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Autore: Abbykat    15/01/2011    1 recensioni
Un interludio all'hotel di Galbadia, tra l'arrivo della squadra a Deling City e il viaggio alla Tomba del Re Senza Nome; Squall e Rinoa cercano di capirsi l'un l'altro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

PLAY BY EAR
scritta da Abbykat, tradotta da Alessia Heartilly

Lo sbattere della porta riverberò come un colpo d'arma da fuoco nel corridoio dell'albergo. Squall appoggiò la spalla pesantemente contro lo stipite della porta, chiudendo agli occhi e premendosi le dita guantate contro la fronte. Non serviva a niente. Un dolore debole ma pulsante si era radicato tra i suoi occhi, minacciando di scatenare un grosso mal di testa.

La porta chiusa affievolì le voci dei suoi compagni di squadra sino a renderle poco intelligibili, ma li poteva ancora sentire bisticciare - le parole strascicate lente e maliziose di Irvine e le sillabe rapide e dure della risposta arrabbiata di Zell. I due si erano stuzzicati a vicenda senza interruzione da quando avevano tutti e tre ha raggiunto la loro stanza. Squall aveva impedito ai due di saltarsi alla gola con occhiate di fuoco e occasionali commenti taglienti, ma il controllo di Zell sulla propria pazienza stava rapidamente scemando, ed erano sul punto di venire alle mani. Squall non poteva più costringersi a interessarsi della cosa. Sperava solo che Zell si sarebbe fermato prima di rompere delle ossa. Qualche botta avrebbe potuto far bene al comportamento del cecchino galbadiano, ma non avevano troppe pozioni da sprecare.

Da dentro la stanza arrivò il crack di mobili spaccati, e il sospiro di Squall sibilò tra i suoi denti stretti. Per un momento considerò seriamente di andare alla stanza delle ragazze. Aveva già dormito sul pavimento prima d'ora-

Ma rifugiarsi nella stanza delle ragazze significava avere a che fare con Rinoa, e quello era qualcosa che non voleva davvero affrontare. Avrebbe spinto la testa di Zell contro quella di Irvine se avesse dovuto.

Come sono finito in tutto questo, comunque? Era una domanda che Squall si trovava a porsi sempre più spesso ultimamente. Non era del tutto sicuro di come, nel lasso di ventiquattro ore, era passato dall'essere un SeeD fresco di promozione all'essere responsabile di un assassinio politicamente delicato e di una squadra di sei persone.

O meglio, di una squadra di cinque persone e una complicazione ambulante.

Si spinse via dalla porta e, mettendosi le mani in tasca, cominciò a camminare lungo il corridoio, verso la stanza delle ragazze e oltre, lungo le scale fino all'ingresso. C'erano cose che giravano in tondo nella sua mente, un pensiero che rincorreva tra l'altro, un inventario mentale delle loro provviste e un rendiconto privato degli oggetti raccolti lungo la strada che avrebbero potuto usare, o vendere per ricavarne dei guil con cui acquistare altre provviste. Avevano bisogno di più provviste. Il kit da campo che avevano portato dal Garden di Balamb bastava solo per tre persone, e anche se Quistis, sempre professionale, aveva pensato di portare il proprio kit, Rinoa non aveva null'altro che la sua arma, e Irvine non era messo molto meglio.

Perché tutto questo fosse improvvisamente un suo problema, Squall non lo sapeva.

A parte il fatto che qualcuno doveva assicurarsi che ne avessero abbastanza. Qualcuno doveva assicurarsi che avessero abbastanza denaro per permettersi le stanze negli alberghi, così da non dover passare la notte accampati fuori dalla città e a mangiare razioni da campo insapori. Che quando qualcuno si fosse ferito - quando Rinoa si era fatta prendere dal panico davanti ad un Belhemel piuttosto furbo e aveva colpito qualcuno per sbaglio con una Thunder - quando Selphie si era fatta male al ginocchio cercando di evitare l'assalto di un Thrustaevis, e lui avrebbe fatto meglio ad assicurarsi che fosse pienamente guarito prima di mattina, o avrebbe dovuto portare Zell alla tomba con lui e Irvine al posto suo, e allora li avrebbe probabilmente uccisi entrambi - che ci fossero abbastanza pozioni e magie curative per riparare al danno. Qualcuno doveva assicurarsi che i guanti da combattimento con le nocche in metallo di Zell venissero riparati e migliorati prima che gli cadessero a pezzi dalle mani.

Zell certamente non l'avrebbe fatto. Selphie non l'avrebbe fatto. Avrebbero voluto - sapevano quanto Squall perché era importante - ma venivano distratti, e rimandavano o se ne dimenticavano semplicemente fino a quando era troppo tardi.

Quistis era più responsabile, ma per qualche ragione aveva delegato tutto a Squall da quando si era unita a loro a Timber. E quello era interamente un altro problema che sperava vagamente si risolvesse da solo, perché non aveva idea di cosa fare.

Irvine? Un'aggiunta indefinibile. Un esterno i cui modi affettati e il comportamento inesplicabilmente erratico non lo rendevano simpatico al resto della squadra. Era addestrato al Garden, come il resto di loro, ma nelle poche ore passate da quando si era unito alla squadra, non aveva fatto nulla per impressionare Squall con la sua affidabilità.

E Rinoa non aveva alcun tipo di addestramento. Rinoa era concentrata con troppa determinazione sul presente per pensare di pianificare anche solo pochi minuti nel futuro.

L'ingresso era piuttosto vuoto, un sollievo dopo più di un'ora di litigi costanti, ma Squall poteva sentire gli occhi della receptionist su di sé. Il suo interesse educato era quasi una pressione tangibile che gli pizzicava la pelle, e si trovò a fare una smorfia, piegando leggermente le spalle sotto la giacca e abbassando la testa sino a quando i capelli gli caddero disordinatamente davanti agli occhi. Giocò brevemente con l'idea di uscire semplicemente dall'hotel e fare un giro da solo nelle strade di Deling City, ma prima che potesse uscire dalle porte, i suoi pensieri registrarono finalmente il suono che arrivava alle sue orecchie da una qualche altra stanza - un pianoforte, con le note morbide ed esitanti, che si risolvevano in una melodia che tormentava il suo cervello.

Non era realmente cosciente di aver preso quella decisione, ma si trovò a girarsi verso il suono. Lo guidò attraverso l'ingresso vuoto e giù lungo una scala ricurva, e mentre raggiungeva l'ultimo scalino, la familiarità tormentosa della melodia si dissolse nel riconoscimento - perché le scale portavano al bar dell'albergo.

O a quello che era stato il bar dell'albergo. Era chiuso adesso, a quanto pareva, le sedie spostate dalle tavole vuote e le mensole dietro il bancone svuotate da bottiglie e bicchieri. Ma comunque, c'era un inquietante senso di deja vu - era un po' come vedere un fantasma, trovarsi faccia a faccia con un posto che aveva visto prima solo in un sogno durante il viaggio in treno da Balamb a Timber. Questo era l'albergo, e questo era il bar, che Laguna e i suoi amici avevano visitato. E quel pianoforte era-

Mentre Squall si voltava a guardare il palco su cui stava il pianoforte, le note svanirono nel silenzio, e la persona che suonava piegò un po' la testa per offrirgli un sorriso imbarazzato. Rinoa. "Quistis e Selphie non ti hanno mandato a cercarmi, vero?"

"... No." Si fermò, considerando la sua domanda semi speranzosa da una prospettiva e dall'altra, e poi si accigliò. "Avrebbero dovuto?"

Lei scosse la testa velocemente, alzando brevemente le mani in un gesto di negazione. "No, no. Solo che... erano curiose, sai, perché vengo da qui, e come sono finita nel gruppo dei Gufi del Bosco a Timber. E io non volevo davvero parlarne, quindi sono uscita a prendere un po' d'aria."

In realtà non era venuto in mente a Squall che persino Rinoa potesse avere cose di cui non voleva parlare - che persino Rinoa potesse pensare che la pressione a fin di bene degli sforzi delle altre persone di parlare fosse un po' troppo, a volte. Rifletté su ciò di cui si era reso conto, cercando di sistemare la cosa insieme alle altre conclusioni a cui era giunto su di lei, fino a quando realizzò che lei lo stava guardando aspettando una risposta. "Non dovresti uscire da sola," disse. Le parole uscirono rigidamente.

"Ho promesso a Quistis che non avrei lasciato l'albergo." Lei distolse gli occhi da lui, tornando a guardare la tastiera del pianoforte. Quando lui non disse altro, allungò di nuovo le mani sui tasti, scegliendo prima una nota, poi un'altra, e un'altra, fino a quando le note si raggrupparono in quella melodia familiare - la stessa che Julia aveva suonato, anche se più da dilettante, con ogni nota suonata una alla volta in un modo che le faceva sembrare nude.

"Bella, vero?" mormorò Rinoa, con la testa piegata sui tasti. "Mi piace davvero molto questa canzone... vorrei essere capace di suonarla meglio. Mia madre cercò di insegnarmi a suonare il pianoforte quando ero piccola, ma..."

"Era troppo difficile, così hai smesso?"

A quelle parole brutali, Rinoa sembrò perdere il ritmo della melodia; suonò una nota sbagliata e si fermò, arrossendo leggermente mentre alzava lo sguardo per incontrare i suoi occhi. "Non è così-" Si interruppe, con una piccola smorfia dolorante della bocca mentre i suoi occhi tornavano a guardare in basso. "Beh, forse." Le sue dita vagarono sui tasti, e cercò di ritrovare attentamente la melodia. "A dire il vero, mia madre è morta quando avevo cinque anni. Un incidente d'auto. Da allora... hai ragione, era troppo difficile. Così ho smesso."

Squall non trovò nessuna risposta a quella battuta, nulla a parte un'inaspettata vergogna. Non era nemmeno realmente sicuro del perché avesse parlato, tranne che forse stava cercando di capirla - che in qualche maniera bassa e sprezzante avesse voluto provare a se stesso che lei era così, una persona che avrebbe rinunciato quando le cose diventavano difficili. "...Scusa."

Rinoa scosse semplicemente la testa. "No, va tutto bene. Non avrei dovuto smettere." La smorfia dolorosa della sua espressione si addolcì in una traccia di sorriso meditabondo e malinconico, mentre tornava a premere i tasti. "Mamma diceva sempre che se si vuole qualcosa, bisogna fare qualcosa per averla... anche se si pensa di non potercela fare, non ne verrà nulla di buono se ci si arrende. Una volta che Timber sarà libera, inizierò a imparare nuovamente a suonare il pianoforte. Allora sarò capace di suonare bene questa canzone. Penso che le piacerebbe."

Bruscamente smise di suonare, voltandosi sulla panca del pianoforte per guardarlo in faccia. "E tu?"

La domanda lo colse di sorpresa, e non riusciva a iniziare anche solo a immaginare che cosa intendesse dire. La guardò e basta, fino a che il suo sorriso si fece più caldo in un modo che lo fece sentire ancora di più inquieto.

"I tuoi genitori," lo incalzò. "Com'erano?"

Lui distolse lo sguardo da lei, spostandolo lungo il bar vuoto verso nulla in particolare. "Non ho mai conosciuto i miei genitori. Vivo al Garden da quando ho memoria."

"...Oh." La voce di Rinoa sembrò improvvisamente più bassa, incerta e un po' imbarazzata. "Mi dispiace. Non avrei dovuto chiedere."

Squall scrollò le spalle, un movimento breve e noncurante. "Non preoccuparti. Non è che sappia cosa mi perdo, comunque."

"Non lo so..." Quando lui tornò con cautela a guardare Rinoa, lei stava nuovamente guardando il pianoforte, le punte delle dita che scivolavano leggermente sui tasti. "Anche se mamma non è più con me, ho ancora i miei ricordi di lei... e fotografie, e registrazioni e altre cose. Così anche se lei mi manca, posso ricordare quanto mi amasse." Alzò una mano dal pianoforte per chiudere le dita intorno all'anello che pendeva dalla catenina intorno al suo collo. "Quando penso questo, anche se sono da sola, è come se non fossi sola."

Squall rimase praticamente immobile, e nel silenzio che seguì alle sue parole, Rinoa alzò esitante lo sguardo sul suo viso. Bruscamente spalancò gli occhi, e la mano che giocava con il suo anello le coprì la bocca in un gesto di improvvisa costernazione.

"Mi dispiace così tanto." Le parole uscirono veloci e vergognose. "Sono stata davvero insensibile, vero? Non avrei dovuto dire niente."

Sei più forte di me, pensò Squall.

Ma quello che disse fu, "chissenefrega. Torno di sopra." Passò il tempo di un battito prima che i suoi occhi trovassero quelli di lei. "Non dovresti stare qui da sola troppo a lungo."

Lei si alzò, spingendosi su dalla panca del pianoforte e non incontrando i suoi occhi. "Vengo su con te."

Quando lui si voltò per risalire le scale, lei corse per raggiungerlo.

Squall si era aspettato che Rinoa avesse continuato a parlare mentre attraversavano l'ingresso e tornavano di sopra alle loro stanze. Lei non lo fece. Camminarono in silenzio, Squall con le mani nelle tasche della giacca, Rinoa con la testa bassa e le dita che giocavano di nuovo distrattamente con l'anello. Pensò che lei lo avesse guardato di soppiatto una volta o due, ma lui non la guardò per vedere che tipo di espressione ci fosse in quei brevi sguardi.

Si fermò alla porta della stanza delle ragazze, e si trovò riluttante a parlare.

"...Di' a Selphie che si assicuri che il suo ginocchio sia a posto per domani," disse infine, e Rinoa annuì leggermente.

"Andava molto meglio quando sono uscita, da quando abbiamo smesso di camminare. Penso che la pozione l'abbia realmente aiutata."

Non c'era nulla da rispondere; Squall annuì, e dopo un altro momento si voltò, dirigendosi lungo il corridoio verso la stanza che sperava Zell e Irvine non avessero completamente distrutto. La voce di Rinoa che lo chiamava lo fece fermare di nuovo.

"Ehi Squall." Quando lui guardò verso di lei al di sopra della sua spalla, lei stava sorridendo, con la mano sulla maniglia della porta. "Dormi bene, ok?"

Lui la guardò a lungo prima di voltarsi di nuovo, infine. "Sì," disse. "Anche tu."

Arrivò alla porta della sua stanza prima di accorgersi che il mal di testa gli era passato.

*****
Nota della traduttrice: grazie a Little_Rinoa che ha betato questa storia praticamente all'ultimo minuto! Come sempre, i vostri commenti saranno tradotti e inviati all'autrice periodicamente. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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