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Autore: 801_Underground    13/01/2011    3 recensioni
Haushinka is a girl with a peculiar name, I met her on the eve of my birthday...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Haushinka

Haushinka

 

Il pianto insistente e le urla di Joey nella stanza accanto mi svegliarono di soprassalto. Spalancai gli occhi e notai che la camera era ancora completamente buia; mi voltai, l’orologio sul comodino segnava le 2 e 30 di mattina. Fantastico… sospirai e mi decisi ad alzarmi, sentendo il corpo di Adrienne accanto a me agitarsi leggermente al mio movimento.

Sbadigliai, scesi a prendere il biberon in cucina e mi diressi verso la camera del piccolo. Questa dannata vita da padre mi stava uccidendo, erano mesi che non riuscivo a dormire un’ intera notte.

Osservai Joey mentre si contorceva gridando senza sosta e lo presi in braccio, cullandolo lentamente e cercando di farlo smettere di piangere.

“sei proprio uno stronzo Joseph, mi ero appena addormentato” sussurrai, camminando avanti e indietro per la stanza e stringendolo tra le braccia “domani è anche il mio compleanno, cazzo. Puoi lasciarmi dormire almeno la notte prima del mio compleanno?!” vidi i suoi occhietti fissarsi nei miei e per qualche secondo smise di piangere e si limitò a guardarmi. Non potei fare a meno di sorridere al suo visino tondo, forse aveva davvero capito ciò che gli avevo detto, chissà.  

In ogni caso, il momento di tregua non durò a lungo, il minuto successivo Joey aveva ricominciato a piangere come un ossesso.

Ci misi quasi un’ ora per farlo riaddormentare e il mio sonno era andato a farsi fottere, come la speranza di riuscire a riaddormentarmi a mia volta.

Così scesi in cucina e presi una birra dal frigo, camminando lentamente verso la grande porta-finestra del salotto: la notte era limpida e chiara, le stelle e la luna illuminavano un incredibile cielo terso.

Decisi di sfidare il freddo di metà febbraio ed uscii in giardino, rabbrividendo piacevolmente per la leggera brezza che mi scompigliò i capelli. Restai qualche minuto davanti alla porta, poi cominciai a camminare per il quartiere.

Più camminavo e più mi sentivo in pace, il cielo di Berkeley ed i quartieri completamente deserti mi aprivano la mente e mi facevano viaggiare lontano.

Percorsi qualche isolato e mi ritrovai davanti alla stazione degli autobus, decisi di fermarmi a sedere: mi piaceva osservare le persone che partivano, ognuno aveva in volto un espressione diversa, che fosse gioia, tristezza, speranza, eccitazione… alzai lo sguardo sul tabellone che indicava gli orari degli autobus, il prossimo era diretto a Charleston. Cazzo, pensai, un bel viaggio fino in South Carolina…

Mi stavo dirigendo verso una delle panchine, quando la mia attenzione venne attirata da una ragazza, seduta a terra a gambe incrociate: stava disegnando o scrivendo su un bloc notes alla luce del lampione sopra di lei.

 

 

                     Haushinka is a girl with a peculiar name,

                       I met her on the eve of my birthday.

 

 

La osservai per qualche secondo, improvvisamente una folata di vento fece volare in aria il cappello nero che aveva calato sugli occhi, quegli occhi che si sollevarono assieme alla sua testa seguendo la bombetta che volteggiava nel vento e si posava lentamente davanti ai miei piedi.

Mi chinai e l’afferrai, camminando velocemente verso di lei. il suo sguardo si posò sulle mie mani mentre si alzava lentamente in piedi.

“credo sia tuo” cominciai, porgendole la bombetta nera

“non pensavo che il vento californiano fosse così irritante!” rise, una risata argentina che mi fece il solletico alle orecchie. Non potei fare altro che sorridere di rimando, notando il suo bellissimo volto nascosto tra lunghissimi capelli neri.

“alcuni giorni è davvero fastidioso” risposi senza neanche pensarci. Mi sorrise ancora e abbassò lo sguardo imbarazzata. Le sue guance arrossirono visibilmente, fece per afferrare la sua borsa appoggiata a terra, ma le porsi la mano “Billie Joe” mi presentai. Riposò lo sguardo su di me e spalancò gli occhi; probabilmente si aspettava che me ne andassi e tornassi a farmi i cazzi miei come lei stessa stava facendo. Invece allungò la mano delicata e strinse la mia

“Tangerine” sussurrò.

“Tangerine?” annuì, sorridendo.

genitori hippie, amanti dei Beatles”

“mi piacciono i nomi particolari” mi ritrovai a sorridere, l’atmosfera era così rilassata, che la mia testa era libera da qualsiasi pensiero. Tangerine si infilò il cappello in testa e si sedette di nuovo per terra, a gambe incrociate. Feci automaticamente lo stesso, senza alcun apparente motivo; probabilmente il fatto che parlasse così poco dimostrava la sua voglia di restare da sola, ma non potei fare a meno di sedermi accanto a lei, in silenzio.

“sigaretta?” la sua voce delicata mi riportò sulla Terra, le sue mani leggere mi porgevano un pacchetto ancora completamente pieno

“grazie” scelsi la Winston in alto a destra, come sempre.

“puoi tenerle, io non fumo” dopo aver riparato la sigaretta dal vento per accenderla, la guardai negli occhi

“è per questo che il pacchetto è nuovo?” sorrise e annuì

“un ragazzo me le ha regalate assieme al cappello, ha detto che mi avrebbero portato fortuna dove stavo andando...

“dovresti tenerle, allora” constatai, incrociando le gambe.

“non credo che mi serviranno, ormai.” La guardai, confuso    

“che vuoi dire?” improvvisamente alzò lo sguardo davanti a sè: delle persone stavano salendo su uno degli autobus, che aveva già avviato il motore. Si alzò velocemente, prese la borsa e si voltò verso di me

 

 

    Did she know, did she know, before she went away, does she know?

 

 

“voglio che le tenga tu.” Disse, porgendomi il pacchetto di Winston. Mi sorrise e si avviò verso l’autobus.

Appena mise piede sul primo scalino, una folata di vento le portò via il cappello, di nuovo.

“Tangerine!” gridai mentre mi precipitavo a raccoglierlo, ma lei era già

salita, e le porte si erano già chiuse.

 

 

                                   But it's too damn late

 

 

Mi salutò dal finestrino, mentre, stingendo il suo cappello e le sue sigarette tra le mani, la guardavo sparire per sempre.

 

 

                        All I have now is a memory to date.

                 A cheap hat and cigarettes, and a peculiar name.

                           This girl has gone far away.

                                  Now she's gone.

 

 

 

 

Heeey girls! Questa ridicolaggine risale esattamente al 12 aprile 2010 quando, ascoltando Haushinka, mi feci un viaggione sulle possibili storie che avevano ispirato BJ... mmmh, non ho molto da aggiungere, spero che vi sia piaciuta, le parti in corsivo ovviamente rappresentano parti di testo della canzone.

Fatemi sapere cosa ne pensate pischelle, è importante per meh :D

Grazie di tuuuttocuore (?) vi amo infinitamente <3

-Walebel-


 


 

  
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