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Autore: Cleer    13/01/2011    6 recensioni
'Lui sapeva tutto di me, come io sapevo tutto di lui. Le prime cotte, le prime delusioni, le prime gioie. Ci eravamo aiutati, avevamo superato e festeggiato tutto insieme. Era sempre stato la mia spalla su cui piangere. L’unica persona a cui confidavo tutti i miei segreti. L’unico con cui mi sfogavo se ero triste, afflitta, ansiosa, felice. E per lui era la stessa cosa. Sapeva che poteva contare su di me. L’avevo visto piangere, ridere, sfogarsi, dare di matto. L’avevo visto addormentarsi tra le mie braccia, mentre gli accarezzavo i capelli, ed era l’unico che mi faceva battere il cuore. Un suo sorriso mi scaldava l’anima. Un suo abbraccio mi bastava per vedere il mondo sotto una luce nuova, più bella. I suoi occhi mi facevano dimenticare tutti i problemi che incontravo. La sua voce mi rendeva felice. Tutto di lui mi rendeva felice.'
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sometimes happen wonderful things.

Era il mio primo giorno d’asilo. Avevo 3 anni. Avrei conosciuto tanti nuovi amici con cui giocare, scambiare le mie carte Pokèmon.
Avrei giocato a bambole con loro, mi sarei divertita. Mi terrorizzava, però, l’idea di non passare più quelle mattinate con mia madre.
Il mio punto di riferimento in ogni cosa che facevo.

‘Mamma non ci voglio andare’, dissi in lacrime, tenendo stretta la sua giacca, e affondando il mio viso nella sua pancia.
Lei mi accarezzava i capelli dolcemente e tentava di calmarmi. ‘Su amore, conoscerai tanti nuovi amichetti e potrai giocare con loro’.
Aumentai la dose di lacrime e mi strinsi ancora di più tra le sue braccia, che mi stavano cullando.
‘No no! E poi come faccio senza di t-tee?!’, le dicevo fra i mille singhiozzi.
Mia madre mi staccò dolcemente dal suo grembo, costringendomi a guardarla negli occhi, mentre mi accarezzava le guancie ormai arrossate.
‘Amore’, mi disse sorridendo, ‘Ti verrò a prendere nel pomeriggio, e poi staremo insieme, come sempre’.
Mi stampò un baciò sulla fronte e mi scompigliò i capelli. ‘Ora andiamo. Fatti bella per questa giornata!’, concluse allegra.
Mi lasciai mettere a terra, e ancora singhiozzante mi diressi nella mia camera per prendere i vestiti che mia madre mi aveva accuratamente scelto la sera prima. Mi feci aiutare nell’indossare la mia gonna preferita, quella degli eventi speciali, come la chiamava lei.
Mi guardava sorridente, e non poteva che mettermi di buon umore. I suoi occhi marroni brillavano di luce propria ogni qualvolta si posavano nei miei dorati. Mi prese la manina piccola e fredda nella sua così calda, e mi sentivo protetta.
Varcammo la soglia di casa e ci avviammo a piedi verso la mia nuova scuola. ‘Pattieee!’, urlò mia madre, incontrando una donna di cui non sapevo nulla, se non il nome appena urlato da lei.
‘Hey, Samantha!’, rispose sorridente Pattie. ‘Che ci fai qui?’, disse mia madre, avvicinandosi a quella donna stampandole due baci sulle guancie, continuando a tenermi per mano. ‘Stavo accompagnando la mia peste all’asilo’, ridacchiò accennando ai suoi pantaloni stropicciati.
Arricciai il naso e mi sporsi in avanti per vedere chi si nascondeva vicino a Pattie. Vidi spuntare due manine, e due occhioni dorati e timidi che osservavano la scena. Sorrisi divertita mentre mi succhiavo il pollice. ‘All’asilo?’, esclamò mia madre.
‘Certo! Sai, non riuscivo più a gestirmi con il lavoro. E tu, cosa ci fai qua?’, disse sorridente Pattie. ‘Stavo proprio facendo la stessa cosa’, disse mia madre sorridendomi. Strizzai gli occhi come facevo sempre, e sporsi le mani verso lei, in modo che mi prendesse in braccio.
‘Oh! Christal, non cominciare su!’, disse divertita mia madre. La guardai imbronciata, mentre sentivo ridacchiare Pattie.
‘Sai, assomiglia molto a Justin la tua piccola’, disse Pattie rivolgendomi uno sguardo pieno di tenerezza. La guardai con i miei occhioni innocenti e le sorrisi. Distolse lo sguardo da me, per posarlo sul figlio.
‘Justin, forza, non aver paura, c’è una tua nuova compagna!’, disse raggiante.
Il piccolo intimidito si fece avanti continuando a stringere tra le mani i jeans della madre, mentre mi sorrideva tenero.
‘Lui è Justin’, disse Pattie, lasciando trasparire dal tono di voce quanto amasse il suo bambino.
Mi tolsi il pollice dalla bocca, e scoprii i miei dentini sorridendo a Justin, mentre lo salutavo energica con la manina.
Lui mi sorrise intimidito e ricambiò il saluto.

Passarono gli anni,e l’amicizia con Justin crebbe di giorno in giorno.
Lui sapeva tutto di me, come io sapevo tutto di lui. Le prime cotte, le prime delusioni, le prime gioie.
Ci eravamo aiutati, avevamo superato e festeggiato tutto insieme. Era sempre stato la mia spalla su cui piangere.
L’unica persona a cui confidavo tutti i miei segreti. L’unico con cui mi sfogavo se ero triste, afflitta, ansiosa, felice.
E per lui era la stessa cosa. Sapeva che poteva contare su di me. L’avevo visto piangere, ridere, sfogarsi, dare di matto.
L’avevo visto addormentarsi tra le mie braccia, mentre gli accarezzavo i capelli, ed era l’unico che mi faceva battere il cuore.
Un suo sorriso mi scaldava l’anima. Un suo abbraccio mi bastava per vedere il mondo sotto una luce nuova, più bella.
I suoi occhi mi facevano dimenticare tutti i problemi che incontravo. La sua voce mi rendeva felice. Tutto di lui mi rendeva felice.
Sì, mi ero innamorata di Justin, il mio migliore amico. E la cosa più buffa, se così la vogliamo chiamare, è stata scoprire che lui ricambiava i miei sentimenti. Ogni volta ricordare quel giorno mi porta sempre una lacrima di gioia.

‘Mammaaa! Vado a casa di Justin!’, urlai a mia madre mentre ero sulla porta di casa, pronta ad uscire.
‘Mi raccomando, non dare disturbo a Pattie!’,sorrisi mentre mi ricontrollavo allo specchio.
‘Non ti preoccupare! Ci vediamo stasera’, feci per andarmene, quando la voce di mia madre mi giunge di nuovo alle orecchie.
‘Christal, io e Pattie non ci saremo per una settimana! Starai a casa loro, lo sai che mi fido di te!’, mi bloccai immediatamente e sgranai gli occhi. ‘Mamma?! Stai scherzando spero!’, la sentii ridacchiare.
‘E non ridere!’, continuai sempre più impaurita. ‘Ma dai, cosa vuoi che sia!’, mi misi a urlare, ‘Mammaaaaaa! Una settimana con Justin! Noi due da soli! Oddio, oddio, oddio!’, mia madre aumentò la dose di risate raggiungendomi davanti alla porta.
Mi abbracciò mentre rideva. La strinsi forte, e strizzai gli occhi nascondendo il viso nella sua spalla.
‘Dai amore, approfittane per stare con lui’, mi disse accarezzandomi i capelli.
Mi sciolsi da quell’abbraccio e la presi per le mani guardandola negli occhi, che mi trasmettevano sicurezza.
Feci un grande respiro e serrai gli occhi. ‘Ok. Cosa c’è di peggio di una settimana da sola con Justin? Augurami buona fortuna mamma’, le dissi accennando un sorriso. ‘Forza amore, ti starà aspettando, vai’.
Uscii di casa con il cuore in gola e mi avviai verso casa sua. Senza nemmeno accorgermene ero già davanti al suo cancello, quindi presi coraggio e suonai al citofono. ‘Sì?’, la sua voce mi fece sobbalzare. ‘Sono Christal’, dissi sorridente.
‘Oh, sali piccola’. Sentii il solito “click”del cancelletto. Lo spinsi e non appena fui entrata lo richiusi dietro di me.
Mi avviai alla porta agitata, e ancor prima che appoggiassi la mano su di essa per bussare, mi ritrovai Justin davanti, sorridente come sempre.
Restai con la mano a mezz’aria mentre sorridevo. ‘Piccolaaaa!’, disse Justin prendendomi in braccio, come era solito fare.
Mi aggrappai alla sua schiena mentre ridevo come una bambina. Mi si riempì il cuore di felicità.
Quelle piccole attenzioni che mi dedicava mi rendevano felice. Mi riappoggiò a terra e mi sorrise, prendendomi per mano. ‘Pattie?’, dissi una volta in casa. ‘E’ in cucina’, mi disse sorridendomi. ‘Vado a salutarla’, gli dissi slacciandomi le mie dita dalle sue.
La trovai indaffarata a preparare la cena, che poi sarebbe stata per me e Justin.
Le andai incontro stampandole un bacio sulla guancia. ‘Hey, bellezza!’, mi salutò lei. Le sorrisi mentre mi lasciavo scompigliare i capelli.
Era sempre stata come la mia seconda mamma. ‘Divertitevi tu e mia madre’, le dissi sorridente. Mi abbracciò, tendendomi stretta a sé. ‘
Mi mancherete tu e Justin’, disse continuando a stringermi, ‘Era così agitato al fatto di dover passare una settimana da solo insieme a te’, continuò sciogliendo l’abbraccio e sorridendomi.
‘La sono anch’io. Si vede anche lontano 10 miglia’, le annunciai facendo una smorfia.
Rise e mi accarezzo una guancia. ‘Ti vuole più bene di quanto tu possa immaginare, davvero.’ Mi disse lasciandomi con un grosso punto interrogativo nella mente. ‘Ora vai, ti sta fissando dalla porta della cucina, non vorrai farlo aspettare?’ mi disse sussurrando divertita.
La guardai sorridendo, per poi ritornare da Justin, che mi aspettava appoggiato allo stipite della porta della cucina.
Appena lo raggiunsi mi sorrise, e subito ricambiai. Salutammo Pattie, che si stava recando da mia madre, per partire per la loro vacanza.
Dopo aver cenato ci spaparanzammo sul divano, mentre guardavamo un film, abbuffandoci di pop-corn.
Justin mi avvolgeva con il braccio a sé, mentre mi accarezzava il braccio scoperto. Sentivo il suo sguardo su di me, e mi sentivo in agitazione completa. Sentivo che stavo per scoppiare, così mi decisi a rompere il silenzio delle nostre voci.
‘Juss?’, chiesi titubante, continuando a guardare le immagini sullo schermo della televisione.
‘Sì?’, mi disse lui senza staccare lo sguardo dal mio viso. ‘Tu hai qualcosa da dirmi, vero?’, continuai questa volta costringendomi
a guardarlo negli occhi. Mi sorrise imbarazzato, mentre si grattava la testa, teso. ‘..Sì’, disse incurvando le labbra in un piccolo sorriso.
‘Eh, allora dimmi’, dissi ridacchiando. ‘Ehm, vedi..’ lo guardai armeggiare con il telecomando della tv, e fermò le immagini che scorrevano.
‘Oh, cosa seria’, dissi sorridendo. ‘Assolutamente’, mi disse Justin. ‘A-a! Qui c’è lo zampino di qualcuna! Chi è, chi è, chi è?’,
dissi cercando di non far trasparire la mia tristezza. Sapevo che quando aveva quello sguardo, Justin era innamorato.
Mi sentii terribilmente male in quel momento, ma sarei stata comunque felice per lui.
Se lo era lui, la ero anch’io. Gli sorrisi a mo di incoraggiamento, stringendogli la mano. ‘Beh, sì. C’è una ragazza che mi ha fatto impazzire’, mi disse sorridendomi dolce. ‘E su, me lo vuoi dire chi è?’, dissi ridendo. ‘Se-sei tu..’, disse guardandomi serio.
Sgranai gli occhi incredula. ‘Ecco. Lo sapevo che avrei rovinato tutto’, disse abbassando lo sguardo e scuotendo la testa.
Non potevo crederci! Justin  era innamorato di me, come io la ero di lui. ‘J-Justin..’, dissi con gli occhi lucidi.
‘Sì?’, mi rispose con un tono arreso. ‘Guardami, per favore’, gli strinsi la mano ancora più forte. Lui alzò lo sguardo su di me.
Gli leggevo la tristezza in quello sguardo così cristallino. ‘Anche per me c’è un ragazzo che mi ha fatta impazzire’, dissi quasi urlando, tanto ero felice. ‘Sì? Chi è?’, disse lui cercando di sorridermi. ‘Non so se lo conosci. Si chiama Justin, Justin Bieber!’, annunciai sorridente.
Vidi i suoi occhi brillare, e un sorriso enorme comparirgli sul viso angelico. ‘Stai-stai dicendo sul serio?’, mi chiese Justin.
Annuii abbassando lo sguardo. Sentii la sua mano slegarsi dalla mia, per poi portarla sotto il mio mento,
facendomi alzare lo sguardo per incastonarlo al suo. ‘Christal, io..io ti amo’, mi disse accarezzandomi una guancia.
Lasciai le lacrime accarezzarmi il viso, e sorrisi come un avevo mai fatto. Era la sensazione più bella al mondo.
Justin mi amava, mi sentivo importante, mi sentivo qualcuno. Il mio cuore scoppiava delle emozioni più belle.
Gli sorrisi, e lui fece lo stesso. Si avvicinò al mio viso, appoggiando la sua fronte alla mia e facendo strofinare il suo nasino con il mio.
Chiusi gli occhi d’istinto, e sentii le sue labbra sulle mie, che dischiusi.
La lingua di Justin accarezzava la mia dolcemente, mentre mi stringeva sempre più forte a sé.
Ci staccammo dal quel bacio, e Justin mi accarezzò i capelli. ‘Ti amo anch’io Justin’, dissi baciandogli delicatamente una guancia.


A distanza di anni siamo ancora qui insieme.
Siamo insieme a scambiarci l’amore infinito che entrambi abbiamo l’uno verso l’altra
E ogni giorno ci amiamo sempre di più, e in un modo sempre nuovo, e sempre più bello.
Lo sento chiamarmi dalla stanza da letto, probabilmente la nostra piccola Nicole si è svegliata,
e ha bisogno di me, quel pappamolle! Ringrazio sempre il cielo per avermi donato questo angelo.
Sì, a volte accadono delle cose meravigliose.
 


FINE.

  
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