Werewolves or Vampires? ( Part II)
MARTA POV
“Ti amo Luca, solo il pensiero di stare
lontana da te mi fa star male! Ti amo, quando non ci sei è come se mi mancasse
l’aria. Sei il mio ossigeno. Ti ho sempre amato con tutta me stessa.
Ti amo come la luna ama il sole. Sei tu
ad illuminare le mie giornate!
Non dico che non posso vivere senza di
te, perché posso! Il problema è che non voglio! Non voglio nessuno che non sia
tu!”
Ho lasciato Luca senza parole.
Nonostante tutto il suo sguardo mi fa arrossire.
Riprendo a misurare il pavimento a
grandi falcate. “Non ho… Non ho intenzione di
scusarmi. Quindi è inutile che mi guardi così. Non ritirerò quello che ho
detto. Lo ripeterei se fosse necessario. Non mi guardare così.”ribadisco,
fermandomi di colpo quando incrocio i suoi occhi.
“Come ti sto guardando?”
“Così. Sorpreso. E stai ridendo sotto i
baffi che non hai!” rispondo, colpendogli il petto. “Sei caldissimo, werewolf!”
“E pensare che mio cognato è un
vampiro!”
“Ehi, è un attore!” un altro colpo sul
petto. “E non essere geloso di tua sorella”
“Vieni qui!” mi invita allargando le braccia.
“No, i piatti non si lavano da soli”
declino. “A dopo!”
“Ti amo anch’io!” gli sento dire dal
corridoio.
Quel ragazzo finge di essere malato.
Perché?
Riempio la lavastoviglie. Svuoto la
lavastoviglie. Riempio il lavandino. Riempio la vaschetta d’acqua e detersivo.
Indosso un grembiule e lavo a mano.
Sono impazzita, ma devo tenermi
occupata.
La testa potrebbe scoppiarmi un giorno
di questi. Perché?
LUCA
POV
Marta mi ama. E’ la prima volta che lo
dichiara. Mi ama come la luna ama il sole. E’ la prima volta in sei mesi.
Sinceramente parlando, sono stato io ad aspettare troppo. Ma lei, mi ha
stupito. Sorpreso. Mi ama davvero. Mi ama davvero. E’ innamorata di me. Marta.
Non è un sogno. It’s
not a Dream.
“Luca! Vuoi del caffè?”
“No Coffee, I’m Florent!”
rispondo, ripensando all’ultimo messaggio di Amy.
“Macchiato caldo?” propone divertita.
“Grazie!” il messaggio di Amy continua a
farmi ridere. Quella ragazza dovrebbe leggere molto meno.
Due minuti dopo Marta compare con
vassoio e due tazzine di caffè. Macchiato caldo.
“Werewolf or
Vampire.. è il caso di concludere, no? Stop alla scenetta!”
Perché? “Quando te ne sei accorta?”
“Quando ho deciso di stare al gioco!”
“E quando sarebbe stato?”
“Quando ho capito che sarebbe stata
un’ottima scusa per stare sola con te” beve il caffè senza distogliere lo
sguardo da me.
“E perché non hai fatto nulla?” cosa
avrebbe dovuto fare, perché non sto zitto?
“Perché avevi la febbre!” risponde, con
una semplicità disarmante.
“Ora sono stato scoperto!” continuo
cercando lo sguardo.
“Adesso devo lavare le tazze!” ribatte,
prendendo il vassoio. “A dopo!”
Tre e mezza. Marta ha scoperto la mia
mise en scene. Devo togliere il pigiama e vestirmi. Vestirmi.
Prelevo dall’armadio un paio di boxer
neri, jeans neri, una T-Shirt rossa e una felpa a strisce. Avverto Marta che
per la prossima mezz’ora non sarò rintracciabile, lei annuisce e mi chiudo in
bagno.
Due ore d’orologio dopo, Marta bussa
alla porta. Oh Caspio!
“Sei vivo?”
“Mi sono addormentato!” rispondo. “Dammi
mezz’ora e sono da te!”
“Solo tu puoi addormentarti in vasca!”
la sento ridere “Sei chiuso a chiave, quindi esci all’istante!” intima. “Vuoi
dei tramezzini?”
“Volentieri!”
MARTA
POV
“Tra mezz’ora ti voglio in cucina! Non
ti permetto più di dire che i miei cinque minuti equivalgono a due ore esatte
di orologio!” avviso appoggiando distrattamente la mano sulla maniglia e, con
mia grande sorpresa, la porta si apre.
Impiego pochi secondi a richiudere,
raggiungere il balcone, e voltarmi verso lo specchio. Specchio che riflette una
ragazza combattuta tra sorpresa e speranza.
Una ragazza confusa che finge sicurezza.
Una ragazza che continua a parlare come
se niente fosse successo.
“Io ho sbagliato tutto con te. Io non
dovevo dirti quelle cose. Non in quel momento. Io non dovevo rimanere sola con
te tre giorni.”
“Lo hai fatto però!” interviene. “E io
te ne sono grato. E’ stata la migliore compagnia che potessi chiedere!” ma io
non lo ascolto.
Continuo.
“Avrei dovuto aspettare che fossi
guarito!”
“Ma io non sono mai stato malato!”
insiste.
“Appunto! Finzione!” confermo. “E io non
avrei dovuto dichiararmi in quel momento…” raccolgo
le idee prima di proseguire. “Potrebbe essere sembrato finzione, e io non
voglio che il mio… amore per te…
sia finzione!”
Non sento parole.
“ … non siamo poi così lontani. Ti
ricorda niente? Luna, Sole, accordi. Hai ragione, non siamo mai stati lontani.
Nonostante la distanza. Nessuno di noi lo è davvero. Io e te siamo solo un
esempio. Non so, non ci sto capendo più nulla! Tu stai capendo? Tu…” quando cerco il mio interlocutore trovo un ragazzo di
spalle intento ad annodare la cintura di un accappatoio.
Un ragazzo che indossa solo un
accappatoio.
“Che stai facendo?” il mio tono sorpreso
richiama la sua attenzione.
“Non voglio prendere un raffreddore e
sarebbe una mancanza di rispetto rimanere in vasca con te qui!”
“Gra-grazie!”
l’immagine nello specchio è sempre più sorpresa, mentre io torno a fissare il
balcone. Serrato.
Le parole avrebbero fatto meno rumore
del silenzio stesso. In questo momento.
“Marta…” dice,
afferrandomi le spalle in modo da far incontrare gli sguardi. “Io ti amo, ti
amo! Ti amo, e non voglio scendere nel volgare. Non voglio mancarti di rispetto
solo perché ho ventidue anni.
Da sempre l’incognita Y è quella
dipendente. Dipende dalla X, come io dipendo da te. Ma questa Y…” si indica. “ Ha anche una vita propria, è una canna
pensante. E come tale si comporta” dice tutto lentamente, come se temesse la
nascita di chissà quali equivoci. “Scusami forse non sono proprio le parole
adatte, ma…”
“Io ti sposo!” così, semplicemente. Gli
getto le braccia al collo di slancio. “Scelgo te! Sempre e solo te!”
“Werewolf?”
“Tutta la vita!”