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Autore: alessiasc    17/01/2011    5 recensioni
I suoi occhi incontrarono immediatamente i miei mentre entrava sul palco, con già il microfono in mano e le corde vocali che vibravano, riempendo la piccola stanza con la sua magnifica voce che mi faceva tremare l'anima. Chiusi gli occhi, quasi impercettibilmente, mentre le parole da me scritte, venivano cantate da lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ispirazione mi è venuta sentendo la versione di Remembering Sunday cantata da Kate Voegele, ragazza che adoro. Penso che Kate e Alex starebbero davvero, davvero bene insieme, quindi boh.. ho scritto questa cosa. Spero vi piaccia, è tutto fonte della mia immaginazione (:

I suoi occhi incontrarono immediatamente i miei mentre entrava sul palco, con già il microfono in mano e le corde vocali che vibravano, riempendo la piccola stanza con la sua magnifica voce che mi faceva tremare l'anima. Chiusi gli occhi, quasi impercettibilmente, mentre le parole da me scritte, venivano cantate da lei.
«I'm not coming back, I've done something so terrible
I'm terrified to speak, but you'd expect that from me
I'm mixed up, I'll be blunt; now the rain is
Washing you out of my hair and out of my mind
Keeping an eye on the world,
So many thousands of feet off the ground
I'm over you now I'm at home in the clouds
Towering over your head»
«I guess I'll go home now..»
Kate si avvicinò a me e mi sorrise, mentre con quelle parole finivo di cantare e rilassavo le dita che avevano premuto così forte per tutto quel tempo sulle corde della chitarra. Tremanti, per la sua presenza. I suoi occhi cercavano di non incontrare i miei sempre puntati sul suo viso perfetto, la sua pelle vellutata mi faceva venire i brividi che mi salivano lentamente per la schiena donandomi un senso di pace. L'abbracciai, sorridendo, un sorriso pieno, perchè solo quando c'era lei intorno riuscivo a cantare per davvero. Perchè lei era la mia carica, la mia adrenalina, la mia ispirazione. Mi alzai e la seguii dietro le quinte, per prepararmi e cantare Dear Maria, Count Me In. Si prese i capelli tra le dita e cercò di farsi una coda. Non riuscì al primo tentativo, così li fece ricadere sulle spalle e subito dopo li riprese. Mi avvicinai e l'aiutai. Strinsi i suoi capelli tra le dita e notai che una ciocca si era impigliata alla catenina d'argento che portava al collo. Con attenzione, e in silenzio, mi avvicinai di più e mi concentrai sul nodo che si era formato. Quando la ciocca si liberò sulla schiena scoperta dalla maglia larga che portava, l'odore intenso dei suoi capelli mi invase, mi penetrò nei polmoni e il battito del mio cuore accellerò, facendomi sentire un completo idiota. Le legai i capelli con delicatezza. Lei si girò e mi rivolse un sorriso. Le presi i fianchi, con disinvoltura. «Complimenti Voegele, sei più brava di quanto ricordassi..» lei rise. Una risata così pulita che mi purificò i pensieri. «E' tutto merito delle splendide parole, Gaskarth, complimenti a te!» avvicinai il mio viso al suo, e le sfiorai le labbra. Erano morbide, carnose, ricoperte da un leggero strato di lucidalabbra, fresco alla fragola. Mi allontanai e mi persi nuovamente nei suoi occhi nocciola. Mi sorrise e si concentrò nuovamente sul nostro bacio che si tramutò in un gioco perfetto di lingue. Il suo sapore di menta e caffè mi scese per la gola, mi mancò il respiro, e così la strinsi di più a me, lasciandomi sfiorare i capelli, accarezzare la pelle, ripercorrere i tratti del mio viso. Le mie mani salirono e si chiusero sul suo viso. Le alzai il mento, le accarezzai le guance candide. Il mio cuore fece un balzo quando si staccò dalle mie labbra e appoggiò la sua fronte sulla mia, le punte dei nostri nasi si sfioravano e sui nostri volti erano dipinti due meravigliosi sorrisi - il suo splendeva, più del sole a mezzogiorno - i nostri occhi erano così in contatto che riuscii a leggere nella sua anima quelle parole che poco dopo affiorarono nella sua bocca, dischiusa, con le labbra che scoprivano i denti.
«Ti ho sempre amato, Alexander William Gaskarth, perchè ci hai messo così tanto?» disse. Le sorrisi e sfiorai le sue labbra.
«Oh, Kate Elizabeth Voegele, perchè sono un coglione. Ora sono qui, non ti lascio andare più.» risposi, sottolineando con la voce la parola "coglione".
«Mai più.» e ci unimmo in un altro tenero bacio, che legò la mia anima alla sua.
Per sempre.

   
 
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