brillanti e decisi.
“Questa è follia, l’amore è una magia antica, incontrollabile. Ti rendi conto di quanti maghi e streghe sono morti? Non pensi che tra di loro ci fossero anche dei veri fratelli di sangue? Delle madri e dei figli? Harry, non puoi parlare sul serio.”.
“Dovesse succede comunque sapresti cosa fare vero? Se tu riuscissi a far rimbalzare la maledizione?” le chiese lui, che diede prova di non aver ascoltato le parole accorate dell’amica.
Hermione fu travolta da emozioni contrastanti: la voglia di strozzarlo e quella di abbracciarlo, la rabbia per non essere stata ascoltata e la consolazione di quell’affetto così vero e palpabile che le sembrava di vederlo aleggiare nell’aria come una soffice nuvola.
“Si, lo saprei. Punto numero uno” chiuse il libro che aveva in mano e lo appoggiò su un bracciolo della poltrona “distruggere ciò che rimane di Tu-sai-chi. Punto numero due:”si alzò e si mise una coperta intorno alle spalle “Distruggere gli Horcrux prima che qualcuno possa essere posseduto da quei pezzi di anima. Punto numero tre:” si avvicino a Harry e passò l’indice sulla sua saetta “ammirerei la mia nuova cicatrice.” Concluse con un sorriso amaro. “Vado a fare il the, vedi di evitare di fare altre strane teorie suicide.”
Si lasciò alle spalle Harry e venne risucchiata di nuovo nel vortice dello sconforto. Sapeva che tutte le protezioni intorno alla tenda avrebbero resistito, Voldemort non li avrebbe trovati facilmente. Ma se non fosse stato così, se fossero morti entrambi in quella foresta?
Mentre metteva il bollitore sul fuoco le si disegnò davanti una lunga parata di Mangiamorte in testa alla quale Voldemort portava come un trofeo il corpo torturato di Harry. Li vedeva farsi spazio tra la folla disperata, rimasta orfana anche del suo ultimo eroe. Tutto sommato, l’idea che il suo corpo di Nata Babbana sarebbe stato abbandonato tra gli alberi, le sembrava drammaticamente confortante. Chissà se Ron si sarebbe rimesso in viaggio per distruggere gli Horcrux? Chissà se avrebbe superato la morte del suo migliore amico, la sua morte?
Si asciugò una lacrima con la manica della felpa e si accorse che non era sola, Harry le stava accanto, osservandola.
“Non ti abbandonerò. Non senza lottare. Nessuno dei due morirà per l’altro. Non servirà.” Disse con voce ferma, da uomo. “Ci siamo lasciati troppe persone alle spalle, troppi rapporti interrotti, troppi conti in sospeso per morire adesso.”.
Si scambiarono uno sguardo, Hermione vide nei suoi occhi di cosa stava parlando. Si immaginò Ron e Ginny alla Tana, davanti ad un piatto caldo, magari stavano ancora ascoltando “Un calderone d’amor bollente.” e anche se quella visione era allettante e calda come un letto appena fatto, si rese conto di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, accanto alla persona che aveva più bisogno di lei, che credeva in lei più di chiunque altro, il suo migliore amico.

   
 
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