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Autore: Silver Pard    11/01/2011    3 recensioni
Perché Misa ama Light, anche quando non è vero.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Light/Raito, Misa Amane
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NdT (youffie): … Vi giuro che mai in vita mia avrei pensato che avrei tradotto più storie su Misa che su qualunque altro personaggio di Death Note. Mai.
Immagino che la delusione e anche un po’ di disgusto per il modo in cui hanno gestito l’unica vera protagonista femminile di tutto il manga/anime siano più che naturali, però boh. Giuro che dopo questa basta, finisco Rewrite e lascio perdere Death Note. Yeah.
Bau.






Falling to Pieces





i. Curiosità

Comincia tutto con Rem.

Lei le racconta indirettamente di Kira, di traverso, parlandole dello shinigami di nome Ryuk che ha ingannato il Re e ha preso un altro quaderno che poi ha dato a Kira.

Rem non capisce perché le faccia così spesso domande su Kira, sul reame degli shinigami, sui quaderni. Rem è una shinigami, e dice a se stessa che la sua razza e gli umani non guardano le cose allo stesso modo.

Misa è curiosa. All’inizio, limitarsi seguire Kira al telegiornale o su internet la gratificava e accontentava, ma adesso è una sua pari – no, lei gli è superiore, perché lei ha gli occhi – e vuole che lui sappia della sua esistenza. Vuole che sappia della sua esistenza, e che sappia quello che sta facendo e che vuole incontrarlo, vuole vedere chi è e sapere perché abbia deciso di diventare ciò che è – quando avrebbe tranquillamente potuto preferire di uccidere i propri nemici, fare soldi o qualunque altra cosa. Tutte cose che forse avrebbe fatto lei, se prima non ci fosse stato Kira a mostrarle la via.

Si era detta che le sarebbe bastato uno sguardo fugace, ma così non è. Quando vede Yagami Light per la prima volta, la fame di saperne di più sul suo conto cresce. Vuole conoscerlo, questo ragazzo dall’aria seriosa che sta seguendo da un po’, e si chiede, colpevolmente, come una ragazzina, se riuscirebbe mai a farlo sorridere.

(Misa ha un gatto. Sa che la curiosità è una maestra, quando non uccide.)

ii. Potere

È per il potere. È perché vuole trovare Kira, affrontare Kira, questo ragazzo più giovane di lei, questo dio che stringe il mondo tremante tra le mani, è perché vuole guardarlo negli occhi e costringerlo a inchinarsi.

Kira, Light Yagami, così intelligente da riuscire a sfuggire con una tale abilità a L, ma non abbastanza da fare lo scambio, non abbastanza da evitare lei.

Lei è un’attrice, conosce bene l’arroganza e l’orgoglio, e sa che adesso gli stanno inasprendo la bocca. È riuscita a far rimangiare l’orgoglio a questa creatura perfetta, e il potere che deriva da questa vittoria le sembra – le sembra fuoco, uno tsunami, le sembra terra che si scuote sotto i piedi e fa crollare le città, le sembra la sensazione che prova quando scrive un nome.

Gli sorride, china la testa e flirta, osserva il suo panico tenuto sotto stretto controllo, la rabbia cocente e la disperazione che si acuiscono a mano a mano che lo spinge in un angolo da cui non può scappare, lo guarda piegarsi, prostrarsi – maledirla e rompersi.

Misa non è stupida, altrimenti non sarebbe seduta qui, faccia a faccia con quest’uomo dallo sguardo penetrante. Misa non è stupida, sa che se solo potesse lui la ucciderebbe, ma lei ha gli occhi, ha Rem, e malgrado tutta la sua intelligenza, Kira dovrà cadere di fronte a lei perché non possiede né gli uni né l’altra.

Il palmo che gli porge è pieno d’oro.

(Non le piace il suo shinigami, il modo in cui ride come se sapesse qualcosa che lei ignora.)

iii. Orgoglio

Misa sa cos’è il desiderio, sa come lenirlo o farlo infiammare come una ferita infetta. Non c’è desiderio nello sguardo di Light Yagami – e questo le pone una sfida che ogni donna degna di questo nome raccoglierebbe.

Misa è più che degna. E almeno, si consola, se non vede desiderio nello sguardo di Light quando lo rivolge a lei, non ne vede neanche quando guarda chiunque altro. Light è una di quelle persone che anelano con tutte le loro forze a che qualcuno insegni loro la smania umana. Misa spergiura che sarà lei a insegnargliela.

Se potesse uscire apertamente con Light Yagami, il disinteresse che dimostra nei suoi confronti invece che invogliarla a tentare le farebbe fare subito dietrofront in un vortice di dignità ferita. Se potesse baciare Light ogni volta che vuole, lui avrebbe perso attrattiva e il gusto della novità, e se ne sarebbe sbarazzata come si è sbarazzata di tutti i numeri dei suoi ex.

Misa è abituata a ottenere ciò che vuole. Per una volta, qualcuno le nega qualcosa, e benché consapevole che le ragioni di Light sono solide e mirano alla loro protezione, il suo desiderio la porta ad azioni sconsiderate.

Perde la calma al pensiero delle ragazze che si avvinghiano al suo Light. È come un insulto; un annuncio al mondo intero che Misa non è capace di soddisfare il suo ragazzo, al punto che lui è costretto a uscire con altre ragazze, anche se sa che non è così. Non ha paura di loro, di nessuna di loro, neanche di “Miss-Todai” Takada, perché sa che Light è Kira e alla fine da lei dovrà tornare, perché non ha altra scelta.

Non ha paura di loro, ma vuole comunque marchiare a fuoco i diritti che ha su di lui. Vuole che lui si concentri esclusivamente su di lei. Lo desidera così tanto che le manca il fiato e le viene da pensare che l’amore non possa essere che questo.

(Rem cerca costantemente di dirle qualcosa, su Light, ma dice cose così stupide, sugli shinigami, sull’insensibilità e sugli spazi vuoti in cui gli umani serbano i sentimenti. Misa proprio non capisce.)

iv. Forza

Misa ha paura, Misa ha tanta paura. Le gambe le fanno male – di più, strillano dal dolore – e sente la puzza del proprio terrore – acre e pungente, vecchio sudore misto a urina e al sangue di quando si era morsa le labbra prima che la imbavagliassero – ed è tutta sola, al buio, con l’unica compagnia della distorta voce artificiale.

Lei impreca, grida e piange, e per lei non c’è nulla, nulla a parte un freddo, “cosa sai su Kira?”

Ha una voglia lacerante di strofinarsi la faccia e rimuovere la scia appiccicosa delle lacrime che le si asciugano sulle guance, ed è proprio il fatto che non le sia concesso un gesto così semplice ad aprirle gli occhi più di ogni altra cosa sulla situazione in cui si è cacciata.

ti prego ti prego, non ne posso più, ti prego lasciami morire

Il rapitore di Misa è un pervertito, ma non appartiene al genere di pervertiti con cui sa giocare.

Le fanno domande su Light, e le fanno domande su Kira, e Misa non dorme da giorni se non si contano i piccoli ritagli di sonno che riesce a rubare, e ha i crampi allo stomaco che per la disperazione sta cercando di divorare se stesso, e ogni fibra del suo corpo urla in protesta alla posizione immobile a cui l’hanno obbligato, e nella sua testa dolorante Light e Kira stanno cominciando a confondersi. Però no, Light è il suo fidanzato, e Kira è l’entità senza volto che uccide i criminali – come l’assassino dei suoi genitori, come il suo stalker – e non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro.

Si raffigura il viso di Light come meglio le riesce, come fosse il ricordo di un sogno febbrile, e non l’aiuta, non l’aiuta neanche un po’, ma senza saperlo sa che la persona che le sta facendo tutto questo non la passerà liscia, perché Light gliela farà pagare.

Kira, si dice ferocemente, i pensieri che corrono senza che li scelga consapevolmente, gli insegnerà cosa significa infrangere la legge e terrorizzare qualcuno. È questa l’unica volta in cui collega i due.

(Misa dormirà con la luce accesa fino al giorno della sua morte. Se qualcuno le chiedesse perché, risponderebbe che non è per paura del buio – anche se ne ha – ma per la gioia di poter vedere ogni volta che apre gli occhi.)

v. Odio

Misa odia Light, solo che non lo odia, no.

Misa odia la manetta attorno al suo polso, che lo lega a Ryuuzaki, e odia che debbano vedersi davanti a quello sguardo morto. Odia il modo in cui Ryuuzaki riesce a catturare tutta l’attenzione di Light con una parola sola, odia il modo in cui Light lo guarda con la coda dell’occhio, al contempo diffidente e affascinato.

Ricorda bene quando i suoi occhi erano sempre puntati su di lei, come se avesse paura che se si fosse voltato un attimo lei gli avrebbe fatto qualcosa alle spalle, come se non sapesse che amava lui e soltanto lui e non sarebbe mai e poi mai uscita con qualcun altro.

Odia che Ryuuzaki possa aprire bocca sapendo di avere l’attenzione di Light, qualunque cosa dica, anche stupida. Odia che Light non si faccia problemi ad allungare le braccia e a toccare Ryuuzaki, fosse anche solo per dargli un pugno, perché più di ogni altra cosa, più di ogni altra cosa odia il fatto che Light provi emozioni per Ryuuzaki, la fiamma nei suoi occhi alla minima parola buttata lì. Misa li legge i romanzi d’amore; sa cosa si nasconde dietro i grugniti e gli schiaffi.

Odia Ryuuzaki, con un’amarezza che non riesce a celare del tutto, anche se è un’attrice e dovrebbe sapere il fatto suo in materia, e quando li vede insieme, con quell’odiosa catena ai polsi, un solido e costante promemoria del fatto che adesso Light appartiene a Ryuuzaki, Misa odia Light, lo odia da impazzire, perché è così ovvio che sono in un mondo tutto loro in cui lei non riesce a trovare neanche uno spazietto.

Fatemi entrare, vorrebbe dire, ma soffoca sulle parole perché Misa è spumeggiante, di bella presenza, e non pensa a queste cose. Misa non fissa il lurido pervertito che fa da stalker al suo fidanzato desiderando di essere lui perché invidia l’intimità che condivide con Light. Misa è felicissimissima. Misa non invidia la loro abilità di chiudere il mondo fuori e riempirsi a vicenda, di creare il loro piccolo universo tra loro, chiaro come uno schiaffo nel silenzio, come le parole, come la comprensione.

Se puoi far spazio a lui-

(Odia quando Ryuuzaki sfodera quel suo sorriso freddo e compiaciuto e lei non riesce a farci niente perché lui la spaventa – neanche per Light tornerebbe al buio, immobilizzata, no – e Light lo guarda come se non avesse fatto nulla di male.)

vi. Speranza

Ryuuzaki – L – è morto, e Light le ha chiesto di andare a vivere insieme e il mondo intero sembra stendersi di fronte a loro, una passeggiata tranquilla fino al traguardo, è tutto perfetto, perfetto, perfetto.

Chiude gli occhi quando Light si tocca le cicatrici sul polso, e quando si guarda alla sua destra come se si aspettasse di vedere qualcuno rannicchiato accanto a lui.

Ryuuzaki è morto, e Misa non dovrà più guardare i suoi occhi vuoti, ci sarà sempre e solo Light, e non le capiterà mai più di restare in disparte mentre Light la ignora per concentrarsi su L e su come evitare la cattura. Adesso hanno tempo – Light ha tempo – e sicurezza, e lui può imparare ad amarla senza doversi sacrificare.

Misa è tanto felice, ed è tutto assolutamente perfetto.

(Odia il modo in cui Ryuk la guarda, come se lei non potesse vederlo, come se non sapesse che secondo lui è una cretina.)

vii. Convenienza

Lo fa perché gli conviene. Lo fa per il potere, per avere il controllo, per la possibilità di poterla sfruttare al massimo. A volte Ryuk lo stuzzica e gli chiede se non ci sia altro. Light gli dice che quando fa sesso con lei fantastica di ucciderla, rispondendo con classe alla domanda.

(Quando in un’intervista chiedono a Misa qual è la sua parte del corpo preferita, lei spiega che il suo fidanzato adora i suoi occhi, e che si è innamorato prima di quelli e poi del resto. Light la legge, e ride fino a farsi mancare l’aria.)
   
 
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