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Autore: Lady Moonlight    16/01/2011    22 recensioni
Leggende di Angeli, Unicorni, Fate e Streghe si mescolano con le vicende del Vampiro Sebastian e la sua contraente Clare Rainsworth. Un uomo sta tentando di riportare al mondo il terribile demone Vlad Tepes, il vampiro originario.
Per farlo gli occorre la Pietra di Cristavia, un oggetto che si credeva perso da secoli.
Clare, l'ultima Guardiana dovrà affidarsi a Sebastian ed insieme a lui cercare di ristabilire le sorti del regno, ma il tempo sta scadendo e perfino i ricordi di un passato oscuro sembrano essere contro di lei.
[Clare sussultò quando si rese conto che quello era Sebastian. Un moto di rabbia le salì alla gola.
Il vampiro, ora stava baciando il collo della ragazza e i canini le sfiorarono il collo.
Quando Sebastian affondò le zanne sul viso della giovane gli si dipinse un sorriso di puro piacere.
Clare si voltò disgustata, ma sapeva che Sebastian l'aveva vista. Il cuore le batteva furiosamente nel petto e si maledì per essersi alzata ed aver visto quella scena.
"Non doveva succedere..." continuò a ripetere come una litania per alcuni minuti.
Era terrorizzata. Lei non avrebbe dovuto, mai, vedere Sebastian mentre si nutriva delle sue vittime.
]
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Contratto di Sangue'
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Nota 2014: Questa storia è stata scritta nel lontano 2011, quindi spero perdonerete lo stile acerbo ed eventuali imperfezioni. Contratto di Sangue è in fase di revisione totale, per approfondire e migliorare la trama, arricchendola di nuovi particolari. Conto di ripubblicare le vicende di Clare appena avrò concluso la nuova versione!
Nel frattempo spero che questa vecchia versione possa tenervi compagnia! :D  
 




Prologo
 
 
 
È inverno. La neve cade lentamente sul prato, ricoprendo il mondo con il suo candore.
La ragazza si porta una mano al ventre, dove il sangue continua a fuoriuscire dalla ferita. Ha paura, le labbra le tremano mentre pronuncia il nome del suo amato.
Sebastian...” sussurra con le ultime forze che le rimangono.
Il ragazzo le stringe la mano e delle lacrime sfuggono dai suoi occhi.
Devi farlo ora.” mormora la fanciulla, ormai al limite delle sue forze.
Non posso farlo Cassandra!” grida Sebastian stringendo a sé il corpo dell'amata.
Questo è l'unico modo. In nome del nostro contratto, io te lo ordino!” esclama socchiudendo gli occhi. “Nutriti del mio sangue ed uccidi i nemici!”
All'improvviso gli occhi del ragazzo assumono una colorazione violacea, con lievi sfumature rosse.
Le mani strette intorno alle spalle della ragazza stringono con violenza il suo corpo, dalla bocca compaiono due piccole zanne affilate.
La ragazza si lascia sfuggire un ultimo sospiro, poi avverte il vampiro succhiare dal suo corpo l'ultima scintilla di vita che le rimane.
Il buio prende il sopravvento sopra ogni cosa...
 
 
Clare si svegliò all'improvviso nel suo letto con la fronte sudata. La luce del sole l'abbagliò per qualche istante e fu costretta a chiudere gli occhi.
Sbadigliò e si portò una ciocca dei lunghi capelli biondi dietro l'orecchio.
“Ancora quel maledetto sogno.” bisbigliò osservando il paesaggio fuori dalla finestra.
I giardini del palazzo reale le si presentarono in tutto il loro splendore. Gli alberi erano fioriti, le fontane erano piene d'acqua e i passeri beccavano qualche briciola di pane.
Clare constatò che doveva aver dormito fino a tardi perché i rampolli degli aristocratici stavano giocando, facendo un gran baccano.
La testa le faceva male e la ferita alla spalla non era ancora del tutto guarita. Scese dal letto e la bianca camicia da notte le arrivò alle ginocchia. I suoi piedi toccarono la fredda superficie della camera da letto e Clare fu scossa da un brivido. Anche se la primavera era arrivata, quell'anno sembrava che i geli dell'inverno non volessero lasciare il paese.
Con passo leggero si diresse verse il bagno. Notò immediatamente che le domestiche dovevano essere entrate da poco nelle sue stanze perché l'acqua della vasca era già calda.
Si sfilò il delicato tessuto di seta e si immerse nella vasca fino al collo. Dopo pochi minuti chiuse gli occhi per un istante. In quel periodo era estremamente stanca, e la notte precedente era stata alzata quasi fino all'alba.
Sbadigliò ed osservò le bolle di schiuma ricoprire la sua pelle.
Il tempo trascorse e solo quando Clare si rese conto che l'acqua era ormai fredda, la ragazza afferrò un asciugamano ed uscì dalla vasca.
Osservò i suoi capelli e dopo un attimo di indecisione afferrò una spazzola e cominciò a pettinarli.
In seguito si diresse verso il grande armadio che le aveva regalato Vincent qualche anno prima. Prese alcuni vestiti e si cambiò. Indossò un corpetto marrone e una leggera camicia bianca e verde. Infine infilò dei pantaloni in pelle nera, degli stivaletti che le arrivavano quasi al ginocchio ed un mantello color crema.
Pronta per tornare al lavoro uscì dalle sue stanze. Lungo il corridoio, le cui pareti erano tappezzate di rosso e le grandi finestre laterali avevano spesse tende scure, incontrò alcuni domestici che le riferirono un messaggio.
“Il re vuole vederla, l'aspetta per il pranzo.” le riferì un maggiordomo.
Clare annuì, le rimaneva circa un'ora prima del loro incontro. Fece per andarsene. Ma fu trattenuta dalle parole di Virginia, la sua cameriera privata.
“Il signor Vincent mi ha pregato di portarvi il suo dono per voi.” disse la ragazza mostrando tra le mani un collana d'oro con incastonato un rubino.
Clare osservò le piccole mani di Virginia e il capo leggermente inchinato in segno di rispetto. Aveva una corporatura minuta, corti capelli neri ed occhi scuri.
La sua pelle scura risaltava maggiormente contro quella pallida di lei.
“Riferisci a Vincent quello che gli dico ogni volta.” rispose sospirando. “Il fabbro è arrivato?” aggiunse rivolgendosi al maggiordomo, che indossava abiti scuri e candidi guanti di velluto. L'uomo non più molto giovane rispose con voce ferma e sicura. “L'attende nelle scuderie.” spiegò.
Clare si diresse verso le scalinate che davano ai giardini e si soffermò un secondo sulla porta di un pesante colore nero ed una raffinata maniglia d'argento.
Si portò una mano al petto, poi, scuotendo la testa decise di proseguire. Dopotutto non aveva bisogno di Sebastian, non ancora.
Percorse le lunghe sale affrescate, i saloni dei ricevimenti e si soffermò qualche istante per osservare la sala del trono, le cui porte chiuse erano vigilate da alcune guardie armate.
“Ci sono stati problemi?” domandò ad un ragazzo di trent'anni che reggeva in mano una lancia.
“No, Lady Rainsworth.” rispose prontamente fissandola negli occhi.
“Riferisci al re che se avrà bisogno del mio aiuto mi troverà nelle scuderie.” Concluse Clare dando le spalle agli uomini e proseguendo per la sua strada.
Attorno a lei, bambini e donne dell'alta società camminavano per i corridoi del palazzo reale.
“È lei!” mormorò una donna alla sua dama di compagnia.
“Sì...” confermò un'altra indicando Clare con cenno della testa.
La ragazza si fermò per un istante, poi sospirando riprese la sua strada. Clare si sfiorò i capelli poi s'assicurò che il pugnale nascosto sotto i suoi abiti fosse ancora al suo posto.
Infine, ignorando gli sguardi della gente scese dalla scalinata che la condusse ai giardini privati del re.
Un movimento furtivo alle sue spalle la costrinse a voltarsi. Il suo corpo si mise in posizione di difesa, pronto a scattare al minimo cenno di pericolo.
I muscoli si contrassero e Clare estrasse il pugnale dalla sottoveste.
La figura nascosta all'ombra delle colonne, sotto il porticato, mosse qualche passò verso di lei rivelando il suo volto.
“Sebastian!” esclamò Clare abbassando l'arma. “Perché sei qui?” gli domandò sospirando.
Il ragazzo rimase zitto fissandola negli occhi e scrollò le spalle. I capelli corvini che gli arrivavano alle spalle furono mossi dal vento, mentre lo sguardo vagò alle spalle della ragazza.
“Non dovresti rimanere qui. Il sole ti indebolisce.” gli fece notare Clare chinandosi su un cespuglio di rose. Se né portò una al volto e né assaporò il delicato profumo.
Alzò il viso ed ammirò il piccolo paradiso floreale che si trovava davanti. Ricordò che quand'era piccola era solita andare a giocarci in compagnia di Edward. Tuttavia da quando lui era stato nominato nuovo sovrano del regno di Ziltar e lei aveva assunto il ruolo che spettava ai membri della famiglia Rainsworth erano sempre più rare le occasioni in cui lo incontrava, se non per questioni riguardanti la sua sicurezza.
Scosse la testa. Non voleva ricordare quei giorni. Quei pensieri non avrebbero fatto altro che minare ancora una volta le scelte che aveva fatto.
Sussultò quando avvertì la mano di Sebastian posarsi sulla sua spalla. Si girò verso di lui e con poca grazia allontanò la sua mano.
“Lo sai che non mi piace quando mi tocchi!” esclamò furiosa. I capelli le scivolarono in avanti coprendole il viso. “Non farlo più!” ordinò, ignorando gli occhi confusi di Sebastian.
Sentì il vampiro ridere, ma non si girò. Fece una smorfia, il dolore alla spalla le era tornato. Sentì la ferita bruciare e dovette appoggiarsi a tronco di un frassino per l'improvvisa scossa di dolore.
“Stai sanguinando.” mormorò Sebastian avvicinandosi. “Sento l'odore del sangue.” proseguì, come se Clare avesse avuto bisogno di una spiegazione.
La ragazza diciannovenne s'irrigidì all'improvviso. Il suo volto aveva perso colore e la presa sul tronco si fece più insicura. L'odore acre e quasi metallico del sangue non l'aveva mai potuto sopportare. Malgrado avesse dovuto uccidere alcune persone, in passato, non era mai riuscita a farsi passare quella fobia per la “linfa”, propria, degli umani.
Più volte si era chiesta come potessero fare i vampiri a sopportarne il sapore. Una volta aveva posto quella domanda a Sebastian che si era limitato a rispondere con un enigmatico sorriso.
“Forse è il caso che tu torni a riposare.” propose Sebastian, mostrando i sui affilati canini da vampiro.
Clare distolse lo sguardo. Si morse il labbro, poi, constatando che il dolore stava lentamente affievolendosi decise di proseguire il suo cammino verso le scuderie.
Sebastian la seguì in silenzio.
Attraversò i giardini, salutando alcuni addetti alle pulizie di quest'ultimo, passò la fontana di pregiato marmo bianco con al centro la statua di un cigno dalla cui bocca usciva un rivolo d'acqua ed infine svoltò dietro una siepe ricoperta da piccoli fiori gialli.
Aprì la porta che dava alle mura esterne del castello ed attraversò il breve corridoio che dava accesso alle scuderie. Guardie armate erano poste in più punti, ma lei non ci badò.
Senza guardare, capì immediatamente di essere giunta a destinazione. Il profumo del fieno e l'odore dei cavalli le colpì le narici, rammentandole il motivo per il quale si trovava lì.
Vide Sebastian storcere il naso, a lui non erano mai piaciuti i cavalli, probabilmente perché emanavano un odore troppo forte e pungente per il suo delicato olfatto.
“Ancora non capisco perché sei venuto.” intervenne Clare fermandosi prima che uno stalliere le finisse addosso.
“Semplice curiosità.” rispose il vampiro con espressione vacua.
“Potevi almeno metterti dei vestiti più adatti” commentò la ragazza osservando gli abiti neri, fin troppo aderenti al corpo del ragazzo. “Non ho mai capito la tua passione per gli abiti in pelle e cuoio.” riprese.
“Eppure mi conosci.” replicò il moro. “ In effetti da ancor prima che tu nascessi.”
Clare lasciò perdere il discorso. Come al solito Sebastian aveva sviato l'argomento, ricordandole che la conosceva meglio dei suoi genitori, morti da quasi cinque anni.
Gli spazi riservati ai cavalli erano divisi da pareti in legno ed ognuna era segnata con un numero, messo ben visibile, utilizzato per distinguere i diversi animali.
Trovò il fabbro, un uomo che doveva aver quasi raggiunto i cinquant'anni intento a ferrare alcuni cavalli. I capelli rivelavano delle ciocche grige, quasi bianche, segno del tempo trascorso. Il volto era magro, stanco, eppure erano ancora poche le rughe che lo attraversavano.
Simon, il fabbro, fece appoggiare lo zoccolo del cavallo, ormai ferrato e si voltò, con il volto sudato, regalando un sorriso a Clare che lo salutò con altrettanto entusiasmo.
“Mi cercavate?” domandò la ragazza con dolcezza.
L'uomo annuì. “Ho terminato il lavoro che mi avevate richiesto.” spiegò accennando una sacca appoggiata al muro.
Clare seguì Simon verso quel punto, mentre si premette la ferita sulla spalla. Il dolore era tornato a farsi sentire. Sospirando, la Guardiana pensò che forse avrebbe fatto meglio a prendere degli antidolorifici una volta tornata nei suoi alloggi.
Vide il fabbro cercare qualcosa nella sacca che si era portato dal villaggio e Sebastian che si affiancava all'uomo, appoggiando un braccio alla parete del muro.
Alla fine Simon prese una spada riposta in un fodero di cuoio.
Clare s'avvicinò, mentre il fabbro le porgeva l'impugnatura dell'arma. La ragazza afferrò la spada e con un movimento fulmineo la portò davanti a sé. Sorrise.
La lama era nera con una linea azzurra nel centro che dalla punta arrivava fino all'impugnatura. Nell'elsa era incastonata una pietra blu di forma rettangolare e Clare vi passò sopra una mano, senza pensarci.
Sebastian accennò ad un sorriso, mentre il fabbro aspettava il responso della nobile.
“È perfetta!” esclamò la Guardiana riponendo l'arma nel fodero. “Esattamente come la volevo.” continuò.
“Fin troppo bella direi.” mormorò il vampiro.
“Devo forse ricordarti chi è stato a spezzare l'altra?” domandò Clare mentre i suoi occhi celesti si posarono in quelli grigi con sfumature verdi di Sebastian.
Il ragazzo si zittì immediatamente.
Clare estrasse dalla tasca un sacchetto di velluto rosso e né estrasse due monete d'oro che diede al fabbro.
“I tuoi lavori sono sempre i migliori.” concluse la nobildonna.
Salutò alcuni stallieri e ripercorse il cammino che aveva fatto precedentemente, pronta per incontrare il re.
“Sebastian!” chiamò aspettando che il dannato le s'affiancasse. Quando gli fu accanto gli diede la spada e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchia.
Attraversarono i giardini del re in silenzio, mentre il vento s'insinuava tra i loro abiti.
Rientrarono nel palazzo, sede del governo e Clare si diresse nelle sue stanze per poter cambiare le bende.
“Bentornata lady.” mormorò Virginia con un leggero inchino e distogliendo lo sguardo imbarazzato da quello di Sebastian.
Clare sentì il vampiro ridacchiare. “Ti trovo bene Virginia.” si complimentò con la giovane serva.
“V-Vi ringrazio...” balbettò la ragazza.
Clare roteò gli occhi. Sebastian sapeva fin troppo bene che Virginia aveva una cotta per lui ed ogni volta che l'incontrava se né approfittava per prenderla in giro.
“Mi serve il tuo aiuto Virginia.” tagliò corto Clare.
“Certo, lady” rispose prontamente.
La ragazza lanciò un'ultima occhiata a Sebastian, poi s'affrettò a seguire Clare nelle sue stanze.
Superarono un breve corridoio rettilineo ed infine si ritrovarono all'entrata che dava accesso agli alloggi dell'erede della famiglia Rainsworth.
Alcune rose erano state messe in piccoli vasi di ceramica e posti su diversi tavolini. Le finestre erano state spalancate per permettere il cambio d'aria e la luce filtrava all'interno della stanza. Il letto a baldacchino era stato rifatto e sulle coperte erano stati posti due nuovi abiti dai delicati ricami.
“Sono da parte del re.” spiegò la serva allo sguardo interrogativo di Clare.
“Capisco...” bisbigliò la Guardiana andando a sfiorare gli abiti con le dita. “Mi sta viziando.” aggiunse con un flebile sorriso.
Erano vestiti da sera. Uno era di un tessuto chiaro, tendente al viola, l'altro era di un blu scuro, quasi nero. Entrambi i vestiti avevano, disegnate sul corpetto, alcune rune non ben definite ricamate con del nastro dorato. Le maniche si stringevano ai gomiti per poi allargarsi fino al polso. La gonna arrivava fin quasi a sfiorare il terreno e terminava con un complicato pizzo bianco. Alla vita v'era una sorta di cintura che scivolava elegantemente sull'abito.
“Immagino che il re abbia organizzato l'ennesima festa.” disse più a se stessa che alla serva. “Aiutami con la fasciatura alla spalla, Virginia. Edward mi sta aspettando.” concluse.
Le mani di Virginia erano delicate sulla pelle della nobile, l'aiuto a svestirsi e poi dopo aver disinfettato la ferita la coprì con delle bende pulite.
Finito il lavoro fece un breve inchino ed uscì dalla camera, lasciando Clare da sola.
 
 




 

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