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Autore: Alouette    11/01/2011    4 recensioni
- Vuoi fare un sacrificio a Dioniso? -
- No, a Eros –
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Questa notte
 
 
Le risate e le grida dei partecipanti al banchetto del re risuonano nei corridoi vicini, gli invitati strepitano, bevono, urlano, farebbero la gioia dell’ateniese Demostene questi Macedoni, se solo potesse vederli e se, avendoli davanti, riuscisse a mischiarsi a loro scendendo dal piedistallo su cui personalmente si è innalzato in quanto cittadino di Atene, ma difficilmente sarebbe capace di farlo, nemmeno per provare le sue affermazioni e teatrali accuse. In un’altra ala del castello regna invece l’oscurità, non vi sono torce accese nelle stanze del giovane erede al trono, il biondo principe di Macedonia ha da tempo abbandonato il banchetto del padre, preferendogli una celebrazione privata col proprio compagno. Alessandro ora riposa nel letto, abbracciato al suo amante, i volti a pochi centimetri di distanza, non dorme il principe, osserva la figura addormentata al suo fianco, godendosi il suo respiro caldo sulle proprie labbra, lo accarezza con lo sguardo, tracciandone i tratti amati: la mascella ben definita, gli zigomi alti, il naso lievemente all’insù, le ciglia scure che riposano leggere sulle gote rosate. Non osa toccarlo Alessandro, non vuole svegliarlo ma, in quel momento, le palpebre dell’altro tremano e si sollevano, scoprendo quelle pozze blu in cui Alessandro così facilmente usa perdersi, così dolcemente è solito naufragare.
- Hey – sussurra Efestione con voce impastata, l’altro gli carezza lievemente una guancia.
- È ancora notte fonda, torna a dormire –
- Col rumore che fanno i tuoi pensieri? Non riuscirei a chiudere occhio –
Sorride ad Alessandro e si solleva su un gomito mentre il principe intreccia le proprie dita con le sue.
- Ho visto Cassandro sacrificare a Dioniso prima –
- Cassandro fa tante cosa – sbotta Efestione – la maggior parte delle quali non capisce –
- Gli sei così avverso – constata l’altro, ben conscio della rivalità presente fra i due e quasi intenzionato a giocarci su.
- Ho visto come ti osserva quando sei girato, come il suo sguardo vaghi su di te come quello di un animale affamato appena volti le spalle, ti brama, ma brama il tuo titolo, non te –
- Sei geloso – afferma Alessandro soddisfatto, sorridendo sornione, l’altro scrolla il capo.
- No, nonostante tutto mi dispiace per lui perché non avrà mai quello che abbiamo noi, tenterebbe in ogni modo di allontanarlo – quindi, mordendosi il labbro in quel modo inconsciamente sensuale che manda Alessandro fuori di testa, aggiunge: - Poi sappiamo bene che non potresti fare a meno delle mie cosce! –
Alessandro ride e lo attira a sé per baciarlo, quando si staccano c’è una strana luce nei suoi occhi.
- Che c’è? -
Per risposta ottiene un sorriso, un sorriso che Efestione conosce bene.
- Cosa vuoi fare? -
Alessandro non gli risponde ma sposta la propria attenzione fuori dalla finestra della camera, l’altro segue il suo sguardo, in lontananza, nel bosco, si intravedono luci di fuochi.
- Vuoi fare un sacrificio a Dioniso? -
- No, a Eros –
Efestione sorride, non troppo convinto.
- In una notte sacra a Dioniso? -
- Ogni notte è sacra a Eros se passata con la persona amata –
Alessandro si alza, lancia al compagno i suoi vestiti e rapidamente indossa i propri, non si cura dei mantelli che giacciono dimenticati sul pavimento della camera.
- Andiamo! – sussurra e prendendolo per mano lo trascina con sé, fuori dalla camera, per i corridoi ormai scuri del palazzo, fino a giungere all’ingresso, fuori dal palazzo, oltrepassando le sonnacchiose guardie, fino ai confini della città, Efestione lo frena.
- Vuoi uscire dalla città, Alessandro? Sei pazzo? Tuo padre ci ucciderà! –
- Non se ne accorgerà, conosci Filippo, domani non sarà capace nemmeno di alzarsi dal letto vista l’orgia in cui è degenerato il banchetto, non che la cosa mi sorprenda… -
- Non essere così duro Alessandro, non biasimarlo se gli dèi l’hanno voluto così –
Alessandro sbuffa, quindi Efestione aggiunge:
- Non biasimare nemmeno gli dèi, figlio di Zeus, con te hanno fatto ammenda per ogni loro errore -
Il principe fulmina con lo sguardo il compagno che sta sopprimendo una risata.
- Non ti racconterò mai più cosa dice mia madre, me ne pento ogni volta di più -
 
*
 
Alessandro osserva il compagno illuminato dal candido pallore della luce lunare.
- Sei così bello, Afrodite ti ha condotto da me e persino Selene non resiste al desiderio di baciarti –
- Smetti di lusingarmi, non sono una vergine nella sua prima notte di nozze, non è necessario –
Replica ma è arrossito, i complimenti di Alessandro sono dolci come l’ambrosia per lui.
- Sembra proprio di essere di nuovo a Mieza –
Avanzando nel bosco familiare i due avevano raggiunto un laghetto isolato da alcune rocce, l’erba appariva morbida e già leggermente rugiadosa, gli alberi meno fitti permettevano alla luna di rispecchiarsi sulle acque calme, era davvero un piccolo angolo di Mieza.
Alessandro abbraccia Efestione da dietro, posa un bacio leggero sul collo dell’altro che appoggia la propria testa sulla spalla del principe, godendosi il tocco familiare delle mani di Alessandro sul proprio corpo, che scivolano sul petto muscoloso, sotto il tessuto leggero del suo chitone. Si gira fra le sue braccia, porta la mano fra i riccioli biondi e lo bacia, con la punta della lingua si fa spazio nella bocca dell’altro, le mani di Alessandro salgono al suo volto, pare non vogliano più lasciarlo andare, nel suo ardore compie qualche passo avanti, Efestione inciampa in una buca del terreno e cade trascinando il principe con sé.
- Tutto bene? –
Per risposta Efestione continua a baciarlo, con una gamba stringe Alessandro ancora più stretto a se, cominciando a sollevargli piano il chitone, il principe accarezza la pelle morbida delle cosce strette sui propri fianchi, i suoi tocchi sono bollenti ed Efestione sente crescere sempre più il proprio desiderio, mentre quello di Alessandro preme insistentemente sul suo bacino.
- Allora, questo sacrificio a Eros? –
 
*
 
Giacciono sul prato, i corpi nudi, accaldati nella dolce rilassatezza che segue l’atto d’amore, la testa di Efestione riposa sul petto scolpito di Alessandro, le dita leggere disegnano piccoli cerchi sul suo corpo mentre l’altro accarezza dolcemente i lunghi capelli arruffati, arrotolando di quando in quando una ciocca scura attorno al dito.
- Vorrei restare così per sempre –
Efestione risponde con un mugolio ovattato, lo sguardo perso nel nulla, ascolta Alessandro distrattamente.
- Dovremmo fuggire –
Ora il principe ha la piena attenzione dell’amico, che fissa gli occhi blu in quelli grigi di Alessandro, sorride divertito.
- Ah si? E dove? -
- Non lo so, Atene! –
Efestione ride.
- Bhe certo, gli Ateniesi accoglierebbero a braccia aperte il figlio di Filippo di Macedonia -
- In Persia allora, potremmo diventare briganti –
- E vivere sapendo di averti permesso di rinunciare al tuo sogno? Mai Alessandro –
Ora Efestione è serio, c’è una fiera risolutezza nei suoi occhi.
- Il mio sogno sei tu Efestione, mio Patroclo, voglio stare con te -
- Ed io sono qui… -
Il ragazzo posa un bacio leggero sulle labbra del principe.
- Vedi? Non c’è bisogno di andare in Persia o ad Atene, per trovarmi ti basterà alzare lo sguardo ed io sarò lì – sfiora il labbro inferiore dell’altro col proprio pollice – Alessandro, il mio Alessandro, il più grande Alessandro di tutti –
Lo stringe a sé, allora, Alessandro.
- L’ho saputo dal primo momento che ti ho visto che non avrei più potuto fare a meno di te! -
- Sempre drammatico mio principe, eppure io ricordo, o meglio, il mio didietro lo rammenta bene, un certo biondo erede al trono di Macedoni spingermi di sotto dalle scale per averlo battuto nella lotta –
Alessandro assume una falsa espressione innocente.
- Oppure, un’altra volta, schiaffeggiarmi per aver osato pensare che avesse bisogno d’aiuto dopo essere inciampato… -
- Mi fai apparire molto peggio di quanto non fossi – replica Alessandro e, pizzicandogli una delle natiche sode, aggiunge: - E il tuo giudizio dovrebbe essere offuscato dall’amore! –
Efestione ride e si stringe ad Alessandro, questi rotola trascinando con sé anche il compagno, invertendo i ruoli così da trovarsi sopra l’altro.
- Non lasciarmi mai, senza di te sarei perso -
- Saresti sempre il principe –
- Ma non sarei Alessandro, sei la migliore parte di me e quando sarò re e sarò giunto ai confini del mondo, allora costruirò la città più grande e sfarzosa di sempre, sarà la più ricca, una città senza eguali, e le darò il tuo nome, perché il mondo sappia qual è il tuo posto nel mio cuore –
Efestione porta una mano dietro il collo di Alessandro, attira il suo volto verso il proprio, così da far combaciare le loro fronti.
- L’importante è che lo sappiamo noi, non mi interessa il mondo e non desidero una città, tutto ciò che ho sempre desiderato sei tu -
- Come posso darti qualcosa che già possiedi? Io sono tuo Efestione, ora come sempre –
Sorride Efestione e lo abbraccia, si rotolano nell’erba, lottano con spensieratezza, baciandosi e perdendosi in quel gioco d’amore finché, esausti, non crollano e, stretti l’uno all’altro, lasciano che Morfeo prenda possesso di loro. Sono notti dolci, serene, queste, notti d’amore e d’amanti.
 
 

 
Quam sidera multa, cum tacet nox,
furtivos hominum vident amores.*

 
 
 
- D’ah è così spudoratamente mielosa in certi punti questa storia ma non ho potuto farne a meno, possono essere così dolci questi due! *.*
 
 
* Catullo, carme VII
quante sono le stelle che, quando tace la notte, vedono gli amori furtivi degli uomini
   
 
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