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Autore: MkBDiapason    10/01/2011    10 recensioni
[TOS]
-Spock centric-
"Quando senti qualcosa di te vacillare, stabilisci un punto.Un punto coordinatore di pensiero, dove tutte le congetture ed i dubbi cessano di agire.Devi capire Spock, che il controllo del proprio spazio fisico è importante tanto quanto il controllo della propria Mente. Saperne canalizzare i pensieri è necessario per il suo Ordine tanto quanto è importante sapere in che direzione volgere il proprio sguardo e come gestirlo. Per questo è necessario prefissare dei punti e stabilire per mezzo di questi un percorso biunivoco attraverso il quale i tuoi pensieri si snodano, partono e ritornano con logica rinnovata."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amanda, James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Sarek, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente è finita. Finalmente.
Che felicità. Mi piacerebbe scrivere una premessa intelligente. Ma ora come ora sono senza parole.XD
Spero solo che questa mio esperimento non risulti pretensioso e che possa essere di vostro gradimento, perché ne vado particolarmente fiera >.<. E' stato arduo, ma alla fine ho trionfato e l'ho terminata TvT

Ora vi lascio alla lettura!TvT

°IL PUNTO°



"Quando senti qualcosa di te vacillare, stabilisci un punto."
"Un punto?"
"Sì. Un punto coordinatore di pensiero, dove tutte le congetture ed i dubbi cessano di agire."
"Non so dove stabilirlo…"
"Devi capire Spock, che il controllo del proprio spazio fisico è importante tanto quanto il controllo della propria Mente. Saperne canalizzare i pensieri è necessario per il suo Ordine tanto quanto è importante sapere in che direzione volgere il proprio sguardo e come gestirlo. Per questo è necessario prefissare dei punti e stabilire per mezzo di questi un percorso biunivoco attraverso il quale i tuoi pensieri si snodano, partono e ritornano con logica rinnovata."
"Il proprio spazio?E' così importante?"
"Se non sai guardare, non sai nemmeno pensare. Per questo l'osservazione è fondamentale. Se conosci, sei padrone dei tuoi spazi."
"Logico."

"Sì,Spock…è la Logica."


Un punto. O un insieme di punti. Costellare i propri spazi di punti maestri per potersi districare nella propria Realtà.
Sarek non era solito personalizzare i suoi discorsi, ma in presenza di Spock sembrava essere costretto a modellare le conversazioni a sua forma. Non ne capiva la ragione, o quantomeno la percepiva appena e ne era infastidito. Sarek non dialogava con Spock, piuttosto le sue parole si accanivano con ciò che di ostinatamente umano perseverava nell'assoggettare la sua mente e ostacolarne lo sviluppo oggettivo, e sebbene suo padre apparisse capace di dissimulare le sue intenzioni e la sua viltà nel non manifestarle direttamente, era fin troppo percepibile la sua preoccupazione per quell'umanità che non sapeva come trattare - e dunque anche come nominare- e che forse trovava mutilante. Poteva solamente educarla per altre vie.
Così Spock, accogliendo quei consigli come si accolgono gli imbrogli, rimproveri o le spiegazioni più imbarazzanti che gli insegnanti riservano per uno studente tardo, si limitava ad annuire, in parte rallegrato delle attenzioni del padre e in parte ferito da quel tanto sconsiderato "limite" che il padre nemmeno si azzardava a sottolineare apertamente.
Sapeva per certo però, che la sua vita più che di punti era costellata di dubbi, e questo Sarek lo aveva capito bene.
Era proprio della sua Natura vivere con essi. Non perché gli risultava difficoltoso eliminarli, ma proprio perché per quanto ci si possa sforzare di oggettivare, razionalizzare e delimitare dei confini nel campo della Coscienza Sensibile il dubbio è di per sé il risultato naturale di ogni processo cognitivo, il punto di scontro di ogni esperienza conoscitiva. Risultava sempre assai arduo tentare di osservare il proprio spazio di vita, analizzare e sperimentare con metodo ogni Cosa e definirne l'essenza, e altrettanto arduo era riuscire a limitare il campo di azione di quei moti emozionali che coloravano di particolari tonalità affettive ogni Idea.  Ovviamente, quel limite di coscienza risiedeva in quella sua Natura aliena, che tanto sembrava stonare nella sua Persona e rivendicare il suo bisogno di distinguersi attraverso l'esperienza fuorviante del Sentimento ribelle. Se quell'esperienza fosse stata costruttiva, allora il padre l'avrebbe persino accettata, ma evidentemente ciò che ne derivava non doveva costituire ai suoi occhi qualcosa di propositivo, e quell'atteggiamento pertanto non aggiungeva nulla alle prospettive di pensiero, semmai sottraeva qualcosa.
Era per questo che Sarek soleva spesso riprenderlo in tale senso. Sebbene si mostrasse prevenuto e attento verso quella sua particolarità di cui segretamente forse ne andava fiero, non poteva esimersi dal ricondurre il figlio sulla linea di pensiero più sicura. Non perché non considerasse l'ipotesi che forse, una Natura così combattuta potesse al fine rivelarsi estremamente fervida e funzionale, ma perché considerandola, e analizzando la situazione, vedeva solo un'Anima ferita dal conflitto. Ed era pertanto necessario equilibrare questo gioco di forze.
Spock questo non riusciva a comprenderlo. Ma non per questo chiedeva delucidazioni in proposito. Al contrario. Si infliggeva un silenzio testardo, ed automaticamente anche il padre era costretto a farne parte con rassegnazione.
Spock si era rifugiato così in un odio sottile che sfociava talvolta in una autentica intolleranza, e altre in una ostile provocazione, altre volte appunto in tombali silenzi.  Così vivevano perennemente di incomprensioni e fraintendimenti.
Aveva trovato il modo per affermare la sua presenza Reale e Totale, perché, in qualche modo, Spock si era convinto, che l'unico modo per apparire fosse quello della caparbietà avversa. Se non rendeva fiero il padre, almeno egli lo avrebbe ricordato per la delusione.
 Eppure tanto era lodato per le sue ovvie e innate capacità. La sua era una mente ragguardevole, e la sua condotto encomiabile.
Ma per il padre tutto questo sembrava essere null' altro che un dovere da compiere, necessario per colmare un difetto. Non si complimentava per i risultati conseguiti perché troppo vi era da fare ancora. Si giustificava sostenendo che una constatazione del genere avrebbe compromesso la volontà del ragazzo tramite la demarcazione riduttiva del "bravo", perché attraverso una limitazione del genere, egli avrebbe pensato di aver raggiunto un traguardo inesistente, di conseguenza la sua condotta ne avrebbe risentito considerevolmente, e avrebbe costituito un adagiarsi deleterio. Certi apprezzamenti per lui risultavano nocivi, ma come poteva un apprezzamento essere nocivo?
Evidentemente Sarek non poteva fare a meno di rimarcare quel suo svantaggio naturale e non poteva viziarlo...
Perché la mente di suo padre doveva essere sempre così unilaterale e non abbracciava l'insieme- il Suo insieme- e le sue variabili? Parlava di prospettive, ma non riusciva a cogliere suo figlio da quella giusta!
Non riusciva a capacitarsi di ciò, di conseguenza non aveva altro da fare che alimentare la sua insofferenza.
Allora tanto valeva mostrargli fin dove poteva arrivare la sua Natura difettosa!

Ricorda un giorno, però, in cui Sarek  dialogò con tutta la sua Persona. Sentì chiaramente questo nelle sue parole, e sentendosi finalmente chiamato in causa nella sua Totalità, ascoltò in un silenzio reverenziale.


"Osserva,Spock"
gli disse un giorno, e lui obbedì.
"Poniamo l'ipotesi, che questa superficie d'acqua costituisca il piano della logica, l'equilibrio della Mente nella sua quiete. Ora, poniamo un'altra ipotesi, che questa pietra sia invece il prodotto dei tuoi Sensi e il mezzo attraverso il quale le tue emozioni agiscono."
Sarek gettò il sasso nell'acqua. Spock ne seguì la traiettoria e non poté non perdersi in quel turbamento che ne scaturì. Il padre lo invitò ad osservare attentamente quella turbolenza, e quando tutto si acquietò tornarono entrambe a discutere.
"Come hai potuto osservare, se consideriamo questo caso, basta un niente per destabilizzare il proprio controllo."
"Non riesco a coglierne la gravità, Padre… è solo questione di secondi prima che tutto torni regolare. L'acqua ha smesso il suo moto d'altronde."
"Certamente, ma come gestire quei secondi?"
"…Sono solo secondi…"
"Potrebbero rivelarsi fatali. Perché è in quei secondi, che si è soggetti al caos, in quel punto primitivo svanisce il Pensiero."


Allora suo padre si era rivolto a lui con una sconcertante sincerità. Aveva costruito un discorso e aveva coinvolto tutta la sua Realtà, anche nella sua Sensibilità.  E Spock ne era rimasto sorpreso.
Era riuscito con una semplicità allarmante a riportare ordine nella sua Mente e a debellare gran parte dei suoi dubbi metodici.
Fu certamente un evento piacevole e raro più che unico. Di eventi unici se ne vivono costantemente nella vita, ma la rarità è sempre un'incognita inaspettata, una variabile indipendente.
Ma vi erano ormai tante cose che avevano incrinato il loro rapporto, che certi eventi se non passavano in sordina, come minimo si dileguavano davanti all'orgoglio testardo che dominava i recessi dei loro animi addolorati. Spock non demordeva nella sua ostinazione, ma certamente si erano affievoliti tanti cattivi pensieri che ogni tanto riaffioravano crudeli.
 
Sua madre soleva spesso  rimproverarlo quando egli si permetteva di esprimere un parere di questi riguardo suo padre. Lo ammoniva silenziosamente con i suoi occhi umani, ma poi cercava di acquietare il suo animo offeso con dei pensieri considerevoli come quando le rivelò il suo odio per Sarek e tutti i pensieri che andavano a giustificare quell'ostilità, lei allora ci tenne innanzitutto a dissipare quelle ombre nella sua Mente, spiegandogli che Sarek non aveva mai considerato  il limite, ma la "funzione", per questo, secondo lei, certe congetture erano del tutto inadeguate, perché suo padre voleva solamente che tutta la sua Natura diventasse funzionale per tutte le esperienze conoscitive e non un impedimento. Questo in parte cominciava a capirlo, però oramai quel sentimento era così radicato in lui, che non sapeva come trattarlo. Allora Amanda, notando ancora lo scetticismo negli occhi di Spock, aggiunse anche che se proprio doveva odiare suo padre tanto valeva farlo per bene!. Ma come poteva l'odio costituire un bene?Solo poco tempo dopo capì che quel genere di affermazione sulla Terra si definiva "ironia", ma attraverso questa particolare forma discorsiva, Amanda voleva solo sottolineare - in modo decisamente efficace- come quei pensieri fossero di indiscutibile e ridicola leggerezza, e come fossero solo un capriccio infantile.
Nonostante la crudeltà gratuita delle sue parole, sua madre volle continuare a discutere sulla questione, e la sua Umanità era così benefica, che le sue parole erano come balsamo.

"Come può l'Odio allora essere costruttivo?"
"Non è l'Odio in sé, ma ciò che rappresenta è ciò che serve al tuo scopo. Se conosci questo aspetto, allora eliminalo. Tuo padre, inavvertitamente, in fin dei conti ti ha fatto un gran dono, ti ha permesso di scoprire e sperimentare qualcosa di terribilmente umano…"
"Dovrei essere grato a mio padre per questo?"
"Dico solo che la conoscenza è l'anticamera della serenità. Se sei disposto ad esplorare tutti gli aspetti della tua persona, perché allora ti precludi quelli di tuo padre? Dovresti cogliere da lui il Bene."
"E' una questione difficile."
"E' molto semplice invece,Spock. Ognuno di noi ha qualcosa da offrire. Prendi Sarek. Sappi cogliere da lui ciò che c'è di Buono, e il resto scartalo."


Era alquanto confuso, ma il ragionamento aveva una singolare e interessante prospettiva che implicava un punto di vista che alla fine non doveva nemmeno risultare nuovo nella sua accezione utilitaristica. Dunque bastava eliminare il Cattivo e filtrare il Buono. A poco a poco si accorse di come quelle due definizioni aprioristiche fossero così inconcludenti perché umanamente relativistiche, e come però, allo stesso modo, stabilissero dei punti nuovi nel campo della coscienza e costituissero di per loro degli elementi da considerare e valutare a dovere nel proprio contesto, soprattutto perché attraverso questo pragmatismo, molte cose apparivano sotto una nuova luce. Poi Amanda ci tenne a precisare che la discussione alla quale aveva assistito metteva in luce proprio il Buono a cui si riferiva. Anzi, secondo lei le parole di Sarek oltre che illuminanti furono persino sentimentali!E questo per lei rappresentava qualcosa che "la diceva lunga", su cosa però, questo proprio Spock non riusciva a capirlo.
Tuttavia, nonostante le parole di Amanda aggiungessero dei punti cardinali nel suo Pensiero, egli non sapeva comunque come districarsi ancora in quello spazio, nonostante avesse concretamente stabilito una visione d'Insieme, ora gli rimaneva null'altro che sperimentare quei punti con criterio, ma ancora non riusciva bene a capire come proiettarSi a dovere e come pertanto unificare metodicamente ogni punto per creare una Consapevolezza che potesse equilibrare le Parti. Le rette del Pensiero, o meglio, le semirette considerato che ognuna di loro aveva un suo punto d'origine, si proiettavano per natura all'Infinito o quanto più all'Assoluto,  il più delle volte, però, incontrando altri punti si fermavano consolidando delle Idee Reali. La sua Mente arrivò per tanto ad un punto, in cui ogni Cosa sembrava essere definita e stabile. Eppure qualcosa nella sua Coscienza si andava agitando…
Ragionando su quanto appreso, si trovò di fronte ad un postulato incompleto:
Se la Logica era l'anticamera della saggezza e la Conoscenza l'anticamera della serenità, e nessuna delle due costituiva dunque un epilogo di entrambe le cose, allora sembrava evidente che mancasse una terza Parte, che nel piano teorico, avrebbe di per sé conchiuso il Tutto.
Sentiva solamente qualcosa agitarsi parallelamente al Piano della Coscienza Reale che si era andato con il tempo sempre di più consolidando in un sistema di Pensiero unitario e incolore.

Venne un giorno però, in cui, dimenticati tutti i colori, si ritrovò a doverne avere a che fare. Sua madre insistette nel mostrargli come l'Umanità si era andata evolvendo nel Tempo, e come ogni esperienza empirica viaggiasse parallelamente con ogni esperienza sensibile e come queste trovavano però raccordo nell'Arte, così lo aveva portato a diretto contatto con diversi quadri.
Lì, davanti ad uno di essi, si sentì chiamato in causa, di nuovo, nella sua Totalità e se ne risentì. Non ne capiva la ragione, ma qualcosa sembrava offenderlo.
Si trattava di un'opera neoclassica di indiscutibile bellezza, ma Spock la osservava e ne discuteva con un criticismo così implacabile da risultare a suo modo profondamente Sentito.

"Cosa succede Spock?"
"Il livello compositivo di quest'opera è estremamente notevole, tuttavia trovo che il calore della resa pittorica stoni con il rigore statuario dei soggetti raffigurati… è un connubio certamente efficace, ma è un rigore così…discordante."
"Tu dici?Dunque trovi tutto questo innaturale?"
"E' indiscutibilmente innaturale."
Un sorriso che sapeva di una Verità sperimentata, si fece strada sul volto di Amanda.
"Deve essere per te una sensazione familiare…"
"Non capisco cosa intendi,madre…"
"Intendo dire,Spock…che il Sensibile non va ignorato."


L'opera neoclassica era un'opera di transizione. Nel suo anacronismo ricercato, nel suo bisogno di equilibrio forzato, ella si andava vantando di aver riesumato la Bellezza placida e assoluta e di averla rinnovata. Ciò che non sapeva è che in quegli anni, in quelle pennellate illuse, si andava consolidando una nuova forza. E così quei quadri si andavano pian piano tingendo di qualcosa di estremamente Naturale e primitivo. Semplicemente l'opera cominciava a vibrare di una nuova e al tempo stesso antica forza Sensibile e calda che non poteva essere ignorata, perché i tempi e la Natura stessa la rivendicava.
Più o meno, con questo, Amanda voleva sottolineare che la terza Parte che mancava all'appello non andava ricercata lontano, perché ne aveva avuto esperienza, e dunque la conosceva perfettamente. Solo l'aveva educata al silenzio.
In quel quadro si andava muovendo in pratica tutto ciò che in Spock si andava consumando. E si andava consumando, quello che in lui si andava consolidando per logica.
E per quanto avesse voluto tenere sotto controllo la sua "Forma", non avrebbe potuto ignorare a lungo i colori della sua Umanità.

Allora non prese in considerazione le parole della madre, le accolse con gentilezza, ma non poteva concedere loro troppo spazio.

Così condusse la sua vita con una consapevolezza incompiuta sino a quando, nel campo sterminato della Coscienza non comparvero Loro.
Attraverso di Loro, egli si riscoprì, e improvvisamente si andò a delimitare quel Piano affine entro i cui limiti si andavano a sperimentare tutte le sfumature del Sentimento e della Logica rinnovata.
James T. Kirk e Leonard "Bones" McCoy erano inizialmente dei punti primitivi, esclusivi e indipendenti in uno spazio non comune, ma presto divennero due punti indispensabili attraverso i quali -considerando anche il proprio di punto- passava una circonferenza che delineò in poco tempo il Loro Cerchio.
Lo Spazio Comune delle loro esperienze, il percorso biunivoco risolutivo.

 

E così, si poteva quasi affermare, che il Loro Insieme, costituiva proprio la più Sensibile delle Geometrie.

  

"Là…dove tutti i dubbi cessano di agire." 




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