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Autore: LibbyRed19    18/01/2011    2 recensioni
Gli alleati decidono di fare la loro prossima riunione in Inghilterra... il tempo è orribile come sempre e i cimiteri sono ugualmente pittoreschi, però... questa trovata permetterà ad America di ricordare un vecchio episodio!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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America uscì lentamente fuori dal vecchio edificio che stava ospitando l'ennesimo raduno delle forza alleate. Poteva sentire una pioggia leggera bagnargli fastidiosamente il suo solito cappotto, ma questo non lo fece desistere dal suo proposito...

Poteva allontanarsi, no?

Erano in pausa...

Inghilterra non avrebbe potuto rimproverargli anche quello, dannazione!

Ormai aveva perso il conto di tutti i "baka!" che l'inglese gli aveva indirizzato nel corso di neanche mezz'ora di riunione...

Sospirò, pensando che in Gran Bretagna c'era davvero un tempo di ... orribile, insomma.

Pioveva sempre.

E a lui, la pioggia, non è che piacesse tanto.

Ancora pochi passi e raggiunse il vecchio cimitero che sorgeva nei pressi del palazzo.

Era un antico cimitero in stile gotico dal fascino innegabilmente tenebroso... pensò che sarebbe stato lo sfondo perfetto per tutti quegli splendidi film horror che produceva...

Ma che stava pensando?!

Perchè il grande eroe doveva recarsi in un cimitero??

 

Perchè gli ricordava qualcosa. E quel ricordo era davvero importante per lui.

 

-Igirichu*... ehi, Igirichu! Dove stiamo andando?-

 

Dove stavano andando? Non lo ricordava precisamente. Ricordava solo che avevano caminato un bel po' lui e Inghilterra prima di arrivare in quello sperduto paesino inglese... probabilmente Inghilterra doveva sbrigare uno dei suoi soliti impegni da nazione e lui, chissà come, era riuscito a convincerlo a portarlo con sè.

 

-Aspettami qui, America, va bene? Io torno subito,- esclamò il ragazzo mentre lo lasciava nell'ampio giardino che era appena fuori dal palazzo.

America aveva annuito, da bravo bambino.

-Dopo mi compri un hamburger?- Aveva chiesto speranzoso.

Inghilterra aveva bofonchiato un diplomatico "forse" fra i denti, evidentemente contrariato da quella che giudicava una sua pessima trovata, poi si era allontanato.

America si era guardato intorno.

Che bel giardino!

E quanti animaletti!

Mentre curiosava in giro senza allontanarsi, una bellissima farfalla dai colori variopinti attirò la sua attenzione, svolazzandogli elegantemente davanti al nasino...

Inutile dire che l'ammonizione di Inghilterra fu all'istante dimenticata e America prese a seguire il piccolo esserino inoltrandosi sempre più nel bosco che era dietro la villa.

Incurante della strada che stava percorrendo, si ritrovò alle soglie del vecchio portone di ferro di un piccolo cimitero... e lo superò senza pensarci troppo, continuando a inseguire l'insetto.

Furono delle piccole ma insistenti gocce di pioggia a riportarlo alla realtà... ormai della farfalla aveva perso le tracce, ma...

Si bloccò spaesato... dov'era?

Tentò di ricordare la strada che aveva percorso...

Aveva passato una lapide consunta... un busto di chissà quale gentleman inglese... si guardò intorno, alla ricerca di quelle figure.

Rabbrividì quando se ne trovò davanti a centinaia.

 

America sospirò, chiedendosi se fosse il caso di continuare a ricordare... non erano certo ricordi piacevoli!

Scosse la testa.

La pioggia stava diventando sempre più insistente e sentiva l'urgente bisogno di un caffè...

Un sorriso gli sfuggì a quel pensiero.

Voleva del caffè? Lì, in Inghilterra?

Se quella era l'alternativa, tutto sommato, era meglio continuare con quei vecchi ricordi...

Solo per un minuto, però.

 

Iniziò a correre a perdifiato per tutto il cimitero.

Le statue che erano stete le sue compagne in quel nuvoloso pomeriggio gli sembravano spaventose... il terreno era scivoloso per via della pioggia battente, la natura non gli sembrava più così tranquilla... e quella maledetta nebbia! Peggiorava tutto! Non vedeva quasi più nulla...

Ma da quanto stava lì? Dov'era l'uscita di quel posto orribile?

Si appoggiò con mano tremante a una tomba per riprendere fiato, ma si allontanò subito terrorizzato, riconoscendo con la poca luce che ancora permaneva nell'aria l'immagine di un teschio...

-Igirichu...! Igirichu!!!- Iniziò a chiamare a squarciagola, -Igirichuuu!!!-

Iniziò a correre per l'ennesima stradina, inzaccherandosi di fango... la notte stava calando e aveva sempre più paura... paura di non riuscire mai più a uscire da lì... a non rivedere mai più quella persona...

Iniziò a piangere, ma non per questo correva meno forte! Doveva uscire da lì! Subito!

-Chi va là?-

Una voce cupa e orribile lo raggiunse, spaventandolo a morte e inducendolo a nascondersi dietro una lapide.

-Vieni subito fuori!-

America si sporse quanto bastava per vedere la persona che aveva parlato...

Rabbrividì.

Era la figura orribile di un vecchio, completamente vestita di nero...

Si rannicchiò ancora di più contro la lapide.

Era un fantasma? Era venuto a prenderlo?

Si portò le mani alla bocca per non emettere nemmeno un singhiozzo...

-DOVE SEI?- Urlò la figura, mentre un tuono accompagnava le sue parole.

Fu troppo.

Con uno scatto, si alzò da terra e si mise a correre sperando in una qualsiasi via di fuga!

Lo slancio però fu troppo impetuoso. Barcollò per pochi metri e sarebbe crollato a terra, se qualcuno non lo avesse sorretto.

Sollevò gli occhioni sgranati, incontrando lo sguardo allarmato di Inghilterra.

-America! Ti avevo detto...-

-Scappiamo, Igirichu!- urlò, -Il fantasma...!-

-Quale fantasma?! È solo il custode del cimitero!-

America si girò tremante verso la figura arcigna del vecchio.

Allora non era un fantasma...

Scoppiò a piangere ancora più forte, gettandosi fra le braccia di un Inghilterra visibilmente preoccupato, che lo sollevò, stringendolo forte a sè.

-America... ma che è successo?-

 

Ecco. Lo aveva ricordato.

E ora?

A cosa gli seviva aver riportato alla luce quella vecchia storia?

Fissò il cimitero. Ora non gli faceva più nessun effetto, nessuna paura.

Era un grande eroe, dopotutto!

Beh... certo... doveva ammettere che pochi lo avrebbero riconosciuto nel bambino in lacrime che, terrorizzato, abbracciava convulsamente Inghilterra chissà quanti anni prima...

 

Sotto lo sguardo corrucciato del custode, Inghilterra provò in tutti i modi a calmarlo... gli propose perfino di andare a mangiare il famoso hamburger, ma senza risultati.

Alla fine si limitò a ricambiare semplicemente l'abbraccio, senza più tentare di calmarlo, aspettando che il pianto scemasse da solo.

-Torniamo a casa?- Mormorò dopo un po' America.

Inghilterra non poteva essere più d'accordo.

Fu così che giunse l'ora di andare a dormire.

L'inglese, ormai dimentico dell'accaduto, si preparò per la notte, scegliendo poi uno splendido volume di Shakespeare per le sue letture di quella sera.

Si era appena coricato, quando sentì qualcuno bussare timidamente alla porta.

Chi poteva essere se non America?

La porta venne schiusa lentamente e il bambino restò un attimo a fissarlo torcendosi le mani, come se quello che stava per dire gli costasse davvero caro.

-Posso dormire con te?- Chiese in un soffio dopo un indeterminato periodo di tempo.

Inghilterra annuì, facendogli spazio accanto a lui.

-Mi racconti una favola?-

-Ah... ma certo. Quella dell'unicorno e della fatina va bene?-

Il piccolo storse il naso.

Di solito amava le storie strampalate di Inghilterra, ma quella sera... diciamo che non aveva tanta voglia di sentirsi raccontare di creature fantastiche come fate, folletti, cavalli volanti... fantasmi...

-Mi racconti di quando sono state inventate le patatine fritte?-

Stavolta fu Inghilterra a fare una smorfia. Aveva letto la ridicola storiella su qualche giornale e aveva avuto la pessima idea di raccontarla al piccolo, conoscendo il suo interesse per l'argomento... ma... che insulto alla cultura inglese! Come si potevano preferire le patine ai folletti?

Comunque, data la situazione, passò sopra il suo istinto nazionalista e raccontò al piccolo America, per la centomilionesima volta, la storia di quel terribile snack.

Quando il racconto giunse al termine, Inghilterra fece per spegnare la luce.

-No... aspetta...-

-Cosa?-

-Devi controllare...-

-Cosa??-

-Se c'è il fantasma! Guarda sotto al letto... o nell'armadio... o...-

-America. I fantasmi non esistono.-

-Certo che esistono! Se esistono gli unicorni, le fatine, i folletti, Babbo Natale e gli ufo, allora esisteranno anche i fantasmi!-

Inghilterra lo guardò contrariato.

-I fantasmi sono l'eccezione che non scalfisce la regola, non esistono. E poi, tu non eri il grande eroe?-

A quelle parole, il viso del bambino parve illuminarsi.

-Sì! È vero! Io sono il grande eroe!-

-Ecco. E allora, spegnamo la luce e dormiamo. I grandi eroi non hanno paura del buio, giusto?-

America annuì vagamente.

-I grandi eroi non hanno mai paura... ma tu non sei un grande eroe, quindi resterò con te, per proteggerti!-

-Ah. Grazie,- concesse Inghilterra chiudendo gli occhi, stanco di quella discussione.

-Ehi, non dormire**!!!-

Inghilterra lo guardò e America si affrettò a correggersi.

-Cioè... se vuoi, puoi addormentarti dopo di me... tanto ti posso proteggere anche se dormo...-

-Va bene,- mormorò soffocando una risatina.

-E tu, in cambio, domani mi offrirai un maxi hamburger!!!-

-Questo te lo scordi!-

 

America abbassò lo sguardo.

Cosa era successo fra loro?

Da quando avevano smesso di parlarsi se non per frecciatine, insulti o critiche?

Da quando si erano allontanati così tanto? Dal giorno della sua indipendenza?

Forse...

-America no baka!-

Improvvisamente sentì la pioggia smettere di cadergli addosso.

Si voltò, riconoscendo Inghilterra con il suo solito, vecchio ombrello nero.

Inconsciamente, si lasciò sfuggire un sorriso triste. Sicuramente Inghilterra non ricordava assolutamente nulla del cimitero che avevano di fronte e di quel vecchio episodio...

Meglio così, in fondo...

-Sono secoli che ti cerco! Stavamo facendo una riunione, ricordi?!-

-Ovvio, e siamo in pausa.-

-Lo eravamo un'ora fa! Possibile che tu sia così sconsiderato?! E poi, hai deciso di ammalarti, restando qua fuori sotto la pioggia?-

America sbuffò.

-I grandi eroi non si ammalano mai!-

-Gli stupidi non si ammalano mai,- ribattè caustico l'altro, -e ora andiamo!-

Il più giovane fissò il cimitero ancora per un attimo, per poi alzare incurante le spalle e seguire il più grande.

-Ehi, grande eroe...-

-Mh?-

-Credo di doverti offrire ancora un hamburger.-

 

 

 

 

Grazie a chi ha letto fin qui!

Commenti e critiche sono come al solito ben accetti ^-^

Alla prossima!

 

 

 

 

Ah, dimenticavo, le note (spoiler per chi non ha letto il manga!)...

 

 

 

 

* "Igirichu" è una storpiatura infantile del nome "Igirisu". L'ho letta in una vignetta di Hetalia e mi è piaciuta così tanto che ho voluto lasciarla! U_U

 

* Ho preso spunto sempe da una vignetta di Hetalia... in pratica America ha paura di dormire da solo e chiede a Lituania di dormire insieme... in questa occasione ricorda che quando da piccolo aveva paura, dormiva con Inghilterra... solo che quest'ultimo si addormentava sempre prima di lui! XD


 

 

Per Diana924: Wow, sono davvero contenta che ti piaccia! ^^

Anche io adoro America da piccolo, peccato che siano ancora poche le fanfiction dedicate a lui (il grande eroe in versione chibi merita di più U_U) Per la storia delle patatine fritte... beh, me l'hanno fatta tradurre a scuola almeno cento volte, e poi ho pensato che Alfred potesse essere interessato da una storiella del genere!

Grazie mille per la tua recensione!  

  
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