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Autore: Gondolin    11/01/2011    9 recensioni
James scartò una cioccorana e passò il sacchetto a Remus, che però lo cedette a Sirius senza pescarne nemmeno una.
«Come mai non l'hai presa? Non è che ci hai messo dentro qualcosa di strano?» rise Sirius.
«Figurati, il nostro Prefetto non le farebbe mai, certe cose.» ribatté James, ma smise di masticare.
«State pure tranquilli, non ho gettato maledizioni sulle vostre cioccorane. Ho solo deciso di non mangiare più cioccolato.»
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Pairing: Remus/Sirius
Warning: slash molto soft, fluff natalizio
A/N: non so se è anche lontanamente decente, non ho mai frequentato davvero questo fandom, e mi sono resa conto che ho fatto malissimo, perché mi sto ricordando quanto amo questa saga <3
L'idea per questa storia era nata col Fanon fest di FW.it, quest'estate. Il prompt era: Harry Potter, Sirius/Remus, «Perché hai smesso di mangiare cioccolato?» - «Fa venire i brufoli.»
Amicizia @ [info]bingo_italia [la mia tabellina]
Dedica: a [info]galadwen85, che voleva del Wolfstar fluffoloso *C* buon Natale in ritardo!


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Nella sala comune di Grifondoro non mancavano mai scorte di dolciumi, con cui gli studenti si sostenevano durante i lunghi pomeriggi di studio, ma in periodo natalizio bustine di caramelle tutti i gusti più uno, cioccorane e persino dolci babbani sembravano letteralmente spuntare da ogni angolo, tanto che neppure le ragazze più attente alla linea potevano resistere al canto di sirena del glucosio in ogni sua forma.
James scartò una cioccorana e passò il sacchetto a Remus, che però lo cedette a Sirius senza pescarne nemmeno una.
«Come mai non l'hai presa? Non è che ci hai messo dentro qualcosa di strano?» rise Sirius.
«Figurati, il nostro Prefetto non le farebbe mai, certe cose.» ribatté James, ma smise di masticare.
«State pure tranquilli, non ho gettato maledizioni sulle vostre cioccorane. Ho solo deciso di non mangiare più cioccolato.»
A James andò di traverso il boccone che stava inghiottendo, e mentre Peter gli batteva sulla schiena per evitare che ci si strozzasse, Sirius trovò la forza di chiedere, con un filo di voce: «Proprio tu...» col tono tradito con cui Cesare avrebbe chiesto “Tu quoque?” a Bruto, somiglianza che avrebbe certamente notato se avesse studiato la storia babbana «Perché hai smesso di mangiare cioccolato?»
«Fa venire i brufoli.»
«I brufoli?» gli fece eco sconvolto «Ma quelli vengono lo stesso, lo sai benissimo!»
«Già» confermò James, ripresosi «E secondo me quelli che non mangiano cioccolata diventano tristi come il Mocciosus.»
Ma Remus non volle sentire ragioni.
«Magari ha paura di non piacere alle ragazze» ipotizzò timidamente Peter. Tipico. Taceva per ore per poi uscirsene con l'unica osservazione inappropriata che poteva fare. James alzò gli occhi al cielo e Sirius gli lanciò un'occhiataccia -che ovviamente lui non comprese- prima di afferrare Remus per un braccio e portarselo verso il dormitorio.
«Ragazze? A te piace qualcuna e non mi dici niente?» protestò Sirius offeso, badando però di non alzare troppo il tono. «Capisco che tu non voglia confidarlo a Ramoso, che ti risponderebbe che quella è già cotta di lui e ti farebbe vedere le sue lettere d'amore, ma io...»
Remus si lasciò andare ad una risata nervosa. «E tu dai retta a Codaliscia? Andiamo, lo sai che non ha occhio per queste cose.»
Sirius lo scrutò torvo per un momento prima di rispondere: «Non si sa mai. Magari strisciando come sa fare tanto bene potrebbe aver visto qualcosa di interessante.»
«Felpato!» sbottò Remus esasperato «Primo: non avrei nessuna ragione di non confidarmi coi miei migliori amici, secondo: se scoprissi che Codaliscia mi spia, alla prossima luna piena me lo mangerei, e terzo: non c'è nemmeno l'ombra di una ragazza!»
Apparentemente soddisfatto, Sirius gli lasciò andare il braccio, che senza rendersene conto aveva stretto fino a quel momento. «Scusa.»
Remus lo osservò stralunato «Scusa? Sicuro di star bene, Felpato?», chiese, mettendogli una mano sulla fronte come per misurargli la febbre.
In effetti era bollente, ma Sirius lo scansò con un gesto brusco. «Sto benissimo. Mi sono solo accorto di aver fatto una sciocchezza.»
«Ok, ok. È solo che non ti avevo mai sentito chiedere scusa prima.»
Sirius sfoderò un sorriso smagliante, non venato della sua solita perfida ironia «Si vede che per te posso fare un'eccezione.»
Si girò per tornare in sala comune, seguito un attimo dopo da Remus, che continuò ad osservarlo di sottecchi per il resto del pomeriggio, alquanto perplesso per il suo comportamento.
Ma per quanto continuasse a rifletterci non vi trovò alcuna spiegazione, almeno fino al giorno successivo, il primo delle vacanze di Natale. La scuola si era svuotata, e così anche la sala comune di Grifondoro. Quel pomeriggio c'erano solo Peter e James, stravaccati sui divani, mentre Sirius e Remus stavano scendendo dai dormitori.
«Allora... Ce l'hai qualche bella ragazza da baciare sotto il vischio?» domandò Sirius sornione.
«La pianti di fare queste domande?» protestò Remus «Ti ho già detto che non c'è nessuna, e...» si morse la lingua.
«E...?» domandò Sirius incuriosito dalla strana ritrosia dell'amico, fermandosi a metà delle scale.
«Niente.»
«Ma come niente? Andiamo, Lunastorta, sai che agli amici puoi dire tutto.»
Ma Remus strinse le labbra in una linea sottile e distolse lo sguardo. A Sirius sembrò un bambino che faceva i capricci e gli ispirò una gran tenerezza. «Va bene, va bene, non serve che fai così.» lo rassicurò «Qualsiasi cosa sia non m'importa, puoi anche non dirmelo. Ma sappi che puoi sempre contare su di me.»
Per tutta risposta ricevette uno sbuffo poco convinto.
«Eh no, però! Puoi tenerti i tuoi segreti, ma dubitare di me no, non te lo permetto!»
«Non è di te che dubito.»
Sirius lo guardò senza capire.
Remus sospirò. «Sei sicuro... sicuro che non smetteresti di essere mio amico qualsiasi cosa ti confessassi?»
«Ma certo! Che diamine, so che sei un lupo mannaro e non ne ho mai fatto una tragedia, cosa puoi volermi dire di peggio? Che un giorno al secondo anno hai copiato i compiti di Pozioni?» cercò di sdrammatizzare Sirius.
«Ah. Ah. Ah. Molto, molto divertente.»
«Allora» insistette Sirius sfoderando il suo migliore sguardo da cucciolo abbandonato «mi puoi dire che c'è?»
«Ecco, io... io ho una cotta.»
«Ma mi avevi assicurato che non c'era nessuna-» si interruppe di scatto e Remus avrebbe potuto giurare di vedere illuminarsi la proverbiale lampadina sopra la sua testa.
«E posso anche avere l'onore di sapere chi è il fortunato?» domandò Sirius. Il suo tono era calmissimo, ma in sottofondo sembrava di udire il ringhio di un cane che vede minacciato il proprio territorio. Non che Remus se ne fosse accorto.
«Sei tu, cretino.» sputò Remus d'un fiato, una nota lievemente isterica nella voce. Ecco, si era giocato un'amicizia. Ecco, aveva rovinato tutto. Accidenti a lui, alle cioccorane, a Codaliscia, a Felpato e a tutti quanti!
«Wow!» esalò Sirius, che aveva trattenuto il fiato senza quasi rendersene conto, gettando le braccia al collo dell'amico «Erano mesi che James me lo diceva, ma io non volevo credergli e continuavo pensare di non avere nessuna speranza.»
«N-nessuna speranza?» balbettò Remus incredulo liberandosi dall'abbraccio soffocante per guardare negli occhi l'altro «Vuoi dire che tu... io...?»
«Posso baciarti?» fu la risposta di Sirius.
«Ti pare che devi chiedere il permesso? Ti facevo più sciolto in queste questioni!»
«Saresti il primo.»
Remus si sentì andare a fuoco le guance e si gettò su quelle labbra senza più pensare.
Quando riapparvero nella sala comune, avevano le guance arrossate e due sorrisi brillanti.
Sirius trasse di tasca una cioccorana e la scartò. «Metà a testa, ti va?» chiese, tenendola ferma fra il pollice e l'indice per impedirle di saltare via.
Remus però non la spezzò in due, ma se la mise fra i denti e avvicinò il viso al suo. Con la coda dell'occhio vide James alzare il pollice nella sua direzione e Peter sbiancare.

  
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