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Autore: LonelyBoy    12/01/2011    4 recensioni
L'opera "Ricongiungimento" presenta gli eventi avvenuti a distanza di un anno dall'ultimo "Ringraziamento" (segue quindi la puntata 4x11).
La vicenda ruota attorno a Dan, affiancato da Blair, nel tentativo di ricongiungimento del ragazzo con Serena. Tuttavia, gli eventi prendono una piega assolutamente inaspettata.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’ve got friends

Brooklyn, 12 Dicembre, 11:45.
Il taxi si fermò, lasciando uscire il ragazzo con le buste colme di cibo. Dan aprì il portone d’ingresso del loft, sistemò la roba appena acquistata e, quando poté, si immerse nel duro lavoro di scrittura, che da non poco tempo lo teneva impegnato, nella disperata ricerca dell’ispirazione.
Con il passare del tempo Dan migliorava, era uscito da quella “crisi” che negli anni precedenti lo aveva afflitto.
Adesso era all’ultimo anno di Università, con un futuro professionale oramai scelto. Dan voleva solo scrivere, e ci stava riuscendo. Sentimentalmente però non si poteva dire la stessa cosa. Dopo aver accettato il parere controverso di Lily e Rufus riguardo la relazione con Serena, Dan aveva passato un momento di stasi. Nate, unico e vero amico, era partito con Jenny; Chuck era andato in Venezuela (non che gli potesse tanto importare); Eric sempre più raramente si mostrava a Manhattan, allontanandosi per stare insieme con Elliot; Serena, inizialmente afflitta, aveva accettato di non poter stare con Dan e in un secondo momento si era lasciata abbandonare fra le braccia del suo ex professore, Ben. Poi c’era Blair, sempre saccente e a volte esagerata, incompatibile con Daniel Humphrey, o quasi. Lei però non era partita. Per quanto Blair fosse sempre stata la Queen B nessuno poteva negare che i suoi amici veri erano davvero pochi, si contavano sulle dita di una mano. Dan, certamente, non era fra quelli. Escluse le vipere che per lei lavoravano da tempo immemore, però, non gli rimaneva nessuno. Per questo, che lo volesse o no, la giovane ragazza bruna incominciò a vedersi più spesso con Dan, casualmente o, a volte, per sua grande volontà.
Dan interruppe per un attimo il suo lavoro di scrittura e fissò lo smoking elegante posizionato sul divano, quello con Blair si sembrava quasi un appuntamento.

Upper East Side, 12 Dicembre, 14:47.
Blair stava gettata sul letto, a fissare il suo PC, con una prima e scadente bozza dell’articolo che avrebbe dovuto consegnare due giorni dopo. Era scadente perché la ragazza non si era concentrata, pensava evidentemente ad altro. Così scese dal letto per l’ennesima volta, si diresse nuovamente all’armadio, lo aprì e diede un’altra frettolosa occhiata a ciò che poteva indossare. L’abito che aveva scelto per la serata era bellissimo, fin troppo, eppure non ne era del tutto convinta. Ma davvero poteva importare di tutto ciò a Dan? Lui forse non avrebbe fatto caso alla bellezza di Blair, dato che l’accompagnava da amico. La ragazza, comunque, riteneva di dover apparire al meglio agli occhi di colui che forse, nel profondo, gli provocava delle strane fitte allo stomaco.
Cinque ore dopo Dan giunse all’ingresso di casa Waldorf, varcò la soglia e Dorota garbatamente gli chiese di attendere la ragazza. Blair scese le scale del piano superiore, lentamente, guardando in basso. Un po’ si vergognava, fosse era eccessiva con quel vestito. Dan rimase per qualche secondo a contemplarla.
- Sei… bellissima. – Quelle parole uscirono forzatamente dalla bocca del ragazzo, solo le parole. Perché il pensiero era vero. Blair allora sorrise e si diresse con il suo accompagnatore presso la limousine che gli attendeva. La festa, diversamente dalle altre, stavolta si teneva in spiaggia, negli Hamptons in pieno inverno, pertanto il viaggio non fu poi così corto.

Hamptons, 12 Dicembre, 20:35.
Il vento freddo trapassava la gente, a subirne gli effetti erano soprattutto le ragazze, molto scollate. Il gelo era ovunque. L’unica nota positiva, oltre al fatto che l’evento era stato organizzato al meglio, era la presenza dei più grandi esponenti della società di Manhattan. Blair, pertanto, diede un’occhiata rapida in giro,individuò la preda e si gettò a capofitto nel lavoro che probabilmente le riusciva meglio: ottenere consensi. Così, però, lasciava Dan solo soletto, a fissare la gente cercando qualcosa di interessante da fare. Durò poco la noia; Serena, infatti, sbucò da un angolo e si addentrò nella festa. Ben però non le era accanto, stava evidentemente discutendo con qualche illustre conoscente. Poteva essere la volta buona per farsi avanti, chissà, almeno solo per parlare.
- Blair! – urlò sorpresa Penelope Shafai, giunta alle spalle della ragazza. Blair così si girò, la guardò dall’alto in basso, poi mostrò un sorriso tirato.
- Che ci fai qui? – rispose lei, inarcando le sopracciglia. Tipico di Blair, non le passa minimamente per la testa di salutarti.
- Oh, sono qui con delle amiche – affermò Penelope, girando il volto per chiamare le compagne. Eleganti come Penelope, le altre ragazze si mostrarono a Blair, con sorrisi smaniosi e non troppo “benevoli” nei confronti della ragazza. Blair era visibilmente sorpresa, lasciò infatti la bocca semichiusa per qualche lungo secondo.
- Beh, stiamo cercando di avvicinare quel bel tipo muscoloso e biondo, sembra che conosca mio padre. Potrebbe così servirmi per eventuali emergenze, vero ragazze? – chiese Penelope boriosa alle altre, che risposero annuendo.
- Oh, Penelope. Evidentemente non sei cresciuta, hai bisogno ancora di questi stupidi giochini per cercare di accaparrare la parte più insignificante di una società che minimamente non ti appartiene! – sibilò rapida Blair all’avversaria, che arrossì imbufalita.
- Brutta stronza! – sbottò Penelope, offesa ma energica e desiderosa di vendetta, che mai si era azzardata a porre un dito di rivolta nei confronti della sua precedente regina. Blair sorrise per un attimo, poi fece per allontanarsi.
- Dove sono i tuoi amici, Waldorf? – continuò Penelope, con una domanda quasi retorica. Blair, così, si fermò, rimanendo di spalle all’altra. Guardo per un attimo in basso, non rideva più. Lentamente si girò a fissare nuovamente Penelope, che era riuscita a colpire il punto debole della ragazza.
- Ah, già. Chuck ti ha scaricato, non posso minimamente immaginare cosa starà facendo in Venezuela, e nemmeno tu. Serena è qui, ma preferisce stare con il suo ex professore che con te, che sei completamente ridicola e superba – disse vincente Penelope, provocando lo sbalordimento delle sue compagne, era divenuta un vero idolo per loro. – Poi c’è Humphrey… tu e Humphrey? Sei davvero messa male Waldorf. – concluse radiosa Penelope.
- Anche peggio – fece una delle sue arpie, che indicò con l’indice un punto preciso fra la gente. Dan stava visibilmente parlando con Serena, che sorrideva bellissima. Lui a volte era impacciato, ma lei non ci faceva mai caso, si era abituata ai vari comportamenti che l’avevano portata, un tempo, ad innamorarsi del ragazzo.
Blair zittì nuovamente.
- Oh, capisco – riprese Penelope dopo la pausa. Blair sembrò quasi non sentirla, fissava i suoi due amici, semplici per quello che erano e insieme dolcissimi.
- Preferisce ancora Serena a te! – esclamò Penelope, portando alla risata delle sue personali vipere. Blair stavolta guardò in viso quella che era stata una delle sue migliori “sguattere” e “pettegole”. Per quanto adesso la odiasse, lei sapeva che Penelope non aveva torto. Si stava complicando la vita; Dan, in fondo, era solo un suo amico, che perdipiù doveva aiutare nel suo compito di ricongiungimento con Serena.
Così cerco di essere disinvolta, guardò Penelope. Non doveva mostrare alcuno sguardo che potesse rimandare all’amarezza.
- Và al diavolo – concluse Blair, allontanandosi il più possibile da quella spazzatura.
Dan, intanto, si era allontanato da Serena subito dopo aver visto Ben avvicinarsi. Lo voleva evitare in qualsiasi modo. Fu distratto, però, ancora una volta da Blair, che rapida cercava di dileguarsi, visibilmente infelice. Così, dopo aver respirato a pieni polmoni l’aria gelida di quella sera, si diresse dalla ragazza, verso la sabbia fredda e deserta che veniva baciata dall’acqua.
- Blair! – esclamò Dan in modo confuso, non poteva capire cosa fosse successo. La ragazza allora si girò, cercando di mostrarsi sorridente.
- Cosa ci fai qui? Serena è lì, muoviti o avrai perso un’altra rara occasione per riavvicinarti! – gridò Blair, fintamente scettica.
- Blair, stai bene? – chiese Dan, preoccupato per la compagna. Lei, così, abbassò un attimo il volto, non nascondeva più la tristezza, sapeva di poter essere compresa.
- Dan, dimmi solo una cosa. Mi ritieni tua amica? – domandò lei, con un volto malinconico e allo stesso tempo ansioso di una risposta. Dan era in parte torvo, c’era davvero qualcosa che non andava. Quella risposta, comunque, non tardò ad arrivare.
- Blair. E me lo chiedi? – sostenne lui, sorridendo e avvicinandosi a quell’incantevole ragazza che non lo rendeva indifferente. Cingendola con un caloroso abbraccio le riscaldò il cuore.
Blair, quindi, sorrise, con la testa poggiata sulla spalla dell’amico. Il momento sembrò dei migliori, forse troppo sdolcinato, visto che erano soli e al buio in una fredda serata d’inverno. Così Dan, pronto per il suo gesto, cinse Blair con una presa sicura e con ella si gettò a terra, la terra sporcò entrambi. Blair strillò per un attimo.
- Sei pazzo, Humphrey? – disse lei, sorpresa e sogghignando appena.
- Beh, è questo che fanno gli amici, sbaglio? – ribatté Dan, con spirito ardente, mentre si rialzava per sfuggire alla vendetta personale di Blair. Lei, ancora una volta, era felice.

  
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