Videogiochi > Assassin's Creed
Ricorda la storia  |      
Autore: Emy_n_Joz    12/01/2011    8 recensioni
“L’unica donna che sia mai riuscita a rubarmi il cuore, l’unica che abbia mai amato e l’unica alla quale abbia mai dovuto rinunciare.”
Siamo a Firenze, più precisamente nel 1498, quando la città era una Repubblica, governata da Savonarola. Durante il suo sopralluogo, Ezio Auditore si ritroverà coinvolto in uno spettacolo che lo porterà a vivere un intenso momento di smarrimento e a lottare contro i propri sentimenti, quegli stessi sentimenti che lo tormentano da una vita e che rischiano di prendere il sopravvento su tutto, fino ad arrivare al punto di distruggerlo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Firenze, 1498

Sto camminando per le strade soleggiate di Firenze, con i pugni serrati troppo forte e uno strano fuoco che arde violentemente da qualche parte nel mio petto.

Sono circondato da una miriade di persone che passeggiano tranquillamente, come ogni giorno, che mi insultano se li spintono per sbaglio, che mi giudicano per qualsiasi azione io faccia, che sui propri volti mostrano espressioni felici e spensierate, quelle espressioni tipiche di chi non ha niente a cui pensare…

Persone che ridono tra di loro, parlano allegramente, brindano a qualcosa per strada…

E io mi chiedo: che cosa diavolo ci faccio io in mezzo a tutta questa gente?

Perché ci sono persone che hanno avuto la fortuna di poter condurre una vita felice e priva di problemi e altre che, invece, devono soffrire e subire la potenza di quella forza che è il male?

Mi viene quasi voglia di sfogare tutta la mia rabbia sulla prima persona che mi passa accanto, ma non posso dare la colpa a nessuno se la mia vita è così complicata, se non al destino.

E poi, non è questo che devo fare.

Sto camminando… Ma dove sto andando?

Ormai non so neanche io ciò che sto facendo.

Credo che la mia testa abbia deciso di lasciarmi e andare lontano, là dove, per troppe volte, il mio corpo ha rischiato di avventurarsi in un viaggio senza ritorno: l’aldilà, ammesso che esso esista.

Sì, perché non ho certezze di niente, se non del fatto che la vita è soltanto una pesante croce che ogni uomo è costretto a portare sulle proprie spalle per un arco di tempo che neanche lui conosce.

Ovviamente poi ci sono le croci migliori e meno pesanti, e le croci peggiori e più pesanti di altre, come la mia.

Ho trentanove anni, ormai da più di venti sopporto questa pena, e probabilmente sono destinato a farlo ancora per molto.

In tutto questo tempo sono riuscito ad assaporare almeno un po’ di felicità?

Sì.

Fino a quando?

Fino all’età di diciassette anni.

E poi?

E poi la sofferenza, il dolore, la morte sono entrati nella mia vita, sconvolgendola fino alle radici, intaccando ogni cosa buona, intaccando me stesso, e non mi hanno più abbandonato.

Sono anzi diventati i miei migliori compagni di viaggio.

Dannazione! Ho fatto qualcosa per meritarmi tutto questo? E per quanto ancora sarò costretto a soffrire?

Le uniche cose che mi danno la giusta forza di sopravvivere e di andare avanti sono anche le sole che mi rimangono su questa terra: zio Mario e le uniche vere donne della mia vita, mia sorella Claudia e mia madre Maria.

Già, le uniche vere donne, le più importanti fra tutte quelle che sono entrate nelle mia vita.

Soltanto loro due, perché una mi è appena stata strappata via.

Cristina…

Sembra proprio che i Templari e le loro stupide opere debbano essere intrecciate con le persone della mia vita ad ogni costo.

Cristina…

Così bella e innocente, come la prima volta che la incontrai.

Lei non meritava tutto questo.

La mia Cristina…

L’unica donna che sia mai riuscita a rubarmi il cuore, l’unica che abbia mai amato e l’unica alla quale abbia mai dovuto rinunciare.

Tenerla tra le mie braccia e vederla piangere per la consapevolezza che non mi avrebbe mai più rivisto, e per i rimpianti su tutto ciò che avremmo potuto vivere insieme se le cose fossero andate diversamente,  è stato un inferno.

E ancora peggio è stato vederla morire in quel modo, sempre tra le mie braccia.

E non posso spiegare la mia fatica nel pronunciare le ultime parole che le ho rivolto, non ne sono capace…

Riposa in pace, amore mio…

Dio, che dolore. E’ un dolore troppo forte quello che si sta impadronendo di ogni parte di me, indebolendomi sempre di più, e che sta premendo con tanta insistenza nel mio petto.

Credo che quello ormai stia per lacerarsi.

Basta. Devo ritrovare la ragione, altrimenti stavolta il dolore finirà per distruggermi veramente.

Devo trovare qualcosa che mi aiuti a sopprimerlo.

La vendetta…

So che la vendetta è sbagliata, questo è stato uno dei primi insegnamenti che mio zio Mario mi ha trasmesso, ma sarei un bugiardo se nascondessi a me stesso che, una volta uccisi coloro che mi hanno rovinato l’esistenza, non proverei altro che soddisfazione.

Ma a che cosa servirà tutto questo?

Non farà del bene ai tuoi defunti. sussurra una voce dentro la mia testa.

In un certo senso è vero, ma anche se tutto questo non servirà a riportare in vita né Cristina, né Federico, né Petruccio, né mio padre Giovanni e a cancellare tutto il dolore, almeno potrò dire di essermi reso giustizia, e di averlo fatto anche per loro.

Ed ora ricordo: mi sto dirigendo da Savonarola, per porre fine alla sua vita.

Un’altra consapevolezza affiora nella mia mente: sì, dovrò sopportare il peso della mia croce ancora per molto.

E non so a cos’altro andrò incontro ma, qualsiasi cosa accada, sono quasi sicuro che nulla sarà più tremendo di come è stato fino ad ora, perché dopo aver sofferto così tanto, non si prova neanche più dolore, come ad un uomo cui è stata strappata via l’anima.


Allora... Ci sono un pò di cose da dire.

Innanzitutto, stavolta non siamo in due a mettere per iscritto le nostre idee, infatti questa storia è stata scritta da Emy, che non poteva inventarsi un altro account solo per questo (visto che non so se in futuro troverò la giusta ispirazione per scrivere da sola).

Una cosa che devo confessare è che inizialmente non volevo pubblicare questa one-shot, per il semplice fatto che è la prima che scrivo e che quindi forse è fatta male. Ho trovato il coraggio di farlo soltanto dopo averci pensato un pò su, arrivando alla conclusione che, se questa storia non è proprio il massimo, le prossime saranno sicuramente migliori; per questo, nelle vostre recensioni (se vorrete lasciarne qualcuna, ovviamente) vi chiedo la cortesia di esprimere un parere sincero, senza preoccuparvi del fatto che io ci possa rimanere male o meno perché, come ho già detto molte volte anche nelle note dell'unica long fiction che questo account conta finora, le critiche sono quelle che aiutano di più a crescere.

L'ispirazione è venuta dal nulla. Come sempre, d'altronde. Non sto qui a raccontarvi tutto, diciamo soltanto che ho giocato ad Assassin's Creed Brotherhood e, una volta terminato, mi sono accorta che una delle cose che mi hanno colpita maggiormente sono i ricordi di Cristina. Dopo l'ultimo, mi sono immedesimata in Ezio e ho iniziato a buttare giù qualche riga (dalle 11 a mezzanotte, tipo, le ore più inopportune, con gli occhi che mi si chiudevanoxD). Ovviamente l'aiuto è venuto anche da una canzone che mi ha ispirata molto e che sembra quasi adatta a questa one-shot. Vi lascio il relativo link, nel caso qualcuno avesse intenzione di sentirla ^^ -> http://www.youtube.com/watch?v=43C8ZvjpZpU

Questo è tutto. I giudizi li lascio a voi.

Emy (Silvi)

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Emy_n_Joz