Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: nemesics    17/12/2005    19 recensioni
Salve a tutti... da una mente in preda al delirio è nata questa ff. Il povero Ryo è reso inerme di fronte alla verità del suo atroce passato. I Samurai Troopers dovranno ridestare la Vampa ardente, per salvare l’amico dall'oscuro distruttore. nella FF ci sono scene di violenza. Vi raccomando, mandatemi le vostre critiche anche pesanti. accetto tutto.( NO YAOI) Ciao e buona lettura
Genere: Avventura, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1

 

Era una giornata fredda di dicembre, la neve aveva imbiancato tutto il paesaggio e il laghetto vicino alla casa di Nasty, era interamente ricoperto di ghiaccio.

All'interno della casa tutti fremevano per l'avvicinasi del Natale. Nasty sistemava le decorazioni nelle varie stanze, Shu aveva portato un enorme abete che tutti avrebbero decorato più tardi, Shin, Seiji e Touma preparavano le luci da sistemare fuori della casa.

 

"Ma Ryo?", chiese Shu, affacciandosi alla finestra.

Touma che si era arrampicato sul tetto per fissare le luci, disse con voce al quanto seccata: "Mah … non lo so… quel ragazzo è sempre un mistero, dovrebbe essere già arrivato! "

 

Nasty sentendo i discorsi dei quattro amici, guardò pensierosa la neve che cadeva. "Speriamo che non gli sia successo niente."

Seiji guardò il volto preoccupato della giovane donna e disse: "Non ti preoccupare, quel testone arriverà presto, per ora pensiamo alle decorazioni, poi appena arriva Ryo passeremo a addobbare l'albero."

Tutti furono d'accordo con il samurai del Nimbo.

Poi Shu, con la battutina sempre pronta e lo sguardo da lupo famelico, disse: "Nasty non c'è niente da sgranocchiare? Ho una fame che non ci vedo."

La ragazza sobbalzò.

"Oh, no! mi sono dimenticata di fare la spesa?"

Sentendo ciò, Touma assieme a Shin s'incaricarono di recarsi in città per gli approvvigionamenti, rimediando alla sua dimenticanza.

I due ragazzi, presero in prestito la macchina di Seiji.

 La città era frenetica. Le persone, in preda all'esaltazione natalizia affollavano i grandi negozi e le forti musiche, stordivano i viandanti con promesse di pace e amore.

Da un maxi schermo posto sopra un grattacielo, venivano trasmesse le immagini di un combattimento.

 

"Ma, quello è Ryo!", esclamò Shin, mentre lo indicava con un dito tremante.

Rimasero sbigottiti nel vedere in diretta, il combattimento del loro Leader.

I due si guardarono e sfrecciarono nella macchina, spingendo a tavoletta sull'acceleratore per dare una mano al loro amico.

 

Quando arrivarono, videro Ryo intrappolato in una sfera d'energia. I due ragazzi indossarono le armature dell'Etere e del Torrente. Touma, scoccò una freccia contro demone che lo teneva prigioniero.

Shin, gli si scagliò contro con tutta l'energia che possedeva. Il mostro, ridendo di gusto, si dissolse, lasciando il prigioniero cadere violentemente a terra, stordito.

Touma e Shin corsero subito dall'amico, visibilmente provato dal combattimento.

" Ryo, tutto ok ?", chiese Touma.

"Niente di rotto ragazzi, non vi preoccupate, sto benone", disse Ryo, con un ghigno.

Shin lo aiutò ad alzarsi e i tre ragazzi si recarono lentamente all'auto, facendo adagiare Ryo nel sedile posteriore.

Touma e Shin notarono la stanchezza dell'amico.

Il cavaliere del Torrente, infondendosi coraggio, gli chiese: "Ma si può sapere quanti erano? Sei esausto come se avessi combattuto contro un intero esercito!"

 

Ryo sorrise alla domanda, e disse: "Non ci crederete mai ...ma erano solo in due: un soldato e quel demone."

"E' combattendo contro due avversari, ti sei ridotto così?", rispose un perplesso Touma.

Ryo chiuse gli occhi.

" Il soldato non è stato un gran problema ma, quel demone… non lo so, ragazzi, quando mi ha imprigionato in quella sfera mi sono sentito debole come un bambino."

Shin allora intervenne: " Fratellino non ci pesare più. Arrivati a casa, ti fai un bagno caldo e ti rilassi. Il resto si vedrà."

Touma, con un sorriso che gli andava da orecchio ad orecchio, disse: "Senza contare che abbiamo un albero da decorare."

Così dicendo i tre giovani si recarono a casa.

Arrivati a destinazione, Ryo, cercò di dimenticare quella sgradevole sensazione immergendo suo corpo nell'acqua bollente. I suoi pensieri erano diversi. In particolare uno, prendeva il sopravvento nella sua mente. Un ricordo legato ad un Natale di tredici anni prima. Come per soffocare quel ricordo il giovane si diede un pizzicotto, così prese l'asciugamano e indossò dei comodi vestiti.

 

Sceso di sotto, i ragazzi lo guardarono per bene.

 

Shu, mettendosi accanto all'amico, disse: "Ryo, ti ricordavo più alto!", guardandolo in modo provocatorio, "Sarò io che sono fatto più imponente!", aggiunse facendosi una grassa risata, che portò il buon umore nel gruppo.

I ragazzi passarono la serata chiacchierando e giocando: in quel clima natalizio non volevano proprio pensare a quei mostri che avevano attaccato Ryo.

 

Tra uno scherzo e l'altro la notte era subentrata più fredda che mai; i ragazzi decisero di rimandare la decorazione dell'albero alla giornata seguente e ognuno andò a dormire nella propria stanza.

 

Ryo era l'unico ad avere una camera tutta per sé: nella sua giovane vita aveva avuto molti problemi, non aveva mai conosciuto l'amore dei familiari, l'unica famiglia, erano quei cinque ragazzi, ma la troppa unione con loro spesso lo metteva a disaggio, facendolo chiudere come un riccio.

Quella notte passò tranquilla, nella casa non si udiva alcun rumore, tutti dormivano sereni. L' unico ad avere il sonno disturbato era il samurai della Vampa. Ryo, si agitava nel sonno. Il suo incubo tornava puntuale ogni anno nel periodo natalizio, facendo rivivere al giovane uomo, il tragico passato. Nel sogno si vedeva lui a quattro anni, mentre il padre lo abbandonava nella foresta, accusandolo della morte della madre.

Il bambino piangeva e supplicava, ma invano.

 

 La sveglia suonò di colpo. Era mattino.

Ryo, si alzò dal letto e si guardò in torno. Era tutto strano, tutto più grande.

 

"Ma dove mi trovo?" esclamò.

 Il ragazzo, incuriosito scese dal letto e si mise a camminare lungo la stanza.

"Ma che strano!"

 

Uscì fuori e scese le scale con gran fretta, tenendo sollevati i pantaloni troppo lunghi. Arrivati alla seconda rampa, Ryo si ritrovò a terra: aveva urtato qualche cosa, ma che cosa… Aprì gli occhi e trovò dinanzi a sé, una terrorizzata Nasty, che non appena lo vide e superato lo shock iniziale, emise un urlo isterico. Ryo la guardò e scappò a gambe levate, tornando di nuovo nella sua stanza e ficcandosi sotto il letto.

 

Si udirono delle voci e dei passi, lungo il corridoio; Nasty non riusciva a parlare: indicava solo la stanza di Ryo. I ragazzi entrarono infuriati e preoccupati, ma di Ryo neanche l’ombra.

Seiji, Shu, Shin e Touma si guardarono a torno, in cerca dell’amico.

 

Ma dov’è Ryo?”, chiese Shu.

 

In quel momento sentirono uno starnuto provenire da sotto il letto.

Shin fece segno agli amici di tenersi pronti a reagire, ma quando il samurai del Torrente s’inginocchiò per vedere chi si celava sotto il letto, rimase pietrificato e si tirò indietro, accucciandosi fra le gambe di Seiji, con grande stupore di tutti.

 

Shu e Touma decisero di sollevare il letto di forza, mentre il cavaliere del Nimbo si teneva pronto ad attaccare il nemico che aveva terrorizzato Nasty e Shin.

Non appena il nascondiglio del terribile mostro venne rimosso, i samurai rimasero allibiti nel vedere chi si celava sotto il letto. Dopo un attimo di sgomento, tutti in coro gridarono: “Ryooo!”

 

Al quel grido Nasty svenne cadendo a terra e Ryo scoppiò a piangere spaventato.

I quattro ragazzi non riuscirono a dire altro, increduli a quel che vedevano: Ryo, il loro leader, a circa quattro, cinque anni, che piangeva e singhiozzava chiedendo del padre… Ma come era possibile?

Si guardarono e riacquistando la calma, Seiji e Shu soccorsero la povera Nasty, mentre Shin e Touma andarono a tranquillizzare il piccolo Ryo.

 

Dopo qualche ora la situazione si era calmata. Nasty aveva ripreso conoscenza, ma con una terribile emicrania, mentre Ryo, dormiva fra le braccia di Shin che lo guardava con tenerezza.

 

Seiji preoccupato disse: “Ma come cavolo è possibile che Ryo sia tornato bambino?”

“Non so proprio cosa pensare”, disse Touma portandosi le mani alla testa, “Sicuramente il demone con cui si è scontrato ieri, gli avrà fatto qualche sortilegio…Ma ora, in queste condizioni, cosa possiamo fare?”

“ Siamo in un bel guaio”, sostenne Shin, stringendo a se il bambino, “Senza Ryo non possiamo ricorrere all’armatura dell’imperatore splendente.

Seiji si avvicinò a Shin e accarezzò i neri capelli del piccolo, sussurrando preoccupato: “In queste condizioni Ryo sarà in costante pericolo, dobbiamo trovare il modo di riportarlo alla sua forma normale.

 

Nasty si alzò e prese il suo pc, iniziando a fare delle ricerche sulle cause possibili e sui rituali magici, che i demoni potevano aver utilizzato sul loro amico. Touma e Seiji cercarono sui libri, mentre Shin e Shu vegliavano sulla giovane vita che respirava delicatamente.

 

Dopo un paio di ore, due occhi blu intenso si  aprirono pian piano, studiando quello strano luogo e notarono subito il viso sorridente del ragazzo che lo teneva fra le sue braccia. Gli occhioni di Ryo si fecero subito tristi e il piccolo scoppiò di nuovo a piange e urlare come un’ aquila affamata.

Gridava così tanto che i ragazzi, impegnati in altre cose, non poterono evitare di precipitarsi a vedere cosa fosse successo.

 

“Piccolo dai non piangere”, disse Shin, nel vano tentativo di farlo smettere.

 

“Chi siete? Dov’è il mio papa?”, chiese il bambino singhiozzando.

 

I ragazzi si guardarono tra loro. Ryo non solo aveva le sembianze di un bambino, ma era anche tornato indietro nel tempo con la mente, a quando il padre lo aveva abbandonato nella foresta.

 

Seiji, portandosi una mano alla testa, disse disperato: “Siamo proprio in un grande guaio, ragazzi.”

 

Touma che era l’unico del gruppo che sapeva trattare i bambini, prese dalle braccia di Shin il piccolo Ryo, che gemeva.

 “Ciao Ryo, io mi chiamo Touma e sono un amico del tuo papà!”

 

A quelle parole, Ryo cessò improvvisamente di piangere e ascoltò la voce di quel signore dai capelli Blu.

“Il tuo papà, è partito per un lungo viaggio e ci ha chiesto se potevamo tenerti con noi per qualche giorno, in attesa del suo ritorno. Mi ha detto che se ti comporti  bene, ti porterà un bel regalo”.

 

Tutto ad un tratto da quel faccino triste, sbucò un bel sorriso che illuminò il viso dei cinque ragazzi.

Touma era stato costretto a mentire, non poteva dire la verità: Ryo ancora non avrebbe potuto comprendere. Gli altri decisero di assecondare la bugia dell’amico. Sarebbe stato più facile chiedere informazioni ad un bambino sorridente e sicuro dell’amore del padre, che ad un bambino urlante.

 

Touma mise Ryo a terra: era poco più alto di un soldo di cacio.

 

I ragazzi guardarono inteneriti i goffi movimenti del bambino, mentre perlustrava la casa, fino a quando, cercando di sedersi su una sedia, il piccolo perse i pantaloni del pigiama, decisamente troppo grandi, lasciandolo con il culetto scoperto. La risata dei ragazzi fu immediata, pensarono subbio alla faccia che avrebbe fatto il RYO GRANDE nell’avere raccontata quella scena.

 

Nasty, allora, rivolgendosi agli altri ragazzi, disse: “Mi sa che dobbiamo andare a fere compere, Ryo ha bisogno di qualche vestito.

 

Erano tutti d’accordo.

 

Nasty si avvicinò al bambino e gli aggiustò i pantaloni.

“Quanti anni hai Ryo?”

 

Il bambino, fiero di sé, rispose: “ Ho quattro anni e mezzo Signora”

 

Nasty rimase perplessa.

 “Signora ? Signorina, magari! O meglio: chiamami Nasty, per favore”

 

Il bambino sorrise e annuì.

 

Nasty si rivolse a Seiji e a Shin.

“Voi rimanete con Ryo, mentre io con Touma e Shu andiamo a fare spese, ok?”.

 

Le ore passarono velocemente a casa di Nasty.

 

Per fare stare tranquillo Ryo, i ragazzi si cimentarono in diversi giochi, dal cavalluccio al nascondino.

 

Quando Nasty, Shu e Touma rincasarono, trovarono i due samurai stesi per morti sul divano.

 

Touma preoccupato, disse: “Ma che è successo, vi siete dovuti scontrare con qualche nemico?”

“Si”, rispose Seiji tramortito, “Con il nemico più terribile che abbia mai conosciuto: Ryo a quatto anni.”

 

 tre ragazzi sorrisero, Shin, che era legato come un salame disse, con un filo di voce: “Abbiamo giocato con lui tutto il tempo, ma quel bambino ha l’argento vivo addosso, non si stanca minimamente. Ora si è nascosto perchè stiamo giocando agli indiani e io sono un prigioniero…aiutateci!”

Proprio allora, da sotto il tavolo sbucò una testolina nera. Simulando con le dita una pistola, Ryo sparò al povero Shin che dovette var finta di morire, per farlo ridere.

 

Nasty prese il bambino dalla giacca enorme del pigiama e lo sollevò, lo guardò in faccia e disse: “E’ ora di fare un bel bagnetto, piccolo indiano, così poi ci vestiamo e ci mettiamo a tavola.

 

Ryo si dimenò, perché non aveva intenzioni di fare il bagno, ma la presa di Nasty era ben salda. Touma e Shin si dedicarono a preparare il pranzo, mentre Seiji aiutò la ragazza a lavare il piccolo monello. Lo spogliarono del pigiama e lo misero dentro la vasca, ma Ryo, molto seccato, iniziò a schizzare l’acqua da tutte le parti, bagnando i due ragazzi.. Shu, che li aveva seguiti, si era messo in disparte, rideva come un matto.

 

“Brutti cattivi… Non sono un bambino, mi so lavare da solo”, disse Ryo imbronciato.

Seiji divertito disse: “Appena sarai tornato grande ti dovrò raccontare questi piccolo episodi.”

 

Mentre insaponava la schiena del bambino, Nasty, vide una brutta ferita che ancora sanguinava, la fece notare a Seiji e a Shu, che si avvicinò.

“Ryo, ma quando ti sei fatto questa ferita?”, chiese la ragazza.

 

Il piccolo, divenne subito triste e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

“E’ stato papà, ieri, con la cintura!”.

 

I tre ragazzi rimasero a guardarlo stupiti.

“Ryo, per caso ieri hai fatto il monello e papà ti ha punito?”, chiese Seiji.

“No, io sono un bambino bravo…ma papà mi ha detto che ho ucciso la mamma e perciò mi merito queste punizioni!”.

 

Nasty non trattenne le lacrime e abbracciò il piccolo pulcino bagnato, Seiji e Shu, si guardarono con occhi tristi, entrambi avevano sentito il dolore nel racconto del bambino.

 

Così i due ragazzi, nervosi e rattristati, raccontarono tutto a Shin e a Touma.

I quattro samurai iniziarono a capire il comportamento del Ryo di diciassette anni: era ovvio che non sopportava, il contatto fisico, visto che nella sua vita, aveva sempre subito percosse da chi amava, e chi sa cos’altro.

I ragazzi erano intenzionati a scoprire tutto quanto del suo passato, non dimenticando la cosa primaria, cercare di riportare l’amico alla sua vera età: in quelle condizioni sarebbe stata facile preda del male.

 

In cucina, Shin e Touma avevano preparato un vero banchetto, c’era di tutto: pasta, carne, verdure e frutta.

Nasty scese dalle scale con dietro il piccolo Ryo, con in dosso i suoi abiti nuovi e i ragazzi rimasero incantati nel vedere quel bambino, tanto bello e tenero, un vero bambolotto. Ryo rispose agli sguardi dei suoi amici con un bel sorriso.

 

Una volta riuniti si sedettero a tavola. Ryo scostò la sedia e si mise seduto, ma non arrivava al tavolo, suscitando le risate dei ragazzi, così Shin, intenerito, prese due cuscini e mentre Shu teneva il bambino alzato, li posizionò sulla sedia.

Quando Shu, rimise seduto Ryo, lui li ringraziò.

 

Mangiarono e scherzano, e i samurai risero nel vedere le difficoltà di Ryo nel mordere la carne: i suoi denti da latte erano ancora troppo deboli, quindi Nasty decise di tagliarla a pezzetti molto piccoli, in modo da facilitagli la masticazione.

Finito di pranzare, si diressero tutti in salotto dove i ragazzi, stimolati dall’entusiasmo di Ryo, decisero di fare l’albero di natale. Ryo ebbe l’onore di mettere la stella in cima, aiutato da un attento Shu, che lo sollevò come un cucciolo.

 

 

  
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