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Autore: Il Saggio Trentstiel    18/01/2011    11 recensioni
La Spiaggia dei Perdenti...
Perchè mi ritorna in mente proprio ora?
Oh sì, perchè Lindsay era con me!
Lei, i suoi occhioni azzurri e la sua vocetta squillante che...
Cazzo...
Le parole che pù spesso uscivano dalla sua bocca erano "Sei tu Tyler?"

Questa one-shot fa parte della serie "In due"  ^_^
TylerXLindsay
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lindsay, Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In due'
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La Spiaggia dei Perdenti...
Perchè mi ritorna in mente proprio ora?
Oh sì, perchè Lindsay era con me!
Lei, i suoi occhioni azzurri e la sua vocetta squillante che...
Cazzo...
Le parole che più spesso uscivano dalla sua bocca erano "Sei tu Tyler?"!
Non è possibile...
Porca miseria, so di non essere un adone o una persona particolarmente speciale, ma da lì a porre questa domanda ad altre persone, ad un coniglietto -ad un coniglietto, cazzo!- ce ne vuole!
Eppure, nonostante tutto, Lindsay continua a tornarmi in mente con prepotenza.
Cristo, cosa non darei per sentire nuovamente le sue labbra sulle mie, e anche...
Sì, anche per sentirla domandarmi "Sei tu Tyler?" con quegli occhi da bambina sgranati e fissi su di me!
Sospiro, e mi rimetto a lavorare.
La fama derivante dall'aver partecipato a quel dannato reality è passata da tempo, e tutti -tranne pochi fortunati, come quella strega di Heather, che rabbia!- ci siamo dovuti ingegnare per trovare un lavoro, anche umile, per tirare avanti.
Dunque eccomi qui, a scrivere articoletti sportivi per un giornaletto di provincia che in pochi acquisteranno per guadagnarmi il mio stipendio da fame.
Ho ormai lasciato perdere del tutto lo sport vissuto in prima persona, mi sono reso conto -tardivamente- che non faceva proprio per me.
Mi strofino gli occhi stanchi e fisso inebetito lo schermo del computer: forse è meglio staccare per il momento, posso sempre continuare domani...
Salvo immediatamente il file Word e spengo il computer, dirigendomi verso la piccola cucina del mio modesto appartamentino: caffè, ho decisamente bisogno di caffè.
Anche se è il quarto della giornata.
Di lì a cinque minuti la bevanda è pronta, ed io la sorseggio con calma, riflettendo su come la mia vita sia tranquilla adesso, senza neanche più Lindsay -la perennemente allegra e chiacchierona Lindsay- ad animare le mie giornate.
Non ci siamo lasciati, per il semplice fatto che non ci siamo mai messi insieme.
Un errore stupido che non avrei dovuto commettere ma, frenato dalla paura di essere rifiutato, non le ho mai proposto di continuare a frequentarci anche dopo il reality.
Stupido, fifone, imbecille, mezza calzetta!
Neanche insultarmi mentalmente mi aiuta, cazzo...
Assorto nei miei pensieri autolesionistici sobbalzo spaventato quando sento il campanello di casa suonare rumorosamente.
Interdetto, con la tazzina di caffè fumante in mano, mi avvicino alla porta.
Allungo una mano verso la maniglia, ed un pensiero fulminante mi blocca: e se fosse...Lei?
Vuoi vedere che a forza di pensare a lei, così intensamente, il mio desiderio di rivederla si è avverato?
Una seconda, energica scampanellata, mi ricorda che dovrei aprire la porta.
Mi passo una mano tra i capelli per dargli perlomeno una parvenza di ordine, mi stampo un sorriso allegro sul volto ed abbasso la maniglia.
Di fronte a me, nessuna bambolona bionda dal fisico perfetto e dagli occhioni cerulei.
Al suo posto la bassa e tozza portinaia del condominio in cui vivo: risponde affabile al mio sorriso, ignorando che fosse riservato ad una persona probabilmente a mille chilometri da lì
"Buongiorno, spero di non disturbarti Tyler, ma è arrivata una lettera per te"
Osservo la busta che mi porge, spiegazzata e sicuramente già aperta da lei qualche minuto fa: come spiegare altrimenti l'espressione vagamente colpevole della vecchia, e l'evidente usura della busta?
Continuo a sorridere mentre prendo la lettera, fingendo di non aver notato nulla
"La ringrazio signora Laurie, è stata molto gentile"
L'anziana sorride maggiormente, lieta che non abbia protestato per la sua ficcanasaggine e, dopo un rapido saluto, si dirige verso le scale.
Chiudo la porta alle mie spalle e dedico scarsa attenzione alla lettera, la mente presa da pensieri ben diversi dalla mia corrispondenza non più privata.
Poso la tazzina ancora mezza piena sul tavolo della cucina, e faccio per gettarvi la lettera accanto, quando il nome del mittente attira la mia attenzione: no, non può essere, sarà l'ennesimo scherzo della mia immaginazione...
Con il respiro affannoso leggo una sola parola, vergata con cura e precisione: "Lindsay".
In fretta e furia squarcio la busta, tirando fuori dai suoi resti una foto.
La guardo senza riuscire ad emettere alcun suono, quasi dimenticandomi di respirare.
Appena riesco a riappropriarmi delle mie facoltà mentali, la osservo con attenzione: c'è lei, così bella e così allegra, seduta sul bordo di una piscina, con indosso un costume da bagno rosso fuoco -porca miseria, che corpo!-, un paio di occhiali da sole rosa shocking e la sua immancabile bandana azzurra.
Il braccio sinistro è sollevato, come se stesse abbracciando qualcuno, ma la metà destra dell'immagine non c'è: la foto è strappata a metà.
Sento distintamente il cuore, che fino a quel momento mi aveva battuto duriosamente in petto, rallentare e riprendere il suo ritmo normale.
Cosa vuol dire quella foto strappata? Chi stava abbracciando Lindsay?
Magari ero io, alla Spiaggia dei Perdenti, oppure...
No, non poteva esserci nessun "oppure"!
Sbatto la foto sul tavolo, per poi tirare un calcio alla sedia vicina, che si ribalta con fragore.
Mi abbandono sul divano, la testa tra le mani.
Non riesco a mettere ordine nella mia mente, tormentata da immagini di Lindsay, di noi due che ci baciamo con passione, della fotografia misteriosa e che, forse, allude a qualcosa di spiacevole...
Il trillo del campanello mi riscuote, per la terza volta nella mattinata, dai miei pensieri.
Probabilmente qualche vicino che protesta per il rumore della sedia rovesciata poco fa: che palazzo di rompicoglioni...
Il campanello continua a suonare, irritandomi ancora di più
"Arrivo, arrivo! Cos'è tutta questa fretta, cavolo!"
Spalanco di botto la porta, e quasi svengo.
Stavolta davanti a me c'è lei.
Lindsay.
Bella e radiosa come sempre, con indosso i suoi abiti preferiti.
Sorride allegramente, come una bambina in un negozio di bambole, le mani incrociate dietro la schiena.
Sono letteralmente ammutolito, ma lei non sembra avere fretta di infrangere quel silenzio gravido di ricordi e attese.
Dopo...Quanto?
Un minuto, un'ora, un giorno?
Quanto che sia il tempo trascorso, Lindsay inclina la testa da un lato e, contemporaneamente, avvicina la mano destra al mio volto: tra le dita sottili tiene una...
Fotografia.
Anzi, mezza fotografia.
Annaspo, non posso impedirmelo: perchè su quella foto ci sono io, in costume da bagno, con un braccio non mio attorno alle spalle.
La guardo negli occhi, luminosi e ridenti, e lei finalmente parla, senza smettere di sorridere
"Sei tu Tyler?"
Tre parole più melodiose del più sentito "Ti amo".
Sorrido, e Lindsay avvicina il suo volto al mio.
Cerco e trovo le sue labbra, abbracciandola stretta a me ed arretrando lentamente nel mio appartamento
"Sì, sono io"
   
 
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