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Autore: elyl    13/01/2011    3 recensioni
-Questa one shot ha partecipato al contest “Il Club Dei Duellanti – Secondo Turno” indetto da _fabi, V ogue e Lilyblack- E' il 31 Ottobre e James e Lily Potter sono costretti a rimanere segregati in casa. Chi ne soffre di più è proprio James. Sembra una serata come tante, ma nessuno dei due sa che sono le loro ultime ore di vita.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Questa one shot ha partecipato al contest “Il Club Dei Duellanti – Secondo Turno” indetto da _fabi, V ogue e Lilyblack, classificandosi settima su otto partecipanti, senza passare il turno. L’ho scritta in un brutto periodo, quindi non è il massimo, anche se devo dire che la parte finale non mi dispiace :D Buona lettura :D
elyl

 

Autore: elyl
Personaggi principali: Lily Evans, James Potter
Pairing: JamesLily
Genere: Drammatico, Triste
Rating: Giallo
Avvertimenti: One Shot
Citazione e prompt scelti: Mai aveva sentito così chiaramente di poterlo amare, come ora che tutto l'amore era vano. (Jane Austen, ‘Orgoglio e Pregiudizio’) Prompt: vacanze; candela; sangue.
Introduzione:

E' il 31 Ottobre e James e Lily Potter sono costretti a rimanere segregati in casa. Chi ne soffre di più è proprio James. Sembra una serata come tante, ma nessuno dei due sa che sono le loro ultime ore di vita.
Note dell'autore: (non obbligatoria): Non sapendo se i gufi gufano o tubano, ho cercato e ho scoperto che i gufi bubulano. Non lo sapevo ed ora lo so grazie a questa one shot. Per aumentare l'effetto scegliere qualche canzone distruttiva da mettere come sottofondo.
Consigliate “Somewhere” e “Pale” dei Within Temptation e “Shattered” dei Trading Yesterday.

 

 

And All Things Will End

 

Nel nero cielo notturno la luna splendeva alta illuminando ogni cosa. Le strade di Godric's Hollow erano gremite di bambini che indossavano i più svariati costumi, accompagnati dai genitori.

Dalla finestra, James Potter li osservava invidioso andare di casa in casa a chiedere dolcetti: avrebbe dato qualunque cosa pur di uscire e poter essere in mezzo a quella folla insieme a suo figlio Harry.

“James?”

Lanciò un'ultima occhiata alla via, sbuffò e si voltò verso sua moglie Lily.

“Sì?”

“Tutto bene?” Gli domandò preoccupata mordendosi il labbro inferiore. Sapeva perfettamente quanto suo marito desiderasse uscire e temeva che potesse compiere qualche gesto azzardato ed incosciente.

“Sì, benissimo.” Sospirò passandosi una mano tra i capelli.

“James, lo sai: non puoi.” Disse con tono d'ammonimento, le mani sui fianchi.

“Lo so, lo so!” Esclamò stizzito allontanandosi dalla finestra. “Non possiamo uscire, dobbiamo stare in casa, Voldemort qui, Voldemort lì.”

Calò il silenzio e il suo sguardo si posò su una foto che lo ritraeva insieme a Sirius, Remus e Peter, i suoi migliori amici.

La ragazza sorrise intenerita, si avvicinò a lui e lo abbracciò stretto.

“Devi aver pazienza, amore.”

“Lo so.” Il ragazzo annuì, accarezzandole dolcemente la schiena. “E' che non mi dispiacerebbe fare un giretto, tutto qui.” Si strinse nelle spalle. “Se solo non avessi dato il mantello a Silente...” Lasciò la frase in sospeso.

“Sarebbe nascosto da qualche parte, lontano dalle tue grinfie.” Concluse per lui con un gran sorriso pieno d'amore.

Sei cattiva.” Incrociò le braccia al petto, imbronciato.

“No Jimmy, ti amo: è diverso.” Ribatté posandogli una mano sul braccio e scoppiando a ridere.

Borbottò qualcosa di insensato e si lasciò cadere sul divano.

La ragazza scostò una ciocca di capelli dagli occhi, si sedette accanto a lui e lo abbracciò. James la strinse a sé e la baciò sulla fronte mentre lei chiudeva gli occhi ed appoggiava l'orecchio al suo petto, sentendo il suo cuore battere.

“Dovremo rimanere nascosti per sempre?” Domandò.

“Se devo farlo per salvare Harry, sono disposta a restare chiusa qui dentro per sempre.” Rispose senza esitazione.

Come se si fosse sentito interpellato, il piccolo iniziò a strillare dal piano di sopra.

“Parli del diavolo e spuntano le corna.” Scherzò James, liberandola dalla sua stretta.

“Fermo, vado io.” Gli scoccò un rapido bacio. “Tu goditi il tuo bellissimo salotto e fantastica sulle scorribande dei Malandrini.”

“Che simpatica, la mia adorata mogliettina.” Le fece la linguaccia.

Lily sorrise, si alzò e si fermò sulla soglia.

“James?”

“Sì?” La guardò rigirando un cuscino tra le mani.

“Ti amo.” Disse, provando una strana sensazione. Aveva come l'impressione che sarebbe stata l'ultima volta che glielo avrebbe detto.

Anche io, piccola.” Le sorrise.

Scosse il capo, scacciò quei brutti pensieri e salì le scale. Era una sciocca, avrebbe detto altri mille < ti amo > nella sua vita. Allora perché non riusciva a scacciare quel peso dallo stomaco? Non aveva motivo di preoccuparsi, erano al sicuro: Voldemort non poteva trovarli.

Entrò nella stanza di Harry e lo vide in piedi nel suo lettino, aggrappato alle sbarre che si agitava e strillava a squarcia gola.

“Ciao amore.” Lo salutò battendo le mani.

Non appena la vide, si lasciò cadere producendo un rumore sordo quando colpì il materasso con il sederino ben protetto dal pannolino. Si prese un piedino con la manina e l'altra se la portò alla bocca, iniziando a dondolarsi.

Lily sorrise e lo prese in braccio.

“Allora ometto, di che cosa ti lamenti?” Lo osservò attentamente, cercando di capire se avesse sporcato o no il pannolino. “Non hai fatto cacca e non puoi aver fame.” Gli scostò un ciuffo ribelle dalla fronte, degno erede di quello di James. “Allora che cos'hai?” Gli chiese, iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza.

Iniziò a canticchiare cullando il piccolo, stringendolo al petto. Harry appoggiò la testolina alla sua spalla, gli occhi spalancati ed una manina vicino alla boccuccia. Suo figlio era semplicemente bellissimo. Com'era possibile che Voldemort lo volesse uccidere? Era solo un bambino. Viveva nel terrore che potesse succedergli qualcosa e fu per quel motivo che, con James, decise di nascondersi. Era disposta a passare il resto dei suoi giorni segregata in quella casa se così facendo avrebbe salvato Harry.

Sorrise e lo baciò sulla fronte: quella strana inquietudine che l'assillava dal mattino non voleva abbandonarla.

All'improvviso un rumore assordante la fece sobbalzare. Spalancò gli occhi ed istintivamente strinse al petto Harry come per proteggerlo mentre il cuore sembrava esploderle nel petto.

“James?” Sussurrò rimanendo immobile.

Dopo quel frastuono, la casa sembrava essere sprofondata nel silenzio.

“Lily!” Sentì James urlare dai piedi delle scale. “E' lui! Prendi Harry e scappa.”

Strinse forte il bambino, fece un passo in avanti e intravide James abbassarsi schivando per poco una maledizione.

“Scappa!” Urlò nuovamente contrattaccando.

I suoi occhi verdi si riempirono di lacrime, combattuta: mettere in salvo suo figlio o correre in aiuto dell'uomo che amava?

Fece un respiro profondo e, prima che potesse cambiare idea, si infilò nella cameretta di Harry. Estrasse rapidamente la bacchetta e bloccò magicamente la porta con la speranza di guadagnare tempo.

“Pensa Lily, pensa!” Si disse, cercando una via di fuga, ma il suo cervello continuava a ripetere un unico nome: James.

Doveva scappare, ad ogni costo, ma sapeva benissimo che non avevano scampo. Abbracciò Harry e lo baciò ad occhi chiusi: aveva solo un anno e stava per morire.

Il solo pensiero la uccise: sentì il cuore fermarsi, il respiro mancarle e la testa girare.

“Mi dispiace, mi dispiace.” Sussurrò al piccolo che si stringeva a lei, gli occhioni verdi uguali ai suoi spalancati.

Stava crollando, lo sapeva. Tutta la paura che provava da quando Silente aveva detto loro della Profezia, la tensione, la rabbia e la stanchezza sembravano essere esplose.

Chiuse gli occhi e si sedette sulla sedia a dondolo in cui cullava sempre suo figlio per farlo addormentare. Iniziò a canticchiare una dolce ninna nanna e lentamente il bimbo scivolò nel sonno. Accarezzò la sua testolina e lo baciò.

Era incredibile come tutto sembrasse tranquillo: dalla strada non arrivava alcun rumore, un gufo bubulava e i rami degli alberi si muovevano pigramente a causa della leggera brezza notturna. E nonostante quell'illusione di pace esterna, all'interno della villetta si stava scatenando l'Inferno.

“Andrà tutto bene.” Sussurrò a Harry. “Andrà tutto bene.”

Sentì le lacrime scivolarle lungo le guance e il suo cuore accelerare, come se si stesse ribellandp alla situazione, come a dire che non era disposto a smettere di battere a soli ventun anni.

Sentì James urlare, poi silenzio. Un silenzio che venne squarciato da una risata malefica. Sapeva benissimo cosa significava: suo marito era appena stato ucciso da Voldemort.

In un attimo rivide tutta la loro storia: il primo incontro sull'Espresso per Hogwarts, i continui battibecchi per futili motivi, la sua insistenza nel chiederle di uscire, il suo cedere, il primo bacio, il primo < ti amo > sussurrato timidamente e con voce incerta, la prima volta, il matrimonio, la vita di coppia, il conoscersi giorno dopo giorno ed infine lui, Harry.

James e Harry, gli uomini della sua vita: mai aveva sentito chiaramente di poterli amare come ora che tutto l'amore era vano.

Fece un respiro profondo, si alzò e mise Harry nel suo lettino. Ignaro di ciò che stava per succedere, dormiva beato. Gli accarezzò il viso, lo coprì con la sua copertina e si piegò a baciarlo sulla fronte.

“Spero tu dorma quando accada. Dicono che non fa male, ma spero tu dorma, così davvero non sentirai nulla” Sussurrò piangendo. “Ti voglio tanto bene, Harry.”

Lo guardò per un'ultima volta, poi si voltò verso la porta ed impugnò la bacchetta lasciandosi sfuggire un sorriso amaro. Aveva ventun anni e stava per morire: doveva fare ancora tante cose, ma non le avrebbe mai fatte per colpa di un vecchio pazzo. Niente più vacanze, niente più cene a lume di candela: sarebbe morta senza alcun segno visibile sulla sua pelle, senza perdere neanche una goccia di sangue. Era questa la firma di Voldemort: uccidere senza lasciar segni sul corpo.

Sentì dei rumori fuori dalla porta.

Sarebbe morta.

La serratura scattò.

Il suo cuore si sarebbe fermato.

La porta si socchiuse e strinse la bacchetta.

Ma ciò non significava che sarebbe morta senza combattere.

Voldemort entrò nella stanza, la bacchetta sguainata ed un sorriso perverso sulle labbra.

Sarebbe morta per suo figlio. E morire per chi amava più della sua stessa vita era un valido motivo per farlo.

 

GIUDIZIO:

7°Classificato: Elyl

Grammatica e sintassi:9.4
Lessico e Stile:9
Originalità:8.4
Caratterizzazione dei personaggi:13.3
Attinenza al prompt* e sviluppo della trama:13.6
Gradimento personale:8.3
Totale:62


Lilyblack:
Gramatica e sintassi, come in ogni tua storia, sono corrette se non per qualche svista che non sto a segnalare, ma di cui ho dovuto necessariamente tener conto nel dare il punteggio; stesso discorso potrei fare per lo stile ed il lessico se tutta la storia fosse costituita dalla seconda parte. La seconda parte costituisce per me una sorta di spartiacque, fra due storie completamente diverse su più di un fronte e lo stile non fa alcuna differenza. Non fanno differenza, purtroppo, anche gli IC, che sono sicuramente ciò che mi ha toccato ‘negativamente’ di più. Non sono veri e propri errori, ma quasi stereotipi che non mi sarei aspettata da te, quei Lily e James che emergono nei primi dialoghi, così diversi da quelli più veri ed emozionanti della seconda parte della storia. L’attinenza al prompt è qualcosa di  coerente all’atmosfera da te descritta e sicuramente è lo sviluppo della trama che mi ha lasciata nel dubbio, se così si può dire. Tutto sommato è una storia molto carina e sarebbe ancora migliore, se nella prima parte non ci fossero quei problemi che ti ho sunnominato, che io vedo tali ma che per altri potrebbero non esserlo, ovviamente la mia è un’opinione personale. Brava comunque ^^

Vogue:
Per quanto riguarda la grammatica, le uniche sviste ‘imputabili’ sono un errore di battitura verso la fine della storia (‘ribellando’ ) e ‘squarciagola’ scritto separatamente. Per il resto, non vi sono altri errori. 
Lo stile e il lessico sono altalenanti: per la precisione, ho trovato la seconda parte più scorrevole e più curata rispetto alla prima, fattore sicuramente dovuto ad un netto cambio di situazione, cosa che ha influito anche sullo stesso registro utilizzato. La prima parte non presenta particolari problemi di sorta, solo ho trovato curata assai meglio la seconda. 
La scena da te descritta non è sicuramente fra le più originali, dato che è stata più volte sfruttata nel fandom, tuttavia non nego che l’introspezione finale presenti degli spunti interessanti sugli ultimi pensieri di Lily poco prima di morire. 
La caratterizzazione mi ha creato non pochi problemi. Perché se è vero che Lily è ben approfondita nell’ultima fase, che i suoi pensieri e le sue azioni sono coerenti con quanto sappiamo di lei, vero è anche che all’inizio della storia il suo rapportarsi a James mi è parso alquanto stereotipato: tuttavia, questo credo sia dovuto al tuo descrivere l’uomo con una sorta di eccessiva puerilità, che a tratti fa storcere il naso. È una questione di poche frasi, qualche sfumatura poco piacevole, quindi niente di trascendentale.
Innegabile che la frase sia inserita e che il suo stesso inserimento sia adatto al momento da te descritto; non mi è parso particolarmente fluido, ma va detto che ha comunque senso che Lily in tale frangente si sia lasciata andare a tali pensieri, a tale modo di vedere le cose. 
Tutto sommato, devo dire che la storia mi è piaciuta. Ribadisco che non mi ha fatta impazzire la prima parte, in particolar modo la caratterizzazione di James, ma ribadisco che si tratta di sfumature che non inficiano più di tanto il valore stesso della storia che, seppur non perfetta, è certamente piacevole. 

 

Fabi:
Questa storia è terribile. 
Non in senso cattivo, anzi, semmai è l'opposto. 
La prima parte è serena, mostra una sera come tante a casa di una famiglia che sa di essere in pericolo, ma che non vede questo pericolo vicino, fuori dalla porta. James che guarda fuori dalla finestra, Lily lo abbraccia. Viene da dirsi: 'Non stasera. Non accadrà stasera'. É proprio questa, secondo me, la parte più interessante della tua storia, questa quiete e il senso d'inquietudine di Lily si contrappongono. 
Poi, quando arriva Voldemort, finisce tutto. Lily ha un comportamento addirittura troppo razionale, ma credo che sia dovuto al fatto che lei era abituata a gestire le situazioni di stress, essendo un membro dell'ordine. Hai usato bene i prompt 'vacanza' e 'candela'. Non ho trovato 'sangue', invece. La parola c'è, ma non è presente nella storia il sangue. La frase, invece, è parte della narrazione, è parte di Lily. L'ho giudicata ben inserita.  
Mi è piaciuta. Mi hai lasciata commossa e scossa.  Hai descritto l'amore, hai descritto Lily. Molto brava. 
Dal punto di vista grammaticale c'è qualche piccolo errore, ad esempio: 'spero tu dorma quando accada', io ho dovuto segnarlo come errore verbale, ma credo fosse un errore di battitura. Lo stile è coinvolgente, anche se ogni tanto avrei rallentato un po', aggiungendo qualche virgola e rallentando qualche frase

                               

   
 
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