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Autore: DrHouse93    16/01/2011    5 recensioni
Voldemort puntò la bacchetta contro James, che si immobilizzò, poi sorrise e disse: «Avada Kedavra»
Ci fu il consueto lampo di luce verde e James Potter cadde a terra come una marionetta. Voldemort salì le scale, bramoso di gloria. L’unica minaccia al suo potere stava per essere neutralizzata. Entrò nella camera da letto dei Potter, e non fece caso a Lily Potter, con un completino sexy e ammanettata sul letto, tanto era concentrato. Perquisì la stanza, ma non c’era nessuno. Solo allora si girò verso Lily e gli disse in tono minaccioso: «Dov’è?»
«L’hai ucciso…l’hai ucciso…» singhiozzò Lily.
«Non tuo marito, cogliona» sbottò Voldemort. «Dov’è tuo figlio?»
«F-figlio?» pianse Lily. «Noi non abbiamo un figlio»
Voldemort fu sorpreso. Non era vero, non poteva essere vero
«Stai mentendo!» urlò, poi gli lesse nel pensiero per accertarsene, ma le parole di Lily erano vere: i Potter non avevano un figlio.

NB: Il titolo della fic non ha niente a che vedere con l'omonimo film horror
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Il Mai Nato
- Capitolo 7: Chiarimenti -

All’improvviso nel suo campo visivo apparve il volto di una ragazza. Era più grande di lei, doveva avere circa vent’anni. Aveva dei lunghi capelli neri che le arrivavano fino a metà della schiena e un cappello con la visiera rosa e grigio. Gli occhi erano castani. Indossava una maglietta azzurra con un drago rosa disegnato in basso a destra, dei jeans pantaloncini,  e un paio di scarpe marroni da bambola. In mano aveva un fucile mitragliatore, e glielo stava puntando contro.
«Sei no zombie?» le chiese.
Hermione scosse la testa e ricominciò a urlare aiuto più forte che poteva. La ragazza abbassò il fucile, e le chiese: «Calmati, calmati. Cosa c’è che non va?»
«ER SOLE! ER SOLE!» strillò Hermione. «BRUCIA!»
La ragazza guardò dietro di lei e disse: «Regà, aiutateme a spostarla all’ombra»
Hermione si sentì sollevare e, non appena fu al riparo dai raggi solari, il dolore passò così com’era venuto.
«Andate a prende la macchina. Se vedemo nel vicolo»
«Vuoi portarte dietro questa?»
«Vorresti lasciarla qui?»
Hermione sentì la sua salvatrice discutere con un uomo, poi si riavvicinò a lei e la rassicurò: «Non te preoccupà, adesso se ne annamo»
Un grugnito la scosse. Gli zombie continuavano ad avanzare. «Cazzo!» imprecò, poi si rivolse a Hermione: «Dobbiamo scappà. Ce la fai ad alzarte
Hermione saggiò le proprie capacità prima di rispondere. Inspiegabilmente ora si sentiva forte e vigorosa come fino a poco prima che sorgesse il sole. Si accorse solo in quel momento, anzi, che di nuovo sentiva, sopra alla puzza degli zombie, quell’odore invitante e familiare allo stesso tempo, lo stesso che l’aveva tormentata durante la sua permanenza in ospedale. Ma la cosa che sconvolse Hermione fu che finalmente ne aveva trovato la fonte: sembrava provenisse dalla ragazza che la guardava preoccupata e un po’ spazientita. Hermione annuì, e si alzò.
«Brava» le sorrise la ragazza. «A proposito, io so Erica»
Hermione sorrise di rimando, anche se non c’era niente da sorridere, e corsero per il vicolo dove si trovavano, distanziando gli zombie. Arrivati in fondo, videro una macchina che li aspettava.
«Presto, salite!» le incitò un uomo, quello con cui stava discutendo prima Erica. Aveva i capelli rasati in stile truzzo, neri, occhi verdi, un gilet in gran parte rosso, escluso sulle spalle, in cui era nero, un maglietta e dei pantaloni verde scuro, e delle scarpe nere. Con lui c’erano un’altra ragazza e due ragazzi.
L’uomo si presentò. Doveva avere gli stessi anni di Erica, all’incirca.
«Io so Francesco. Loro so Federico, Lorenzo, Lucrezia, e poi vabbè Erica la conosci già»
Hermione osservò i suoi salvatori. Federico era biondo, con la carnagione scura e gli occhi marroncino. I suoi capelli erano lunghi e gli arrivavano fino al collo. Indossava una camicia gialla con dei tribali neri, un paio di pantaloni azzurri e dei sandali.
Lorenzo era anche lui biondo e con la carnagione scura, solo che i suoi capelli erano tirati indietro. Gli occhi erano marroni. Indossava una canottiera gialla con il colletto alto e una maglia bianca sotto, dei pantaloni blu e delle scarpe da ginnastica blu scuro.
Lucrezia aveva capelli biondo chiari, carnagione scura, occhi marrone scuro, e un naso a patata. Indossava una camicetta lilla, una gonna verde acqua scuro con un motivo a fiori, e delle scarpe dello stesso modello di Erica.
Hermione si presentò a sua volta, dopodichè li esortò nuovamente a salire in macchina. I suoi compagni si apprestarono a farlo, ma Hermione rimase ferma al suo posto.
«Be’?» le fece Francesco. «Che stai aspettà
«Non posso salì io» rispose Hermione. «Er sole me fa nmale cane»
Era successo solo una volta, ma Hermione era sicura che se si fosse riesposta sarebbe successo di nuovo. Francesco imprecò, poi salì dietro e le aprì il bagagliaio.
«Daje, sali»
«Ner portabagagli?» chiese Hermione, incredula.
«E’ l’unico posto dove i raggi solari ncarivano»
«Sì, ho capito, ma…» un grugnito lontano la interruppe. Si voltò. Si era completamente dimenticata degli zombie, che nonostante li avesse sentiti erano ancora parecchio lontani. Hermione sbuffò e si infilò nel bagagliaio. Francesco glielo richiuse sopra, e lei piombò nell’oscurità. Sentì i passi affrettati di Francesco, attorno alla macchina, poi il rumore della portiera che si apriva, lui che saliva e la richiudeva. La macchina si accese, e il gruppo partì. Dopo un po’ Erica domandò a Hermione. «Che ce facevi là?»
«Stavo a cercà er campo sopravvissuti» rispose Hermione. Alla sua risposta i ragazzi si fecero sospettosi, e Giovanni chiese: «Ah sì? E chi t’ha detto che c’era ncampo sopravvissuti?»
«Me l’aveva detto er direttore de n’ospedale do m’hanno tenuto un po’»
«Che ospedale?»
«Chi era er direttore?»
«Perché stavi in ospedale?»
«Ao, boni!» sbottò Hermione. «Uno aa vorta!». La ragazza fece mente locale, poi rispose: «Er nome d’ospedale non moo ricordo. Anzi, nme l’hanno detto proprio. E mo che ce penso, manco quello der direttore. E nun so perché so finita là, l’ultima cosa che me ricordo è che me trovavo in un artro ospedale, solo che era pieno de zombie. Poi…a na certa so svenuta e quando me so ripi-ata stavo all’ospedale da do so venuta»
Hermione non disse della barriera che aveva evocato e del bagliore che li avevi disintegrati. L’avrebbero presa per pazza, probabilmente, e poi non ne era totalmente sicura neanche lei.
«E che ce stavi a fa in un ospedale pieno de zombie?» domandò Erica.
«C’ero finita perché m’avevano messo sotto» rispose Hermione. «Nun so quanto so rimasta svenuta, ma prima de finì in ospedale me ricordo che eravamo annate, io e a mii mijore amica, a Piazza der Popolo. Nsomma, mentre stavamo naa metro a na certa uno è svenuto. Se semo tutti preoccupati, e nsignore s’è avvicinato pe vedè come stava. Dopo un po’ quello s’è ripreso, e ha morso aa mano er signore che stava vicino a lui. Dopo npoer primo zombie è riuscito a morde ar collo er signore, e noi semo scappati. Quanno semo usciti, in cima ae scale ce stava nragazzo che stava a spiegà a du poliziotti ch’era successo, solo che i poliziotti nce credevano. Infatti, dopo un po’ so arivati tutti e due li zombie. I poliziotti y’hanno sparato addosso, ma quelli nse so fatti niente»
«E pe forza» la interruppe Lorenzo. «Bisogna sparalli aa testa»
«O so» convenne Hermione. «Solo che i poliziotti n’hanno voluto ascortà er ragazzo, e infatti dopo npo’ i zombie so riusciti a morde i poliziotti. A sto punto semo scappate, solo che ho attraversato a strada senza guardà e ncojone che annava de corsa m’ha preso npieno. E quinni so finita all’ospedale. Quanno me so svejata, nc’era nessuno, solo zombie. Ma so riuscita a scappà e poi m’hanno trovata i medici dell’artro ospedale»
Per un po’ ci fu silenzio. Era chiaro che tutti rimuginavano sulla storia di Hermione.
«Come te chiami?» le chiese infine Erica.
«Hermione» rispose lei.
«Che nome strano» commentò Francesco. «Da dove…
«Nso nata qua» lo interruppe Hermione. «So nata in Inghirtera, e i miei genitori so dellà»
Improvvisamente le tornò vivido il ricordo dei suoi genitori, dei suoi amici, della sua vita. Tutto spazzato via. Tutto come otto anni fa. Hermione non riuscì a trattenere le lacrime, ed esse le sgorgarono quasi inavvertitamente. Qualcuno dovette sentirla, perché nessuno emise un suono. Hermione pianse a lungo, poi si riprese e si decise a fare la fatidica domanda: «Ma che sta a succede?»
Qualcuno sospirò, poi domandò con aria triste: «Noo sai, ?». Era Erica.
«No» rispose Hermione. Ora era ansiosa di risposte, voleva sapere perché per ben due volte la sua vita era andata distrutta.
«Allora, devo comincià co na premessa. Intanto devi sapè che yesseri umani nso sempre stati yunici padroni der pianeta»
«Vabbè, o so questo» la interruppe Hermione.
«Nme riferisco aji animali e ae piante» ribattè Erica. «C’hai presente tutte e creature che yumani se so inventate? Vampiri, licantropi, troll, giganti, ecc.?»
«Mbe’?»
«Nso inventati». Hermione trasalì. «Esistono pe davero»
Hermione non riusciva a crederci. Era vero? Si rispose quasi subito: se esistevano gli zombie, perché non dovevano esistere anche tutte le altre creature che aveva citato Erica?
«Ma nso stati loro a creà sto casino»
Hermione si fece attenta.
«Yumani infatti, da nsacco de anni se dividono in du categorie: Maghi e Babbani»
Hermione spalancò gli occhi. Cominciava ad insinuarsi un dubbio nella sua mente
«I Babbani so a gente comune come me e te, quelli senza manco npo’ de magia ner sangue. Pe moltissimi anni avemo comannato noi Babbani, ner corso daa storia avemo pure perseguitato quelli che pensavamo fossero Maghi, e magari lo erano pe davero. Ma aa fine i Maghi se so riusciti a vendicà»
Hermione sospirò. Era prevedibile.
«Devi sapè che è iniziato tutto proprio in Inghilterra. Lì ce sta er Ministero daa Magia, che gestisce tutti i Maghi der paese e comunicava co l’artri Ministeri nejartri paesi. Però, quattordic’anni fa tutto è cambiato. I Maghi hanno cambiato linea de pensiero. Non yannava più de vive de nascosto tra i Babbani e l’artre creature der monno, e volevano vendicarse contro de noi. Così, i Maghi se so impossessati der Governo Inglese, perché a na certa ha cominciato a perseguità i Babbani. La versione ufficiale era che fossero sospettati de esse membri de sette segrete e illegali, ma n’era così. Nsomma, è iniziata a persecuzione dei Babbani, e piano piano s’è espansa pe tutta l’isola»
Era come se all’improvviso tutti i pezzi del puzzle tornassero insieme. Quand’era piccola, Hermione abitava in un paesino poco lontano da Liverpool con i genitori. Un giorno, quando lei aveva sette anni, i suoi genitori avevano deciso di trasferirsi a Roma. Per lavoro, le aveva spiegato il padre. Ma ora capiva il reale motivo. Erano stati i Maghi a scacciarli dalla sua terra. Non direttamente, ma erano stati loro. Hermione si sentì ribollire di rabbia, ma non disse nulla, e ascoltò il seguito del racconto.
«Nsomma, nessuno s’è cagato l’Inghilterra finchè a persecuzione pareva pacifica. Ma poi hanno iniziato a compie atti de violenza pure so gente innocente, e a quer punto so intervenuto morte associazioni umanitarie». Erica sospirò. «N’è servito a niente. Chiunque andava lì in Inghilterra pareva che s’univa spontaneamente ar Governo, e d’un tratto se metteva a sostenè con vigore e sue azioni. Piano piano, a persecuzione s’è espansa anche ar resto dell’Europa. Francia, Germania, Polonia, Danimarca, Norvegia, Svezia…uno dopo l’artro so passati daa parte dii Maghi. Se avessimo saputo de che se trattava, avremmo capito che erano proprio i Maghi a stregà a persone in modo che s’unissero a loro. Ma nc’avevamo idea de quello che stava a succede. Nsomma, i Maghi stavano pe conquistà anche i paesi dell’Europa Meridionale, quanno so intervenuti ji Stati Uniti»
Erica sospirò di nuovo. «Ma anche questi nso riusciti a combinà niente. C’hanno provato in parecchi: CIA, FBI, polizia, perfino l’esercito. Ma niente da fa. E così anche ji Stati Uniti so cominciati a cadè. Ma è qui che entramo in gioco noi»
«Perché, chi siete voi?» domandò Hermione.
«Noi semo i BELLUM» rispose Erica.
«Eh?» fece Hermione.
«I Babbani Espatriati che Lottano per la Libertà Uniti ai Maghi» spiegò Erica. Hermione scoppiò a ridere.
«Se sapè che c’è da ride?»
«No, è che…» disse Hermione, ancora ridendo. «…noo so»
«Guarda che “bellum” è na parola latina che vor dì “guerra”»
Hermione si costrinse a smettere di ridere, poi aspettò che Erica continuasse.
«Vabbè, te stavo a dì…fino a cinque anni fa. A quer punto so intervenuti i BELLUM, che appunto riunivano nsolo i Babbani sopravvissuti, ma anche i Maghi che n’erano d’accordo cor Ministero. Fu allora che cominciò quella che all’inizio era na guerriglia, contro er Ministero. Noi BELLUM, infatti, eravamo guidati da Albus Silente, er più grande mago mai esistito. Grazie a lui, semo riusciti a unì a magia co a tecnologia, e inventammo le Armi Magiche. Erano d’aspetto uguali ae armi babbane, solo che bastava pensà a n’incantesimo e preme er grilletto, e quello continuava a spararlo finchè er mago che lo impugnava nun ne pensava n’artro. Infatti, ste armi erano solo pii Maghi, ma a noi BELLUM bastavano. Dopo un anno ormai eravamo in guerra aperta, e purtroppo a fortuna passò aji Auror, i Maghi che all’inizio combattevano i Maghi Oscuri, ma mo so semplicemente i mijori combattenti der Ministero. Nsomma, quattr’anni fa, ji Auror so riusciti a copiarce ii progetti dell’Armi Magiche, e hanno iniziato a produlle pure loro. Erano molti più maghi daa loro parte, e in breve hanno riguadagnato quer poco che eravamo riusciti a strapparglie. Ma a sconfitta nostra è cominciata quanno er Ministero è riuscito a uccide Silente. Morto lui, noi BELLUM semo rimasti senza na guida, e er Ministero c’ha massacrato. Quann’era convinto de avecce sterminati, ha ricominciato a campagna de conquista der monno. Seguendo poi l’idea de Silente, ha cominciato a fa esperimenti sui Babbani e su a tecnologia babbana. Voleva trasformà i Babbani in macchina da guerra, che poteva mannà a morì tranquillamente senza scomodà ji Auror. E quinni er Ministero ha conquistato tutto er Nord America e l’Europa, tranne l’Italia»
«Perché no?» intervenne Hermione.
«Perché pensava che un paesino così insignificante e politicamente corrotto non creasse più de tanti problemi» rispose Erica. «E pe nperiodo c’avuto ragione. Ma poi noi BELLUM semo tornati, e avemo cominciato a fa delle basi segrete nei paesi ormai soggetti ar Ministero. Era morto Silente, è vero, ma dopo un altro anno era stato Er Capo a salvarci dalla disfatta e a riorganizzarci. Ha fatto costruì molte basi segrete, ma nessuna paragonabile a quelle in Italia o ar Quartier Generale Supremo, che pe motivi de sicurezza nte dico do sta»
Hermione pensò che in fondo non aveva torto. Anche lei aveva omesso alcune parti del suo racconto.
«Nsomma, nessuno, tranne i suoi generali più stretti, conosceva l’identità d’Er Capo, e er Ministero n’ha potuto fa nulla contro de noi, che eravamo organizzati ancora mejo de prima. Opponevamo resistenza in Messico, in Italia, e nei paesi asiatici, e er Ministero n’è riuscito a avanzà ancora. Ma poi, quarche settimana fa, c’è stata n’artra svorta pii Maghi. Hanno trovato un modo de sfruttà una dee creature più orribili der loro monno, ji Inferi, e l’hanno perfezionati in modo da ottenè ji Zombie. Dopodichè hanno cominciato a spargerli pe le principali città dove noi combattevamo e li ostacolavamo»
«Che so ji Inferi?» chiese Hermione.
«Cadaveri» rispose secca Erica. «Cadaveri rianimati dalla magia per compiere determinati lavori. Ma pe ji scopi der Ministero erano troppo limitati, e mischiando sta magia co a scienza babbana hanno creato nvirus che trasforma yumani in Zombie. Ed ecco che ora stamo a sto punto. E principali città daa resistenza so cadute nmano aji Zombie, e quinni ar Ministero, e quei pochi sopravvissuti vengono rapiti, uccisi, magnati dai Zombie o ce fanno deji esperimenti»
Hermione sentì una morsa in fondo allo stomaco. Era per quello che le erano capitate tutti quei fenomeni inspiegabili, da quando si era salvata dagli Zombie? Si costrinse a non dire nulla al riguardo, così domandò: «E ‘nvece come saa passano quelli sotto ar Ministero?»
«Dipende» disse Erica. «I Purosangue bene. Finchè rispettano a linea de pensiero der Ministero, armeno. Proprio per evità che qualcuno venga su co e idee sbajate, fin da piccoli li educano a ripete a pappagallo e stesse stronzate che credono l’adulti, così quanno crescono ne so fermamente convinti. I Mezzosangue invece so discriminati. C’hanno accesso ai lavori più umili e spesso si trovano tra i Babbani che’r Ministero manda ar macello. Tutte le forze dell’ordine dei paesi conquistate stanno daa parte der Ministero, e i Babbani, i Maghinò e i Nati Babbani so vittime sempre più frequentemente de esperimenti»
«Aspetta n’attimo» intervenne Hermione. «Che so i Maghinò e i Nati Babbani»
«Ah già, è vero» fece Erica. «Me so scordata de ditte de loro. Allora, i Maghinò so figli dii Maghi che però nc’hanno manco un pizzico de magia. Er Ministero i considera nient’artro che Babbani, quinni poi immaginarti che cosa ye spetta. I Nati Babbani invece so i figli dii Babbani, che però hanno ricevuto pe quarche ragione dei poteri magici. Er Ministero i considera dei ladri, dei proprietari illegittimi der potere magico, e quinni pure loro vengono braccati»
La morsa allo stomaco si fece più intensa. Cominciava a capire il perché di quella misteriosa barriera che aveva evocato contro gli Zombie. Era forse una Nata Babbana? Era per quello che i suoi genitori erano scappati? Per colpa sua o del Ministero? E gli strani fenomeni che le erano capitati erano sempre opera della magia che le scorrevano nelle vene?
Per un po’ nella macchina ci fu silenzio. Alla fine Hermione si decise a fare la fatidica e spinosa domanda: «Io che so?»
«Che vor dì, “tu che sei”?» domandò in risposta Erica, sorpresa.
«Che cazzo de creatura so?» specificò Hermione
«Sei Umana» rispose Erica, perplessa. «Perché lo chiedi?»
«Perché nso tanto sicura» rispose Hermione. «Quando me so svejata ner secondo ospedale, me sentivo strana. Me sentivo, e me sento ancora, piena d’energia. Instancabile. E nfatti nso riuscita na vorta a dormì, quann’ero là. E c’è de più. Quann’ero in ospedale e me portavano er pranzo, sentivo tutte e vorte un odore che non riuscivo a riconosce: era bono ma familiare. All’inizio pensavo che venisse dar cibo, ma poi lo assaggiavo e me rendevo conto che nc’aveva sapore. Oggi c’ho fatto caso de novo, e ho capito che sto odore o mandano e persone. Senza contà er fatto che er sole m’ha fatto nmale cane quanno m’ha colpito. Quinni te richiedo, che so io?»
«Non è ovvio?» intervenne a sorpresa Francesco.
«No» disse Hermione
Francesco sospirò. «Tu sei un Vampiro»

TATATATAAAAAAAAA! TATATATAAAAAAAAAA! Sarebbe la nona di Beethoven, per interderci, e serviva a fare un finale drammatico. Vi consiglio di andare a cercarla se non avete la più pallida idea di quale sia, la nona di Beethoven, anche perché rende bene l’idea della fine del capitolo. Se inoltre siete riusciti ad arrivare fin qui e a capire la stragrande moltitudine di dialoghi romani, vi faccio i miei complimenti. Ma ora, passiamo alla risposta alle recensioni:

veronic90: Ehm…non per niente, ma io non ho mai usato le parole “tutte le romane sono truzze”. E poi che esagerazione, il dialetto romano ti fa addirittura vomitare? D:
P.S. Una cosa che mi son dimenticato di dirti riguardo alla scorsa recensioni. Non è vero che Hermione non piace a nessuno perché è così volgare. Fidati, resteresti sorpresa di sapere quante truzze sono fidanzate qui a Roma. In ogni caso sono contento ti sia piaciuto il capitolo
Black Hayate: Tu mi lusinghi :D. No comunque, a parte gli scherzi, ti ringrazio molto, sembri l’unica che abbia capito la vera natura della fic. Certo, senza zia Rowling non avrei mai avuto quest’idea, ma per fortuna è andata diversamente. Non si può dire lo stesso di Hary, invece. Peraltro, il fatto che dipenda tutto dalla mia mente è un bella cosa ma anche preoccupante. Voi non avete idea di cosa sia capace la mia mente contorta :D
Cloud1926: Hai perfettamente capito la natura di Ron. Cioè, Ron sarebbe stato il leader perfetto se non fosse mai nato Harry: bello, intelligente, simpatico ecc. ecc. E qui ha finalmente la decisione di “riscattarsi”(Ron è il mio personaggio preferito, si capiva? :D). Sempre più insistenti le comparse dei BELLUM, che finalmente ora sapete cosa significa, e sarà una coincidenza che due persone che nemmeno si conoscono e sono molto diversi (Ron e Hermione) siano state entrambe aiutate dallo stesso gruppo? Mah, chi può dirlo?
Sapphiria Kane: Be’, sulla tua recensione non c’è molto da dire, se non il solito grazie, del quale ormai vi sarete stancati di sentirvelo dire, Draco finalmente è un cattivo cazzuto, non quella mammoletta di zia Rowling (che però io preferisco), e lascio il mistero su Piton.

Bene, eccoci alla fine di un altro capitolo. In quelli precedenti vi avevo promesso chiarimenti, e infatti eccoli qua. Ma ora bisogna proseguire con la narrazione! Che succederà nel prossimo entusiasmante (si spera) capitolo? Se non mi hanno messo in punizione (vedasi motivo dell’altra volta) lo scoprirete domenica.
Ciao ragazzi/e, (forse) a domenica!

  
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