Esco dalla doccia accaldata.
Indosso solo la canottiera e gli slip.
Senza volerlo poso lo sguardo sul rasoio di mio papà.
No. Non posso farlo. Non ancora.
Mi ero ripromessa che non l’avrei più fatto.
Ho promesso alla mia migliore amiche che non l’avrei fatto più.
La suoneria del cellulare mi riscuote dai miei pensieri.
Un messaggio. Un suo messaggio.
“Amore oggi non posso. Non venire. Sono con la mia ragazza. Ci sentiamo.”
E certo.. lui ha la ragazza.
Io non ce la faccio.
Non ci riesco a stare con un altro che non sia lui.
Aveva promesso.. mi aveva promesso che oggi ci vedevamo.
E invece no.
Vede la sua ragazza.
Bastardo.
Con la coda dell’occhio intravedo il luccichio delle lamette.
Arrendendomi vado nella mia stanza.
Da un cassetto tiro fuori un fazzoletto avvolto intorno alla mia lametta.
La prima con cui mi sono tagliata.
L’unica lametta con cui lo faccio.
E’ ancora ricoperta dal sangue incrostato dell’ultima volta.
Torno in bagno.
Mi guardo allo specchio.
Cos’ho che non va?
Cos’ha lei più di me?
Lui sta con lei.. ma anche con me.
Mi promette sempre che la lascia, ma alla fine non lo fa mai.
Perché?
Perché mi sono cacciata in questa situazione?
Perché lui riesce sempre ad ammaliarmi così?
Come sempre non trovando la risposta tolgo il polsino.
Chiudo gli occhi e affondo la lametta nel polso.
Sento il sangue che sgorga dal mio taglio forse troppo profondo.
Sicuramente più di quanto abbia mai avuto il coraggio di fare.
Forse se ne esce abbastanza smetterò di soffrire una volta per tutte..
Ma la ferita smette di sanguinare dopo non so quanto tempo.
Sciacquo il lavandino e un po’ il polso.
Il mio sguardo incrocia quello della ragazza allo specchio.
Una ragazza coi capelli castani e gli occhi marrone cioccolato di solito vivi, ma sempre spenti in questi momenti.
Con il viso sempre tinto da un lieve rossore che ora è improvvisamente bianco.
Quella ragazza non sono io.
Questa deve essere l’ultima volta.
Prendo la lametta e la butto nel secchio della spazzatura.
Con l’accendino brucio il fazzoletto macchiato di rosso e una sua foto.
Con lui chiuderò.
Ora so di potercela fare.
Ora so di poter stare senza quel ragazzo che fino a pochi minuti fa ritenevo indispensabile per la mia sopravvivenza.
Lo chiamo e gli dico quello che penso.
Lui non se l’aspettava.
Piange il bastardo.
Ma non mi commuove più.
Gli chiudo il telefono in faccia e mi sento liberata di un enorme peso.
Finalmente…
Ora ricomincio a vivere.