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Autore: The Red One    09/01/2011    5 recensioni
"Le vacanze natalizie? Ti fanno respirare un attimo e poi ti mettono la testa dentro l’acqua, di nuovo.
È con questi gioiosi pensieri che mi alzo per ritornare a scuola dopo le vacanze natalizie. Ieri ho riflettuto molto su quello che potrei cambiare in me. Potrei essere più amichevole, ma io lo ero e non mi ha fruttato nulla quindi ho messo su una maschera di menefreghismo che non mi è mai appartenuta.
[...]
Sento bussare alla porta, ma non ho la minima intenzione di aprire. “Isabella so che ci sei…” mormora una voce calda e dolce.
Non so di chi sia così scaccio le lacrime e guardo dallo spioncino. Due occhi dorati mi penetrano da dietro la porta."
Perchè Bella sta piangendo? E conosce Edward? Solo di vista. E allora cosa ci fa lì?
Beh se volete una risposta a queste domande...leggete questa Flash Fic! ^^
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Swan, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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A Black Sunrise

 

 

Le vacanze natalizie? Ti fanno respirare un attimo e poi ti mettono la testa dentro l’acqua, di nuovo.

È con questi gioiosi pensieri che mi alzo per ritornare a scuola dopo le vacanze natalizie. Ieri ho riflettuto molto su quello che potrei cambiare in me. Potrei essere più amichevole, ma io lo ero e non mi ha fruttato nulla quindi ho messo su una maschera di menefreghismo che non mi è mai appartenuta.

 

Abbandono il mio adorato pigiama di flanella, il mio unico capo in quelle vacanze, per mettermi la solita tenuta da scuola. Jeans, maglietta a maniche lunghe e maglioncino.

Scendo mogiamente le scale e faccio colazione silenziosa. Lo sguardo di Charlie, mio padre, è triste per il mio comportamento freddo, ma lui non sa nulla e forse non so nemmeno io perché mi comporto così con lui.

Metto  il giaccone pesante prendo le chiavi del pick up e saluto mio padre con un bacio sulla guancia. La pioggerella fitta e fastidiosa mi batte sul cappuccio e mi fa bagnare, ma ormai mi sono rotta dell’ombrello.

 

Raggiungo la scuola in una manciata di minuti.

Sono in orario e la campanella sta per suonare così da non essere vista da occhi indiscreti durante la mia brevissima permanenza nel parcheggio.

La campanella suona e tutti sbuffano tranne me. Io vorrei piangere perché quel suono stridulo ha annunciato che l’apnea è ricominciata. Sto per essere schiacciata dal macigno della quotidianità e della derisione dei miei compagni.

Tutti pensano che ormai ci sono abituata e non dovrei soffrire, ma non è così.

Ogni volta è come una coltellata al petto e io non posso far altro che gemere dal dolore e continuare finché non saranno troppe le ferite.

Cammino svelta per raggiungere la mia lezione. Sospiro e varco la soglia. Tutti gli occhi puntati di me e tutti i sorrisi deridenti rivolti a me. Come sempre, come ogni santo giorno di quest’inutile vita.

Apro i libri alla pagina richiesta dal professore e passo tutto il giorno così, osservando pagine su pagine, ma mai leggendole.

 

Arriva la pausa pranzo e titubante entro nella mensa, il mio secondo inferno.

Il primo è la palestra, ovviamente.

Respiro profondamente e mi metto in fila per ricevere il mio pasto. “Swan non pensavo di vederti…” mormora Newton ridente. Tutti sghignazzano e io sorrido scuotendo la testa.

Mi vado a sedere nel tavolo più emarginato di tutta la scuola e mangio il mio pranzo in silenzio pensando cose futili. “Swan! Sei invitata assolutamente alla mia festa…” strilla Jessica dall’altra parte della mensa. “…come giullare di corte” sentenzia infine. Io riporto lo sguardo al mio pranzo e lo termino in silenzio. Gli occhi dei Alice ed Edward Cullen sono puntati su di me.

Si diceva che erano strani, ma per me erano solo diversi dagli altri come lo ero io.

Alzo lo sguardo verso Alice che mi sorride speranzosa, ma io sposto lo sguardo su Edward che mi guarda tormentato. Poi distoglie lo sguardo quando Alice gli bisbiglia qualcosa.

Tutta la famiglia Cullen mi guarda allarmata e io sbuffando vado a riporre il vassoio nel cassonetto per poi uscire dalla mensa. Prendo un libro dallo zaino e decido di rileggermi qualcosa di Shakespeare.

Il gruppo dei studenti maschi più popolari varca la soglia e punta lo sguardo verso di me cinque paia di occhi ripugnanti e insignificanti mi scrutano. Quando Newton si avvicina a me e mi tira su il mento con un dito vengo salvata dalla campanella. Per una volta ringrazio mentalmente quel suono stridulo che tanto odiavo e mi dirigo alla lezione successiva e così finì la prima giornata di scuola dopo le vacanze natalizie.

Sulla via di casa notai un ambulanza che svoltava nel mio vialetto. Allarmata accostai velocemente all’inizio del vialetto e scesi senza spegnere il motore.

Charlie è su una barella con il volto pallidissimo e gli occhi chiusi.

“E’ lei Isabella Swan?” chiede un collega di mio padre. “Si sono io…” sussurro con il magone.

“Suo padre ha avuto un infarto…E’ deceduto pochi attimi fa.” Afferma guardandomi. Porto una mano alla bocca e comincio a singhiozzare “No…” borbotto sotto shock. Vado verso mio padre e mi butto sul suo petto. “Papà perché mi hai lasciato proprio adesso…?” sussurro su di lui.

“Signorina vuole venire con noi?” chiede un dottore mai visto. Capelli biondo cenere e sorriso confortante. Nel cartellino c’è scritto che si chiama Dottor Cullen…ecco dove perché quegli occhi mi sembravano famigliari! E se Alice ed Edward sapevano già tutto a mensa? No, impossibile!

“Dopo…fate sole cose indispensabili se non ci sono io!” affermo. Tutti annuiscono e salgono sull’ambulanza insieme a mio padre.

 

Corro in casa e mi accascio sulla porta chiusa. Mi rannicchio su me stessa e comincio a piangere e singhiozzare.

Passo così tutto il giorno a chiedermi il perché.

Perché è successo proprio adesso?

Perché è successo proprio quando io non c’ero?

Potevo salvarlo se io ero lì di questo ne sono certa, ma non c’ero e lui mi ha lasciato al mio destino. Non gli ho detto neanche addio o un ti voglio bene.

 

Sento bussare alla porta, ma non ho la minima intenzione di aprire. “Isabella so che ci sei…” mormora una voce calda e dolce.

Non so di chi sia così scaccio le lacrime e guardo dallo spioncino. Due occhi dorati mi penetrano da dietro la porta.

“Edward…” biascico per convincermi. “Si, sono io…Mi puoi aprire?” mormora appoggiando la fronte sulla porta. “Non so neanche chi sei e ti dovrei aprire?!” chiedo stizzita.

Perché dovrei farlo entrare?

Si sono disperata, ma non mi fido di lui. Emana qualcosa di strano e misterioso. “Voglio solo starti vicino…” sussurra addolcendo il tono della voce.

Starmi vicino…da quanto tempo qualcuno non mi sta vicino? Da molto, moltissimo. Le lacrime iniziano a scivolare di nuovo incandescenti sul mio viso e senza pensarci apro la porta. Edward entra velocemente mi guarda attentamente e mi accoglie tra le sue braccia. Io mi irrigidisco sia per il gesto che per la strana temperatura della sua pelle. Poi sospiro e lo abbraccio fortissimo cominciando a singhiozzare.

Non lo conosco e so che potrebbe essere qualunque cosa, ma adesso non mi interessa… Voglio solo qualcuno che mi stia vicino e che si interessi a me.

Voglio solo, per una volta nella mia vita, che qualcuno si prenda cura di me e non il contrario.

“Mi prenderò cura di te…la famiglia Cullen sarà la tua nuova famiglia. Non ti dovrai più preoccupare di nulla!” afferma Edward accarezzandomi i capelli. “Ma non vi conosco e non mi conoscete! E poi perché ti interessi tanto a me?” chiedo sorpresa e allarmata. “Non lo so perché so solo che per me sei…speciale! Non so perché, ma tengo a te…” afferma anche lui confuso almeno quanto me.

Non dico nulla.

Vado sul divano, mi rannicchio su me stessa ed Edward mi raggiunge stringendomi tra le sue braccia.

E’ come se una nuova vita sta per cominciare, ma non la posso definire una vera e propria vita nuova, ma un alba nera e misteriosa.

 

 

 

Writer's Corner:

Sinceramente non so che dire... Si i Cullen sono vampiri e si ho un brutto rapporto con i miei compagni e con la scuola, un bruttissimo rapporto.

Ho scritto questa One Shot o Flash fic per scaricare un pò di rabbia che la mia mente non riusciva più a sopportare.

Insomma non sono molto socievole e fino a quando Bella non ritorna a casa la mia giornata tipo è così...beh, ma a voi non ve ne frega un cazzo giustamente. xD

Edward prova qualcosa di surreale per Bella...qualcosa di indescrivibile. Le vuole stare accanto nonostante la conosca così poco, ma il suoi istinti lo hanno sempre fatto allontanare fino al giorno in cui Bella è rimasta sola al mondo.

Vorreste un seguito? beh ditemelo e io provvederò.

Beh spero vi sia piaciuto...

Ve ne prego recensite questa flash fic, ne sarei strafelice! ^^

A presto.

The Red One

 

P.S. Quasi dimenticavo! Ho pubblicato un missing moment della famiglia Pattinson e sarei felice se la leggeste...

    Smile
" “Beeeo” biascicò lui sporgendosi ulteriormente e premendo il naso contro il vetro. Anche i miei genitori si girarono quando lo sentirono parlare. Era difficile che lui parlasse, preferiva ascoltare a differenza di molti altri bambini della sua età. Lizzy si girò verso di me e sorrise battendo le mani.
Rob si girò verso tutti noi, fece uno dei suoi sorrisi sghembi e poi si mise a canticchiare una canzone imparata all’asilo premendo le mani sulla faccia di una Lizzy divertita. "
Piccola drabble su un episodio della famiglia pattinson alle prese con un piccolo Rob sull'aereo.
  
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