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Autore: Suomi    08/01/2011    5 recensioni
Alla fine il mio peggiore incubo si era realizzato. Lui era venuto. Lui avrebbe ucciso chiunque si mettesse nella sua strada e chiunque io amassi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' una oneshote scritta di getto, ambientata in un fututo non ben precisato. Le frasi scritte in corsivo sono quotes del telefilm.


 

 

Elena's pov.

Pioveva a dirotto e la sera era calata su Mystic Falls, correvo a perdifiato inciampando in ogni radice o sasso che trovavo durante il percorso attraverso il bosco, sarei finita faccia a terra almeno una ventina di volte se davanti a me non avessi avuto Stefan a guidarmi e sostenermi. Mi stringeva la mano talmente forte da non sentirmi più le dita, avrei protestato o gli avrei domandato di allentare la presa se non fossi stata nell’angoscia più totale.

Alla fine il mio peggiore incubo si era realizzato. Lui era venuto. Lui avrebbe ucciso chiunque si mettesse nella sua strada e chiunque io amassi.

Inciampai nei miei stessi piedi, stanca e ansimante, Stefan mi afferrò per le braccia prima che toccassi terra. La sua faccia era tirata e preoccupata come mai prima di allora l’avevo vista.

“Vieni” mi disse in un sussurro, cercando di prendermi in braccio.

“Do… dove mi stai portando?” domandai con un filo di voce, divincolandomi dalla sua stretta in un barlume di lucidità o pazzia.

“In un posto sicuro” rispose risoluto con voce ferma.

“Ma…” cercai di chiedere ancora.

“Non è questo il momento, Elena” mi interruppe autoritario Stefan.

“Dov’è Damon?” continuai io guardandomi alle spalle, come se la sua figura potesse apparire da un momento all’alto nell’oscurità del bosco.

Stefan spostò lo sguardo verso il terreno “Lui…” sibilò questo volta con voce quasi tremante “Lui lo sta trattenendo”

“Cosa?!” esclamai sconvolta.

“Elena, devo portarti lontano da qui!” insistette, fissandomi dritto negli occhi “Era l’unica soluzione” aggiunse con filo di voce quasi inudibile.

“Ma… ma noi… non possiamo…” balbettai frenetica “Lui non… non può farcela”

“Ti prego, Elena. Non abbiamo più tempo” mi scongiurò stringendomi il viso tra le mani per fare in modo che la fissassi in volto “Per favore!”

Aprii la bocca per replicare, ma non sapevo cosa dire o cosa fare. Mi ero sempre fidata di Stefan e sapevo che anche in questo caso stava agendo per cercare di tenermi al sicuro, ma sapevo che Damon non poteva nulla contro il demone che era venuto a reclamarmi. Quanto avrebbe resistito? Forse avrebbe potuto distrarlo giusto il tempo di permettere a Stefan di portarmi lontano abbastanza da salvarmi la vita per questa sera, ma cosa ne sarebbe stato di lui?

In un lampo la morte di Elijah mi tornò alla mente. Klaus aveva scoperto del suo tradimento e il loro scontro era durato non più di cinque minuti, finché con una mossa fulminea Klaus non aveva trapassato il suo vecchio subalterno da parte a parte in pieno petto. Avrei urlato e mi sarei fatta scoprire immediatamente dal nascondiglio improvvisato, se ogni muscolo del mio corpo non fosse stato congelato dal più puro terrore.  

Elijah era un vampiro ultracentenario, che non aveva avuto la più remota possibilità di intralciare il creatore di Katherine, cosa avrebbe potuto fare Damon?

Cominciai ad ansimare più forte di prima, Stefan avrebbe potuto sollevarmi di peso e portarmi ovunque avesse voluto con assoluta facilità, ma mi fissava ancora negli occhi in una muta preghiera di seguirlo senza protestare ulteriormente.

“Io non posso!” affermai decisa infine “Io non posso lasciarlo morire a causa mia”

“Elena, noi non possiamo comunque fermare Klaus!” mi spiegò con sguardo supplichevole.

“Lo so” sussurrai, prima di voltarmi e correre più veloce che potevo.

“Non posso permettertelo, Elena” esclamò Stefan, apparendomi davanti e facendomi balzare il cuore in gola dalla spavento “Non posso permettere che Klaus ti prenda”

“E non pensi a Damon?!” gli domandai, sconvolta “Lui è tuo fratello, Stefan! Lo stiamo condannando a morte certa!”

“Credi che io non ci abbia pensato?! Tu pensi davvero che non abbia pensato a qualsiasi altra soluzione?! Che abbia cercato di dissuadere Damon quando ha deciso di affrontare Klaus?!” urlò Stefan in preda alla disperazione “Vorrei fosse possibile trovare un altro modo” continuò calmandosi “Lo vorrei tanto, Elena. Ma io devo proteggerti e devo portarti il più lontano da qui alla svelta che tu lo voglia o no. Io ti amo e non posso permettere ti venga fatto del male”

“Lo so, Stefan” gli dissi con dolcezza, mentre un groppo, dovuto dalla colpa e dalla tristezza, mi si formava in gola. Gli misi le braccia intorno al collo abbracciandolo, mentre Stefan ricambiò la stretta con un sospiro di sollievo.

“Mi dispiace, per tutto” mormorai, stringendo maggiormente il ragazzo.

“Non voglio essere salvata. Non se significa che Klaus ucciderà ogni persona che amo!”

Tirai fuori dalla tasca la siringa che mi era infilata nel giubbotto quel pomeriggio, come eventuale arma di difesa, per quanto sapevo quanto improbabile fosse stato riuscire a usarla. Infilzai Stefan e gli iniettai la verbena che la siringa conteneva. Il vampiro si stacco dall’abbraccio e mi guardò con un misto di stupore e delusione, che mi fece star male ulteriormente.

“Elena… per… perché lo hai fatto?” balbettò mentre il veleno circolava nel suo organismo.

“Mi dispiace, Stefan” dissi ancora, questa volta non trattenendo i singhiozzi del pianto “Non potevo permettertelo”

Lo aiutai ad appoggiarsi a un tronco dell’albero, odiavo vederlo soffrire, ma sapevo che non c’era altro modo, che non mi avrebbe mai permesso di tornare indietro.

“Addio” sussurrai, baciandolo a fior di labbra.

Lo lasciai nel bosco, sapendo che l’effetto della verbena non sarebbe durato allungo e inizia a correre a perdifiato con le lacrime che inondavano il mio viso.


“Dov’è la ragazza, Salvatore?” domandò Klaus con tono gelido.

“Non l’avrai” rispose Damon, stringendo i pugni con forza.

“Tu credi?” affermò il vampiro millenario, mentre un ghigno lontanamente somigliante a un sorriso prendeva posto nel suo viso. In un attimo fu davanti a Damon e lo colpì allo stomaco, facendolo piegare dal dolore.

“Sai quanti anni ho?” gli chiese, girandogli intorno e andandogli alle spalle “Ho quasi dimenticato la mia età e i ricordi di quand’ero umano sono praticamente spariti” disse senza aver atteso una risposta alla sua domanda e sferzando un forte calcio a una gamba dell’altro vampiro, fratturandogli un osso “Il tempo è molto relativo per me, non immagini neanche quanto tempo potrei torturati” continuò, colpendo questa volta l’altra gamba. Damon non riuscì a trattenere un urlo di dolore, ormai poggiato completamente a terra con il busto “Troverò comunque lo doppelganger se non oggi, domani e lo sai. Ma se tu mi dici dov’è potrai risparmiati di soffrire le pene dell’Inferno prima di farti trovare la vera morte” affermò con tranquillità, conficcando a un dolorante Damon, che tentava di sollevarsi con le braccia dal pavimento, il braccio nella schiena e ritraendolo con estrema lentezza, lasciando una voragine nel corpo del vampiro che ricadde di peso a terra, mentre un rivolo di sangue gli usciva dalle labbra. Klaus fece qualche passo in avanti “Fare l’eroe non servirà” gli disse, calpestandogli una spalla come se stesse spegnendo il mozzicone di una sigaretta.

“Non sono un eroe, Elena. Non faccio il bene, non è da me”

“Basta” sussurrò con voce flebile Damon.

Klaus si chinò in ginocchio accanto alla figura stesa sul pavimento “Inizi a ragionare Salvatore” affermò, afferrando per i capelli la testa di Damon per sollevarla leggermente dal pavimento “Dove si trova la doppelganger?” domandò con estrema calma, fissandolo negli occhi.

“Lei è… lei è dove tu, lurido bastardo, non la troverai” affermò con un sorrisetto, che sembrava più una smorfia, sul viso che si trasformò in una maschera di dolore, non appena il vampiro più anziano lo colpì fratturandogli il braccio stesso lungo il pavimento.

“Povero idiota. Ti ucciderò in modo tale, che quello che hai passato negli ultimi minuti ti sembreranno coccole” lo minacciò lasciandogli andare la testa e alzandosi con estrema lentezza.


“Fermo!” esclamai irrompendo nella stanza.

Lo sguardo terrorizzato passò dal vampiro millenario in piedi al centro della stanza alla figura a terra. Non lo riconobbi immediatamente, ma quanto capii che il ragazzo malconcio e sofferente nel pavimento era Damon, mi portai le mani alla bocca, prima di correre verso di lui.

“Damon! Dio mio, come ti ha ridotto” gridai angosciata per le sue condizioni. Ma Klaus mi si parò davanti in un momento, scrutandomi come se stesse osservando una strana creatura.

“La somiglianza è notevole” sussurrò, accarezzandomi una guancia con il dita indice, mentre io non osavo muovermi terrorizzata “Era da tanto che aspettavo questo momento” mormorò.

“Verrò… verrò con te” riuscii a dire alla fine, respirando a fatica “Ma risparmi la vita a Damon” dissi lanciando uno sguardo al vampiro “e a tutti quelli che conosco”

Klaus ghignò “Perché pensi di essere nella situazione di dettare regole, piccola doppelganger?” mi chiese schernendomi.

Il cuore perse un battito, sotto il suo sguardo gelido. Erano gli occhi più spaventosi avessi mai visto, ma erano quasi ipnotici.

“Andiamo” mi ordinò alla fine, oltrepassandomi.

Annuii mentre il mio corpo era attraversato da continui tremori. Mi avvicinai a Damon sperando Klaus non mi fermasse questa volta, lasciandomi il tempo di salutarlo.

Mi inginocchiai con cautela accanto a lui e lo voltai verso di me, poggiandogli la testa sulle mia gambe. Ogni suo spostamento corrispondeva a un suo lamento di dolore, nonostante mi muovessi con più dolcezza possibile.

“Sei una stupida” mi sussurrò Damon, cercando di rimanere sveglio.

“Forse hai ragione” gli risposi “Mi dispiace, per questo” continuai indicando il suo corpo martoriato “E per tutto il resto. Addio, Damon” sussurrai, baciandogli la fronte. Vidi una lacrime scorrere nella sua guancia e questo mi causò un colpo al cuore, solo in un’altra occasione avevo visto questo. Il vampiro chiuse gli occhi esausto, perdendo i sensi.

“Almeno una volta devo dirlo e tu devi solo sentirtelo dire. Ti amo Elena”

“Anch’io ti amo, Damon” sussurrai, mentre una lacrima mi rigava il volto.

 


  
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