The
Kinds of Rain
Al
mondo esistono due tipi di
persone, riflette Hayato: quelli che odiano la pioggia e quelli che la
amano
incondizionatamente.
Lui trova che questa distinzione sia da perfetti idioti.
Come si può raggruppare nello stesso insieme qualcosa che
può variare così
improvvisamente?
Come si può amare sia la tranquilla pioggia primaverile che
le burrascose
tempeste?
È una contraddizione.
È qualcosa che va contro la natura stessa.
Riuscire a distinguere i vari tipi di pioggia, ecco l’unico
modo per catalogare
quelle effimere lacrime del cielo nell’insieme di
“ciò che si ama” o
“ciò che
si odia”.
Gokudera lo ha capito da tempo, per questo il suo temperamento cambia a
seconda
del tipo di pioggia.
In questo momento, mentre osserva le nuvole grigie addensate nel cielo,
non può
fare a meno di sentirsi male, colorando dello stesso colore di quei
batuffoli
di vapore anche il suo umore.
Il vetro della finestra è bagnato delle mille gocce che,
silenziose, cadono
composte, lavando con calma ogni centimetro d’asfalto
disponibile.
Pioggia calma.
Pioggia amata, per la maggior parte.
Ed è proprio questo tipo di pioggia che lui, più
di tutto, odia.
Nulla a che fare con le tempeste, quelle piogge torrenziali
accompagnate da
vento,tuoni e lampi in grado di scuoterti l’animo fin dal
primo rombo lontano,
facendoti sentire libero e parte integrante della natura stessa che, in
quel
momento, sembra aver capito chi sei e ti lascia rompere le catene che
da sempre
ti imprigionano per poter finalmente gridare all’unisono con
lei.
Nulla a che fare con le sue amate tempeste.
Quel picchiettio calmo, quello scrosciare continuo e regolare sono
qualcosa che
Hayato odia dal profondo del cuore.
Pioggia odiata per il semplice fatto di essere la complice perfetta per
nascondere le lacrime.
Pioggia odiata perché, fin troppo spesso, con le sue dolci
carezze, è stata
testimone del suo pianto silenzioso.
Pioggia odiata che riporta alla mente brutti momenti di una vita
arrivata a
svolte forse troppo grandi per un ragazzo, troppo presto.
Pioggia odiata perché per lui non è mai esistita
calma.
Il cigolio della porta che si apre interrompe i suoi pensieri, ma non
ha
bisogno di voltarsi per sapere chi è entrato.
-Che stai facendo qui?-
La voce di Yamamoto lo raggiunge, calma e fredda, come lo è
sempre stata e, in
un attimo di pura follia mentale, Gokudera si ritrova ad associarla
alla
pioggia che tanto odia e che continua, imperterrita, a scendere dal
cielo, non
curandosi dei sentimenti di un comune essere umano.
-Nulla di che…guardavo la pioggia-
I suoi occhi non abbandonano la finestra mentre, Takeshi lo affianca
per
osservarlo meglio. Un’espressione leggermente sorpresa
accompagna i suoi occhi
blu come la notte.
-Credevo odiassi la pioggia.-
Gokudera sbuffa irritato, pronto a scatenare la tempesta che ha dentro,
e si
volta, ricambiando lo sguardo, fondendo due smeraldi nella notte.
-Credevo ne avessimo già parlato…-
Yamamoto lo interrompe, sollevando appena la mano, calmo. Calmo come la
pioggia
che lava ogni cosa.
-Intendevo: credevo che odiassi questo tipo di pioggia-
Il ragazzo si corregge mentre l’altro, con un nuovo sbuffo,
si porta una
sigaretta alle labbra e torna ad osservare la pioggia.
-è così…-
Il silenzio cade tra loro, ma è un silenzio diverso dal loro
solito ignorarsi
reciprocamente.
C’è una domanda sospesa nell’aria.
Una domanda che Takeshi vorrebbe fare, ma che non fa, per il semplice
fatto che
andrebbe ad intaccare l’equilibrio precario su cui il loro
instabile rapporto è
costruito.
Una domanda che Gokudera percepisce, e a cui non saprebbe
effettivamente cosa
rispondere perché anche lui lo ha pensato: Yamamoto
è identico alla pioggia che
tanto odia.
È identico a lei per la sua calma, per la sua freddezza, per
il suo conoscere
le sue lacrime…
Ma c’è qualcosa che alla pioggia manca e che
Yamamoto, invece, possiede.
Non sa cos’è di preciso –una sensazione,
forse, o un gesto diverso dai soliti
movimenti posati- sa solo che è questo
“qualcosa” che gli impedisce di
rispondere che si, odia anche lui.
Così si limita a stare in silenzio e a far parlare in corpo,
agendo d’istinto,
come fa sempre, afferrando l’altro ragazzo per il colletto
della camicia e
tirandolo a se, costringendolo in un bacio veloce e brusco.
- Al mondo esistono due tipi di persone: quelli che odiano la calma e
quelli
che la amano incondizionatamente…- sussurra ad un filo dalle
labbra dell’altro,
costringendo i suoi occhi a concentrarsi sul pavimento per non
tradirsi. -…Io
trovo che questa distinzione sia da perfetti idioti!-
Yamamoto lo guarda stupito per qualche secondo, come se non fosse
sicuro di
aver capito bene le parole dell’altro, poi, con calma,
solleva il volto del
compagno e sorride.
-Già-
E un altro bacio li rende dimentichi del mondo bagnato dalla pioggia
calma che,
un rombo di tuono lontano preannuncia, si trasformerà presto
in tempesta.