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Autore: Seki    16/01/2011    5 recensioni
Al mondo esistono due tipi di persone, riflette Hayato: quelli che odiano la pioggia e quelli che la amano incondizionatamente.
Lui trova che questa distinzione sia da perfetti idioti.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The Kinds of Rain


Al mondo esistono due tipi di persone, riflette Hayato: quelli che odiano la pioggia e quelli che la amano incondizionatamente.
Lui trova che questa distinzione sia da perfetti idioti.
Come si può raggruppare nello stesso insieme qualcosa che può variare così improvvisamente?
Come si può amare sia la tranquilla pioggia primaverile che le burrascose tempeste?
È una contraddizione.
È qualcosa che va contro la natura stessa.
Riuscire a distinguere i vari tipi di pioggia, ecco l’unico modo per catalogare quelle effimere lacrime del cielo nell’insieme di “ciò che si ama” o “ciò che si odia”.
Gokudera lo ha capito da tempo, per questo il suo temperamento cambia a seconda del tipo di pioggia.
In questo momento, mentre osserva le nuvole grigie addensate nel cielo, non può fare a meno di sentirsi male, colorando dello stesso colore di quei batuffoli di vapore anche il suo umore.
Il vetro della finestra è bagnato delle mille gocce che, silenziose, cadono composte, lavando con calma ogni centimetro d’asfalto disponibile.
Pioggia calma.
Pioggia amata, per la maggior parte.
Ed è proprio questo tipo di pioggia che lui, più di tutto, odia.
Nulla a che fare con le tempeste, quelle piogge torrenziali accompagnate da vento,tuoni e lampi in grado di scuoterti l’animo fin dal primo rombo lontano, facendoti sentire libero e parte integrante della natura stessa che, in quel momento, sembra aver capito chi sei e ti lascia rompere le catene che da sempre ti imprigionano per poter finalmente gridare all’unisono con lei.
Nulla a che fare con le sue amate tempeste.
Quel picchiettio calmo, quello scrosciare continuo e regolare sono qualcosa che Hayato odia dal profondo del cuore.
Pioggia odiata per il semplice fatto di essere la complice perfetta per nascondere le lacrime.
Pioggia odiata perché, fin troppo spesso, con le sue dolci carezze, è stata testimone del suo pianto silenzioso.
Pioggia odiata che riporta alla mente brutti momenti di una vita arrivata a svolte forse troppo grandi per un ragazzo, troppo presto.
Pioggia odiata perché per lui non è mai esistita calma.
Il cigolio della porta che si apre interrompe i suoi pensieri, ma non ha bisogno di voltarsi per sapere chi è entrato.
-Che stai facendo qui?-
La voce di Yamamoto lo raggiunge, calma e fredda, come lo è sempre stata e, in un attimo di pura follia mentale, Gokudera si ritrova ad associarla alla pioggia che tanto odia e che continua, imperterrita, a scendere dal cielo, non curandosi dei sentimenti di un comune essere umano.
-Nulla di che…guardavo la pioggia-
I suoi occhi non abbandonano la finestra mentre, Takeshi lo affianca per osservarlo meglio. Un’espressione leggermente sorpresa accompagna i suoi occhi blu come la notte.
-Credevo odiassi la pioggia.-
Gokudera sbuffa irritato, pronto a scatenare la tempesta che ha dentro, e si volta, ricambiando lo sguardo, fondendo due smeraldi nella notte.
-Credevo ne avessimo già parlato…-
Yamamoto lo interrompe, sollevando appena la mano, calmo. Calmo come la pioggia che lava ogni cosa.
-Intendevo: credevo che odiassi questo tipo di pioggia-
Il ragazzo si corregge mentre l’altro, con un nuovo sbuffo, si porta una sigaretta alle labbra e torna ad osservare la pioggia.
-è così…-
Il silenzio cade tra loro, ma è un silenzio diverso dal loro solito ignorarsi reciprocamente.
C’è una domanda sospesa nell’aria.
Una domanda che Takeshi vorrebbe fare, ma che non fa, per il semplice fatto che andrebbe ad intaccare l’equilibrio precario su cui il loro instabile rapporto è costruito.
Una domanda che Gokudera percepisce, e a cui non saprebbe effettivamente cosa rispondere perché anche lui lo ha pensato: Yamamoto è identico alla pioggia che tanto odia.
È identico a lei per la sua calma, per la sua freddezza, per il suo conoscere le sue lacrime…
Ma c’è qualcosa che alla pioggia manca e che Yamamoto, invece, possiede.
Non sa cos’è di preciso –una sensazione, forse, o un gesto diverso dai soliti movimenti posati- sa solo che è questo “qualcosa” che gli impedisce di rispondere che si, odia anche lui.
Così si limita a stare in silenzio e a far parlare in corpo, agendo d’istinto, come fa sempre, afferrando l’altro ragazzo per il colletto della camicia e tirandolo a se, costringendolo in un bacio veloce e brusco.
- Al mondo esistono due tipi di persone: quelli che odiano la calma e quelli che la amano incondizionatamente…- sussurra ad un filo dalle labbra dell’altro, costringendo i suoi occhi a concentrarsi sul pavimento per non tradirsi. -…Io trovo che questa distinzione sia da perfetti idioti!-
Yamamoto lo guarda stupito per qualche secondo, come se non fosse sicuro di aver capito bene le parole dell’altro, poi, con calma, solleva il volto del compagno e sorride.
-Già-
E un altro bacio li rende dimentichi del mondo bagnato dalla pioggia calma che, un rombo di tuono lontano preannuncia, si trasformerà presto in tempesta.

   
 
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