“E’ morta, Severus. Insieme a suo marito, uccisi dal Signore Oscuro. Si è salvato solo il loro piccolo figlioletto, Harry. Non si sa come, si è salvato dall’Anatema che Uccide con una semplice cicatrice, riducendo il Signore Oscuro in fin di vita. È un qualcosa di incredibile!”
Era davvero incredibile, ma Piton non aveva prestato attenzione al racconto del preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Il suo pensiero si era fermato sulle prime tre parole del discorso di Silente.
E’ morta, Severus.
Morta.
La sua Lily…
L’aveva già persa, in realtà, quel giorno di neanche tanti anni fa in cui lei gli aveva annunciato il fidanzamento con quel Potter.
Eppure non aveva mai perso le speranze, era convinto che sarebbe accaduto qualcosa, che lei sarebbe tornata da lui, gli sarebbe corsa fra le braccia come faceva quando erano ragazzi, completamente dimentica di Potter.
Vane illusioni, speranze ingannevoli.
Non facevano altro che incidere su quella ferita che si portava da ormai moltissimi anni.
E ora, nulla sarebbe più potuto succedere.
Lily non avrebbe mai più incrociato gli splendidi occhi verdi con i suoi, non gli avrebbe mai più rivolto quel sorriso timido e dolce, non avrebbe mai più passato una esile mano tra gli ondulati capelli rossi.
Uscì dalla casa isolata nella quale Silente gli aveva dato appuntamento per dargli la terribile notizia.
Noncurante del fatto che il Preside fosse ancora lì, lo lasciò, senza dire una parola.
Aveva bisogno di stare da solo, di pensare.
Pensare a Lei, solo a Lei!
Il suo ricordo lo faceva impazzire, ma allo stesso tempo non voleva separarsene neppure per un istante.
E poi, mentre camminava lungo una strada deserta, alla sola luce di una flebile luna, successe.
Una lacrima gli rigò il viso, le sue labbra si inclinarono in una smorfia di dolore.
Gli occhi appannati, la mani tremanti, il passo vacillante.
Cadde in ginocchio, sull’asfalto freddo della strada.
“LILYYYYYYYYYYYY!!!!” urlò, dando finalmente sfogo al suo enorme dolore
“LILYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!!!” ripeté, la voce incrinata dal pianto che ormai non riusciva più a trattenere.
Reclinò la testa all’indietro, continuando a piangere.
Poi, una mano gli si posò sulla spalla: “C’è ancora qualcosa che possiamo, dobbiamo fare, Severus.”
La voce calda e pacata di Silente lo calmò per un momento.
“Suo figlio. È sopravvissuto, ma non sarà al sicuro dal Signore Oscuro finché questi non sarà definitivamente sconfitto. Bisogna proteggerlo”
“E perché” disse fra i denti Piton, l’animo reso stizzoso dalla grande sofferenza “Perché dovrei aiutare il figlio di un Potter?!”
“Perché è anche figlio di Lily, Severus. E ha i suoi stessi occhi.”
A quel pensiero, Piton tornò in sé.
Si alzò, riprese contegno.
“D’accordo” sussurrò.
Il Preside gli sorrise, gli posò una mano su di una spalla e lo ricondusse verso la casetta.
Per vedere ancora una volta i tuoi occhi, Lily, questo ed altro, pensò, con malinconia
Questo ed altro per l’unica donna che io abbia mai amato.