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Autore: flots    11/01/2011    7 recensioni
«Sei il regalo più grande che questa fottutissima vita potesse farmi. Sono un completo imbecille ed un maledetto bastardo, sì, ma voglio essere il tuo completo imbecille maledetto bastardo»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Sai cosa? Sono stufa. Sono stufa di te, delle tue bugie, delle tue stupide maniere, dei tuoi calzini in giro per casa, di tutte le volte che ho dovuto aspettarti per cena, di sentirti dire "Ehi, Bonnie, ho già mangiato" con quella tua espressione da stronzo! Sono stufa, Joe. Stufa. E non ho intenzione di rimanere qui un solo attimo di più»
Bonnie era furiosa, talmente tanto che non riusciva nemmeno più a controllare le lacrime.
E non era cosa da lei.
Lei non piangeva mai.
Non aveva pianto quando, a quattro anni, il suo gattino Flox era stato investito, non aveva pianto a dodici anni quando aveva sorpreso Matt, il suo primo amore, sbaciucchiarsi con una delle sue migliori amiche. Non aveva pianto quando suo padre fu ricoverato in un manicomio né quando sua madre morì, in ospedale, davanti ai suoi occhi. Bonnie non piangeva mai. Ma Joseph le aveva fatto fare cose che lei non si era mai nemmeno immaginata di fare: l'aveva fatta ubricare per la prima volta, le aveva fatto fare pazzie che anche lei riteneva assurde, le aveva fatto scoprire l'amore, il dolore che si prova per una persona che si ama, l'aveva fatta piangere.
«Non puoi andartene» disse lui incredulo, guardandola mentre preparava le valigie per lasciare definitivamente il loro nido d'amore, la casa che condividevano da sedici mesi.
«Invece guardami! Lo sto facendo» ogni parola suonava come una dolorosa, devastante frustata sulla schiena nuda del ragazzo. Non poteva lasciarlo.
Eppure Bonnie era lì, davanti gli occhi di Joseph, ancora vestita con l'abito da lavoro, che faceva le valigie con gli occhi gonfi e rossi ed il corpo tremante.
«Bonnie, per favore, ragiona. Aspetta, prendi un bicchiere d'acqua, respira e parliamone» cercò di mantenere un tono tranquillo, ma la sua voce lo tradì tremando.
«Parliamone? Parla con quella puttana di mia sorella!» e, inevitabilmente, le immagini di quello che aveva visto poco prima tornarono fluide e disgustosamente vive nella mente della ragazza.

Chloe, sua sorella, era sdraiata sul petto nudo di Joe. Lui le accarezzava dolcemente la schiena, come faceva sempre con Bonnie, e le sorrideva. Erano entrambi coperti solo dal lenzuolo
fresco che la migliore amica di Bonnie aveva regalato a lei e a Joe quando avevano annunciato che presto sarebbero andati ad abitare insieme.
«Bonnie è veramente una ragazza fortunata» stava dicendo Chloe con il suo tono di voce suadente. «Be', certo, dovevo vedere se eri un bravo ragazzo. Diciamo che dovevo fare un collaudo» rise e forse solo Bonnie riuscì a cogliere la cattiveria di quella risata.
«Allora? Com'è andato questo collaudo?» Joe aveva stampata in faccia un'espressione da babbeo.
«Sei passato a pieni voti, mio caro» le loro mani si intrecciarono. «Direi che è stato a dir poco fantastico»
«Anche per me» ed iniziarono a baciarsi. Si baciavano con una passione che fece venire i giramenti di testa a Bonnie. Quest'ultima trattene un conato di vomito e, facendo un bel respiro, entrò nella camera da letto.
«Spiacente di disturbarvi, vorrei solo prendere le mie mutandine» esordì e le espressioni dei due nel letto sembravano piuttosto terrorizzate. Bonnie riusciva a stento a sopprimere le lacrime amare che minacciavano di colarle sul viso, ma non voleva dare la soddisfazione a Chloe di vederla piangere.
«B...B...Onnie» balbettò la sorella. Lei la ignorò, aprì la cassettiera e ne estrasse le sue mutandine blu.
«Oh, eccole qui» le mostrò ai due «Credevo di averle messe a lavare!» accennò un finto sorriso e nemmeno lei capiva perché fingesse di non aver visto nulla. «Be', scusate ancora il disturbo. Continuate pure a fare quello che stavate facendo» e così uscì dalla stanza.
Era cominciata da lì la loro discussione. Chloe, che era molto furba, si era vestita e se ne era andata via lanciando un'occhiata colpevole alla sorella.

«Per favore» iniziò a dire Joe. «Ho sbagliato, lo so, però ascoltami»
«Non ho intenzione di ascoltare un bel niente!» la ragazza corse in cucina, aprì il frigorifero e ne estrasse una bottiglia di acqua. Dopo aver bevuto a lungo notò alcune pentole e svariati piatti nel frigorifero. Li squadrò incerta.
«Dovevano essere la nostra cena» bofonchiò dietro le sue spalle Joseph. «Ho passato la giornata a prepararli»
«Volevi festeggiare il tradimento?» Bonnie era colpita, non poteva negarlo. E, in un'altra circostanza, avrebbe ripagato Joseph con un lungo ed appassionato bacio. L'unica cosa che le veniva in mente in quel momento, però, era prendere un coltello e puntarlo al cuore di Joe, trafiggendolo, proprio come lui aveva fatto con lei.
«Bonnie, per favore...»
«Sta' zitto. Stai zitto» aveva voglia di battere i pugni sul petto del ragazzo, picchiarlo, sfogarsi e poi tornare tra le sue braccia. Desiderava con tutta se stessa essere arrivata più tardi quella sera, o magari non essere tornata per niente. Se un'automobile l'avessa investita come era successo a Flox, adesso non sarebbe stata lì a piangere. Tornò al piano superiore con Joe che seguiva le sue orme come un cagnolino, prese le valigie e strattonò giù dalle scale.
«Non andartene, per favore» Joe non riusciva a restare calmo. Amava Bonnie, l'amava tanto, ed ora che ci pensava non capiva nemmeno perché l'avesse tradita.
«Troppo tardi» gli rispose acidamente l'altra. Quest'ultima aprì la porta d'ingresso e fece per uscire, poi esitò. Non aveva dove andare. Era sola. E come se non bastasse Joe sembrò leggerle la mente:
«Dove andrai, ora?»
«Dormirò sotto i ponti, se sarà necessario. Ma non voglio passare un secondo di più in questa casa... Con te» e così dicendo prese le sue valigie e uscì di casa.


 

***

Vuoto.
Era così che si sentiva, Joe.
Vuoto.
Maledettamente e sorprendentemente vuoto.
Erano passate tre settimane dall'addio di Bonnie e da quel giorno non aveva ricevuto più sue notizie. Chloe lo aveva continuato a cercare, ma lui non aveva risposto a nessuna delle sue telefonate né, tantomeno, ai suoi messaggi. Aveva il sospetto che la ragazza lo avesse anche cercato a casa, a vuoto perché lui si era momentaneamente trasferito dal fratello, Nick.
Non riusciva proprio a stare nella casa che aveva condiviso con la ragazza che amava più di qualsiasi altra cosa. Tutto le ricordava lei: i cuscini, le lenzuola, la doccia, i fornelli, le pentole.
La immaginava ancora lì, come se non fosse successo niente, come se fosse stata ancora sua.
E nemmeno camminare per la sua amata Los Angeles distoglieva il ragazzo dai suoi pensieri. Si rifugiò nel parco poco più distante dall'abitazione dei genitori e si sedette su una panchina, iniziado a sbattacchiare il piede sinistro sulla terra fino a  sollevare un grosso polverone. Poi, tra un pensiero ed un altro, iniziò a camminare e si sorprese nel scoprire dove era arrivato. Guardò in alto e scorse il balcone di quella che fino a tre settimane prima era casa sua ed ebbe un tonfo al cuore. In quelo che gli parve un secondo era arrivato davanti alla porta d'ingresso della casa, l'aprì esitante ed appena mise piede oltre la soglia fu invaso da un piacevole odore di buono che riconosceva solo indosso a Bonnie.
«Pensavo che avessi bisogno di aiuto con le faccende di casa» una vocina delicata ed acuta invase i suoi pensieri. Bonnie era davanti al frigorifero e si passava timidamente le mani su i jeans. Aveva un'aria stanca e abbattuta ma sempre tremendamente sexy.
«Sto da Nick da quando te ne sei andata. Questa casa non mi piace se non ci sei tu» Joseph si sentì piuttosto infantile dopo aver parlato ma l'occhiata dolce che la ragazza gli lanciò lo rassicurò.
«Non ti nascondo, Joe, che sono distrutta. Tu eri.. Eri nel nostro letto con mia sorella» ad ogni parola che pronunciava, il viso della ragazza assumeva un'espressione addolorata che mai nessuno le aveva visto addosso. Era come se qualcuno la stesse torturando ogni volta che proferiva parola. «Ma se c'è una cosa che ho imparato dopo due anni e mezzo di fidanzamento con un completo imbecille come te, è che sei totalmente imprevedibile. Puoi combinare il guaio più grande del mondo e subito dopo tirare fuori quella tua faccia da cucciolo e farmi dimenticare il motivo per cui ti ho tanto odiato. Odio il fatto che ti amo talmente tanto da soffrire con te quando stai male, e non mi importa se quella che dovrebbe essere a pezzi qui sono io, sono stata di merda perché tu stavi male. La rabbia per il tradimento mi è passata dopo due giorni, era la tua faccia che non riuscivo a togliermi dalla mente. Il tuo dolore» iniziò a giocherellare con un filo fuori posto del maglione, poi continuò «Ti amo, Joe. E non sono pronta a stare lontana da te, anche se sei un maledetto bastardo» sorrise senza staccare lo sguardo dal filo del maglione.
«Sei il regalo più grande che questa fottutissima vita potesse farmi. Sono un completo imbecille ed un maledetto bastardo, sì, ma voglio essere il tuo completo imbecille maledetto bastardo. E non quello di Chloe o di chi altri. Il tuo. Tuo» sembrava che per la prima volta in vita sua, Joseph stesse provando sulla sua pelle cosa significava ''essere felice''. «Bonnie io ti amo. Amo il tuo sorriso, i lineamenti della tua faccia, il tuo nasino delicato, le tue mani. Amo le tue labbra, amo il modo in cui mi baci, in cui mi parli, in cui mi picchi e come mi guardi. Amo il tuo profumo e amo sentirlo invadermi i polmoni ogni mattina, quando mi sveglio accanto alla ragazza che amo e che voglio stia con me per sempre. Amo quando mi dici di camminare con la schiena dritta, quando leggi le mie lettere e, dopo avermi baciato, mi correggi gli errori grammaticali. Amo il tuo essere saputella, dolce, solare, simpatica. Amo la tua timidezza ed amo...»
«Stai zitto» lo interruppe lei dolcemente mentre rideva.
«No, aspetta, fammi finire» sorrise Joe elencando altri motivi per cui l'amava sulle dita.
«Non ti voglio ascoltare, Jonas. Baciami e basta» il ragazzo non se lo fece ripetere due volte: le si avvicinò e le diede un bacio che non finiva più. Forse il più dolce e passionale di tutti.
Si amavano, erano tornati insieme e Bonnie l'aveva perdonato. Si sentiva una merda, era convinto che non meritasse quella ragazza, ma era troppo egoista ed innamorato per staccare le labbra da quelle di Bonnie e dirle che era troppo per un tale idiota come lui. Voleva stare con quella ragazza che profumava di dolce, di buono, di...amore. Voleva stare con lei per sempre.

  
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