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Autore: Kuruccha    07/01/2011    5 recensioni
Quando vorresti essere a casa, e invece sei altrove.
[Katara&Sokka, post-serie]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katara, Sokka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Adesso aprirò questa finestra, e fuori starà nevicando."
Era un bel po' di tempo che continuava a ripeterselo, imperterrita, tutte le mattine: ogni singolo giorno, fin dalla prima volta che aveva indossato una maglia con le maniche lunghe al posto dei soliti vestiti leggeri.
E, ogni sera, si infilava sotto le coperte pensando che il giorno dopo sarebbe sicuramente stato bellissimo perchè di certo, appena sveglia, avrebbe scostato la tenda pesante che nascondeva il paesaggio esterno e scoperto che per terra era tutto bianco.
Ma anche quel giorno, proprio come tutti gli altri, dal cielo non era caduto nemmeno un fiocco di neve.

 - Ehi, tutto bene?
Katara si voltò di scatto, come se non si fosse accorta della presenza del fratello, che ora la fissava con un'espressione tra l'interrogativo e il preoccupato. Non ci mise molto a riprendersi, e cercò di rassicurarlo con uno stentato sorriso.
 - Sì, tranquillo, probabilmente ho dormito male - si giustificò, afferrando una ciocca dei capelli ancora sciolti e annodati, cercando di districarli con le dita.
Sokka, anche se perplesso, decise di lasciar perdere. In quel paio d'anni le cose erano cambiate, era vero; ma era pur certo che i modi di fare della sorella fossero rimasti immutati, e per troppe mattine l'aveva vista ripetere le stesse azioni e imbambolarsi davanti a quella finestra. Ed era quindi più che sicuro che lei gli stesse nascondendo un problema, perchè da quando la conosceva - ovvero da prima ancora che lei fosse nata, a ben pensarci - era sempre stato quello il gesto che faceva quando non voleva parlargli di qualcosa.
Non che fosse successo molte volte, in effetti, ma Katara aveva preso quel tratto dalla loro madre, e quindi l'aveva subito riconosciuto. La mamma faceva sempre così quando Sokka le poneva domande imbarazzanti - come quella volta che aveva chiesto da dove venissero i bambini - o dalla difficile soluzione, tipo come nascesse una stella. Uno dei motivi per cui il ragazzo aveva finito per confondere Katara e la mamma era anche questa loro somiglianza nei comportamenti.
Dalla loro vita precedente, al Polo Sud, ricordava a malapena un paio di episodi in cui era sicuro che fosse stata Katara a fare quel gesto, e tra i due il più degno di essere ricordato era probabilmente quello in cui lei aveva rotto, per errore, il suo primo boomerang. Poi, dall'arrivo di Aang, le cose che lei non aveva mai voluto riferirgli erano cresciute in maniera esponenziale; ma Sokka aveva pensato che un comportamento del genere fosse tutto sommato normale, perchè lui non avrebbe mai voluto doverle parlare di tutto quello che faceva con Suki; e, allo stesso modo, non avrebbe mai voluto estorcerle niente con la forza, come aveva invece fatto quando erano bambini per sapere dove fosse finito il suo boomerang. Ciò non voleva affatto dire che il loro rapporto si fosse raffreddato, anzi: era semplicemente arrivato a un nuovo livello di consapevolezza, in cui non vivevano più in simbiosi tra loro, ma avevano accettato altre persone all'interno del nucleo compatto che un tempo erano stati.
Il suo sguardo vagò all'esterno, perso in questi pensieri. Anche se a Ba Sing Se era ormai inverno inoltrato, il freddo che faceva lì non era nemmeno lontanamente paragonabile alla temperatura a cui loro erano stati abituati per tutta l'infanzia. Anche se tutti gli altri indossavano vestiti pesanti - e anche Katara sembrava essersi amalgamata tra loro - lui, probabilmente, avrebbe potuto andare in giro anche senza casacca, o anche solo con la sua solita maglietta smanicata.
 - Hai freddo? - le domandò, sempre guardando fuori, poggiando i gomiti sul davanzale della finestra e abbandonando il mento sui palmi.
 - No, non molto, a dire la verità - lo rassicurò lei, alzando lo sguardo dalle proprie dita e dal lavoro precisino che stavano svolgendo. - E' freddo?
 - Naaah, non molto, per questo te lo chiedevo - spiegò lui. - Trovavo strane quelle maniche lunghe, tutto qui - concluse, sollevando il labbro inferiore mentre tornava a guardarla, il viso sempre posato sulle mani.
Katara sospirò, rimboccandosele.
 - Certo che è una noia qui, eh? - continuò Sokka, imperterrito. - Non c'è molto da fare...
 - La cosa che mi secca di più di Ba Sing Se è che le stagioni siano così simili - spiegò lei, rompendo finalmente il semi-mutismo dei minuti precedenti. - A parte il fatto che la variazione tra l'una e l'altra è davvero di pochi gradi, il massimo che ci si può aspettare è forse un po' di pioggia.
 - A chi lo dici... - confermò, ricominciando a guardare fuori e vedendo solamente qualche airone-lucertola che attraversava in volo la città. Katara imitò il suo gesto e non potè fare a meno di seguire con gli occhi la traiettoria di quegli strani uccelli.
 - Sai... Mi manca tanto, casa nostra - spiegò Katara, senza guardarlo in viso, ma sentendo chiaramente che lui la stava osservando. - Soprattutto quando dovrebbe far freddo e non è affatto freddo.
I tratti del viso di Sokka si distesero dolcemente.
 - E allora torniamoci, no? - le propose, afferrandole un lembo della gonna.
Katara esitò, distogliendo gli occhi dalla mano che l'aveva sfiorata.
 - Non posso. Non ora che Aang può finalmente avere un po' di pace. E poi ci sono ancora tutte quelle questioni da sistemare. Non posso certo imporgli qualcosa del genere, non per un motivo così stupido, poi - spiegò.
Sokka sorrise, pensando che in fondo era cresciuta davvero. Non perchè lei stesse pensando a qualcun altro prima che a se stessa, visto che in fondo quello l'aveva sempre fatto; ma perchè sua sorella non aveva nemmeno lontanamente considerato che avrebbe potuto essere lui stesso, e non Aang, a portarla via da lì per un po'. Nonostante quella sottile venatura di gelosia che lo colse in un primo momento, pensò che, tutto sommato, era bello sapere che anche lei aveva preso una decisione che potesse darle stabilità, dopo un'intera infanzia passata a rincorrere sia il padre che li aveva abbandonati, sia il fratello e le sue fisse da guerriero. Ed era bello sapere che non aveva intenzione di mollare quell'ancora per niente al mondo, nemmeno per lenire quella dilagante nostalgia.
 - Capisco - concluse, sollevando i gomiti e interrompendo il proprio flusso di pensieri. - Ora sarà meglio trovare qualcosa da fare, allora, o rischiamo di perdere tutta la giornata a deprimerci. In effetti, potrei andare a svegliare Suki - concluse, un sorriso gigante in viso, con un tono ascendente, come fosse preso dall'entusiasmo.
Katara rise piano, ma anche con gli occhi. In tutto quel tempo, Sokka non aveva certo perso la capacità di farla divertire.
 - Però ricorda che, se ti basta una gita fuori porta, io sono sempre qui - la rassicurò, poggiandole una mano sulla spalla. - Potrei addirittura non vedere la mia ragazza per qualche giorno, pur di farti contenta - continuò, come se si stesse vantando di una grande qualità.
Katara lo abbracciò, sussurrando sottovoce un "grazie".
Per la prima volta, quella sera, non pensò alla neve prima di addormentarsi.

E, per la prima mattina dopo tutto quel tempo, aprendo la finestra come al solito, vide cadere davanti a lei dei leggeri fiocchi di neve ritagliati nella carta, sicuramente opera del fratello, e non potè far altro che tentare di afferrarli e poi stringerli tra le mani, colma di felicità.

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7/1/2011
Che dite, troppo pesante? XD
La storia non doveva essere così mattone, in origine, ma Sokka continuava a mettersi in mezzo con i suoi ragionamenti filosofici e così è diventata tutt'altro ._.
Tra l'altro, come noterete dal corsivo, questa fic non è stata scritta sull'ipad ma su un pc con tastiera, che quindi mi permette un html-edit decente XD
L'idea da cui parte questa fic, ovvero la prima frase, è una cosa che io stessa ho pensato tra me e me qualche giorno fa uscendo dalla doccia (e a quanto pare la doccia mi ispira proprio nuove fic su avatar, è già la seconda nata lì O_O). Il collegamento con Katara è stato, ovviamente, immediato, e dato che da cosa nasce cosa, siamo arrivati a questo. Quasi subito ho deciso che il co-protagonista avrebbe dovuto essere Sokka, perchè il loro rapporto le avrebbe permesso di esternare questo genere di cose (che non avrebbe riferito nemmeno ad Aang, sicuramente, perchè poi lui si sarebbe sentito in colpa e via dicendo). Spero non sia troppo sdolcinata O_O, ma nell'anime abbiamo visto di peggio, credo :°D E poi, sono punti di vista, secondo me può essere andata così. ù_ù E poi, Sokka sarà anche un po' uno stupidotto, ma a queste cose fa sempre attenzione ò_ò
Sono sicura che c'era dell'altro che avrei dovuto dire, ma per ora non lo ricordo, quindi va bene così <3
Spero vi sia piaciuta, tornerò con cose più leggere, lo prometto XD
Lasciatemi una recensioneee vipregovipregoviprego ;_; VI PREGO ;_;!
Buona serata a tutti, corro al lavoro :D
Kuruccha
   
 
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