Quell'unico colpo di spazzola.

E' tutto rosso.
Le tende, il pavimento, le pareti. Persino il letto a baldacchino coperto da un fitto strato di petali di rosa. Un fiore rappresentativo nella sua mediocrità.
Non dimentichiamo che anche il pigiama orlato di pizzi e le allegre pantofole pelose sono di quel colore, quella tintura così vivace e appariscente. Colei che ama, per seconda.
Brilla.
Brilla nonostante il buio.
L'unico soffione di luce prodotto dalle quattro candele sparse agli angoli della stanza non illumina, si limita a gonfiare unicamente il color sangue dipinto sulle sue labbra.
Tinte, sporcate di rossetto. Morbide, da baciare. Seducenti quanto basta per far cadere un Diavolo di Maggiordomo ai suoi piedi, crede. Una perfezione unica per qualcuno che non è donna, non nel corpo almeno - forse forse.
Delicatamente passa la lingua sui denti appuntiti, controllando se sono pungenti al punto giusto. A giudicare da come premono e vanno i profondità sulla lingua, può correttamente affermare che sono  perfetti, perfetti come Lui del resto.
E' quasi certo che non appena avrà i gioielli di Sebastian sottomano - o in bocca? - lo farà divertire come un matto, altro che 'porte del paradiso' , è capace di portarlo dritto all'inferno, capoluogo della perdizione.
Spruzza un po' di profumo sul collo, giusto per inebriarsi di quel sapore fruttato ed è ormai quasi pronto.
Il vestito non importa, può fare a meno di cambiarsi a questo punto, la sua vestaglia trasparente va benissimo. Aiuta la fantasia ed ingrandisce la voglia di sbirciare quello che è presente al di sotto.
Davanti al suo sguardo - giustamente truccato anche per quest'occasione, dopo quella del matrimonio - è presente uno specchio.
Un ovale dorato, intarsiato nel legno. Piante rampicanti laccate di bronzo ne ricalcano i contorni. Arabeschi sottili e poco appariscenti invece, scivolano sul vetro sporcandone la superficie liscia dove si riflette la sua immagine.
Afferra velocemente la spazzola - ormai non ha più tempo per prepararsi - e la passa fra i capelli. Un su e giù continuo, arriciando ancora di più quei boccoli rossi probabilmente fatti con l'aiuto di qualche trucchetto.
E' così intento a farsi bello che non ha nemmeno notato l'alta figura nera dietro le sue spalle. O meglio, non la nota  fin quando il Maggiordomo non gli prende la spazzola dalle mani.
Grell a tal gesto, posa una mano sulle labbra, maliziosamente gemendo di un piacere solo suo.

« Sebastianuccio, quelle fanno male~ » ecco, ha appena iniziato il suo monologo, miagolando.
« Ma perché non la proviamo, magari ci divertiamo, giusto?~ »

Nonostante le speranze siano quelle di una notte all'insegna della stranezza - chiamiamolo così, il suo pensiero - Sebastian non fa nulla di tutto questo. Saggiando fra le dita la consistenza dei fili rossi della capigliatura altrui, con un unico ed energico colpo, riprende quello che Lui stesso ha interrotto.

La morale alla fine è una sola.
Tutti si pettinano in modo diverso.
Sebastian pettina con forza e a Grell piace.
( ma questo forse perché dietro il pettinare, il rosso vede un significato solo suo )

[ note dell'autrice; ooh. nonsense. una cosina piccola, ultimamente mi vegono solo quelli aimèh. uff, come mi mancava scrivere in questo fandom, davvero. ma fra una cosa e l'altra non ha avuto il tempo di pensare a qualcosa per intasarlo - seh. alla fine ho scelto un sebastian x grell, un sottile accennino di quelli che mi piacciono, nonostante la coppia non sia assolutamente delle mie preferite - davvero molto strano visto che più di una volta ho trattato quella *sobs* okkei, chiudo qua. buona lettura fanciulle. Ness <3 ]