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Autore: Vale Hicks    17/01/2011    1 recensioni
Lily Evans Potter riesce miracolosamente a sopravvivere allo scontro con Voldemort, insieme al piccolo Harry.
Dopo anni di amnesia totale, finalmente potrà avere la soddisfazione di vedere suo figlio crescere e recarsi alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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L’aria intorno a Godric’s Hollow, quella sera, si era fatta completamente irrespirabile, a causa dell’incendio che aveva quasi distrutto la casa dei Potter. Sembrava che non ci fosse anima viva all’interno dell’abitazione, e come poteva essere altrimenti? Il Signore Oscuro vi aveva appena fatto irruzione, alla ricerca dei più fedeli sostenitori di Silente e dell’Ordine della Fenice per poterli uccidere senza pietà alcuna.
“Ci è riuscito, maledizione!” urlò il giovane Sirius Black facendosi largo tra le macerie ancora fumiganti.
“James… oh mio dio! James, dimmi che sei solo pietrificato…”
Ma James Potter, sdraiato supino accanto alle scale che conducevano ai piani superiori, non era semplicemente in preda ad un incanto pietrificante. Il suo cuore aveva smesso di battere quando aveva deciso di difendere sua moglie e suo figlio dalla furia di quel pazzo assetato di potere. I suoi occhi, seppur assenti, mostravano ancora una viva disperazione. Sirius glieli chiuse, singhiozzando disperatamente come un bambino. Poi, con uno sforzo che gli sembrò sovrumano, si allontanò dal suo migliore amico per andare a compiere lo stesso gesto nei confronti del piccolo Harry e della dolce Lily.

*

 
La stanza di Harry si presentava completamente disfatta, come se ci si fossero introdotti i ladri. I giochi del bimbo erano a pezzi, le tende ed il lettino squarciati giacevano sul pavimento e l’ambiente era privo di illuminazione.
Dopo lunghi minuti di silenzio, Harry scoppiò in un pianto assordante, come se si fosse reso conto di essere rimasto solo.
Un rantolo improvviso vicino a lui, fece capire che invece non era così.
Una giovane donna dai capelli rossi era rimasta a terra, disperata e sconvolta, ma miracolosamente viva. Nell’udire il pianto di suo figlio, si riscosse immediatamente e lo cercò, con gli occhi sbarrati nell’oscurità di quella stanza ora così malridotta.
Lily Potter tentò con tutte le sue forze di parlare.
“Harry…” fu tutto ciò che riuscì a pronunciare, mentre il piccolo continuava a strillare.
Lily non si rendeva ancora conto di essersi salvata, insieme ad Harry. Pensava di essere in una specie di limbo, in un posto pieno di aria pesante e di silenzio, squarciato solo dal pianto del suo bambino.
Fu una voce familiare a farle intuire il suo reale stato.

Sirius Black salì le scale quattro gradini alla volta, come faceva ad Hogwarts quando doveva raggiungere i suoi compari per combinarne qualcuna delle sue.
Ma il suo stato d’animo era tutt’altro che lieto: si sentiva scoppiare il cervello dalla rabbia per aver trovato il suo migliore amico senza vita e per aver scoperto che un altro amico, che credeva affidabile, era in realtà un viscido doppiogiochista senza scrupoli.
Credeva di essere sul punto di impazzire… sentiva il pianto del piccolo Harry provenire dalle stanze superiori, ma pensava di avere delle allucinazioni uditive. Harry non poteva essere ancora vivo, Voldemort aveva appena fatto piazza pulita dei Potter, aveva ucciso James e quasi distrutto l’abitazione… come avrebbe potuto sopravvivere un neonato, inerme e senza alcuna protezione, contro il più malvagio mago di tutti i tempi?
Aveva il cuore in gola quando entrò nella stanzetta del bimbo. Regnava il caos più completo, tutto era sottosopra e l’aria era quasi irrespirabile.
Ma Harry era lì, nonostante tutto e tutti, con il visetto gonfio di lacrime. E Lily era accanto a lui. Aveva gli occhi sbarrati per la paura e la disperazione, esattamente come suo marito.
Sirius non ebbe dubbi. Con una lucidità che non si aspettava di possedere in quel momento così terribile e disperato, si caricò il corpo di Lily su una spalla e prese in braccio Harry, che ebbe un sussulto di sorpresa.
Quando arrivò alla fine dei gradini, Sirius posò Lily con delicatezza accanto a James e, dando solo un’ultima fugace occhiata ai due corpi esanimi, si recò vicino all’uscio per cercare aiuto.
“Harry…” urlò improvvisamente una voce femminile.
Black tornò immediatamente sui suoi passi. Non ci poteva credere: Lily Potter, contrariamente a quanto aveva creduto solo pochi secondi prima, era ancora in vita.
“Lily, grazie al cielo sei ancora viva… sono io, Sirius, mi riconosci? E qui con me c’è anche Harry. Siete riusciti a sopravvivere a Voldemort, capisci? Nessuno era mai arrivato a tanto! Lily, ti prego, dimmi qualcosa!”
La donna però, lo guardava sempre con gli occhi spalancati, in evidente stato confusionale e senza capire quello che Sirius le stava dicendo. Continuava imperterrita a ripetere il nome di suo figlio ad intervalli regolari, completamente inebetita.
Sirius scosse tristemente la testa. Alcune lacrime cominciarono a sgorgare copiose dal suo viso. Scostò una ciocca di capelli dal viso dell’amica, e si accorse subito di un particolare piuttosto curioso: sulla fronte di Lily era presente una vistosa cicatrice a forma di saetta.
Non fece in tempo, però, a rendersi conto che anche sulla fronte di Harry c’era la stessa identica cicatrice.
La porta della casa dei Potter si spalancò bruscamente e dopo pochi attimi cadde a terra. Hagrid, il guardacaccia di Hogwarts, era appena arrivato a Godric’s Hollow per conto di Albus Silente.

*

 
Erano passati dieci anni da quella terribile notte di Halloween. Lily Potter ne aveva passate di tutti i colori. Viste le sue condizioni catatoniche, dopo lo scontro con il Signore Oscuro, era stata ricoverata d’urgenza al San Mungo e, di conseguenza, Harry le era stato portato via, affidato alle poco amorevoli cure degli zii materni.
Lentamente, nel corso degli anni, era riuscita comunque a riacquisire le proprie facoltà mentali, ma nonostante tutte le attenzioni che riceveva da parte degli infermieri e dei medimaghi, sembrava sempre che le persone intorno a lei facessero di tutto per ricordarle di continuo la tragedia che si era abbattuta sulla sua famiglia.
Decine di ispettori del Ministero le facevano visita quasi tutti i giorni per avere informazioni veritiere sui fatti di quella notte e su tutti i reali responsabili.
Di una cosa però poteva ritenersi estremamente soddisfatta. Era riuscita ad assicurare a Sirius un equo processo, nonostante il parere sfavorevole del Winzegamot che lo aveva sbattuto ad Azkaban per qualche tempo, senza dargli la minima possibilità di difendersi. Fortunatamente era riuscita a farlo scagionare a suon di testimonianze e giuramenti, con l’ausilio di abbondanti dosi di Veritaserum. L’unico tarlo che ancora l’assillava era il pensiero di Peter Minus libero ed indisturbato, protetto dalla sua forma di ratto.
Quella giornata comunque, non era adatta ai pensieri nefasti.
Il binario nove e tre quarti pullulava di studenti di Hogwarts, attorniati da mamme e papà in apprensione.
I loro sguardi si soffermavano spesso su Harry e Lily, che però facevano finta di niente. I ricordi della scuola di Magia e Stregoneria erano troppi e fin troppo felici e dolorosi allo stesso tempo per la vedova Potter. Inoltre, stava per separarsi nuovamente da suo figlio, anche se questa volta il motivo era molto più piacevole.
Maternamente, provò a sistemargli i capelli scompigliati, ma dopo pochi secondi decise di lasciar perdere. In fondo Harry era il ritratto di James. Tentare di pettinarlo non avrebbe portato a nessun risultato decente.
Decise di guardarlo negli occhi, così simili ai suoi.
“Harry, lo so che sei ansioso. Ma ti assicuro che Hogwarts è un posto fantastico, imparerai un sacco di cose e ti farai un mucchio di amici.”
Il ragazzino la abbracciò forte, sospirò sommessamente e poi le domandò:
“Ma se invece scoprono che sono una testa vuota? Cosa fanno, mi buttano fuori?”
Lily lo strinse a sé, baciandolo vicino all’orecchio destro.
“Sono sicura che non sei una testa vuota. Imparerai a cavartela in fretta, vedrai… ricordati di cosa combinava tuo padre ad Hogwarts… e dopotutto, io ero una delle streghe più dotate della scuola… buon sangue non mente!”
Madre e figlio si sorrisero con tenerezza, mentre l’Espresso per Hogwarts si riempiva di ragazzi e ragazze.
Harry decise finalmente di salire sul treno, mentre Sirius lo aiutava a caricare i bagagli.
Lily si sentiva tremare le gambe. Salutava Harry da lontano e gli mandava baci. Delle lacrime di gioia e di orgoglio iniziarono a scorrerle lungo il viso.
“Anche se abbiamo sofferto tanto, sarebbe potuta andare molto peggio.” pensò.
Diede un ultimo sguardo al finestrino dello scompartimento dove stava Harry, che aveva già attaccato bottone con un ragazzino dai capelli rosso fuoco, che teneva un topo dormiente tra le mani.
Sirius le si avvicinò. Era un momento molto commovente per entrambi, ma nessuno dei due aveva voglia di conversare.

FINE

  
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