- Perché sei così teso, Judsie? - sussurro accarezzandogli una guancia. La mia mano si posa sul suo mento, costringendolo a guardarmi. - Pensi che non mi sia piaciuto? - chiedo.
Annuisce, arrossendo sempre di più. Come può credere una cosa del genere?! Sono tornato a casa dopo una giornata di estenuante lavoro, ritrovando questa lettera sul tavolo della cucina e solo la scrittura elegante di Jude mi avevano fatto capire di cosa si trattava.
Le trentatre cose che amo di te.