Si erano guardati, tra le miliardi di persone anonime i loro occhi si erano cercati, si erano incontrati e per un istante, un solo istante, si erano guardati. Ripresero il loro percorso spostando lo sguardo l'uno dall'altra, non si salutarono.
Lei poteva ancora vederlo tra le sue paure e il suo dolore.
Lui si morse l'interno della guancia, forse non sapeva che non sarebbe tornata più, o probabilmente ne era conscio. La immaginò tornare a cercarlo inseguendo sogni che ormai non valevano più nulla.
Lui poteva ancora vederla tra le sue paure e il suo dolore.
Non c'era più innocenza: era tutto così perverso, forzato, torbido.
Lei sbatté le palpebre un paio di volte, gli occhi erano velati di una patina lucida, si convinse fosse colpa del vento e non dei ricordi che prepotentemente si erano fatti spazio nella sua mente, non di quelle parole.
"Nel caso volessi morire, ti ucciderò con me. Farò in modo che tu mi segua". No, non c'era più innocenza. Amore torbido. Controproducente. Bollente. Inusuale.
Amore.
"Ridammi la mia innocenza", gli sussurrava spesso lei.
Insieme, una volta, giocavano a fare i grandi, loro.
Giocavano a prendere il respiro e poi...
Lui si bloccò e quasi non perse l'equilibrio, spinto dalla folla diretta verso le lezioni, inconscia di cosa stesse accadendo nell'erede dei Malfoy. Lei si fermò nel cortile, nonostante avesse iniziato a piovere.
Entrambi avevano dimenticato dove stessero andando così frettolosamente.
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Lo so, sono anche qui! E so che dovrei continuare la mia "Dio Mio!", ma sono stato troppo ispirato! Sono conscio anche che come Drabble sia un po' controversa. Che dire: non amo questa coppia, però ho scritto questa storiuncola da quattro soldi. I personaggi mi sono sfuggiti! Dio Mio! Giuro che non oserò più farlo! Alla prossima, Andrea!