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Autore: michiyo1age    15/01/2011    4 recensioni
Shikamaru Nara non è mai stato un tipo mattiniero. E neanche quel giorno avrebbe cambiato la sua natura: "Erano le 5 e mezza e si era ripromesso di svegliarsi alle 5 in punto.Questa folle idea gli era venuta la sera prima: aveva bisogno di pensare come organizzare l'allenamento per quel giorno e farlo con tutta tranquillità era la soluzione migliore. "
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Un difficile risveglio Erano le 5 e mezza e si era ripromesso di svegliarsi alle 5 in punto.
Questa folle idea gli era venuta la sera prima: aveva bisogno di pensare come organizzare l'allenamento per quel giorno e farlo con tutta tranquillità era la soluzione migliore. Non voleva che la sua prima squadra capisse subito che non aveva voglia di fare nulla. Si sentiva preoccupato di ricoprire quel ruolo vitale che prima era stato di Asuma e che aveva contato tanto per lui.
Diciamocelo non voleva diventare come Kakashi, dopo si vedeva cosa creavano ritardi e un'intesa passione per i soft porno: Sasuke e Naruto non erano così per caso.  Di certo non voleva finire come Gai, al sol pensiero rabbrividiva sotto il pesante piumone.
Un insegnate decente, non troppo bravo, ma sicuramente non troppo incapace.
Durante quelle prime due settimane aveva cercato strenuamente di esserlo, ma la mancanza delle giuste ore di sonno, lo avevano stremato.
Non era riuscito ad arrivare a quelle dieci ore più riposino a cui era abituato. Questo aveva reso il risveglio ancora più difficile dell'usuale impresa titanica.
Al suono di quel trillo infernale che portava solo disgrazie, aveva deciso che se avesse dormito otto minuti in più non sarebbe mica caduto il mondo. Infatti se non si premeva il pulsante giusto, la sua sveglia avrebbe continuato a rompere ad intervalli di otto seccanti minuti.
Alle 5.30 iniziò a suonare un'altra cosa tintinnante: qualcuno, probabilmente sua madre, doveva averla messa lì. Sicuramente sentendo i discorsi della sera prima era previdente e conoscendo il figlio si era privata della sua per aiutarlo. Doveva ammetterlo: era stato irrealmente loquace e sua madre dannatamente efficiente.
Quell'arpia l'aveva pure posizionata lontano da lui. Non si sarebbe mica dovuto alzare per spegnerla? Giammai!
 Ore 5.32 Finto il quarto ciclo: la prima sveglia ricominciava la sua cantilena. Questo era semplice: pulsante e ci risentiamo fra otto minuti.
L'altra però rimaneva un problema grave.
Si rimproverò mentalmente per non essere andato a letto prima. A che ora si era addormentato?
Boh, fuori era buio, di questo era certo.
Forse anche in quel momento era buio. Percepiva la finestra aperta, ma non aveva la forza di aprire gli occhi per controllare.
Chissà com'era il mondo là fuori, ora che un altro giorno era passato.
Così non andava proprio da nessuna parte.
Sapeva che si doveva svegliare, ma non sapeva come farlo. In quel momento sembrava così difficoltoso dare l'impulso nervoso a tutti i muscoli per farlo alzare.
Voleva altri cinque minuti, solo cinque, anzi otto, otto minuti ancora e poi si sarebbe alzato, si sarebbe messo al tavolo della cucina con le tabelle e i documenti con le caratteristiche di ognuno dei suoi tre allievi. Alle otto aveva promesso di portarli al campo di allenamento per insegnarli il controllo del chacka.
Che seccatura di marmocchi!
Il pomeriggio doveva andare dall'Hokage per prendersi i moduli di compilazione per l'Esame dei Chunin di cui era ancora esaminatore, un piaga che si sarebbe portato per tutta la vita.
No, non poteva alzarsi con una premessa del genere! Ci sarebbero volute altre dodici ore per riuscire a tornare in quella situazione di calma, pace e serenità.
D'altro canto era suo dovere, di shinobi e di maestro, mettersi al lavoro.
Quindi: Alzati Shikamaru!
Cercò di girarsi di lato e così facendo il suo viso andò ad affondare nel comodo giaciglio del suo cuscino che aveva pure un ottimo odore.
Si sarebbe addormentato di lì a poco se non fosse stato per la sveglia di sua madre e adesso anche la sua che aveva concluso gli otto minuti di libertà.
No, basta!
Si sarebbe alzato, svegliato e cambiato, ecco quello che doveva fare!
Si tra cinque minuti.
Si girò verso l'altra sponda, verso l'interno del letto così concedersi ancora un po' di calda pace. Fu in  quel momento che una delle trombe starnazzanti smise di emettere il suo lamento ritmico e lui si assopì, per poi addormentarsi.
Ore 6.00 una terza sveglia uscita da un mondo parallelo (quante di quelle cose avevano in casa?) scassò con più forza delle sue precedenti compagne.
Shikamaru si rizzò sul letto e vide l'ora.
Cazzo, era tardi! Aveva già perso un'ora di tempo prezioso, poteva dire addio al lavoro fatto con calma che aveva sognato.
Afferrò un lembo della coperta con forza e decisione e si scoprì le gambe. Fu un dolore acuto, come togliersi un cerotto o per il gentil sesso come farsi la ceretta.
Il freddo pungente gli faceva rizzare i peli e le dita che stringevano il tessuto sembravano voler dire “Torna indietro, imprudente!”.
Ma lui ormai era convinto: doveva concludere il lavoro iniziato.
Fece uscire la gamba dal materasso, stava per poggiarla a terra con la meticolosità degna di un trapezista quando un braccio estraneo sbucò da sotto il piumone. Spense malamente la sirena numero 3 facendola poi schiantare a terra.
Ecco dov'era! Un obiettivo su tre eliminato.
La piovra gigante che viveva nel suo letto tirò fuori un'altra mano per afferrare il suo orecchio, lo strinse forte e lo trascino fino al centro della sua tana.
Una voce impasta emise un grugnito: -Dormi scemo-
Shikamaru cominciò a mettere insieme tutti pezzi del puzzle: la nottata in bianco, la finestra aperta, il profumo sul cuscino, la terza sveglia.
Eseguì l'ordine che gli era stato impartito e si accoccolò sotto le coperte dove faceva più caldo, vicino ad un cuore che faceva bum bum, bum bum.
Circondò quel corpo con le braccia e sistematosi bene la testa si addormentò piano piano.
Bum bum, bum bum, bum bum

-Disgraziato di un figlio! Ormai sei adulto, dovresti essere capace di svegliarti da solo! Ti ho messo pure una sveglia! I tuoi studenti sono qui che ti aspettano!-
Yoshino Nara, la Furia del Clan, era entrata violentemente nella stanza, stava per alzare le tapparelle con pari cattiveria quando si accorse che erano già state tirate.
Notò una massa di capelli biondi che usciva dal letto di suo figlio, che, con gli occhi spalancati, la guardava come se avesse avuto tre teste.
-Buon giorno, potevi usare la porta Temari cara- disse con tutt'altro tono.
Sbucò un'intera testa assonata con un sorriso gentile: -Non volevo disturbarla, Yoshino-san-

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Buon giorno signorine,
non ho nulla da dire di nuovo rispetto al 2010 e se per questo, neanche riguardo la fic,  ma eccomi qua a postare qualcosina che si intona con le mie mattinate. Il risveglio, penso per tutti, è la parte più difficile della giornata e ho voluto descriverla per avere, sinceramente, un po' compassione se non per me almeno per il povero Shikamaru che non ce la fa proprio.

Ricordo per chi non lo sapesse che se a qualcuno venisse voglia di parlare con me o con un altro sciame di mosche nere impazzite può sempre venirci a trovare qui: http://moschenere.forumfree.it/

Dedico la fic al mio cuscino
   
 
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