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Autore: killa_chan96    13/01/2011    4 recensioni
Paul non urlava mai. Di solito.
Tuttavia, da quando stavano insieme, Lucinda aveva sperimentato che anche uno come lui poteva perdere il controllo.
TANTI AUGURI VEGETA PRINCESS98!!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- LUCINDA!!!
"Ohi ohi.." pensò una ragazza dagli insoliti capelli blu.

Paul non urlava mai. Di solito.
Tuttavia, da quando stavano insieme, Lucinda aveva sperimentato che anche uno come lui poteva perdere il controllo. Paul passava da un estremo all’altro: o parlava poco e piano, o strillava con tutta la voce che aveva in gola.
Per lui, le vie di mezzo non esistevano.
Ad ogni modo, il punto focale della questione non era tanto il fatto che Paul stesse urlando; bensì era il motivo, per cui lo stesse facendo.
E Lucinda lo conosceva, quel motivo.
Lei rispose con un filo di voce.

- s-ì Paul?-
-VIENI IMMEDIATAMENTE AL PIANO DI SOPRA!!-

La ragazza deglutì, ma obbedì.
Così, a passi lenti, salì le scale, come se stesse andando al patibolo.
E giunse lì, dove il fidanzato l’aspettava, seduto sul letto della loro camera.
Teneva le braccia conserte, le labbra serrate e gli occhi neri di rabbia puntati su di lei.
Lucinda si avvicinò a testa bassa, sentendosi colpevole come un bambino dopo aver compito una birichinata; e si fermò in piedi davanti a lui.
-…C-che succede?-, mentì, intimorita dallo sguardo del ragazzo.  
-Dimmelo tu-, tagliò corto Paul.
 -Ehm…-, tergiversò lei.
- Lucinda!! vieni con me!!- disse afferrandola per il polso e trascinandola in bagno. E lì si scoprì lo scempio: la maggior parte dei vestiti di Paul,se non tutti, si era ristretta di almeno cinque taglie dopo un palese lavaggio sbagliato,e ora giacevano sul pavimento,più simili a una pila di stracci.
-Che cos'hai da dire a tua discolpa?-
-Mmm… Che giusto ora stavo andando a comprarti dei vestiti nuovi…?-, rispose, alzando progressivamente il tono di voce.
Paul sollevò un sopracciglio. E Lucinda sospirò pesantemente.
-Oh, andiamo Paul! Te l’avevo detto che non sono brava in queste cose!
-È vero, me l’avevi detto. Tuttavia pensavo, anzi, speravo, che non fossi così imbranata!-
-Scusa… Che altro posso dirti?-, disse lei, sinceramente dispiaciuta.
Paul la fissò, e sospirò.
-Sei un caso senza speranza.-
-…-
Paul, sbuffando, uscì dal bagno.
-Dove vai?-, si riscattò Lucinda, seguendolo.
-Secondo te?-, ribatté lui, scendendo rapidamente le scale.
L’ultima cosa che Lucinda vide fu il portone chiudersi. Sospirò, abbattuta. Come poteva farsi perdonare?
All’improvviso la blu s’illuminò.
Corse giù in cucina e, senza perdere altro tempo, cominciò a cercare fra gli scaffali l’occorrente, disponendolo sul tavolo. Quindi si mise al lavoro.
  

Paul tornò che erano le dieci, con due sacchetti in mano.
Come ogni volta che rientrava a casa, non disse una parola.
Fece per dirigersi al piano di sopra, quando si accorse della luce fioca proveniente dalla cucina.
-Lucinda?-, la chiamò.
Ma non ottenne risposta, né sentì rumori.
Entrò in cucina e la vide: Lucinda dormiva appoggiata al tavolo, con la testa sprofondata tra le braccia e i capelli blu davanti al viso.
Al centro della tavola, il suo piatto preferito: torta salata. Con un “scusa” pasticciato sopra con la salsa. Paul sorrise ad occhi chiusi, risollevando lo sguardo sulla compagna.
Le si avvicinò, scuotendole piano la spalla.
-Lucinda, prenderai freddo-, mormorò.
La ragazza pian piano aprì gli occhi, mettendo a fuoco.
-Oh! Paul… Ma… Oddio, mi sono addormentata. A che ora sei tornato?-, bofonchiò stropicciandosi gli occhi.
-Adesso. Vieni, andiamo a dormire-, rispose piano, prendendola in braccio.
-Ti ho preparato la torta salata. Hai mangiato qualcosa?-, domandò Lucinda contro il petto del ragazzo, mezza intontita dal sonno.
-Ho visto. Sì, ho incontrato Ash e Misty, così abbiamo mangiato qualcosa insieme.-
-Pizza, ovviamente.-
-Ovviamente.-


Mentre facevano le scale, Lucinda urtò con un piede i sacchetti di Paul, e per un attimo si risvegliò dal torpore.
-Oh, già. È vero. Ho combinato un casino. Hai trovato qualche vestito?-
-Ash ha insistito per prestarmi qualcosa.-  
-Comunque, il sacchetto che hai urtato non è quello dei vestiti.-
-Ah, no?-
-No-, rispose atono il violetto, mentre entrava nella stanza e stendeva la ragazza sul letto.
-Che cos’è?-, chiese Lucinda, sebbene sentisse le palpebre molto pesanti.
Paul si sedette vicino a lei, porgendole la busta di plastica, ma senza dire una parola.
Lucinda cercò una risposta qualsiasi nei suoi occhi. Ma subito capì che avrebbe fatto prima sbirciando il contenuto del sacchetto; così lo prese in mano e ne trasse fuori una scatola colorata, tipica da dolci.
Lucinda lo fissò accigliata.
-Vuoi vendicarti su di me facendomi ingrassare?-
-Apri-, le ordinò lui, con tono seccato.
Detto fatto, la ragazza aprì la scatola, con estrema delicatezza; e nel momento in cui vide cosa c’era al suo interno, sgranò gli occhi: torta alle fragole. La sua preferita.
Rimase incantata, a fissare la parola “scusa” scritta col cioccolato, per due buoni minuti.
Quando si riprese, guardò il bel ragazzo, che tentava di nasconderle il visibile rossore delle sue guance guardando dritto, davanti a se.
La ragazza ridacchiò e si alzò per abbracciarlo. Ma slanciandosi per farlo, tirò una ginocchiata alla  scatola, e così la superficie della torta  si spiaccicò sull’ultima maglia pulita di Paul, che ebbe solo il tempo di dire: 
-LUCINDA!!-
Lucinda si staccò da lui immediatamente, portandosi le mani alla bocca non appena vide quel che aveva combinato.
-I-Io… È che… Cioè… Scusami!-
Un sbuffo uscì dalla bocca di Paul.
-Dai! Vieni in bagno! La butto in lavatrice!-, esclamò, alzandosi di scatto dal letto.
-No! Meglio di no…-
-Solo lavaggio a mano questa volta. Promesso-
-Uff… Ok-
Lucinda sorrise.
-Ok! Dai, vieni che te la levo!-
Paul la fissò interdetto per qualche secondo. -Puoi ripetere?-
-Che te la… Wah! Lavo! Te la lavo!…Lavo… Idiota!-, sussurrò alla fine a se stessa.
Paul sogghignò.
Si avvicinò a lei, e l’abbracciò.
-P-paul… Aah! Nooo! Così hai sporcato anche me!!!-, si lamentò lei, mentre cercava di scrollandoselo via.
Paul ridacchiò, prima di cominciare a “torturarle” il collo con le sue labbra.
-E qual è il problema? Andiamo al bagno e le leviamo insieme…-
-F-forse intendevi dire laviamo-
-No, no. Volevo proprio dire leviamo-, disse spingendola in bagno.
Poco dopo, lo scroscio d’acqua della doccia, riempì la stanza.






Note Autrice...
ciaoooo!!! eccomi ancora qui con un'altra delle mie stupidissime one-shot!! questa vorrei dedicarla a Vegeta princess98 per il suo compleanno(che è oggi!!tanti auguri!!) ma anche alla mia cucciolina Pimpilotta(non so cosa farei senza di te!!) a Buffy98 ( mi mancano le tue recensioni e le tue storieeee!!!) a micki 131( ti voglio bene e te l'ho già detto ma non importa!!!) e poi anche a tutti coloro che recensiscono sempre ogni mia storia e che magari leggeranno questa...
vi voglio bene ragazzi e ringrazio tantissimo Efp perchè mi ha permesso di conoscere persone speciali come voi...
vi voglio bene!!! un bacione e un abbraccione..
your killa..

  
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