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Autore: ChristineB    08/01/2011    9 recensioni
Lanie mi fissò e mi disse, con gli occhi, di tornare di sopra.
«Alle sette, Javier. Non dimenticarti.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia giornata inizia esattamente così: sveglia alle sei del mattino, doccia veloce, vestiti scelti la sera prima per il giorno dopo e colazione al dodicesimo.
Ogni giorno mi domandavo come fosse possibile che un uomo come me non avesse una donna fissa. Come ero veloce a lasciare le donne che conquistavo.
C'era una sola donna per cui avevo una cotta fissa da parecchi anni, era così vicina che potevo sentirla chiacchierare con Beckett. Si, Lanie Parish.
Lanie Parish non era solo una collega della scientifica ma anche una donna magnifica. Sapeva cucinare, sapeva comandare, sapeva fare di tutto. Anche rapirmi.
Il punto era che non sapevo come dichiararmi, a parte me non lo sapeva nessuno di questa specie di cottarella che mi ero preso da qualche anno.
Anzi era iniziata poco prima l'arrivo di Castle a sconvolgere la vita quotidiana di me, Ryan e Beckett. Dovevo fare qualcosa, per forza. E il cellulare squillò.
Omicidio. Una donna sui trent'anni era stata accoltellata parecchie volte sulla schiena. Una scena un po' macabra ma toccava a Lanie capire l'arma usata. Non poteva certo essere un normale coltello da cucina per tagliare il tacchino del Ringraziamento!
«Beckett potrei andare io da Lanie per una volta?» chiesi appena Lanie fu scomparsa con il furgoncino dell'obitorio «Ci andate sempre te e Castle, stavolta tocca a me. Non scendo da lei da un secolo quasi.»
«Esposito mi nascondi qualcosa?» La detective Beckett era molto attenta ai dettagli e alla mia espressione.
«No, certo che no. Volevo solo invitarla a mangiare una pizza e una birra...» Buona scusa, Javier.
Lei annuì ed io filai via nella mia macchina con Ryan.
Ore dopo al distretto Beckett ricevette la tanto attesa chiamata della dottoressa Parish. Mi fece segno di andare e Ryan rimase alla sua scrivania, incredulo.
Dai , Javier, mancano solo tre piani all'obitorio. Non c'è bisogno che inizi a sudare. Vuoi dirglielo davanti ad una pizza no?
Dovevo riuscirci, riuscire ad invitarla a cena. Fare una dichiarazione in obitorio e baciarla lì, con un cadavere, non era esattamente la mia idea di intimità.
Così arrivato sentii il cuore battere, battere troppo. Forse l'avrebbe sentito.
«Ciao Lanie, stavolta ci sono io qui.»
«Lo vedo, Esposito. Allora la causa della morte è piuttosto ovvia: alcune coltellate sono mortali.» Me le indicò con chiarezza, poi alzò lo sguardo e mi fissò. «L'arma usata è un raro coltello da macellaio, fabbricato in Germania. Dillo a Beckett così farà ricerche...»
La guardai, dovevo dirglielo. Inspirai ed espirai.
«Lanievuoivenireamangiareunapizzaconme?» Troppo veloce.
«Javier non ho capito..»
«Mi chiedevo se volevi venire a mangiare una pizza e una birra da me.»
«Si, va bene. A che ora vengo?»
«Vengo a prenderti io. Mi ricordo esattamente dove abiti.» Primo passo: fare il gentiluomo. Operazione riuscita.
«Ok, allora alle sette?»
La guardai: volevo baciarla, volevo infrangere le regole. Lei era tutto ciò che desideravo.
«Alle sette in punto.» sussurrai per poi prenderle il viso tra le mani e baciarla.
Non oppose resistenza, ce l'avevo fatta. Avevo baciato Lanie ed ero felicissimo che lei non mi avesse tirato uno schiaffo.
Le nostre labbra si cercavano avide, le nostre lingue si rincorrevano. Il mio cellulare squillò.
«Esposito torni o no?» Ryan. Sentiva la mia mancanza.
Lanie mi fissò e mi disse, con gli occhi, di tornare di sopra.
«Alle sette, Javier. Non dimenticarti.»

  
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