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Autore: Minner_    16/01/2011    3 recensioni
La quiete della notte venne interrotta dai dei passi ovattati nella neve. Erano i passi difficoltosi di una bambina coperta fin sotto gli occhi da pesanti abiti troppo grandi per lei, e sembrava cercare di arrancare fino alla capanna malconcia debolmente illuminata, poco distante da lì.
[Ucraina]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Russia/Ivan Braginski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Inverno
Fandom: Axis Powers Hetalia
Genere: Fluff
Personaggi: Ucraina, Russia, Bielorussia
Rating: verde
Avvertimenti: AU
Note: storia partecipante al "The One Hundred Prompt Challenge" indetto da BlackIceCrystal .
Il nome Sofiya l'ho trovato sul Blog dell'autore, lo si può considerare una cosa ufficiale quindi, ma tra i vari nomi proposti questo è quello che mi è piaciuto di più.

I personaggi non appartengono a me ma ha Hidekaz Himaruya. 

- INVERNO -
 

Le nuvole grigie cariche di neve impedivano alle stelle di illuminare la sterminata e desolata foresta sotto di essa, riducendola a un deserto di alberi dove il silenzio regnava incontrastato. La soffice neve del terreno sembrava una calda trapunta che avvolgeva la vegetazione delle steppe accogliendola in un sonno profondo che solo il calore primaverile poteva risvegliare. Sembrava che tutto fosse immobile, solo ogni tanto si udiva la neve scivolare dalle fronde degli alberi per poi cadere con un tonfo attutito sul terreno. Se si faceva attenzione però, si potevano scorgere le impronte lasciate da qualche animale solitario passato di lì per caso alla ricerca di cibo, segno che qualcuno abitava quei boschi.

L’inverno in quelle foreste era duro e insopportabile, pochi erano in grado di sopravvivere alle basse temperature, e se non morivano di assideramento, la solitudine era un modo per andarsene. Molti diventavano pazzi ad ascoltare il silenzio, poiché in quelle terre lo si poteva realmente udire.

Era un suono impercettibile, sentivi che arrivava alle spalle e passarti accanto all’orecchio come un sussurro leggero, e la paura che portava con sé faceva impazzire gli uomini. Terrore di un ramoscello spezzato, delle neve che cadeva sul terreno, paura dei rumori che procuravano loro stessi. Non vi era via di scampo dal rigido inverno dell’est.

La quiete della notte venne interrotta dai dei passi ovattati nella neve. Erano i passi difficoltosi di una bambina coperta fin sotto gli occhi da pesanti abiti troppo grandi per lei, e sembrava cercare di arrancare fino alla capanna malconcia debolmente illuminata poco distante da lì.

Non appena aprì la porta d’ingresso un vento gelido entrò dirompente all’interno dell’abitazione facendo tremolare l’unica candela che possedevano, rischiando così di oscurare l’intera stanza. La bambina richiuse la porta dietro di sé e si avvicinò al materasso steso a terra dove due figure indistinte giacevano sotto una ruvida coperta regalata da un’abitante del villaggio vicino, per pietà di quei tre orfanelli.

Sofiya si avvicinò pian piano, a punta di piedi, per non svegliare i fratelli minori; scostò appena la vecchia coperta per vedere il volto del piccolo Ivan perennemente avvolto dalla sciarpa candida che gli aveva regalato lei stessa, con la mano stretta intorno ad essa, invece, vi era la sorellina più piccola, Natalia. Aveva un’espressione quasi serena mentre dormiva, era difficile vederla così tranquilla durante il giorno troppo impegnata a rincorrere il fratello per obbligarlo a giocare con lei.

D’un tratto il vento divenne più forte tanto da far sbattere le sgangherate imposte creando un suono sinistro e agghiacciante, ed una raffica d’aria si insinuò tra le fessure delle pareti abbassando notevolmente la temperatura nella stanza. Percossa da brividi di freddo Sofiya si infilò subito sotto le coperte assieme agli altri due avvolgendosi con un lembo della coperta, tremando da capo a piedi.

Come era comparso, il vento cessò per ritornare alla calma mortale di qualche attimo prima.

La bambina voltò la testa verso la sorellina posto al centro del materasso e vedendo che la coperta si era leggermente abbassata allungò un braccio e rimboccò le coperte come meglio poté, per poi accarezzare amorevolmente la guancia di ciascuno dei fratelli. Poco prima di addormentarsi mormorò qualcosa a fior di labbra le cui parole furono come trasportate dal vento.

 

 - Доброї Ночі*-  (Spokoinoi  noci) 

Anche se all’esterno l’inverno faceva sentire le sue silenziose urla tra gli alberi innevati, sotto quelle coperte un tiepido calduccio avvolgeva i tre bambini cullandoli verso un torpore tranquillo ricco di sogni, a cui i soffi d'aria freddi non era permesso entrare. 




* Buona notte in Ucraino



 Angolo dell'Autrice

Da quanto tempo speravo di scrivere qualcosa su di loro! '
Spero di aver fatto un buon lavoro, fatemi sapere che ne pensate ;D
A presto! ^,^


 

The One Hundred Prompt Project
  
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