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Autore: Akihiko    09/01/2011    1 recensioni
Più che semplicemente di genere epico, è di genere epico-cavalleresco.
Una piccola one-shot vista dal pov di uno dei dodici cavalieri della tavola rotonda.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nda:
Allora... il fatto è semplice: è una semplice one-shot venuta fuori di getto(perchè si, in effetti, avevo idea di scrivere tutt'altra cosa u.u).
Non so come sia venuta fuori, a me piaciucchia. E più che altro m'è anche servita per sfogarmi un po'.
Detto questo, non mi ritengo responsabile di possibili errori grammaticali di sorta ù.ù
Buona lettura!









 
“Tra di voi c’è un traditore!”
Tutti, tutti stavamo fissando attentamente il nostro re: eravamo pur sempre i suoi 12 più fedeli cavalieri. Ricordo ancora le facce sorprese dei miei compagni e la mia che si sforzava di mostrare lo stesso sgomento, lo stesso successivo disprezzo. Ci guardavamo bene in faccia alla ricerca di qualunque segno di colpevolezza sul volto di un altro e quel che riuscii a leggere sulle loro mi convinse del tutto della loro falsità, dell’evidente esagerazione della loro reazione.
E, come se non bastasse, erano già tutti pronti ad accusarsi l’un l’altro.

“Merlino è stato chiaro. Non sappiamo ancora chi sia il traditore ma presto lo troveremo. Oh, potete giurarci!”
Il nostro re sbatte il pugno destro sul marmo della tavola rotonda, ma sembra che dallo scontro sia proprio il tavolo a uscirne meno illeso. Lui non sembra provare il minimo dolore, anche se non potrei giurarci, a causa di quel ringhio selvaggio in cui si trasforma la sua solita maschera di freddezza. Con quella criniera che si ritrova al posto dei capelli e la sua forza sovrumana è facile capire perché, da queste parti, lo si chiami anche "Il Re Leone". 





Ma, mi chiedo sempre, di che s’impiccia Merlino? Mai che si decida a rimanersene a badare ai fatti suoi. Umphf. Come se non sapessimo tutti che il solo motivo per cui s’ostina a stare vicino al re leo.. Artù è perché è talmente innamorato di lui da non avere occhi per nessun altro, per nient’altro. E chi è l’unico allocco che ancora non se n’è accorto? Eh già, proprio lui. Lui che è convinto fino in fondo d’aver fatto bene a sposare Ginevra, quella stessa donna che ogni volta che può ne approfitta per mettergli le corna con Lancillotto, quel fesso che s’è fatto fregare per bene da quei suoi due occhioni da cerbiatta contenenti facili promesse.

“La punizione per il colpevole sarà esemplare. Farò in modo che chiunque sia stato si penta di essere nato. Sono stato chiaro?”
Conclude, guardandoci bene in faccia ad uno ad uno e ringhian.. digrignando i denti.
”E ora sparite tutti dalla mia vista!”
Chiaro e conciso come sempre. E nessuno ha intenzione di farselo ripetere due volte, inutile dirlo.
Mai sfidare la poca pazienza del leone arrabbiato.

 

 



“Tutto a posto, amico? Ti vedo un po’ strano, ultimamente.”
Alzo lo sguardo e lo pianto nel suo. So che è preoccupato per me, posso facilmente leggerglielo negli occhi e forse è proprio per questo che distolgo lo sguardo dal suo con una certa fretta. So quel che sta pensando, so che vorrebbe che gli parlassi, ma ci sono cose che non gli dirò mai.
Non è perché non sia un buon amico, è solo che non ci riesco.
Non è perché è lui, o forse si.
E’ che sono io a non poter proprio fare a meno di sorridergli mentire. Non posso fare altro che continuare a rinchiudermi in me stesso, anche se a volte mi piacerebbe davvero trovare uno spazio per lasciarlo entrare.

“E’ per quella faccenda del traditore, vero? Non devi preoccupartene. Sono sicuro che lo troveranno presto.”
Che ingenuo a dare per scontato che io con tutto questo non c’entri. Che ingenuo a credere che io sia davvero quello che mi sforzo di mostrargli, anche se devo ammettere che a volte non so davvero più quale sia la realtà e quale la finzione.

“Lo so.”
E io varrei davvero dirtelo, ma proprio non posso. Vorrei tanto urlarti contro tutta la mia rabbia ogni volta che mi metti di nuovo da parte preso dall’entusiasmo per qualche altro nuovo giocattolo, vorrei davvero spaccarti il muso e avere il coraggio di dirti che t’amo e magari anche poter credere che stavolta no, non sarò qui ad aspettare che torni da me col cuore spezzato un’altra volta. Non dovrò più raccogliere tutti quei piccoli pezzi e sforzarmi disperatamente di rimetterli insieme, non questa volta. Vorrei davvero crederci, ma non sono mai stato poi tanto bravo a mentire a me stesso.

Restiamo in silenzio un altro po’, finchè non gli si avvicina una damigella a sussurrargli qualcosa all’orecchio. Io, io ho già capito tutto e non c’è altro momento in cui avrei voluto essere più ceco.
Lui sembra indeciso e ora guarda me, come se dovessi dirgli io cosa fare. E io mi limito soltanto a dirgli quel che vu7ole sentirsi dire.

“Và da lei, forza.”
Bisbiglio, distrattamente quasi, sforzandomi di sorridere come se davvero fossi felice per quella sua nuova relazione, come se davvero poi non m’importasse che vada via tanto presto. Oh, vi prego, prendete pure la mia spada e uccidetemi ora e nel peggiore dei modi. Lui però non sembra fortunatamente accorgersi di nulla e acconsente con un cenno affermativo del capo e un sorriso felice. “Per oggi ti lascio stare. Ma vedrai che poi non mi scappi!”
Promette, ma mente e lo sappiamo entrambi. E questa consapevolezza fa ogni volta così male.


 



“Tu.. tu.. tu! Io non.. non posso.. non posso crederci!”
Già. Chi mai ci avrebbe creduto? E tu.. non guardarmi così, non ne hai alcun diritto. Non hai alcun diritto di mostrarti sorpreso e deluso e dimmi, ti senti forse tradito? Che sciocco. Io, io si che mi sento morire. Del resto sono io, sono sempre stato io la parte peggiore di noi e tu l’hai sempre saputo: sono sempre stato io il più egoista perché avrei voluto averti sempre accanto a me e meschino e bugiardo perché volevo che tu fossi in grado di strappare via tutte quelle bugie e forte e coraggioso per poterti proteggere da ogni pericolo  e borioso e insensibile e timido e acido e freddo con chiunque non fosse te e così infinitamente solo, illuso di poterti, un giorno, avere tutto per me.

E tu, tu non hai mai avuto problemi a piantarmi l’ennesimo coltello nel cuore perciò perché credi che io avrei dovuto stare attento al tuo? Eppure l’ho fatto: ci sono stato attento. Sono stato attento a che nulla potesse farti troppo male, sono sempre stato lì ogni volta che ne hai avuto bisogno, ma mi rendo conto che a te questo non è mai bastato. Anche ora non esiti a voltarmi le spalle usando come scusa il giuramento di fede fatto al nostro re, quello stesso giuramento che io sarei stato disposto a infrangere se soltanto fosse servito a farti sorridere.

Ma non permetterò che le vostre spade raggiungano la mia armatura: non avrete il mio sangue, non oggi. Non te la darò vinta anche stavolta. Io lo so, sai? Lo so bene che quella luce che brilla in fondo ai tuoi occhi non è null’altro che l’unica prova intatta della tua colpevolezza e dell’assenza di alcun tipo di rimorso. Perché lo so cosa state pensando tutti e mi dispiace davvero dovervi deludere: non sono stato io a tradire. 
  
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